4 Maggio 2025

Un pozzo di acqua viva nella Chiesa di Santa Maria in Via

Nel cuore del rione Trevi, tra largo Chigi e Via del Tritone, sorge la splendida Chiesa di Santa Maria in Via. La primitiva chiesa risale al X secolo d.C., come risulta nella menzione di una bolla del 955 di Papa Agapito II. Nel XII secolo, contigua all’antica chiesa, vi era la stalla del palazzo del cardinale Pietro Capocci. La notte tra il 26 e il 27 settembre 1254, dal pozzo della stalla, improvvisamente, l’acqua cominciò a risalire inondando tutto l’ambiente. I servi, allarmati dallo strepito dei cavalli, accorsero in fretta e notarono, stupiti, che sulle acque galleggiava una pesante tegola sulla quale era dipinta un’immagine mariana. I servi tentarono di afferrare l’icona, che qualcuno dei servi aveva gettata nel pozzo per incuria o forse per disprezzo, ma essa continuamente sfuggiva dalle loro mani. Avvisarono il Cardinale che, vestiti gli abiti cardinalizi, in fretta si recò nella stalla con tutta la sua nobile corte e, fatta una breve e fervente preghiera alla Vergine, entrò nell’acqua e al primo tentativo riuscì ad afferrare la preziosa effige di Maria, la portò nel suo appartamento e rimase tutta la notte in preghiera. Al mattino, il Cardinale corse a riferire l’accaduto al Santo Padre Alessandro IV, che stupito chiese un’indagine accurata sul prodigio e accertatane la veridicità, diede il permesso, assecondando il desiderio del Cardinale, di costruire un santuario inglobando la stalla con il pozzo in una preziosa cappella. Il Papa prese parte alla solenne processione con la quale fu trasportata la miracolosa icona mariana nel nuovo santuario. Il Cardinale Capocci fece in dono alla Chiesa di Santa Maria in Via di numerose reliquie di Santi, tra cui una particella della pietra del pozzo del Patriarca Giacobbe, dove il Signore Gesù chiese alla Samaritana: “Dammi da bere” (Gv 4, 10). 

L’attuale prospetto della chiesa di S. Maria in Via è frutto del contributo di diversi artisti che vi lavorarono nell’arco di circa un secolo, da Giacomo Della Porta nel 1594 all’architetto Carlo Rainaldi, che nel 1681 ne ultimò i lavori. La chiesa si presenta con un’alta facciata in travertino, distribuita su due ordini orizzontali. Sul fregio che separa i due ordini, una lunga iscrizione in latino che ricorda che la chiesa è stata “Dedicata a Dio in onore della Vergine Maria Madre di Dio nell’anno 1256”. Fu Papa Leone X De Medici che nel 1513 affidò la custodia della Chiesa ai Padri Servi di Maria, che ancora oggi offrono il loro prezioso servizio in questo luogo sacro.

L’interno è ad una sola navata, affiancata da quattro cappelle per parte e coronata dalla cappella maggiore absidata, ricca di decorazioni e di colori. La prima cappella a destra, detta Cappella del Pozzo, è la più profonda tra le cappelle della chiesa, perché comprende il pozzo dalle cui acque emerse e fu ricuperata, nel 1256, l’effige mariana, che da allora viene venerata come la Madonna del Pozzo. Si tratta di un piccolo affresco del XIII secolo opera di un ignoto pittore della Scuola romana, realizzato su di un frammento di tegola o lavagna. La Vergine Maria è rappresentata a mezzo busto con il capo un poco inclinato, circondato dall’aureola dorata e ammantato d’azzurro. Il volto della Vergine è connotato allo stesso tempo da profonda dolcezza e mestizia, i grandi occhi esprimono materna preoccupazione e sembrano scrutare l’anima dell’osservatore. Il 17 gennaio 1646, l’icona mariana fu solennemente incoronata dal Capitolo Vaticano. Essa è contenuta in un tabernacolo seicentesco di marmi policromi fra due colonne di pavonazzetto. Incluso nella parete destra si vede il pozzo circolare dalle cui acque emerse l’effige miracolosa. I fedeli continuano ad attingere l’acqua miracolosa dal rubinetto situato accanto al pozzo. 

Ogni anima assetata di amore, che qui si lascia scrutare dai grandi occhi della Madonna del Pozzo, riceve l’acqua viva che Gesù promise alla Samaritana: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva» (Gv 4, 10). Attingiamo con gioia a questa fonte di “acqua viva”, nella certezza che chi beve di quest’acqua non avrà più sete in eterno (cfr. Gv 4, 14).

 

A cura delle Missionarie della Divina Rivelazione

Un pomeriggio di studi sul crocifisso di San Marcello al Corso

Nella notte del 22 maggio 1519 l’antica chiesa di San Marcello al Corso fu quasi completamente distrutta da un incendio. Nel rogo si salvò miracolosamente un grande crocifisso ligneo, che da quel momento divenne, ed è tuttora, oggetto di grande venerazione. Al santissimo Crocifisso di San Marcello sarà dedicato, domani (giovedì 12 settembre) alle 15, nell’Aula Magna della Pontificia Facoltà Teologica Marianum, un pomeriggio di studi.

I lavori saranno introdotti dal vescovo ausiliare del settore Centro Daniele Libanori; a presiedere l’incontro sarà poi monsignor Vincenzo Francia. Interverranno Domenico Rocciolo, direttore dell’Archivio storico diocesano, che parlerà de “Gli ‘stati delle anime’ di San Marcello del Seicento e del Settecento”; quindi Giovan Battista Fidanza, dell’Università di Tor Vergata; Gianni Venditti, dell’Archivio Segreto Vaticano; Maria Lupi dell’Università di Roma Tre; e Francesca Meneghetti dell’Università di Udine. Le conclusioni saranno affidate a padre Enrico Casini, rettore della chiesa di San Marcello al Corso.

11 settembre 2019

Un mese di San Giuseppe Market, oltre cento le famiglie assistite

Tempo di bilanci per la basilica San Giuseppe al Trionfale ad un mese dall’inizio del “San Giuseppe Market”, primo esempio di spesa sospesa nella Capitale legata all’emergenza Covid19. Il progetto, nato dall’iniziativa del gruppo di giovani cooperatori guanelliani della parrocchia e sposata dall’oratorio parrocchiale e dal Comitato civico Trionfalmente17, a un mese dall’inizio della sua attività è riuscito a dare sostentamento a 110 famiglie (233 persone di cui 66 minori). Il market, coordinato da suor Chiara Minoia, ha ricevuto il plauso del sindaco di Roma Virginia Raggi, recatasi personalmente in basilica per ringraziare il parroco don Wladimiro Bogoni per il servizio a favore delle persone in difficoltà.

Questi i numeri raggiunti: 1.7 tonnellate di pasta, 350 kg di riso, 280 kg di zucchero, 400 litri di latte, 360 litri di olio, 980 bottiglie/barattoli di pelati e passata, 250 pacchi di caffè, 1300 scatolette di tonno, 700 pacchi di biscotti e merende, 1260 barattoli di legumi, 250 vasetti di omogenizzato oltre marmellata, fette biscottate, pane in cassetta, cioccolato, succhi, bibite e altro inclusi prodotti per la cura personale. Grazie alle donazioni pervenute è stato possibile acquistare anche prodotti medicali, 50 confezioni di uova e 150 confezioni di carne (petto/cosce di pollo e macinato).

Prosegue anche la raccolta fondi da destinare al progetto. Mentre su iniziativa di alcuni condomini è stata avviata l’iniziativa “Condominio solidale”, una raccolta condominiale di beni da destinare al progetto. I condomini che vorranno seguire l’esempio potranno organizzarsi autonomamente per la raccolta e contattare la basilica (comunicazione.sgtrionfale@gmail.com) o il Comitato Trionfalmente17 (paola.devecchis@gmail.com) per coordinare la consegna anche attraverso i volontari del Market.

«San Luigi Guanella diceva che dopo la carità, la virtù più importante era la gratitudine – ricorda il parroco don Wladimiro Bogoni –. Lui stesso curava con gesti e segni di squisita amabilità i moltissimi benefattori che lo aiutavano nelle sue opere di carità. Non potendo raggiungere le centinaia di persone che ci stanno aiutando in questo periodo di raccolta alimentare e fondi da destinare al progetto, vi assicuro la mia preghiera quotidiana e il ricordo a san Giuseppe per tutte le vostre famiglie».

7 maggio 2020

Un libro su Roma e il Concilio Vaticano II

Il volume “Roma, il Lazio e il Vaticano II: Preparazione, contribuiti, recezione”, a cura di Pasquale Bua (Edizioni Studium) verrà presentato mercoledì 12 giugno nella Sala “Cardinale Ugo Poletti” del Palazzo del Vicariato alle ore 17. All’iniziativa interverranno, tra gli altri, monsignor Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno; il vescovo Lorenzo Chiarinelli, emerito di Viterbo; lo storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio.

Il libro ha un’ampia presentazione firmata dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Si apre poi con un saggio del curatore che per la prima volta ripercorre la storia del Lazio “ecclesiastico” dalla fine del XIX secolo ai nostri giorni ed esamina il materiale d’archivio della Conferenza episcopale laziale, costituitasi nel 1967, cioè all’indomani del Concilio.

I successivi contributi sono suddivisi fra tre parti: 1) la diocesi di Roma (con sette saggi, quattro a carattere storico e tre a carattere teologico), 2) le diocesi suburbicarie (con sei saggi, uno per diocesi), 3) le altre diocesi laziali (con dieci saggi, uno per diocesi).

10 giugno 2019

Un libro e un incontro sul “Carcer Tullianum”

Foto diocesidiroma/Gennari

Il Carcere Mamertino, o Carcer Tullianum, è la più antica struttura di detenzione di Roma e si trova nel Foro Romano, sotto la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami. Qui l’apostolo Pietro visse i suoi ultimi giorni, prima di essere martirizzato. Consiste in due piani sovrapposti, realizzati alle pendici meridionali del Campidoglio. Ne racconta la storia il nuovo volume di Alfonsina Russo e Patrizia Fortini, che sarà presentato martedì 28 marzo alle 11 nella chiesa di San Giuseppe dei Falegnami, su iniziativa dell’Opera Romana Pellegrinaggi e del Parco Archeologico del Colosseo.

Interessata da importanti lavori di restauro dopo il crollo di parte del solaio, la basilica del Foro torna dunque a ospitare importanti eventi culturali. Interverranno monsignor Remo Chiavarini, responsabile dell’Opera Romana Pellegrinaggi; Alfonsina Russo, direttore del Parco Archeologico del Colosseo; monsignor Pasquale Iacobone, presidente della Pontificia Commissione di archeologia sacra; Fulvio Cairoli Giuliani, accademico dei Lincei e professore emerito di Rilievo e analisi tecnica dei monumenti antichi all’Università La Sapienza; Andrea Augenti, professore di Archeologia medievale all’Università di Bologna. Concluderà Patrizia Fortini, archeologa già funzionaria del Parco archeologico del Colosseo.

Dopo la presentazione del volume, i partecipanti – prenotazione ingresso gratuito su https://www.eventbrite.it/ – potranno visitare l’oratorio, il museo e l’area archeologica. L’incontro sarà trasmesso in diretta Facebook su facebook.com/parcocolosseo.

Il giorno seguente, mercoledì 29 marzo, alle 19.30, la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami ospiterà invece l’incontro del ciclo “Il cammino di Pietro”, l’iniziativa voluta dal cardinale Angelo De Donatis, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, e dal cardinale Mauro Gambetti, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, per riscoprire le trappe dell’apostolo nell’Urbe.

21 marzo 2023

Un libretto sulla Messa in dono ai sacerdoti

«La liturgia è una profonda esperienza di ciò che la fede proclama, quasi la dimensione mistica della vita cristiana, perché è insieme opera dello Spirito Santo e azione dell’uomo credente. Essa agisce nell’intimo, operando una vera trasformazione in colui che celebra». Così scrive il cardinale vicario Angelo De Donatis nell’introduzione al libretto “Evangelizzare con la liturgia”, donato questa mattina (giovedì 3 novembre) a tutti i sacerdoti intervenuti all’incontro con l’arcivescovo Vittorio Francesco Viola, segretario del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, incentrato sulla lettera apostolica “Desiderio desideravi” di Papa Francesco.

Il libretto – 30 pagine – raccoglie una serie di schede preparate dall’Ufficio liturgico diocesano, pensate in particolare a servizio del gruppo liturgico e della comunità celebrante. Le schede «possono diventare l’opportunità – auspica il cardinale vicario – per coinvolgere nell’azione liturgica tutti i battezzati, e in modo particolare coloro che seguono il percorso di iniziazione cristiana (per esempio i ragazzi che si preparano alla prima comunione o alla cresima, i fidanzati, ecc). Quando offerto può diventare una bella opportunità per educare tutti, adulti e ragazzi, alla preghiera della Chiesa». Proprio come si legge nella “Desiderio desideravi”.

Nei prossimi giorni il libretto sarà disponibile anche on line e potrà essere scaricato dal sito dell’Ufficio liturgico diocesano

3 novembre 2022

Un kit pastorale in vista dell’Incontro mondiale delle famiglie

L’Incontro mondiale delle famiglie di giugno 2022 sarà, come stabilito da Papa Francesco, «multicentrico e diffuso». Ogni diocesi è quindi chiamata a organizzare eventi, riflessioni e momenti di preghiera in coincidenza con il raduno di Roma. E per farlo al meglio, il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita e la diocesi di Roma, che organizzano l’evento, hanno preparato un kit pastorale, disponibile sul sito https://www.romefamily2022.com/it/.

«Questo vademecum – spiegano – è pensato per essere di aiuto alle Chiese particolari che hanno la responsabilità di organizzare gli incontri locali. Ogni diocesi/parrocchia può prendere spunto dalle indicazioni offerte in questo kit pastorale, ma pur sempre nella libertà di adattare le iniziative al contesto culturale locale e ai propri bisogni pastorali. L’obiettivo ecclesiale è quello di realizzare un evento globale, che abbia il volto particolare di ogni comunità».

Il vademecum raccoglie i link utili, ricorda i materiali presenti on line e scaricabili gratuitamente, come il logo, le catechesi, i video. E fornisce qualche consiglio utile per le diocesi. «Per l’organizzazione dell’evento – si legge –, suggeriamo che ogni diocesi costituisca un’équipe pastorale a ciò dedicata, sufficientemente ampia e non limitata ad una sola coppia. Sarà un’occasione per accogliere, laddove possibile, le proposte che provengono dagli sposi, che conoscono le realtà locali delle famiglie». È possibile anche organizzare degli eventi a livello di più diocesi, o attorno a un santuario. I promotori suggeriscono inoltre di organizzare incontri serali durante la settimana dell’Incontro di Roma, oppure incontri pastorali nel fine settimana per agevolare le famiglie che durante la settimana lavorano. Magari ispirandosi alle conferenze e ai panel che verranno proposti durante il congresso pastorale: “Chiesa domestica e sinodalità”, “L’amore familiare: meraviglioso e fragile”, “Identità e missione della famiglia cristiana”, “Il catecumenato matrimoniale”, “Famiglia via di santità”.

L’obiettivo, in sostanza, è che, dal 22 al 26 giugno 2022 ogni diocesi metta le famiglie al centro dell’attenzione pastorale, realizzando delle attività che rispecchino il tema dell’Incontro mondiale. Una sorta di “Settimana della Famiglia” in unità con le famiglie e le diocesi di tutto il mondo, usando creatività e valorizzando le peculiarità di ogni territorio.

10 febbraio 2022

Un incontro in ricordo di don Roberto Sardelli con il cardinale Reina e il sindaco Gualtieri

Avrebbe compiuto novant’anni il prossimo 30 gennaio don Roberto Sardelli, sacerdote della diocesi di Roma ma anche insegnante, scrittore, sempre vicino ai più umili. Il suo nome è legato soprattutto all’impegno per dare un alloggio dignitoso ai cosiddetti “baraccati”, coloro, cioè, che negli anni Sessanta e Settanta, vivevano accampati a ridosso dell’Acquedotto Felice. Fu con loro che decise di andare a vivere don Roberto, quando, giovane sacerdote, nel 1968, fu mandato come collaboratore parrocchiale a San Policarpo. Proprio nella sua parrocchia (piazza Aruleno Celio Sabino, 50) e nel giorno del suo compleanno, alle ore 18, verrà ricordato, con un convegno promosso dalla diocesi di Roma. “Non abbiamo paura dei profeti. Il ricordo di don Roberto Sardelli a 90 anni dalla nascita” è il titolo dell’appuntamento, che sarà aperto dai saluti del cardinale vicario Baldo Reina, del sindaco Roberto Gualtieri e del parroco della comunità dell’Appio Claudio, don Claudio Falcioni. Interverranno poi monsignor Guerino Di Tora, vescovo ausiliare emerito della diocesi di Roma; Grazia Napoletano, collaboratrice della Scuola 725; Paolo Berdini, umanista e saggista. Paola Aversa, della Caritas diocesana di Roma, illustrerà il programma di housing sociale dell’organismo diocesano intitolato al sacerdote scomparso nel 2019. Le conclusioni saranno affidate a monsignor Benoni Ambarus, vescovo delegato per l’Ambito della diaconia della carità.

Nato a Pontecorvo, in Ciociaria, nel 1935, alunno del Collegio Capranica, ordinato sacerdote nel 1965, don Sardelli aveva frequentato la scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani, prima di andare in Francia per studiare l’esperienza dei “preti operai”. Tornato a Roma, fu mandato come collaboratore a San Policarpo e lì don Roberto scoprì, a poche centinaia di metri dall’edificio parrocchiale, la baraccopoli che sorgeva nei pressi dell’Acquedotto Felice, dove vivevano 650 famiglie italiane arrivate da Sicilia, Calabria, Abruzzo e Basilicata. Decise così di condividere la loro vita e, acquistata una baracca da una prostituta, si trasferì tra i baraccati, trasformando la sua casupola nella “Scuola 725”, dal numero civico che la contrassegnava. Qui teneva lezioni per i ragazzi della zona, spesso costretti ad abbandonare gli studi o confinati nelle classi differenziali. Con loro scrisse la “Lettera al sindaco” per chiedere migliori condizioni di vita per i baraccati, ai quali le case popolari furono assegnate nel 1974. Da quel lavoro di riflessione e scrittura nascerà anche un libro, “Non tacere”. Lo stesso titolo del docufilm realizzato nel 2008 sulla vicenda della Scuola 725 dal regista Fabio Grimaldi con la collaborazione dello stesso sacerdote. Dopo lo sgombero della baraccopoli, nel 1973, don Sardelli si dedicò alle collaborazioni giornalistiche con Paese Sera, l’Unità, Liberazione, ma anche con riviste del mondo cattolico. Negli anni Ottanta fondò lo Studio Flamenco per avvicinarsi al mondo rom e sinti attraverso la danza, mentre negli anni Novanta si occupò dei malati di Aids. Nel novembre 2018, l’Università Roma Tre gli conferì una laurea magistrale honoris causa in Scienze pedagogiche. Si è spento nella sua Pontecorvo il 18 febbraio 2019.

A don Roberto Sardelli è intitolato il programma di housing sociale della Caritas di Roma, che mira a offrire un alloggio adeguato a persone senza dimora e famiglie in difficoltà e che è nato grazie a un fondo iniziale frutto del lascito testamentario del sacerdote.

«La profezia di don Roberto – dichiara il cardinale Reina – deve costituire uno sprone per la nostra comunità ecclesiale nel contrastare le diseguaglianze che affliggono la nostra società. Il suo è stato un esempio per tutti».

21 gennaio 2025

Un goal per la salute mentale

Si svolgerà sabato pomeriggio nell’oratorio della parrocchia di San Luca Evangelista, al Prenestino, la finale del torneo di calcio a 5 “Calcio d’inizio per la salute mentale”, l’iniziativa promossa dagli Uffici Cei per la pastorale della salute e del tempo libero, turismo e sport, in collaborazione con l’Ufficio diocesano per la pastorale del tempo libero, turismo e sport, la Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport e il Centro sportivo italiano (Csi) di Roma.

«Questo progetto di un campionato non agonistico e a carattere riabilitativo – spiega don Francesco Indelicato, direttore dell’Ufficio diocesano – si inserisce nel contesto della XXX Giornata mondiale del malato, volendo dare così anche una caratterizzazione sportiva alle celebrazioni, ed è partito il 7 aprile, coinvolgendo 5 squadre dei Dipartimenti di salute mentale di Roma». Guardando ai principi di inclusione, integrazione e giustizia sociale auspicati da Papa Francesco nell’enciclica “Laudato si’”, il sacerdote evidenzia quanto «specialmente la disabilità cognitiva specifica, che interessa i partecipanti a questa iniziativa, necessita di queste dimensioni e di queste sensibilità che nascono dalla relazione» e come «lo sport nella vita è uno spazio privilegiato in cui conosciamo noi stessi e i nostri limiti» nonché «un tempo privilegiato per la scoperta dell’uomo integrale, in comunione con tutto ciò che lo circonda». Da qui il valore e l’importanza di favorire «percorsi di inclusione per le persone affette da patologie – sono ancora le parole di Indelicato –, che hanno il diritto di vivere giornate di divertimento» laddove «il gusto di vivere passa anche dalla pratica sportiva e l’esperienza di molti atleti paralimpici ce lo testimonia». Conclude: «Desideriamo fare in modo che questa esperienza del torneo sia un inizio e possa fare da modello per interventi e progetti futuri, per avviare anche attraverso lo sport nella nostra diocesi dei processi di inclusione e integrazione autentiche».

Dello stesso avviso Daniele Pasquini, presidente del Csi Roma e della Fondazione, che, sottolineando come «abbiamo da anni una speciale attenzione alla disabilità cognitiva», osserva quanto «la pandemia e il lockdown hanno messo in luce e hanno fatto emergere l’importanza di far fare sport a queste persone, che ne hanno un bisogno particolare». Ecco allora che l’emergenza per la pandemia «ha fatto emergere proposte come questa del torneo a favore di chi soffre di un disagio mentale», sono ancora le parole di Pasquini, che riferisce tuttavia di un «processo che c’era e che ha trovato riscontro maggiore ora e che nasce “dal basso”, con l’azione di tanti volontari». Iniziative come questa dicono di «un’attenzione alla cura non solo farmacologica ma in qualche modo olistica, fatta anche di sana attività fisica e di socialità per curare la mente attraverso il corpo e lo spirito».

Nella seconda parte del pomeriggio, dopo che si saranno disputate le partite per l’assegnazione dei premi, negli spazi della parrocchia avrà luogo il convegno intitolato “La riabilitazione del pallone”, con il saluto di Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità. Interverranno inoltre don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale della salute, e don Gionatan De Marco, direttore dell’Ufficio turismo. In programma anche l’intervento dello psicologo Emanuele Scusami, che nota come «rendere possibile un’esperienza come quella sportiva per persone affette da disabilità cognitiva contribuisce senza dubbio a favorire una condizione di benessere psicofisico».

di Michela Altoviti da Roma Sette

23 maggio 2022

Un documentario su Santa Croce in Gerusalemme, che presto sarà accessibile ai disabili sensoriali

Consentire l’accessibilità ai non udenti e ai non vedenti in alcune chiese del centro storico di Roma. Questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato lo scorso 11 aprile dal vicegerente della diocesi di Roma, il vescovo Baldo Reina, per il Vicariato di Roma, e dal capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Viminale, Valerio Valenti, nonché dalla Soprintendenza speciale A.B.A.P. (Archeologia Belle arti Paesaggio) e dal Parco Archeologico dell’Appia Antica.

Grazie a questo accordo – nato su impulso del Movimento Apostolico Ciechi – saranno realizzati itinerari di fede e arte volti a rendere effettivamente fruibili i luoghi di culto per i disabili sensoriali. In particolare, nelle chiese oggetto degli interventi, saranno posizionati pannelli illustrativi contenenti descrizioni in braille, mappe in altorilievo e codici QR che rimandano a contributi video e audio. Saranno disponibili anche dei video, della durata di 5-15 minuti ciascuno, con contenuti di carattere storico, artistico e culturale inseriti in un contesto spirituale, con traduzione nella lingua italiana dei segni e sottotitoli per i non udenti. I video saranno realizzati dall’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria e dall’Ufficio diocesano per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport, nonché divulgati sul canale Youtube Romartecultura, che fa capo ai due Uffici del Vicariato. Tali brevi documentari sono patrocinati dalla Commissione pastorale per il Giubileo 2025, in quanto il lavoro in queste chiese è pensato anche in vista del prossimo Anno Santo.

Da questa mattina, al link https://www.youtube.com/watch?v=e1K3rPuHqcI , è disponibile quello su “Santa Croce in Gerusalemme. Elena e Costantino dal mito alla storia”, della durata di 22 minuti, che racconta la storia della basilica eleniana; da qui saranno estratti due video più brevi, che verranno tradotti con linguaggio lis e saranno presentati insieme alle tavole tattili in un evento previsto per il prossimo autunno.

Le altre chiese interessate dall’accordo, tutte di proprietà del Fondo edifici di culto del Ministero dell’Interno, sono: Santissimo Nome di Gesù all’Argentina, Santa Maria della Vittoria, Santa Maria in Ara Coeli al Campidoglio, Santa Maria sopra Minerva, San Sebastiano fuori le Mura, Santa Sabina all’Aventino, Santa Prassede all’Esquilino, Santa Maria in Trivio, Santa Maria Maddalena in Campo Marzio, Santa Maria del Popolo.

Mappe tattili sono state installate lo scorso novembre anche a Sant’Ignazio di Loyola, come ricorda il direttore dell’Ufficio per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport don Francesco Indelicato. «Dopo l’evento a Sant’Ignazio, che ha visto nascere la collaborazione tra il Vicariato di Roma e il Ministero dell’Interno – sottolinea il direttore –, siamo felici di poter presentare questo nuovo documentario relativo a una delle basiliche più visitate in diocesi. Una storia appassionante, e forse anche inedita per molti romani, che racconta lo stretto legame che unisce la capitale del cattolicesimo alla Città Santa di Gerusalemme. Una iniziativa che finalmente consentirà anche a non udenti e non vedenti di poter comprendere meglio la bellezza di questo luogo».

Ora tocca a Santa Croce, conosciuta anche con il nome di basilica eleniana. «Elena, la madre di Costantino, può essere considerata la prima archeologa della storia. Fu lei a volere Santa Croce in Gerusalemme come luogo dove venisse trasportata la terra degli scavi del Santo Sepolcro a Gerusalemme – racconta monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio per la pastorale universitaria della diocesi di Roma –: li aveva realizzati per mostrare in Oriente l’interessa del nuovo imperatore per il cristianesimo. Elena era serva in una stazione di posta dove per caso passò Costanzo Cloro e se ne innamorò. Quando il figlio Costantino divenne imperatore la fece augusta, come attestano le iscrizioni ritrovate proprio a Santa Croce».

Il documentario realizzato dai due Uffici della diocesi di Roma vede la partecipazione di monsignor Lonardo, di Caterina Papi, docente di archeologia Cristiana presso la Pontificia Università Antonianum, e di Umberto Utro, curatore del Reparto di antichità cristiane dei Musei Vaticani. Inoltre, gli attori Roberta Azzarone, Ciro Borrelli, Giorgio Sales recitano testi liberamente adattati da Francesco d’Alfonso, dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, che ha curato anche la regia. Il brano “Crux fidelis” di Domenico Bartolucci è eseguito dall’ensemble vocale composto da: Giovanna Gallelli, Enrico Torre, Stefano Guadagnini, Patrizio La Placa, Federico Benetti, Giulia Manzini.

21 aprile 2023

Un di più di misericordia, al centro l’ascolto dei malati

«In linea con il programma diocesano e il lavoro delle équipe pastorali, crediamo sia opportuno fornire anche ai collaboratori delle nostre comunità e ai membri delle équipes alcuni contenuti e alcuni strumenti per favorire l’ascolto dei malati». Il vescovo Paolo Ricciardi, delegato diocesano per la Pastorale sanitaria, spiega così il senso del corso di formazione “Un di più di misericordia”, al via dal 16 novembre nella Sala Tiberiade del Seminario Romano Maggiore.

Gli incontri si terranno di martedì dalle 18.30 alle 20 nei giorni 16 e 30 novembre, 14 dicembre, 11 e 25 gennaio 2022, 8 febbraio.

Giunto alla terza edizione, il percorso formativo è indirizzato in modo particolare a coloro che sono in stretto contatto con le persone malate: medici, infermieri, operatori socio-sanitari, volontari, ministri della comunione. Il corso è aperto a chi non lo ha già frequentato in passato; per motivi di spazio potranno partecipare soltanto 170 persone; le iscrizioni dovranno pervenire al Centro diocesano per la pastorale sanitaria entro il prossimo 12 novembre. Per partecipare è necessario avere il green pass.

Per informazioni contattare il Centro per la pastorale sanitaria, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13: 06.69886227/86414; segreteria.sanitaria@diocesidiroma.it.

2 novembre 2021

Un corso sulla fibromialgia

È rivolto ai medici di base il corso di formazione organizzato e curato dall’Area medica dell’Ufficio diocesano per la pastorale sanitaria, dedicata alle malattie reumatiche, in sinergia con l’Ordine provinciale di Roma dei medici-chirurghi e degli odontoiatri. La proposta – in programma per il 28 e 29 aprile nel Palazzo del Vicariato – nasce dalla «volontà di sensibilizzare i medici sugli aspetti clinici della fibromialgia, una patologia cronica e invalidante la cui diagnosi è purtroppo spesso tardiva – spiega Edith Aldama, malata fibromialgica e referente dell’Area –. Ma soprattutto il corso, che aprirà le iniziative dedicate in vista della Giornata della fibromialgia del 12 maggio, si contraddistingue perché accanto alla dimensione scientifica introduce il tema dell’ascolto come terapia sanante, guardando alle parole di Papa Francesco, che richiama ad ascoltare l’altro con il cuore». L’approccio sarà multidisciplinare con la presentazione e l’analisi di 4 casi clinici.

26 aprile 2023

Articoli recenti