10 Maggio 2025

I corsi di formazione missionaria

Sei incontri per prepararsi a un viaggio missionario. Ecco la proposta del Centro missionario diocesano, che organizza un corso di formazione missionaria a partire da gennaio. «L’invito a partecipare – spiegano dal Centro diocesano – è rivolto non solo ai gruppi parrocchiali missionari che, insieme ai religiosi e alle religiose costituiscono la piattaforma fondamentale della formazione missionaria, ma anche a chiunque desideri avvicinarsi a questa realtà e che voglia percorrere un itinerario di approfondimento sugli aspetti e le peculiarità della “missio ad gentes”».

Il percorso formativo «è volto ad educare la mente e il cuore alla dimensione missionaria – proseguono gli organizzatori – attraverso momenti di ascolto, confronto e testimonianza». Al termine del percorso ci sarà anche la possibilità, per quanti lo desiderano, di partecipare a viaggi missionari.

Gli incontri, con cadenza mensile, si terranno di sabato dalle 9.30 alle 12.30 al Pontificio Seminario Romano Maggiore. Il primo, in programma il 21 gennaio, vedrà la partecipazione di padre Giulio Albanese. A febbraio interverrà invece padre Michele Sardella su “Teologia della missione”; a marzo Marinella Perroni su “Bibbia e missione”; ad aprile sarà la volta di Jean- Léonard Touadi che parlerà di “Cooperazione e missione”; a maggio di nuovo padre Albanese su “Comunicazione e missione”. La conclusione a giugno su “Spiritualità e missione” con padre David Glenday.

Per ulteriori informazioni e iscrizioni: cmdroma@diocesidiroma.it; 06/6988.6443

20 dicembre 2022

Presiede la riunione del Capitolo della Basilica Lateranense

Presiede la riunione del Capitolo della Basilica Lateranense.

Chiusura dell’Ufficio Matrimoni per le festivitià

Si comunica che l’Ufficio Matrimoni resterà chiuso al pubblico dal 2 al 5 gennaio 2023.

Il Cantiere missionario: Marocco, dove la Chiesa si fa locanda

Il vescovo Benoni Ambarus

Una Chiesa «che si fa locanda», quasi a restituire quell’accoglienza che la Sacra Famiglia non ha avuto a Betlemme. Usa l’immagine del dare riparo e calore a chi arriva da lontano il vescovo ausiliare Benoni Ambarus, delegato per la carità e i migranti e incaricato dell’Ufficio missionario diocesano, per raccontare la prima delle quattro tappe del suo recente viaggio in Marocco, compiuto dal 21 al 25 novembre per «strutturare e riorganizzare le esperienze di missione», così da «rilanciare l’animazione missionaria, dormiente in molti gruppi nel post- Covid».

In particolare, della visita a Oujda, all’estremità orientale del Paese, al confine con l’Algeria, riferisce «della grande azione di sostegno per i percorsi migratori compiuta dai padri della Consolata, che ogni anno accolgono tra i 2mila e i 3mila migranti provenienti dall’Africa subsahariana, in quei viaggi della speranza o, meglio, della disperazione, che non sono solo quelli fatti con i barconi ma anche attraverso il deserto». Nella struttura gestita dai religiosi «i rifugiati recuperano la condizione fisica ma anche un equilibrio sul piano psicologico, dopo anni vissuti nel terrore – spiega Ambarus –. Rimangono anche per qualche mese e poi ripartono, nel tentativo di dirigersi in Spagna, raggiungendo la città di Melilla, ma alcuni scelgono pure di tornare a casa perché non ce la fanno».

Il vescovo racconta di avere incontrato qui un giovane fuggito dalla Guinea equatoriale e diretto a Mali, in Algeria, che «mi ha raccontato e mostrato i segni delle esperienze di sequestro e di violenza fisica subita sia dai trafficanti che dalla polizia». Ambarus ha negli occhi anche «le cicatrici di un ragazzo di 15 anni, partito dal Ciad a 12», portando con sé le speranze della famiglia che ha fatto fuggire lui, il maggiore di 7 figli, «insieme ad uno zio e ad un cugino e con in tasca 150 dollari». Al vescovo ha detto di essere «anche un po’ arrabbiato, pur comprendendo la speranza di un futuro che la famiglia ha provato ad offrirgli, ma soprattutto è certo che non tornerà mai a casa e anche del fatto che se avesse saputo quello che lo attendeva non sa se sarebbe partito». Chi non regge «lo stress del lungo e difficile percorso di fuga – sono ancora le parole di Ambarus – arriva alla patologia anche psichiatrica, già dopo l’arrivo a Oujda, che passa attraverso il lancio in un fossato profondo 10 metri e che lascia ferite fisiche ma anche al di là del corpo».

È a questo tipo di fragilità che offre accoglienza la Chiesa di Casablanca, il polo commerciale del Marocco occidentale. Un altro «stile di accoglienza» è quello che il presule ha visto attuato a Fes, città nordorientale del Paese, dove «la Caritas paga l’affitto di alcuni appartamenti attuando un’accoglienza diffusa per i migranti, che vivendo in questo modo non “danno nell’occhio” e sperimentano una vicinanza da parte dei volontari, prevalentemente studenti universitari, che si occupano di loro, specialmente per quanto riguarda i pasti, e che aprono loro per primi gli occhi rispetto a questa realtà della migrazione».

Ancora, «l’attività di integrazione culturale» di Rabat, capitale del Marocco, è per Ambarus «un’opportunità da offrire quale esperienza missionaria per far conoscere e sperimentare la convivenza tra protestanti e musulmani che si attua nell’Università della città, con una facoltà di Teologia che è realmente ecumenica». La volontà è quella di «realizzare per i prossimi tre anni un progetto concreto di sostegno anche economico a queste attività, aprendo un “cantiere missionario” – spiega Ambarus –, ma senza correre il rischio di diventare solo una specie di bancomat», bensì secondo la logica del «dare e insieme ricevere, vivendo un’esperienza in loco alla quale è necessario prima formarsi e prepararsi per partire la prossima estate e ritornare essendo poi risorsa e risonanza per altri».

Da gennaio è in programma dunque un percorso di formazione «per il quale anche padre Giulio Albanese ci ha dato la sua disponibilità».

di Michela Altoviti da Roma Sette

19 dicembre 2022

Il Cantiere missionario: Burkina Faso, dove i miracoli esistono davvero

Paola Garbini Siani e suor Elisa Kidane a Wend Daboo

Pubblichiamo la testimonianza di suor Elisa Kidane, direttrice del Centro missionario diocesano, di ritorno dal Burkina Faso

Mi rigiro tra le mani una targhetta: Centre Wend Daabo – Ziniaré. Un indirizzo del luogo in cui verremo ospitati, in Burkina Faso don Benoni ed io. Fino al 24 novembre quel nome non mi diceva nulla… avevo solo l’impegno di memorizzarlo nel caso mi venisse chiesto durante il viaggio. Ma è bastato mettere piede su quel pezzetto di terra per capire il significato profondo, ampio e vasto di quel nome. Tradotto significa: Dio lo vuole… o volontà di Dio.
Ma andiamo con ordine. Un anno fa, con la forza di un ciclone la signora Paola Garbini Siani fa letteralmente irruzione nei nostri uffici del Centro Missionario in Vicariato. Non era nuova del posto… qualcuna la conosceva. Per me ma anche per don Ben invece era una novità. È bastata però mezz’ora di tempo per essere risucchiati nel vortice delle sue parole, dei suoi progetti, dei suoi bambini. Sembrava avesse il fuoco sotto i piedi, doveva ripartire per il Burkina… e tra un racconto e l’altro riuscì a strapparci una promessa: saremo andati a trovarla. Promessa che si fa spesso per dare una speranza alle persone che passano da noi, che ci consegnano i loro sogni e che vorrebbero condividere i loro desideri di un mondo migliore.

RIPRISTINARE I VIAGGI MISSIONARI
Una delle priorità del Centro Missionario è quello di ritornare sui passi intrapresi da anni e di andare oltre i confini romani. Sulla spinta di Papa Francesco che vuole una Chiesa in uscita, anche noi come Centro sentiamo la necessità di osare passi che oltrepassano le mura. Nostro desiderio è ristabilire contatti con le molte realtà romane sparse nel mondo. Incontrare i missionari e le missionarie, dare ai Progetti che giungono nei nostri uffici, nomi, volti, concretezza.
Ed è con questo ideale in cuore che vogliamo riappropriarci di quella buona pratica di andare all’incontro di chi cerca di farsi ogni giorno buona notizia.
Da gennaio a giugno del 2023 inizieranno dei momenti formativi con lo scopo di creare uno spazio di confronto, crescita e approfondimento della dimensione missionaria… alla fine ci sarà anche la possibilità di alcuni viaggi che verranno individuati nel corso dell’anno.
Avendo come obiettivo iniziare ad esplorare possibili mete, la proposta di Paola Garbini ci sembrava un’ottima occasione per verificare di persona la fattibilità.
Don Ben valuta la possibilità di vedere il Marocco, due giorni sufficienti per capire il progetto che la diocesi di Casablanca sta realizzando per l’accoglienza di migranti diretti verso l’Europa.
Neppure il tempo di ripensarci: Paola ci contagia subito con la sua energia comunicativa.
La lasciamo partire per il Burkina. Intanto ci pensiamo, ma sappiamo l’importanza di non lasciare macerare i progetti… se bisogna andare, è meglio realizzare il programma quanto prima.

SI PARTE

È bastato solo un accenno ad una possibilità: Paola, pensi che sia fattibile venirti a trovare… da quel momento esplode tutta la gioia di una donna che ha fatto della sua vita una totale donazione.
Messaggi vocali a raffica: fa l’elenco di quello che possiamo portare per i suoi neonati, ci manda il programma che ha compilato per noi, ci manda video dei bambini che già cantano la loro gioia per questa visita.
Da parte nostra ci sentiamo sommersi e incoraggiati a intraprendere un viaggio che capiamo subito essere colmo di umanità. Coinvolgiamo tutto il Vicariato… che non si è lasciato vincere in generosità e che da queste pagine desideriamo ringraziare di cuore.
L’ufficio del Centro diventa un mega magazzino di bontà… Paola Gasperini, esperta mamma, divide a seconda delle taglie tutto il ben di Dio che ci è arrivato dai vari uffici. Ci rendiamo conto che basta davvero poco per toccare le corde del cuore.
Arriva il giorno della partenza. Il 22 parte don Ben per il Marocco e il 24 parto io: appuntamento a Casablanca per proseguire poi insieme alla volta del Burkina Faso.

ZINIARÉ
Finalmente Wend Daabo quel nome così lontano e che tradotto significa La volontà di Dio si trasforma in manine pronte a lasciarsi abbracciare, occhietti che scrutano, sorrisi che sciolgono, canti e danze. Wen Daabo è il Centro che Paola sta costruendo per accogliere vite… neonati sopravvissuti alle loro mamme… Ma Paola non si ferma ad accoglierli, pensa ad un percorso lineare… Ecco allora pronta la scuola materna, poi la primaria. Poi, poi… dobbiamo frenarla. Lei già vede la scuola primaria, quella secondaria e chissà cosa ancora.
Nei suoi molteplici progetti disseminati in questi 20 anni di presenza in Burkina, Paola pensa sempre all’autosostentamento. Pozzo, perché l’acqua è vita, scuola: perché l’istruzione è vitale… e poi pane: ed ecco due panetterie che sfornano 6mila baghette al giorno.
In questa settimana Paola ci racconta, è come un fiume in piena. La sua infinita narrazione viene accompagnata puntualmente da aneddoti che hanno del miracoloso. E come si fa a non credere ai miracoli? Basta vedere questi bimbi che appena sentono arrivarci tendono le mani in cerca di quell’amore infinito di Dio.

19 dicembre 2022

Presso la Casa Santa Maria della Provvidenza dell’Opera di Don Guanella celebra la Messa natalizia in occasione del centenario

Presso la Casa Santa Maria della Provvidenza dell’Opera di Don Guanella celebra la Messa natalizia in occasione del centenario

Presso la parrocchia Santissimo Salvatore e SS. Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano presiede l’inaugurazione dei lavori di restauro dei mosaici

Presso la parrocchia Santissimo Salvatore e SS. Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano presiede l’inaugurazione dei lavori di restauro dei mosaici.

A Palazzo Madama partecipa al concerto di Natale organizzato dal Senato della Repubblica

A Palazzo Madama partecipa al concerto di Natale organizzato dal Senato della Repubblica.

Celebra la Messa nella Parrocchia di San Filippo in Eurosia in occasione del 50° anniversario della erezione della Parrocchia

Celebra la Messa nella Parrocchia di San Filippo in Eurosia in occasione del 50° anniversario della erezione della Parrocchia.

Celebra la Messa nella Basilica di Santa Maria Maggiore in occasione del Presepe vivente di Roma

Celebra la Messa nella Basilica di Santa Maria Maggiore in occasione del Presepe vivente di Roma.

Il compleanno di Papa Francesco: gli auguri della diocesi e la raccolta di magliette termiche per il popolo ucraino

Buon compleanno Papa Francesco!

Oggi il nostro vescovo compie 86 anni. In questo giorno speciale risuona ancor più forte la preghiera per lui da parte di tutta la comunità diocesana di Roma. Oltre a inviarli un caloroso augurio, siamo tutti invitati a contribuire alla raccolta promossa dall’Elemosineria apostolica di magliette termiche per la popolazione ucraina.

«Il popolo ucraino – si legge in un comunicato a firma dell’Elemosiniere apostolico, il cardinale Konrad Krajewski – sta vivendo un’emergenza legata, oltre che alla guerra, anche alla mancanza di corrente elettrica, di gas, e al freddo molto rigido dell’inverno». Per questo, in vista del Natale, si sta organizzando la raccolta di magliette termiche, quelle usate per sciare, adatte a mantenere la temperatura corporea, servono maglie da uomo, da donna o da bambino.

«L’Elemosineria Apostolica – continua il comunicato – si sta già rifornendo; chi volesse si può unire a questa iniziativa acquistando e portando/spedendo le maglie direttamente a questo Dicastero entro un mese». L’ufficio della carità si trova all’interno del Vaticano, vicino all’ingresso di Sant’Anna. L’indirizzo è Elemosineria Apostolica, Cortile Sant’Egidio, 00120 Città del Vaticano.

 

17 dicembre 2022

In Vaticano partecipa all’udienza del Santo Padre con i seminaristi della Diocesi

In Vaticano partecipa all’udienza del Santo Padre con i seminaristi della Diocesi.

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