Ascolto dei poveri. Proposta operativa

Premessa sulle équipes pastorali
L’intera comunità parrocchiale è chiamata a convertirsi all’atteggiamento dell’ascolto contemplativo degli abitanti del quartiere: fatto con umiltà, disinteresse e povertà di cuore. Le tradizionali occasioni parrocchiali di riflessione spirituale e di preghiera (ritiri, esercizi, itinerari di fede) servono per far crescere tutti in questo atteggiamento.

È cura in particolare dei presbiteri tener sempre “alto” il livello spirituale del cammino, proponendo continuamente momenti di ascolto della Parola.
Le équipes pastorali hanno lo scopo di custodire, insieme ai presbiteri, il senso del cammino e di aiutare tutti gli operatori ad individuare modi e tempi per incontrare le persone che abitualmente la comunità parrocchiale non riesce ad intercettare. Sono “esploratori” che aiutano a sperimentare vie nuove, ad ascoltare le storie di vita, a saperle leggere. Non sono quindi soltanto loro a realizzare l’ascolto, ma aiutano tutti gli operatori pastorali a realizzarlo.
L’obiettivo dell’ascolto non sarà quello di determinare immediatamente le iniziative da mettere in campo per rimediare alle situazioni di sofferenza o di richiesta di aiuto che ascolteremo, quanto quello di convertire il nostro stile pastorale, il nostro modo di relazionarci con le persone, e il nostro modo di intendere la pastorale come risposta a una chiamata, e non soltanto come offerta di servizi religiosi.

Ogni équipe dovrà animare tutte le risorse di una comunità, tenendo conto della specificità di ogni territorio e quartiere.

COME REALIZZARE L’ASCOLTO DEI POVERI?
1. Suggeriamo i primi tre passi della mappatura di partenza, che si trova nella scheda consegnata al primo incontro di formazione per le équipes pastorali (per comodità lo trovate anche qui). L’équipe contatta e riunisce insieme tutte le persone che in parrocchia realizzeranno l’ascolto dei poveri:
– Volontari Caritas parrocchiale
– Volontari di altre opere di carità realizzate dalla parrocchia (mense, case di accoglienza, centri diurni, ecc.)
– Diaconi, religiose e religiosi che si dedicano alla carità in parrocchia e nel territorio della parrocchia
– Volontari di sant’Egidio, dei Vincenziani, delle Misericordie, o di altre associazioni ecc.
– Chi altro?
Si decide insieme (équipe e operatori della carità): come individuare ed entrare in contatto con i poveri presenti nel nostro quartiere -soprattutto quelli che non conosciamo- di cui non ascoltiamo il grido?
Si realizza insieme una sorta di “mappatura artigianale” del territorio della parrocchia chiedendoci:
– Dove vivono i poveri? (case o appartamenti occupati, scantinati, baracche, centri per rifugiati politici, case famiglia per mamme con bambini, diversamente abili etc.)
– Quali le cause della povertà individuabili nel nostro territorio? (mancanza o perdita del lavoro, gioco d’azzardo, droga, ecc.).

2. Segue quindi un periodo -potrebbe durare anche molti mesi- in cui condividiamo l’obiettivo di un incontro personale di ascolto. Ognuno cercherà di realizzare, per quello che può, il contatto, il dialogo e l’ascolto delle storie di vita di queste persone.
Di tanto in tanto ci si riunisce per fare il punto della situazione con un incontro di condivisione e preghiera. Condividiamo le storie di vita delle persone che abbiamo incontrato, ci poniamo le stesse domande, cercando soprattutto di cogliere l’azione di Dio nelle storie di vita dei poveri. Possiamo condividere a partire da alcune domande:
– Quale sentimento abbiamo provato nell’ascoltare con il cuore l’altro?
– Cosa ci ha comunicato della sua vita? Cosa sta gridando a Dio?
– Quale verità profonda cogliamo da questa storia di vita? Quali dimensioni profonde e vere della vita questa storia ci richiama?
– Dov’è Dio, cosa sta facendo Dio, nella vita dell’altro che abbiamo ascoltato?
– Incontrare un povero è incontrare Gesù Risorto. Cosa ci dice Gesù Risorto attraverso il povero?
– A quali conversioni ci chiama, come Chiesa, per essere come Mosè più capaci di scendere, ascoltare e intervenire?
– Come ripensare l’evangelizzazione alla luce di quello che abbiamo ascoltato (evangelizziamo i poveri – i poveri ci evangelizzano)?

3. Nella messa/e domenicale comunicheremo le riflessioni alla comunità parrocchiale, proponendo la preghiera per le situazioni incontrate: preghiere dei fedeli, racconto di una storia di vita dopo la comunione…