Di seguito il saluto del cardinale vicario Baldo Reina, in apertura dell’assemblea diocesana
Santo Padre,
benvenuto nella Sua Cattedrale! La accogliamo con gioia Le siamo grati perché ci ha convocati per iniziare insieme l’anno pastorale illuminati dalla Parola di Dio e guidati dal Suo insegnamento.
All’inizio del cammino sinodale tutta la Chiesa è stata chiamata ad ascoltare ciò che lo Spirito dice alla Chiesa prestando attenzione a quanto ogni battezzato sentiva il bisogno di esprimere. Nell’anno pastorale 2021-22 la nostra Diocesi ha dato vita ad un ascolto corale della città e ha prodotto un documento che trasmette ancora tutta la sua forza. Leggo solo qualche passaggio di quel testo:
“…dalle sintesi viene evidenziata prima di tutto una percezione di lontananza della Chiesa quando si è chiamati ad affrontare e a rispondere alle grandi domande della vita…emerge soprattutto il bisogno di essere aiutati ad attraversare la sofferenza, le paure, la solitudine…il mondo ecclesiale è percepito spesso come distaccato dalla realtà. Questo distacco dalla realtà si traduce poi in una difficoltà per molti di sentirsi accolti dalla Chiesa, nell’abbandono della fede da parte degli adolescenti e dei giovani…C’è sete di relazioni autentiche, di misericordia e di perdono, accettandoci e accettando l’altro per come è…la Parola di Dio ritorni al centro del cammino come nutrimento e guida nel quotidiano, nella propria storia e nelle scelte della Chiesa…Non basta camminare e condividere. Occorre crescere nella corresponsabilità. Il confronto sinodale ha sottolineato molto questo aspetto alla luce dell’esercizio del sacerdozio comune in virtù del battesimo. Occorre che pastori e laici trovino insieme soluzioni e stimoli per valorizzare il coinvolgimento, per crescere nello spirito della corresponsabilità pastorale, come anche nella gestione economica e amministrativa…Negli ultimi anni si registra un progressivo allontanamento dei giovani dalle parrocchie. Nel rapporto intergenerazionale si sentono sfiduciati dagli adulti e il dialogo con loro è faticoso. La parrocchia rimane per i giovani adolescenti un “luogo altro”, raramente significativo…i giovani desiderano una Chiesa vicina ed empatica, capace di interpretare i bisogni e di avere un dialogo aperto che integri tutte le dimensioni della persona…da più parti è richiesta maggiore formazione spirituale, teologica e culturale offerta a tutta la comunità. Emergono richieste di itinerari permanenti alla Scuola del Vangelo, cominciando dal coinvolgimento delle famiglie e dei giovani…Pur essendo emerso il dato di una grande crisi di fede – fuori e dentro la Chiesa – grida più forte il desiderio di abitare il cambiamento d’epoca da testimoni di Cristo risorto e ripartire dalla gioia dell’incontro con Lui” (fin qui il documento)
Sulla base di quanto ascoltato abbiamo vissuto gli anni successivi raccogliendo le indicazioni del cammino sinodale con le sottolineature del discernimento comunitario e della profezia. Lo abbiamo fatto dentro un tempo non facile per nostra Diocesi, segnato da cambiamenti che hanno determinato fatiche e non poche incomprensioni. Il Signore ci ha sostenuto e oggi siamo qui pronti per riprendere il cammino con rinnovato entusiasmo e con la forza di essere una comunità viva e vivace, consapevole di aver ricevuto tanti carismi. Sentiamo la responsabilità di essere Chiesa che annuncia e testimonia la speranza mentre guardiamo con preoccupazione a quanto accade nel mondo intero e quello che vive la nostra città. Ci sentiamo sgomenti non solo per i tanti scenari di guerra che insanguinano il nostro mondo ma anche per le tante situazioni di sofferenza di Roma. Crescono le disuguaglianze, aumenta la povertà assoluta delle famiglie, le periferie a volte sono invivibili a motivo di una criminalità che controlla capillarmente il territorio; mancano le case per i giovani e per le persone che non hanno molta disponibilità economica, cresce il disagio mentale e anche l’accesso alle cure per poveri e anziani sta diventando un problema serio.
Davanti a tutto ciò sentiamo ancora la risposta indicata dal Maestro ai discepoli che chiedevano di mandare via le folle affamate e stanche: “Date loro voi stessi da mangiare”. Abbiamo il dovere di mettere in pratica questo comando e vogliamo farlo come Chiesa che presiede nella carità, ed è chiamata ad essere esemplare non solo nell’ascolto ma anche nella ricerca di sentieri evangelici capaci di spezzare la solitudine, e che diano speranza agli uomini e alle donne del nostro tempo.
Santo Padre, insieme a Lei questa sera invochiamo lo Spirito perché scaldi i nostri cuori, illumini le nostre menti e ci doni forza e sapienza per vivere al meglio la vocazione battesimale. Le diciamo, sin da adesso, la massima disponibilità a mettere in pratica quanto vorrà suggerirci e a verificarlo costantemente durante l’anno pastorale. Preghi per noi. Anche noi le assicuriamo il nostro affetto e il nostro costante ricordo nella preghiera perché il Signore la guidi nel delicato compito che le è stato affidato. Grazie
19 settembre 2025