13 Maggio 2025

Ritiro di Avvento per gli universitari a San Tommaso Moro, a cura dell’Ufficio per la cultura e l’università

Ritiro di Avvento per gli universitari a San Tommaso Moro, a cura dell’Ufficio per la cultura e l’università.

Corso “Un di più di misericordia” a cura del Centro per la pastorale sanitaria

Corso “Un di più di misericordia” a cura del Centro per la pastorale sanitaria.

Da Orp e Vicariato proposte di itinerari per le scuole

Toccare con mano la storia, la fede e la bellezza di questa città con la propria classe in una uscita didattica è oggi possibile. Grazie alla collaborazione dell’Opera Romana Pellegrinaggi con l’Ufficio scuola del Vicariato, infatti, sono state create tante proposte per alunni di ogni ordine e grado.

Sostenibilità, solidarietà e spiritualità sono le tre parole chiave alla base del progetto. «Le iniziative, rivolte a studenti, insegnanti e famiglie – spiegano dall’Orp –, intendono integrare il percorso scolastico proponendo un modello didattico in grado di avvicinare gli studenti di tutte le età alla scoperta del nostro patrimonio culturale e ambientale in modo responsabile». Quelle proposte dall’Opera romana non saranno semplici gite scolastiche, ma «renderli protagonisti di un racconto da condividere e divulgare».

Proposti diversi itinerari originali a Roma, alla scoperta ad esempio degli obelischi della città o delle Madonnelle storiche, mentre non mancano percorsi più tradizionali come quello nelle catacombe o la visita al Palazzo Lateranense – La Casa del Vescovo di Roma.

Tutti i dettagli sono sul sito https://www.operaromanapellegrinaggi.org/it/progetto-scuole, per informazioni o richieste ad hoc scrivere a info@operaromanapellegrinaggi.org o chiamare lo 06.698961 (lunedì-venerdì orario 9-17).

15 dicembre 2021

Corso “Un di più di misericordia” a cura del Centro per la pastorale sanitaria

Corso “Un di più di misericordia” a cura del Centro per la pastorale sanitaria.

Nella parrocchia di Sant’Ugo celebra la Messa in occasione del 30° anniversario di erezione

Nella parrocchia di Sant’Ugo celebra la Messa in occasione del 30° anniversario di erezione.

È entrato nella luce della Resurrezione don Carlo Giannini

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,

il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

 

 

annunciano che oggi, memoria di Santa Lucia, vergine e martire,

è entrato nella luce della Resurrezione

 

 

il Rev.do

Don Carlo Giannini

di anni 61

 

 

Cappellano presso il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Roma dal 2021,

Vicario parrocchiale della Parrocchia Santa Maria Maggiore in San Vito dal 2018,

Rettore della chiesa rettoria di Santa Barbara dei Librai dal 2015 al 2018,

Parroco della Parrocchia Santa Maria Mediatrice dal 2008 al 2015,

Vicario Parrocchiale della Parrocchia Nostra Signora del Suffragio e Sant’Agostino di Canterbury dal 2003 al 2008

e della Parrocchia Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesú Cristo dal 1993 al 1995,

Cappellano dell’Ospedale “Nuovo Regina Margherita” dal 1999 al 2003

 

 

 

 

e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,

lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio

e alla preghiera di suffragio dei fedeli,

invocando la pace e la gioia del Signore.

 
 
  

Le esequie di don Carlo Giannini saranno celebrate mercoledì 15 dicembre 2021, alle ore 15.00, presso la Parrocchia Santa Maria Maggiore in San Vito (Via Carlo Alberto, 47), e non più martedì 14 dicembre, come precedentemente comunicato.

 

13 dicembre 2021

Nella basilica di San Giovanni in Laterano celebra la Messa pro Natione Gallica

Nella basilica di San Giovanni in Laterano celebra la Messa pro Natione Gallica.

I panettoni solidali della Caritas

Solo 3 euro per acquistare un panettone solidale della Caritas diocesana e contribuire così alla campagna “La porta è sempre aperta”. Questo lo slogan della campagna che l’organismo diocesano ha promosso per sostenere l’accoglienza, soprattutto nei mesi invernali, di persone senza dimora che hanno perso il proprio “tetto” e si sono ritrovate a vivere in strada.

«Sono oltre 9mila le persone che a Roma vivono in strada e in alloggi di fortuna – sottolineano dalla Caritas –. Un mondo di “invisibili” vasto e sommerso, composto di uomini e donne, italiani e stranieri, giovani e anziani, ma anche di intere famiglie, che subisce le forme più gravi di sofferenza e isolamento e che l’epidemia da Covid-19 ha reso ancora più fragili. In un tempo ancora incerto e carico di bisogni come quello che stiamo vivendo, è importante che la Caritas continui ad essere un luogo di incontro, di scambio, di accoglienza e di ascolto per un’umanità che è sempre vissuta ai margini o ai margini si è trovata a vivere».

13 dicembre 2021

A Sant’Eligio il presepe vivente per ricostruire la chiesa

Trenta capanne in legno realizzate dai parrocchiani, per raccontare altrettante scene della Betlemme in cui nacque Gesù: dalla scuola rabbinica al mercato, dalla bottega del fabbro alla casa patrizia, passando per Erode e le sue ancelle che fanno festa, il coniatore di monete, l’esattore, lo speziale, i centurioni. Poi la casetta più grande, decorata da semplici balle di fieno, con Maria, Giuseppe, il bue e l’asinello. Non saranno gli unici due animali presenti nel presepe vivente della parrocchia di Sant’Eligio, organizzato quest’anno per la prima volta, che prevede diverse rappresentazioni a partire da domenica 19 dicembre. Ci saranno anche le pecore, i cavalli in sella ai quali il 6 gennaio arriveranno i Magi, e l’asinello che, tra una settimana, porterà Maria a bussare alle porte delle diverse capanne, in cerca di ospitalità.

Allestito su una superficie di 2.500 metri quadri, davanti alla parrocchia del Villaggio Prenestino, è stato interamente messo su dai fedeli, che si sono improvvisati chi falegname, chi sarta, chi muratore. Oltre 120 le persone coinvolte nella preparazione. «Ci hanno dato una mano anche persone abitualmente lontane dalla vita parrocchiale», racconta Pietro Fiore, il responsabile dell’allestimento del presepe vivente. «Abbiamo lavorato quasi tutti i fine settimana a partire dal mese di agosto – prosegue –, realizzando da zero capanne di legno di tre metri per tre. Per l’ingresso abbiamo invece costruito un arco e delle mura di cinta, davanti alla quale sosteranno due soldati romani. Questa macchina organizzativa è andata avanti grazie al duro lavoro di papà, mamme, nonni e volontari che hanno donato e donano il proprio tempo libero per un futuro migliore».

Cento i figuranti per le nove rappresentazioni pomeridiane (il 19, il 25 e il 26 dicembre; 1, 2, 6, 7, 8 e 9 gennaio), più due la mattina, a fine dicembre, per la scuola del quartiere alla periferia Est di Roma. Ogni volta ci sarà anche un particolare accompagnamento musicale, con gli zampognari o con un coro. «Il presepe vivente è un’opera nuova per la nostra comunità, un obiettivo che coinvolge tutti – sottolinea il parroco padre Dario Frattini –. I nostri sforzi saranno le fondamenta per la costruzione o l’ampliamento della nostra chiesa e la realizzazione dell’oratorio per i nostri piccoli». La chiesa di Sant’Eligio infatti è «piccolissima, ci saranno quaranta posti a sedere, ed è inadeguata rispetto al numero di abitanti della zona, che sono ormai sopra i novemila», aggiunge il sacerdote. Attualmente le Messe vengono celebrate in una grande tensostruttura, che consente l’ingresso a un maggior numero di fedeli.

13 dicembre 2021

Caritas, “Insieme sulla strada” tra i senza dimora

Foto di Cristian Gennari

di Mariaelena Iacovone da Roma Sette

Una proposta di prossimità aperta a chiunque desideri offrire una testimonianza concreta. È quanto rappresenta “Insieme, sulla strada”, il programma di iniziative promosso dalla Caritas diocesana in collaborazione con le parrocchie, con gli Scout d’Europa, l’Agesci e con le altre realtà ecclesiali del territorio per sostenere nei mesi invernali i tanti senza dimora che dormono per le vie di Roma.

«È un’ipocrisia parlare di emergenza freddo: queste persone hanno bisogno di aiuto tutto l’anno – sottolinea con forza Giustino Trincia, direttore della Caritas diocesana -. Per affrontare alla radice questo tipo di problema è indispensabile che si attivino specifiche politiche pubbliche». Intanto però le temperature continuano a scendere – e anche rapidamente -, per questo, aggiunge Trincia, «è urgente cooperare insieme e fare qualcosa nell’immediato».

Il piano freddo dell’organismo pastorale diocesano vedrà infatti la partecipazione attiva delle comunità parrocchiali, chiamate a operare a supporto del Servizio itinerante notturno. Quest’ultimo «è stato ampliato già da mercoledì 8 dicembre: tutte le sere, dalle 19 alle 24, vengono attivate almeno due équipe che si occupano di incontrare i più fragili», sostenendoli con coperte, generi di conforto e accompagnandoli nei centri di accoglienza Caritas o in quelli predisposti dal Comune di Roma, anche tramite i singoli municipi. Non solo: per concordare azioni di intervento comuni, fanno sapere dall’organismo diocesano, «sono in corso contatti anche con la Croce Rossa e con altre organizzazioni di volontariato, nonché con gli organismi presenti nel Coordinamento carità della diocesi». Sono previste, inoltre, uscite specifiche in ognuno dei cinque settori pastorali in cui è suddiviso il territorio della città, in maniera tale da coinvolgere, a livello locale, le parrocchie e i loro volontari. Ancora, sempre sotto il coordinamento dei referenti Caritas di prefettura, le realtà ecclesiali e parrocchiali potranno offrire il loro contributo al piano freddo avviando nelle comunità iniziative di sensibilizzazione volte alla raccolta di sacchi a pelo, coperte e calze pesanti, che saranno poi distribuite ai tanti “invisibili” della Capitale sia attraverso i gruppi che operano sul territorio sia attraverso il Servizio itinerante notturno. In questo secondo caso, i centri di raccolta di riferimento sono l’ostello “Don Luigi Di Liegro”, in via Marsala; il centro Caritas di Ostia; il centro di accoglienza Casa Lourdes, in via Aurelia; la parrocchia di San Frumenzio, ai Prati Fiscali; e la parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio, nel quartiere Tuscolano.

«Tutti possono fare qualcosa – è l’invito del direttore della Caritas -. C’è però bisogno di braccia, piedi e cuori, non di parole e di buone intenzioni». E questo lo sanno bene i numerosi volontari che quotidianamente percorrono le strade della città per offrire vicinanza e ascolto agli “invisibili” che vivono nelle stazioni, nei parchi o sotto ai ponti. «Oltre all’aiuto materiale, che pure è indispensabile – prosegue Trincia -, c’è il desiderio di essere riconosciuti non come utenti, ma come persone con cui condividere del tempo, costruire un legame di fiducia e amicizia». I nuovi volontari che desidereranno impegnarsi nel servizio in strada potranno contare su un accompagnamento e un primo affiancamento diretto. «Si tratta di assumere, grazie a una prima formazione sul campo, alcune attenzioni e accortezze – precisa ancora il direttore -. Poi, successivamente, avvieremo dei corsi più completi e organici». Tra il 10 e il 14 gennaio sono infatti previsti degli incontri di formazione e condivisione, per settori pastorali, con tutte le persone che hanno dato disponibilità a partecipare al piano freddo.

Per aderire alle attività in strada e per ogni tipo di informazione è possibile chiamare al 366.6349003 o scrivere a servizioitinerante@caritasroma.it.

13 dicembre 2021

Palazzo Lateranense – La Casa del Vescovo di Roma: dal 13 dicembre apre le sue porte ai visitatori

Visita il sito www.palazzolateranense.com

Quasi tremila metri quadri, dieci sale, l’appartamento papale, la cappella privata, lo scalone monumentale che porta direttamente nella basilica di San Giovanni in Laterano. E il tavolo dove furono firmati i Patti Lateranensi. Sorprenderà il visitatore il Palazzo Lateranense – La Casa del Vescovo di Roma, che apre le sue porte dal 13 dicembre 2021. Un allestimento completamente nuovo, un percorso in sicurezza – accessibile a tutti – che attraversa il primo piano del Palazzo Apostolico con ingresso da piazza di Porta San Giovanni, proprio accanto alla cattedrale di Roma. Sarà possibile accedere al sito solo con visite guidate, in gruppi di massimo 30 persone, accompagnati delle Suore Missionarie della Divina Rivelazione, che da anni a Roma propongono itinerari di arte e fede. Per i giornalisti è prevista una visita in anteprima il prossimo martedì 7 dicembre alle ore 10.30.

È stato Papa Francesco a suggerire di rivitalizzare quella che per secoli è stata la residenza dei Papi, prima che fosse trasferita in Vaticano. In una lettera dello scorso 20 febbraio, indirizzata al cardinale vicario Angelo De Donatis, il Santo Padre scriveva: «La Chiesa nel corso dei secoli ha sempre operato per promuovere quanto frutto del genio e della maestria degli artisti, spesso testimonianza di esperienze di fede e quali strumenti per dare onore a Dio. Questo non solo per amore dell’arte, ma anche per salvaguardare il patrimonio culturale di fronte a sfide e a pericoli che l’avrebbero privato della sua funzione e del suo pregio. Tale speciale responsabilità, accompagnata dall’attenta sollecitudine nel considerare luoghi, edifici e opere espressioni dello spirito umano e parte integrante della cultura dell’umanità, ha consentito ai miei Predecessori di tramandarli alle diverse generazioni e di adoperarsi per conservarli e renderli disponibili a visitatori e studiosi. Un compito che anche oggi impegna il Vescovo di Roma nel rendere fruibile la bellezza e il rilievo dei Beni e del patrimonio artistico affidato alla sua tutela».

«Conosciamo bene il significato profondo di questo luogo – sottolinea il cardinale De Donatis – e sarebbe stato davvero un peccato non aprirlo al pubblico, perché un bene così grande va condiviso, va offerto agli altri. Chi era attaccatissimo a questo luogo, e addirittura voleva venire a viverci, era Giovanni XXIII. Papa Francesco, da un po’ di tempo a questa parte, firma tutti i suoi documenti dal Laterano per mettere in evidenza il legame con il luogo che custodisce la cattedra del vescovo di Roma».

Ad accompagnare i visitatori saranno le Missionarie della Divina Rivelazione. «È un grande privilegio e un grande onore per noi svolgere questo servizio di evangelizzazione attraverso l’arte – commentano –. Quello all’interno del Palazzo Lateranense sarà un viaggio entusiasmante tra le pagine della storia della Chiesa, dove arte e fede si intrecciano in una fecondità luminosa che riesce a trasmettere stupore, sapienza e bellezza alle diverse generazioni».

Per ripercorrere la storia del Palazzo Lateranense bisogna tornare indietro fino al 28 ottobre dell’anno 312, quando le truppe di Costantino sconfissero Massenzio nella celebre battaglia di Ponte Milvio. Sul soglio di Pietro sedeva in quegli anni Papa Milziade I, al quale Costantino donò l’area e le costruzioni un tempo appartenute all’antica famiglia dei Laterani. «Costantino – dice suor Rebecca Nazzaro, superiora delle Missionarie della Divina Rivelazione – concesse la libertà di culto con l’Editto di Milano del 313 e si fece promotore della costruzione dei luoghi di culto per i cristiani che, fino a quel tempo, avevano professato la loro fede tra intolleranze e persecuzioni. La basilica del Santissimo Salvatore, che in seguito sarà dedicata anche ai santi Battista ed Evangelista, sarà l’unica non costruita sulla sepoltura di un martire, bensì come ex voto suscepto (per grazia ricevuta), sui resti dei Castra Nova Equitum singularium, caserma dei pretoriani del rivale di Costantino, Massenzio. La basilica fu consacrata il 9 novembre del 318 e venne dedicata al Santissimo Salvatore da Papa Silvestro I. Ad essa, oltre che il Battistero, venne poi annesso il Patriarchium, noto come La Casa del Vescovo di Roma».

Nel corso dei secoli, tra danneggiamenti, traversie e saccheggi, questi luoghi conobbero il loro massimo splendore nel periodo medioevale, sotto il papato di Innocenzo III e Bonifacio VIII. Il Palazzo ricoprì la funzione di residenza dei Papi per circa mille anni, ma, al rientro dell’autorità papale, a seguito della “cattività Avignonese” (1309-1377), venne abbandonato. Come luogo scelto per ospitare il Papa fu infatti designato il Vaticano, non solo per gli aspetti geografici che lo rendevano più sicuro, ma soprattutto in virtù della presenza della tomba di Pietro. Nonostante questo, il Palazzo continuerà a mantenere intatta la prerogativa di Patriarchium: tutti i Papi, difatti, una volta eletti al soglio pontificio, faranno la loro presa di possesso nel Laterano.

La riqualificazione urbanistica di tutto il complesso avvenne per volontà di Papa Sisto V (1585-1590), il quale realizzò, in soli cinque anni di pontificato, una serie di operazioni di ristrutturazione e di edificazione nell’area circostante e in tutta la città. Alla fine, però, Sisto V riuscì a stare al Laterano soltanto un anno e tutti i suoi successori scelsero come dimora il Vaticano.

3 dicembre 2021

Nuovi Martiri, preghiera e incontro per monsignor Claverie

San Giuseppe Artigiano

Continuando nella serie di incontri organizzati con il sostegno del Centro Missionario diocesano, il Gruppo Nuovi Martiri – costituito dalle Associazioni Archè, Finestra per il Medio Oriente, Parrocchia Sant’Innocenzo I Papa e San Guido Vescovo, AIULAS Aiutiamo La Siria! e dalla Comunità Missionaria di Villareggia – organizza un momento di preghiera in ricordo di monsignor Pierre Claverie e dei monaci di Tibhirine. L’appuntamento è nella parrocchia di San Giuseppe Artigiano (largo omonimo) per mercoledì 15 dicembre alle ore 18; prima ci sarà la Messa presieduta dal vescovo ausiliare monsignor Benoni Ambarus, a cui seguirà un incontro con padre Claudio Monge, direttore del Dost I di Istanbul.

Membro professo dell’Ordine dei frati predicatori e vescovo di Orano dal 1981, Pierre Claverie era francese, ma dato che era nato in Algeria francese si considerava un vero algerino. Era impegnato nell’ecumenismo e nel dialogo con la fede islamica e sognava una convivenza pacifica con i musulmani in un’Algeria indipendente. Allo stesso modo era noto per i suoi studi sulla cultura islamica e per la sua padronanza dell’arabo classico, che insegnava anche a quei musulmani che capivano il linguaggio popolare comune.

«La morte violenta di monsignor Claverie – ricordano dal Gruppo Nuovi Martiri – ha chiuso la lunga carneficina dei cristiani d’Algeria: 19 tra religiosi e religiose assassinati dai terroristi islamici, a partire dalla primavera del 1994. Poco prima di lui, nel marzo del 1996, erano stati rapiti e poi uccisi i sette monaci trappisti di Tibhirine. Tutti loro l’8 dicembre 2018 sono stati proclamati beati in una causa collettiva di beatificazione, intitolata “Monsignor Claverie e i suoi 18 compagni”. Un riconoscimento da parte della Chiesa universale della straordinarietà delle vite donate di questi uomini e donne. Ma anche un modo per continuare a ricordarli e per illuminare, attraverso questo ricordo, pure il nostro presente».

13 dicembre 2021

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