8 Settembre 2025

La diocesi a Lourdes con sei vescovi

Il tradizionale pellegrinaggio diocesano di fine agosto a Lourdes, quest’anno, non sarà guidato dal cardinale vicario Angelo De Donatis, che sarà impegnato con il Concistoro voluto da Papa Francesco per la creazione di ventuno nuovi porporati. Al suo posto, accompagneranno i pellegrini ben sei vescovi della diocesi, che presiederanno a turno le varie celebrazioni, dal 27 al 31 agosto. Ci saranno i nuovi vescovi ausiliari Baldassare Reina, Riccardo Lamba e Daniele Salera, che avranno così modo di conoscere meglio i circa 300 fedeli e i 15 sacerdoti partecipanti; e ancora i vescovi Paolo Ricciardi, delegato diocesano per la pastorale sanitaria; Dario Gervasi, ausiliare del settore Sud; e Guerino Di Tora, già ausiliare del settore Nord.

Cinque giorni di viaggio, con l’organizzazione dell’Opera Romana Pellegrinaggi, che saranno scanditi da momenti di preghiera, celebrazioni e visite ai luoghi in cui la Vergine Maria apparve a Bernadette Soubirous. «Partiremo a bordo di tre aerei, di cui un volo charter interamente riservato a noi», anticipa monsignor Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Opera Romana. Poi racconta come, quest’anno, il pellegrinaggio diocesano coincida con un anniversario particolare. Esattamente 50 anni fa, proprio il 27 agosto, l’allora vicario della diocesi di Roma, il cardinale Angelo Dell’Acqua, si trovava a Lourdes per il pellegrinaggio diocesano. E lì, all’improvviso, sull’Esplanade, all’età di 68 anni, ebbe un attacco cardiaco e morì. Per questo, la prima sera a Lourdes, i pellegrini romani parteciperanno a una fiaccolata in memoria del porporato. «È stato un avvenimento importante per la storia della diocesi di Roma – sottolinea monsignor Chiavarini – e desideriamo ricordare il presule originario della Lombardia».

Tante le intenzioni che si accavallano nelle preghiere dei fedeli, nel Santuario alle pendici dei Pirenei. C’è chi partecipa al pellegrinaggio ogni anno, chi parte con un gruppo parrocchiale, chi da solo, per pregare, chiedere, ringraziare. «Il pellegrinaggio a Lourdes procede sempre su un doppio binario – spiega ancora il sacerdote responsabile dell’Orp –: da una parte la fedeltà alla programmazione del Santuario stesso, che quest’anno invita a riflettere su “Andate a dire ai sacerdoti….”, dunque sulla dimensione ecclesiale. Dall’altra c’è il programma diocesano: il cardinale De Donatis ci tiene che Lourdes segni idealmente l’inizio dell’anno pastorale, dopo le ferie estive. Si mette tutto nelle mani di Maria e si riparte insieme».

Intanto già si pensa agli altri pellegrinaggi diocesani, a ottobre e a novembre. Il primo, attorno al 13 ottobre, a Fatima, sarà guidato dal vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per la Carità. «Il 13 ottobre è la data dell’ultima apparizione a Fatima, ed è una ricorrenza molto sentita sia nel santuario che dai portoghesi tutti – riflette monsignor Chiavarini –. In questo Fatima è molto diversa da Lourdes, perché vive dei momenti celebrativi forti. Fatima è molto legata alla Grande Guerra, e in questo contesto di conflitto risuonerà ancora più forte la nostra preghiera per la pace». Infine la Terra Santa, dal 21 al 28 novembre, con la guida del vescovo Dario Gervasi. «Il pellegrinaggio in Terra Santa è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita – dice ancora il sacerdote –, per lasciarsi meravigliare dal fascino di quei posti appena accennati nella Sacra Scrittura. Riscopriremo insieme il Vangelo di Luca, riferimento dell’anno liturgico. Questa terra invita tutti! Entrarvi significa inoltrarsi nella storia, nella cultura più antica, per le testimonianze delle civiltà che vi sono passate e per la convivenza di Ebrei, Cristiani e Musulmani, che custodiscono qui i luoghi più santi delle tre religioni monoteiste».

25 luglio 2022

É entrato nella luce della Resurrezione Bruno, Papà di don Giorgio Gabrielli

Roma, 5 agosto 2022

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,

il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

sono vicini al dolore di Don Giorgio Gabrielli,

Vicario cooperatore della Parrocchia Sant’Ugo,

per la morte del suo caro papà

Bruno

di anni 82

e, assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,

ricco di misericordia, perché conceda a Bruno

il premio della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

 

I funerali si svolgeranno lunedì 8 agosto 2022, alle ore 11.00,

presso la Parrocchia Sant’Ugo

(Viale Lina Cavalieri, 3)

Il cardinale De Donatis ai sacerdoti: «Il dono della verginità, chiamata all’amore fecondo»

Foto di Cristian Gennari

Ricorre il 4 agosto la memoria liturgica di san Giovanni Maria Vianney, il “curato d’Ars”, protettore dei sacerdoti. E proprio in questa giornata il cardinale vicario Angelo De Donatis scrive ai presbiteri romani, condividendo con loro una riflessione sul senso profondo del sacerdozio, lanciando la proposta di un “cantiere” dei sacerdoti, «un invito cioè a riflettere insieme – spiega il vicario del Papa – sul nostro ministero in questo tempo, sulle gioie e le sofferenze, sulle speranze che ci muovono e le difficoltà che incontriamo».

In particolare, prosegue il porporato, «credo che siamo invitati a riscoprire insieme il dono della verginità, come chiamata all’amore fecondo e come dono da ricevere da Dio e da accogliere con l’apertura totale del cuore». Non si tratta «solo di rimanere casti», spiega il cardinale De Donatis. Piuttosto di «diventare vergini donando la vita agli altri e, dopo averla passata, lasciare serenamente che le persone si allontanino da noi. Verginità è anche sganciare, è vivere contenti del fatto che qualcuno possa essere felice grazie a me, e senza di me! Si può essere celibi senza diventare mai casti, si può essere casti senza diventare mai vergini».

L’invito a «diventare vergini», in questo cammino sinodale, è allora «una chiamata affinché la Chiesa di Roma sia rigenerata nell’Amore e nei tempi difficili che stiamo vivendo risplenda un rinnovato segno di bellezza, nella consapevolezza che non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me e ha dato la vita per me. E, attraverso di me, sacerdote, continua a dare la vita a tutti».

Il testo integrale della lettera del cardinale De Donatis

3 agosto 2022

E’ entrato nella luce della Resurrezione don Giuseppe De Nicola

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

annunciano che ieri, 25 luglio,
è entrato nella luce della Resurrezione

il Rev.do
Don Giuseppe De Nicola, C.R.L.
di anni 89

Parroco della Parrocchia Sant’Agnese fuori le Mura
dal 1971 al 1997

e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,
lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio
e alla preghiera di suffragio dei fedeli,
invocando la pace e la gioia del Signore.

I funerali si svolgeranno domani, mercoledì 27 luglio 2022, alle ore 11.00,
presso la Parrocchia Sant’Agnese fuori le Mura
(Via Nomentana, 349)

26 luglio 2022

I giovani pellegrini a Santiago

Sono 122 i km che i giovani pellegrini della diocesi percorreranno per raggiungere Santiago de Compostela, partendo da Ferrol, nella Spagna nordoccidentale, e compiendo così il Cammino inglese, che conduce alla tomba di san Giacomo il Maggiore, in Galizia. Dal prossimo 29 luglio al 10 agosto il Servizio diocesano per la pastorale giovanile propone infatti l’esperienza del Cammino di Santiago in sinergia con l’Opera Romana Pellegrinaggi, in occasione del Pellegrinaggio europeo dei giovani e della Giornata europea dei giovani, in calendario per il 6 e 7 agosto.

«Sarà un’occasione per creare una rete sempre più estesa e più forte di ragazzi, in vista anche della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona in programma per l’anno prossimo – dice don Alfredo Tedesco, direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile –. In questo tempo si parla tanto di Europa, alla luce di quello che anche con la guerra sta succedendo intorno a noi, e questo pellegrinaggio mostra un’idea e un modello di relazione significativa con gli altri». Il sacerdote sottolinea poi come l’esperienza del pellegrinaggio sia naturalmente assimilabile ai più giovani, che «per loro natura sono sempre in cammino, anche nella fede», e come «questo percorso coinvolge pure quelli che magari non frequentano regolarmente la parrocchia o non provengono da gruppi parrocchiali in senso stretto, ma sono comunque attirati per la curiosità o grazie al passaparola degli amici».

Il Cammino di Santiago, quella rete di itinerari che nel Medioevo i pellegrini percorrevano attraversando l’Europa per venerare le reliquie dell’apostolo di Gesù, esercita ancora oggi il suo fascino e proprio sui più giovani perché «rappresenta una vera e propria parabola della vita», osserva don John D’Orazio, assistente spirituale del pellegrinaggio. Il sacerdote, che si unirà al gruppo dei 36 pellegrini provenienti da Roma dal 4 agosto, per il tratto finale del percorso, sottolinea come «mettersi in cammino porta a confrontarsi con i propri limiti e anche a superare le difficoltà, sfidandole e affrontandole spesso anche grazie all’aiuto degli altri, motivati tutti insieme dalla voglia e dal desiderio di raggiungere la meta». D’Orazio aggiunge poi che il pellegrinaggio diocesano, «che prevede un percorso lungo e impegnativo», è stato pensato per unire all’esperienza spirituale anche «l’opportunità di approfittare delle bellezze artistiche che si incontreranno sulla strada, facendo quindi delle tappe religiose e insieme culturali, per offrire un viaggio a tutto tondo».

Ecco allora la visita a Saragozza e alla basilica della Madonna del Pilar, patrona dei popoli ispanici. «Secondo la tradizione – racconta il sacerdote –, nel 40 dopo Cristo, quando Giacomo giunse in Spagna per evangelizzare i popoli iberici, la Madonna gli apparve per incoraggiarlo perché era deluso per l’inefficienza della sua predicazione e gli donò un pilastro, chiedendogli di costruire una chiesa in suo onore nelle vicinanze. “Pilar” in spagnolo significa infatti proprio “pilastro”». Si ritiene che il pilastro fu dunque posto da san Giacomo nello stesso punto nel quale si trova oggi, dove si sarebbe conservato nei secoli, resistendo anche ad un incendio. Si tratta di una colonna di alabastro che è oggi completamente ricoperta di bronzo e argento, mentre solo nella parte posteriore della cappella che la custodisce c’è un oculo che permette di toccare, baciare e venerare la reliquia originale.

Per altro, l’apparizione di Maria a san Giacomo viene considerata la prima apparizione mariana di cui si abbia notizia, e una tappa mariana altrettanto significativa è prevista a conclusione del pellegrinaggio perché l’8 agosto, in serata, i giovani pellegrini raggiungeranno Lourdes, da dove, dopo la celebrazione conclusiva dell’esperienza, il giorno dopo ripartiranno in pullman per rientrare nella serata del 10 a Roma. Il vero e proprio cammino verso Santiago interesserà invece le giornate dall’1 al 5 agosto, con tappe a Pontedume, Betanzos e Siguiero. Prevista inoltre nel pomeriggio del 7 agosto un’escursione da Santiago a Finisterre, dove campeggia il cippo del km zero del pellegrinaggio e dove la tradizione vuole che i pellegrini raccolgano una conchiglia come simbolo e ricordo dell’esperienza compiuta. Davanti alla croce che spicca di fronte al mare, invece, i pellegrini pongono un sasso a ricordo del loro passaggio.

di Michela Altoviti da Roma Sette

26 luglio 2022

La Messa del cardinale De Donatis per la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani

Foto di Cristian Gennari

Gli anziani con il loro bagaglio di saggezza, fede e amore, davanti ad un mondo piegato da tante problematiche, sull’esempio di Abramo «continuano a intercedere e a chiedere a Dio la pace, la salute, la concordia, non per loro stessi ma per i figli e per i nipoti». In tanti sono nati negli anni del secondo conflitto mondiale e «il male che hanno visto da piccoli è stato sufficiente per desiderare solo il bene e la pace. Oggi sono come tanti “Abramo”, amici di Dio e amici nostri. Sanno, per esperienza, che Dio non vuole mai distruggere il mondo ma che l’uomo, purtroppo, è capace di farlo».

È sulla ricchezza spirituale degli anziani che ieri, 24 luglio, si è concentrato il cardinale vicario Angelo De Donatis presiedendo nella basilica di San Pietro la Messa per la seconda Giornata mondiale dei nonni e degli anziani istituita da Papa Francesco. Il primo pensiero del porporato è proprio rivolto a Bergoglio, partito per il suo 37° viaggio apostolico internazionale alla volta del Canada, dal quale ha avuto mandato di celebrare la liturgia. La Giornata ricorre la quarta domenica di luglio, in prossimità della memoria liturgica dei santi Gioacchino e Anna, i “nonni” di Gesù, il 26 luglio. Animata dal coro della diocesi di Roma, la celebrazione ha visto la partecipazione di numerosi anziani che, con il loro «desiderio di bene», ricordano che «lassù palpita un cuore di Padre, di amico».

Articolo completo su Romasette.it

Leggi l’omelia integrale del cardinale De Donatis

25 luglio 2022

Ordo Virginum, l’Incontro nazionale nel segno della sinodalità

Foto di Cristian Gennari

Più di duecento persone tra consacrate, donne in formazione, vescovi e delegati parteciperanno all’Incontro nazionale annuale dell’Ordo Virginum, in programma dal 18 al 21 agosto a Roma. “Ordo virginum, profezia di sinodalità. «Far fiorire speranze, fasciare ferite, intrecciare relazioni, imparare l’uno dall’altro» (Papa Francesco)” è il titolo dell’assemblea che vuole approfondire la vocazione alla sinodalità della vergine consacrata.

Giovedì 18, ad aprire l’Incontro sarà il saluto del gruppo di collegamento, cui seguirà la presentazione delle Linee per la formazione permanente, a cura dell’équipe che ci ha lavorato negli ultimi tre anni, coinvolgendo in un proficuo lavoro sinodale consacrate, delegati e vescovi. Il testo ha lo scopo di favorire la crescita nella fedeltà al dono ricevuto nelle diverse stagioni della vita, come una responsabilità personale che riguarda integralmente la persona, intellettualmente, umanamente e spiritualmente. Venerdì 19 la biblista Rosanna Virgili terrà la relazione “Il saluto e il sussulto. La profezia sinodale delle donne nella Bibbia e nella Chiesa” e sabato 20 don Dario Vitali, professore di Ecclesiologia alla Gregoriana e membro della segreteria generale del Sinodo dei Vescovi, offrirà la relazione “L’Ordo virginum alla prova della sinodalità”. Le celebrazioni eucaristiche saranno presiedute dal vescovo Paolo Ricciardi, delegato per l’Ordo Virginum della diocesi di Roma; da don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio vocazioni della Cei; e dal cardinale João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Arricchiranno le giornate un pellegrinaggio alle catacombe di san Callisto, la veglia di preghiera “Fra le tue braccia la vita è danza”, la celebrazione eucaristica nella basilica di San Pietro e la preghiera dell’Angelus con Papa Francesco.

«Camminando con l’umanità, dentro una fratellanza universale, senza segni distintivi, nella professione, negli impegni sociali ed ecclesiali, la consacrata richiama l’immagine evangelica del lievito nascosto che dà consistenza, del sale che dà sapore alla vita e della luce che rischiarano la storia donando fiducia e speranza – dice Giuseppina Avolio, del Gruppo di collegamento –. In un contesto che privilegia l’apparenza e la visibilità, la consacrazione nel mondo sceglie di fare il bene senza rumore o protagonismi, essere dentro la realtà per condividere la vita quotidiana di tutti, testimoniando la carità di Cristo, non sottraendosi alla fatica del vivere». L’apostolato fondamentale «è la stessa vita consacrata che va testimoniato nel “gomito a gomito” quotidiano con gli altri uomini – prosegue –. Dunque luogo di apostolato è tutto l’umano, sia dentro la comunità cristiana, sia nella comunità civile dove la relazione si attua nella ricerca del bene comune, nel dialogo con tutti. In un tempo tanto particolare come quello presente, segnato dalla pandemia e dalla guerra, la consacrata è chiamata a esprimere con la vita, all’interno dei suoi ambienti di vita, il mistero di un Dio vicino, che può raggiungere le vite di tanti nostri fratelli e sorelle bisognosi talvolta semplicemente di ascolto e disponibilità a condividere con loro pezzi di cammino».

25 luglio 2022

Nella basilica vaticana presiede la Messa in occasione della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani

Nella basilica vaticana presiede la Messa in occasione della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani.

Per la beatificazione di Giovanni Paolo I, la veglia a San Giovanni

23 settembre 1978: sulla sedia gestatoria, Giovanni Paolo I fa il suo ingresso al Laterano per la presa di possesso della cattedra

Il prossimo 4 settembre Giovanni Paolo I sarà beato. La celebrazione si svolgerà in Piazza San Pietro alle ore 10.30 e sarà presieduta da Papa Francesco.

Un momento molto atteso non solo a Roma, ma anche in Veneto, regione di origine di Albino Luciani – nacque infatti a Canale d’Agordo il 17 ottobre 1912 –, dove iniziò il suo servizio come sacerdote prima e patriarca di Venezia poi. La petizione per la Beatificazione verrà infatti letta dal vescovo della diocesi di Belluno-Feltre, monsignor Renato Marangoni, in quanto eccezionalmente sede della Causa di canonizzazione del venerabile Giovanni Paolo I; con lui ci saranno il postulatore della causa, il cardinale Beniamino Stella, e la vicepostulatrice Stefania Falasca.

Nel corso della beatificazione, la postulazione farà dono al Santo Padre di un reliquiario con una reliquia del nuovo beato. Per partecipare alla celebrazione i biglietti gratuiti dovranno essere richiesti alla Prefettura della Casa Pontificia, mentre tutti i vescovi e i sacerdoti che desiderano concelebrare e i diaconi che desiderano assistere, dovranno registrarsi direttamente al sito: biglietti.liturgiepontificie.va

La sera precedente, sabato 3 settembre 2022, alle ore 18.30, nella basilica di San Giovanni in Laterano si terrà la Veglia di Preghiera presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis. La veglia in preparazione della beatificazione si svolgerà nella basilica che custodisce la Cattedra del Vescovo di Roma, della quale Giovanni Paolo I prese possesso il 23 settembre 1978. Il momento di preghiera sarà animato da canti e letture di brani del magistero di Giovanni Paolo I. Per la partecipazione non occorreranno biglietti; l’ingresso sarà libero.

Ancora, la Messa di ringraziamento per la beatificazione di Giovanni Paolo I si svolgerà invece domenica 11 settembre 2022 nella diocesi di Belluno-Feltre. La celebrazione avrà luogo alle ore 16 nella piazza di Canale d’Agordo, con la partecipazione dei vescovi e delle rispettive comunità delle tre sedi episcopali nelle quali il nuovo beato aveva svolto il suo ministero sacerdotale ed episcopale: patriarcato di Venezia, guidato da monsignor Francesco Moraglia; diocesi di Belluno-Feltre, guidata monsignor Renato Marangoni; diocesi di Vittorio Veneto, guidata da monsignor Corrado Pizziolo. A presiedere la Messa sarà monsignor Moraglia, metropolita della provincia ecclesiastica di Venezia. Per le informazioni a riguardo il riferimento è il sito della diocesi: chiesabellunofeltre.it/

«L’apertura della causa ha consentito l’acquisizione delle fonti – spiega Falasca –, un lavoro di ricerca che è durato un decennio. La custodia del patrimonio delle carte, lo studio sistematico dell’opera e del magistero di Luciani oggi è portato avanti dalla Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I». Istituita 17 febbraio 2020 da Papa Francesco, la Fondazione ha lo scopo di approfondire la figura, il pensiero, gli insegnamenti di Albino Luciani – Giovanni Paolo I e promuovere lo studio dei suoi scritti.

11 luglio 2022

In Vicariato presiede il Collegio dei Consultori

In Vicariato presiede il Collegio dei Consultori.

In Vicariato presiede il Consiglio Diocesano Affari Economici

In Vicariato presiede il Consiglio Diocesano Affari Economici.

A Canale d’Agordo per i sacerdoti romani l’incontro con Stefania Falasca

«Un incontro provvidenziale, nato come un dono. Papa Luciani ha incarnato appieno il servizio alla Chiesa». Il cardinale vicario Angelo De Donatis e la giornalista Stefania Falasca, vicepresidente della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I, seduti l’uno accanto all’altra, concordano. «Albino Luciani è stato un modello di vita sacerdotale, e su questo non credo ci siano dubbi», gli fa eco la giornalista di Avvenire. I due si trovano nella casa natale di Giovanni Paolo I a Canale d’Agordo, in Veneto. Ad ascoltarli, un nutrito gruppo di presbiteri romani, partecipanti alla settimana di fraternità sacerdotale in Val di Fassa promossa dal Servizio diocesano per la formazione permanente del clero.

La visita alla località veneta che diede i natali al pontefice è d’obbligo per i gruppi che vengono da queste parti: ogni anno il cardinale accompagna i sacerdoti a visitare la casa di Luciani. Mentre Falasca, che della causa di beatificazione di Giovanni Paolo I è vice postulatrice, è nella zona per presentare il libro che raccoglie i testi integrali del pontificato a cura della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I, presentato a Cortina alla presenza del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. Così, a poco più di un mese dalla celebrazione della beatificazione – il 4 settembre in piazza San Pietro – i sacerdoti e la giornalista si sono incontrati, proprio dove Albino Luciani nacque e trascorse la sua infanzia.

«Ne siamo stati tutti molto contenti, non mi aspettavo di dover parlare ai preti, è una grande responsabilità – racconta Falasca –. Il cardinale ha avuto l’idea che una visita alla casa potesse essere anche occasione per un momento di riflessione. E io credo che Luciani avrebbe approvato, gli sarebbe piaciuto che la sua casa fosse un luogo di spiritualità per i sacerdoti. Me lo disse anche una volta suo fratello». Al centro dell’incontro, la riscoperta dei testi dei Giovanni Paolo I, ritrovati e sistemati proprio in vista della beatificazione «Spesso preparava non una ma due minute di un discorso – rivela la vice postulatrice –. Era un uomo di una statura incredibile». A sorreggerlo una solida «fede romana, «imparata sulle ginocchia della madre».

22 luglio 2022

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