Nella basilica di San Giovanni in Laterano presiede il III incontro quaresimale sui Promessi Sposi
La Via Crucis sinodale, proposta per le parrocchie
«Questa Via Crucis vuole dare voce ad alcuni tra i tanti membri di una comunità parrocchiale, in questo tempo di cammino sinodale. Lo stile narrativo e “intrecciato” è uno spunto per poter calare le meditazioni in un vissuto concreto, fatto di tante storie diverse che si incontrano nella vita della Chiesa, chiamata ancor più oggi a uscire per essere al passo dell’uomo». Così il vescovo Paolo Ricciardi illustra la proposta di Via Crucis elaborata dall’équipe sinodale diocesana e pensata per le parrocchie, in questo periodo di Quaresima.
«Le storie raccontate non sono vere – evidenzia il presule –, ma attingendo a esperienze pastorali reali, sono “verosimili”, per aiutare chi vive la Via Crucis ad interrogarsi sulla propria esistenza e sul cammino comunitario parrocchiale. Potrebbe essere uno spunto per aggiungere idealmente altre stazioni, quanti sono i passaggi di Cristo, ogni giorno, nel cuore di ciascuno di noi»
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23 marzo 2022
Suor Teresa e la ricerca della felicità
«Voglio essere felice. Questo desiderio ha sempre vissuto nel mio cuore fin da quando ero piccola, ed è diventato sempre più forte con il passare degli anni e il crescere delle esperienze. Durante il mio primo anno di università sono stata invitata da un amico a partecipare a una testimonianza di un sacerdote della Fraternità San Carlo: aveva raccontato della bellezza di una vita spesa per gli altri, della missione, della comunione con i fratelli sacerdoti. Finalmente avevo davanti agli occhi un uomo felice che mi testimoniava che era possibile vivere così. Anche io voglio essere così felice, almeno quanto lui». Suor Teresa Versaci ha trovato la sua felicità: venerdì prossimo, alle ore 15, nella parrocchia di Santa Maria del Rosario ai Martiri Portuensi, pronuncerà i voti definitivi nelle mani di suor Rachele Paiusco e alla presenza di monsignor Massimo Camisasca. Originaria di Torino, 39 anni, suor Teresa vivrà nella casa generalizia a Roma dove svolgerà il compito di segretaria generale delle Missionarie di San Carlo Borromeo.
«Diversi anni fa, al Meeting di Rimini, ho cercato lo stand della Fraternità San Carlo e mi sono rivolta al primo prete disponibile – racconta suor Teresa a proposito della sua vocazione –. Mi sono imbattuta in un certo don Paolo Sottopietra, giovane prete trentino che mi ha accolta e ascoltata. Questo incontro è stato l’inizio di una amicizia, di una paternità e di una figliolanza, di una sequela, della fedeltà a Dio che è paziente e che compie ciò che mette nel nostro cuore». Fondamentale nel percorso vocazionale della religiosa anche un altro incontro: quello con suor Rachele. «Sono felice – conclude suor Teresa – di poter servire la mia comunità in questo modo e di costruire così questo pezzo di Chiesa nella quale siamo chiamate a vivere».
23 marzo 2022
All’Almo Collegio Capranica presiede l’incontro dell’Alta Direzione
All’Almo Collegio Capranica presiede l’incontro dell’Alta Direzione
Fr. Alois di Taizé: «L’amore di Cristo avrà l’ultima parola»
Una preghiera per la pace e per il cammino sinodale si è svolta nella chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, animata dalla Comunità di Taizé e dal priore Fr. Alois, in questi giorni in visita a Roma dopo gli anni difficili della pandemia. Erano presenti anche alcune rappresentanze della Chiesa ortodossa e alcuni giovani della Chiesa riformata accompagnati da monsignor Marco Gnavi, delegato della diocesi di Roma per l’Ecumenismo e il dialogo.
I canoni, brevi espressioni meditative in canto, la Parola di Dio nelle diverse lingue, la Croce di Taizé, posta al centro per la comune adorazione, sulla quale ognuno ha posto il capo, insieme alle comuni domande e speranze. «Abbiamo cantato dona la pace Signore! Preghiamo per la pace! Abbiamo anche cantato parole più difficili in questo momento: beati voi poveri», ha ricordato Fr. Alois nella breve meditazione pronunciata a braccio. «Riceviamo messaggi dall’Ucraina e dalla Russia – ha aggiunto – e si vedono, in questa situazione impossibile e di male, alcuni segni di speranza da sostenere con la nostra preghiera, certi che l’amore di Cristo avrà l’ultima parola».
Raccontando l’incontro con Papa Francesco, che lo ha ricevuto in udienza, ha testimoniato il momento di silenzio comune davanti alla tragedia della guerra in atto: «È il silenzio della preghiera, a raggiungere la gente che soffre». Poi con il Papa Fr. Alois ha parlato del sinodo: «Che viene in un momento cruciale. Siamo consapevoli di essere tutti legati gli uni agli altri con l’umanità e con l’intera creazione. Nello stesso tempo, esistono alcune polarizzazioni a livello sociale, politico, etico. Questo causa divisioni nella società, tra i Paesi, nelle famiglie e nelle nostre Chiese. Il sinodo, allora potrà essere un momento di unità». Il priore di Taizé, ha affermato di condividere con il Papa un sogno: «Un grande raduno non solo con i delegati del sinodo, ma con il popolo di Dio e con i fratelli delle altre Chiese. Un momento di preghiera e di raduno, come un respiro, per celebrare l’unità già compiuta in Cristo. In effetti: Non siamo noi a fare l’unità, ma dobbiamo ricevere l’unità di Cristo in una preghiera comune». E ha concluso auspicando un incontro di preghiera a Roma e contemporaneamente in altre parti del mondo.
23 marzo 2022
Parte il “salotto dei giovani” con un’intervista al cardinale De Donatis
«L’ascolto è fondamentale. Una dimensione della vita che è necessaria». Il cardinale vicario Angelo De Donatis è seduto su una poltroncina. Ai due lati Matteo e Tommaso, in jeans e felpa, lo intervistano, tra risate e riflessioni. Parte infatti con un ospite d’eccezione, appunto il «vice Papa» come lo chiamano i due ragazzi, la seconda stagione della “Voce dei giovani”, un format pensato dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile, in onda sul loro canale YouTube.
Il nuovo anno torna con una nuova modalità, quella del “salotto”, dove dar sentire gli ospiti ancora più a loro agio. E davvero si percepisce nello sguardo e nelle parole del cardinale vicario, che racconta anche del suo rapporto con Papa Francesco. I video sono registrati nella sala multimediale della parrocchia di Sant’Angela Merici; uno spazio, messo a disposizione dal parroco don Danilo Spagnoletti, che sta diventando un punto di riferimento per i progetti digitali realizzati dalla Pastorale giovanile di Roma.
«Il salotto dei giovani è la nostra proposta di sinodo declinata sui social – sottolinea il direttore del Servizio diocesano don Alfredo Tedesco –. Tanti ragazzi sono protagonisti in ogni fase di realizzazione, dalla scelta dei temi, alla conduzione. L’appuntamento è il lunedì alle 15 sul nostro canale YouTube».
A San Bartolomeo la veglia per i missionari martiri
Padre Olivier Maire, superiore provinciale di Francia dei monfortani, è stato assassinato il 9 agosto 2021, nella casa provinciale di Saint Laurent sur Sèvre, da un cittadino ruandese con problemi psichici che ospitava da tempo nella comunità e di cui si prendeva cura, Emmanuel Abayisenga. Non si conosce invece l’identità degli uomini che, la sera del 24 gennaio 2021, hanno ucciso don René Bayang Regalado, mentre stava rientrando al Seminario San Giovanni XXIII nel villaggio di Patpat, sull’isola di Mindanao, nel sud delle Filippine. Il sacerdote sosteneva i contadini delle comunità più isolate e aveva ricevuto minacce di morte. Nadia de Munari, missionaria laica italiana di cinquant’anni, apparteneva al gruppo di volontari dell’Operazione Mato Grosso in Perù, dove è morta sabato 24 aprile 2021 dopo essere stata aggredita con un machete mentre dormiva, nella casa famiglia dove abitava e operava, nel quartiere povero di Nuevo Chimbote. Le loro storie saranno ricordate, insieme a decine di altre, giovedì 24, alle ore 18.30, nella basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, nella veglia di preghiera in ricordo di coloro che in questi ultimi anni hanno offerto la loro vita per il Vangelo.
Organizzata dall’Ufficio missionario diocesano, dalla Caritas diocesana di Roma e dalla Comunità di Sant’Egidio, la liturgia sarà presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis e vedrà la partecipazione anche di rappresentanti delle comunità ortodossa, anglicana, evangelica. «Questa memoria avviene in un tempo dolorosissimo, di pandemia e di guerra – riflette monsignor Marco Gnavi, direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo e referente organizzativo della veglia –, il conflitto in Ucraina che rischia di allargarsi all’intera Europa, e che già coinvolge le altre nazioni chiamate ad accogliere milioni di profughi e fronteggiare le conseguenze del conflitto. Il terribile flagello della guerra ci parla di morte, di vessazione, di feriti, di bambini orfani, di famiglie spezzate, di menzogna. Papa Francesco ha lanciato più volte un grido accorato di dolore a partire dal Mercoledì delle Ceneri, quando ci siamo raccolti in digiuno in preghiera, e nel cuore di questo tempo cerchiamo la luce della pace, chiedendo l’intercessione dei martiri contemporanei. È un atto doveroso raccoglierci in preghiera e ascoltare la voce di chi, disarmato, ha affrontato la morte difendendo sempre la vita».
22 marzo 2022
Alla Badia Primaziale Sant’Anselmo celebra la Messa in occasione della solennità del Transito di san Benedetto
Alla Badia Primaziale Sant’Anselmo celebra la Messa in occasione della solennità del Transito di san Benedetto
Il cammino sinodale tra parrocchie, comunità e associazioni
di Michela Altoviti da Roma Sette
Più volte Papa Francesco ha sottolineato come il cammino sinodale non sia – e non debba essere – «una convention ecclesiale o un convegno di studi» ma «un cammino di discernimento spirituale, che si fa nell’adorazione, nella preghiera, a contatto con la Parola di Dio». Proprio alla luce di questo monito l’Azione cattolica diocesana, che «lo scorso gennaio ha ricevuto dal cardinale vicario un mandato di preghiera di intercessione per il Sinodo con altre aggregazioni laicali», si è interrogata su «come essere parte attiva e corresponsabile di questo cammino condiviso della Chiesa», riconoscendo nella «preghiera la base della nostra vita cristiana». A dirlo è Marco Di Tommasi, presidente dell’Ac di Roma, spiegando come «abbiamo voluto non tanto creare qualcosa di nuovo per questo tempo ma invece legare ad una particolare intenzione la preghiera “Adoro il lunedì”, che ci caratterizza nella quotidianità della nostra testimonianza e che diventerà all’inizio di ogni settimana una intercessione per il Sinodo nella ferialità della nostra vita». Impaginata e stampata in molte copie, a mo’ di segnalibro, «la preghiera è un piccolo segno che mettiamo a disposizione di tutti e può essere ritirata in centro diocesano», dice ancora Di Tommasi.
La dimensione feriale e del quotidiano è ciò che caratterizza anche la proposta di preghiera promossa dai frati francescani dell’Ordine dei frati minori del convento di San Bonaventura al Palatino, nel cuore di Roma, a due passi dal Colosseo. «Si chiama “CasaPalatino” l’appuntamento settimanale di adorazione eucaristica e di riflessione sulla Parola della domenica che prevede anche un momento di fraternità e che è rivolto ai giovani dai 18 ai 35 anni – dice fra Francesco Di Pede, della Provincia Abruzzo-Lazio e responsabile della Pastorale giovanile per la zona di Roma –. Nata durante il primo lockdown per rispondere ad un bisogno dei più giovani, è diventata una tappa fissa di preghiera ogni venerdì sera, alle 19». È in particolare «il secondo venerdì del mese quello dedicato alla speciale intercessione per il cammino sinodale», sono ancora le parole del religioso, che sottolinea come «si tratta di pregare “con” i giovani e non “per” i giovani».
Anche la parrocchia di San Frumenzio ai Prati Fiscali ha scelto di far vivere un’esperienza sinodale ai più giovani della comunità, realizzando un’occasione di ascolto «dei ragazzi dalla prima media alla quinta superiore», spiega il parroco don Daniele Salera. Lo scorso 19 febbraio negli spazi del Seminario Maggiore ha avuto infatti luogo «una speciale assemblea sinodale parrocchiale dedicata ai più giovani», che attraverso attività strutturate, momenti di gioco ma anche di riflessione e condivisione «ha permesso a noi educatori di metterci in ascolto dei loro stati d’animo e del loro sentire». Forte il segnale che i giovani hanno lanciato, «un’istanza che ci chiede di essere ascoltata – mette in luce don Salera – perché dai loro elaborati, oltre ai temi ricorrenti quali amicizia e pandemia, emerge una forte tendenza alla sofferenza e alla paura del futuro, legata e associata per lo più ad una visione cupa, come qualcosa che mette loro inquietudine e foriera di incertezza e instabilità».
Sempre i più giovani, ma questa volta i bambini e i ragazzi che si stanno preparando alla Prima Comunione e alla cresima, sono stati i protagonisti di un percorso sinodale dedicato realizzato dalla parrocchia del Santo Volto di Gesù, nel quartiere Magliana. «Ponendo loro tre domande in occasione dello scorso ritiro di Avvento – racconta il parroco don Anthony Galea – ho chiesto di rispondere con dei disegni, spiegando come si sentano in questo momento, come immaginano Dio e come pensano alla Chiesa». Le stesse domande sono state rivolte «anche ai loro genitori, per innescare un’occasione di condivisione», dice ancora il sacerdote, che ha raccolto e condiviso online tutti i risultati ottenuti, cercando così di «vivere il cammino sinodale con quei lontani che a volte abbiamo più vicini, perché magari frequentano la parrocchia solo in occasione della preparazione ai La preghiera a CasaPalatino Sacramenti dei figli».
21 marzo 2022
«Dio non ci abbandona nel momento della prova»: il pellegrinaggio per la pace al Divino Amore
di Michela Altoviti
Il dolce sguardo della Madonna del Divino Amore che tiene tra le braccia Gesù Bambino ha vegliato sul pellegrinaggio diocesano “Su di te sia pace”, che ha avuto luogo nella notte tra sabato 19 e domenica 20 marzo. Una copia dell’icona mariana miracolosa ha infatti guidato dalla basilica di San Giovanni in Laterano al santuario di Castel di Leva i 7mila pellegrini che con fede e devozione, guardando in particolare al conflitto tra Russia e Ucraina, hanno pregato per il dono della pace nel mondo, perché «la preghiera può tutto anche nelle situazioni più disperate», come ha detto il cardinale Angelo De Donatis, che ha presieduto il pellegrinaggio.
Fin dalle 20 in cattedrale si erano riuniti davanti all’icona della Regina della pace tanti fedeli per la preghiera personale silenziosa, che dalle 23.30, con la basilica ormai gremita, si è fatta comunitaria. A guidarla, il vicario del Papa, che ha invitato ciascuno a «rinnovare la fiducia in Dio, che non ci abbandona nel momento della prova». I numerosi pellegrini hanno quindi lasciato San Giovanni in Laterano illuminando la notte con le candele accese e con i colori giallo e blu della bandiera dell’Ucraina ma anche con quelli dell’arcobaleno, simbolo biblico di pace. Prima di imboccare l’Appia Antica, lungo la quale sono ancora visibili i resti archeologici e i luoghi legati alla predicazione a Roma di san Pietro e di san Paolo, la processione ha costeggiato l’ospedale San Giovanni Addolorata mentre dalle finestre illuminate del nosocomio diversi infermieri e operatori sanitari si affacciavano per un segno di devozione all’immagine mariana.
Percorrendo quindi l’antica “regina viarum” dei Romani, i fedeli hanno superato la chiesetta di Santa Maria in Palmis, più nota con il nome di “Quo vadis”, recitando il Rosario non solo in italiano ma, guidati nella prima parte della preghiera, anche in altre lingue – spagnolo, rumeno, tedesco, ungherese, francese e polacco -, per aprire lo sguardo al bisogno universale di pace, a cui hanno richiamato anche i brani scelti dai messaggi per la pace dei pontefici Paolo VI, Giovanni XXIII e Benedetto XVI. Un pensiero speciale è stato rivolto agli abitanti della Polonia, con un ringraziamento per lo spirito di accoglienza dimostrato in queste settimane nei confronti dei profughi ucraini. Prima di procedere su via Ardeatina, la processione ha superato la basilica intitolata a San Sebastiano. All’altezza delle Fosse Ardeatine – dove alcuni abitanti della zona si sono uniti al pellegrinaggio uscendo di casa in piena notte mentre la luna, quasi pellegrina dall’alto, diffondeva il suo chiarore in un cielo limpido – le migliaia di fedeli hanno sostato per «ricordare il luogo di un eccidio e di tali barbarie che pensavamo impossibile potessero ripresentarsi mentre in questi giorni sentiamo purtroppo ancora parlare delle fosse comuni scavate in Ucraina per seppellire i morti», ha sottolineato il cardinale Enrico Feroci, invitando tutti alla preghiera. Sempre il titolare della diaconia della parrocchia di Santa Maria del Divino Amore ha ricordato ai presenti una devozione antica, propria dell’ultimo tratto del cammino che conduce alla meta. «Giunti all’ultimo dosso prima della strada in discesa che porta al santuario – ha detto Feroci – i pellegrini si fermavano e inginocchiandosi baciavano la terra per ringraziare la Madonna. Anche noi ci fermiamo qui per chiedere alla Madre di essere degni di vederla nel santuario a lei dedicato». Il porporato ha inoltre spiegato che gli antichi pellegrini «una volta giunti qui gridavano “Grazie, Madonna” e lo vogliamo fare anche noi perché abbiamo la certezza che Lei ascolterà la nostra richiesta».
Intorno alle 5.30, quando il cielo da scuro cominciava a farsi più chiaro perché il buio della notte lasciava spazio agli spiragli di luce arancione e viola dell’alba, i pellegrini hanno raggiunto la grotta naturale di tufo adiacente alla torre del primo miracolo. Qui il cardinale De Donatis ha celebrato la Messa conclusiva del pellegrinaggio – alla quale hanno preso parte in totale circa 10mila persone – ringraziando «tutti voi che avete partecipato e anche tutti coloro che hanno organizzato questa occasione che la Madonna ci ha offerto». Tra i concelebranti, oltre al cardinale Feroci, i vescovi ausiliari Benoni Ambarus, Dario Gervasi, Paolo Ricciardi e monsignor Pierangelo Pedretti, segretario generale del Vicariato.
Nella sua omelia il vicario del Papa ha sottolineato come «è più difficile credere nella luce nei momenti difficili», quelli pieni di domande «come quelle che ci facciamo al giorno d’oggi quando dopo la pandemia ci ritroviamo a vedere le immagini di una guerra sanguinosa». Tuttavia «in questa notte di pellegrinaggio, così come nella notte della nostra vita, Dio c’è e c’è stato, non ci ha abbandonato – ha detto ancora il cardinale -, anzi, ci ha osservato, ci ha ascoltato e ha camminato con noi», perciò «in questa vigilia di primavera ci rivolgiamo alla Madre con speranza perché interceda presso il Figlio, con cuore di figli, come abbiamo fatto per tutta questa notte».
21 marzo 2022
Le stationes quaresimali della settimana
Con la Quaresima si rinnova la tradizione delle stationes quaresimali: nelle chiese del centro storico che ospitano le reliquie dei martiri i fedeli romani si recano a pregare; qui viene celebrata la Messa, preceduta da una processione durante la quale vengono cantate le litanie dei santi. Oggi, terza domenica di Quaresima, 20 marzo, la statio è prevista a San Lorenzo fuori le Mura alle ore 18.30. Domani invece l’appuntamento è alle ore 19 nella chiesa di San Marco al Campidoglio, mentre martedì a Santa Pudenziana al Viminale alle ore 17. Mercoledì, sempre alle ore 17, i fedeli potranno fermarsi nella chiesa dei Santi Nereo e Achilleo a piazzale Numa Pompilio, alle ore 17; il giorno seguente, giovedì 24, alle ore 18, ai Santi Cosma e Damiano in via Sacra; mentre venerdì 25, alle 18.30, a San Lorenzo in Lucina. Ancora, sabato 26 si prega a San Camillo de Lellis in via Sallustiana alle ore 18, mentre domenica 27, quarta di Quaresima, a Santa Croce in Gerusalemme alle ore 11.30.
20 marzo 2022