10 Maggio 2025

I nuovi cardinali italiani al Quirinale da Mattarella

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha offerto la tradizionale colazione in onore dei porporati creati nel Concistoro del 28 giugno scorso. Tra i presenti, il cardinale Angelo De Donatis, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma, il cardinale Giovanni Angelo Becciu, prefetto nominato della Congregazione delle Cause dei santi, e il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo de L’Aquila.

Presenti anche il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, monsignor Emil Paul Tscherrig, nunzio apostolico in Italia, e Pietro Sebastiani, ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede.

 

(Media: Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

I novecento anni del primo Concilio Lateranense

Foto DiocesiDiRoma/Gennari

Quest’anno ricorre il 900mo anniversario del Concilio Laterano I, nono nella storia della Chiesa e primo a svolgersi in Occidente. Si aprì il 18 marzo 1123 nella nostra basilica di San Giovanni in Laterano e si chiuse l’11 aprile dello stesso anno. Venne convocato da Papa Callisto II a seguito della Dieta di Worms. La fine della lotta per le investiture e la riconosciuta autonomia del papato dal potere imperiale portarono alla convocazione dell’assise conciliare.

Si trattò del primo Concilio dopo oltre 250 anni in quanto il precedente era stato il Quarto Concilio di Costantinopoli (869-870), prima che avvenisse lo Scisma d’Oriente del 1054. Sebbene siano scarse le informazioni sullo svolgimento del Laterano I, esso servì come solenne conferma dei risultati raggiunti con la Dieta, a partire dalla separazione delle autorità temporali e spirituali e il divieto dei monarchi di interferire nelle elezioni papali. Secondo Pandolfo, biografo di Callisto II, i partecipanti furono 997. Altre fonti parlano di almeno 300 vescovi e centinaia di abati. L’intento principale fu quello di ratificare per via canonica l’intesa raggiunta alla Dieta di Worms, della quale furono letti e approvati gli atti. Non disponiamo invece degli Acta conciliari.

Vennero comunque emanati 22 canoni disciplinari, al fine di eliminare ogni forma di simonia e gli altri disordini e abusi che avevano afflitto la Chiesa, con richiami a precedenti disposizioni conciliari e sinodali. Nel corso dell’assise inoltre furono trattate anche varie questioni, come la disputa tra le sedi di York e Canterbury sul primato in Inghilterra e l’annosa controversia tra la Chiesa di Genova e quella di Pisa in merito all’investitura dei vescovi della Corsica.

Come osserva il professor Adriano Virgili, in quanto liberamente riunito e presieduto dal papa «contribuì a rafforzare l’ordinamento gerarchico e canonico della Chiesa e la sua influenza morale sulla società, servendo così da modello per i successivi concili ecumenici medievali».

17 aprile 2023

I ministri straordinari della Comunione sono un “ponte” tra la Chiesa e i malati

Comincia con il ricordare la storia di Tarcisio, il vescovo Paolo Ricciardi, nella lettera che scrive ai ministri straordinari della Comunione. Tarcisio ne è il patrono: nel 257 d. C. a Roma, il giovane fu ucciso da un gruppo di pagani mentre portava l’Eucaristia ad altri fratelli cristiani. La lettera è scritta «in unione con l’Ufficio liturgico e il Centro per la pastorale sanitaria», sottolinea subito il presule, e l’obiettivo è «incoraggiarvi».

«Sono un vescovo ausiliare di Roma, delegato per la pastorale sanitaria – prosegue –. Vi sto scrivendo io, perché il vostro è un servizio ai malati (….) Vi scrivo per dirvi prima di tutto grazie. Grazie perché con voi il Signore ogni giorno entra in tante case e in tanti luoghi di cura». Ancora, prosegue il vescovo, «grazie perché voi siete un segno quotidiano di speranza per tanti che hanno bisogno di aiuto».

Tanti malati o anziani impossibilitati a muoversi, riflette il presule nella sua lettera, sono desiderosi di «incontrare il Signore e sentirsi parte della comunità». Per questo «la casa del malato o una stanza di ospedale è un altro tabernacolo cui accostarsi con delicatezza e rispetto. Nessuno può capire cosa prova la persona e la sua famiglia. Il suo letto, o la sua sedia a rotelle, è come la teca che custodisce l’ostia».

Non mancano alcuni consigli pratici per coloro che «fanno da ponte – si legge ancora nel testo – tra la casa del malato e i sacerdoti», «tra i malati e la comunità». Come quello, magari, di fermarsi a prendere un caffè con l’ammalto e la sua famiglia, e condividere con loro un momento di festa come quello che segue alla Comunione. Infine, l’auspicio di una maggiore fraternità e condivisione tra i vari ministri straordinari, «importante per cresce nella fede, per confrontarsi, per arricchirsi vicendevolmente».

26 novembre 2018

I membri della famiglia francescana riuniti a Roma

Foto Sala Stampa Sacro Convento

Il 29 novembre 2023 saranno esattamente 800 anni dalla conferma della regola bollata dei frati minori, redatta da san Francesco, da parte di Papa Onorio III presso il Palazzo Apostolico di San Giovanni in Laterano, a Roma. Per celebrare questo anniversario, al contempo di grande valore storico, carismatico e spirituale, i membri della grande famiglia francescana – frati, suore, laici appartenenti ai tre Ordini fondati da Francesco – sono invitati a recarsi presso la basilica di San Giovanni in Laterano proprio il 29 novembre, alle ore 15, per una liturgia che sarà presieduta dal cardinale Angelo De Donatis, arciprete della basilica e vicario del Papa per la diocesi di Roma.

Durante la celebrazione, il cardinale leggerà anche un messaggio inviato dal Santo Padre a tutti i francescani e le francescane del mondo, per rinnovare l’invito alla fedeltà creativa alle intuizioni di san Francesco nella Chiesa di oggi, in cammino sinodale e in uscita verso le periferie della storia e della società, per il bene di tutto il mondo.

La pergamena originale della regola bollata, con il sigillo pontificio, è custodita ed esposta a visitatori e pellegrini presso la basilica di San Francesco ad Assisi.

28 novembre 2023

I laboratori del Servizio per la formazione permanente

Il Servizio diocesano per la formazione permanente del clero propone una serie di laboratori per l’anno pastorale 2022-2023.

“Non possedere spazi ma innescare processi (Eg 223). L’arte di innescare processi, alimentarli e custodirli” è il titolo del primo laboratorio, guidato da don Fabio Rosini, direttore del Servizio diocesano per le vocazioni, che prevede incontri il lunedì al Seminario Romano Maggiore, dalle 10 alle 12.30, una volta al mese a partire dal 10 ottobre. Il laboratorio, sulla scia di Evangelii gaudium, si propone di far apprendere l’arte di innescare processi di rigenerazione nelle fede, con un occhio specifico alla pastorale giovanile. Sarà fruibile in presenza da parte dei sacerdoti romani, e via Zoom per i presbiteri di altre diocesi. Per le iscrizioni: ufficiovocazioni@gmail.com.

Si potranno seguire soltanto in presenza, invece, gli incontri tenuti da monsignor Marco Frisina, presidente della Commissione diocesana di arte sacra della diocesi di Roma e direttore del Coro della Diocesi di Roma, nel laboratorio “In principio è Dio (Col 1,18). La centralità di Dio nella nostra vita”. Gli incontri propongono un percorso spirituale volto a ritrovare i fondamenti della nostra spiritualità; i partecipanti saranno esortati a ritrovare le sorgenti della fede, così da poter riscoprire la gioia e la bellezza della presenza di Dio in ciascuno di noi. I sacerdoti interessati si ritroveranno nella Sala Ugo Poletti al piano terra del Palazzo Lateranense, dalle 10 alle 12, una volta al mese in alcuni giorni già stabiliti. Per ulteriori informazioni e per le iscrizioni, bisogna contattare direttamente il Servizio per la formazione permanente, all’indirizzo formazioneclero@diocesidiroma.it.

Lo stesso vale per gli altri due laboratori in programma. Offre riflessioni sull’Istruzione del Dicastero per il clero “La conversione pastorale nella comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa” il corso tenuto da monsignor Filippo Iannone, prefetto del Dicastero per i testi legislativi, dal titolo “Gli organismi sinodali a livello diocesano e parrocchiale: teoria e prassi”. Quattro gli appuntamenti previsti, nella Sala Ugo Poletti dalle 10 alle 12: il 18 novembre, il 27 gennaio, il 24 febbraio e il 31 marzo.

“L’iniziazione cristiana: una riflessione teologico-pastorale” è invece il tema dell’ultimo laboratorio, affidato a Maria Campatelli del Centro Aletti. Lo scopo è appunto riflettere sui sacramenti dell’iniziazione cristiana, in modo da ripensare la prassi pastorale avendo chiari i criteri per impostare un suo rinnovamento, in una visione organica dove liturgia, teologia, spiritualità si intersecano reciprocamente. Ad ospitare gli incontri sarà la rettoria di San Filippo, in via Sforza 16°, dalle 10 alle 12. Il calendario prevede appuntamenti il 7 novembre, il 5 dicembre, il 16 gennaio, il 13 febbraio e il 27 marzo.

4 ottobre 2022

I giovani, presente e futuro della Chiesa

I giovani rappresentano il figlio già nato che come Madre interpella la Chiesa chiedendole di stargli vicino. È l’immagine evocata dal cardinale vicario Angelo De Donatis il quale ha brevemente descritto la sua prima esperienza al Sinodo dei vescovi paragonandola a due giovani sposi che prima di essere genitori affrontano solo discorsi teorici ma quando il figlio nasce li interroga per far emergere la rispettiva paternità e maternità. Occasione è stata, sabato 10 novembre, la presentazione del volume “Il futuro della fede. Nell’educazione dei giovani la Chiesa di domani”, edito da Vita e Pensiero, a cura di Rita Bichi, professoressa di Sociologia generale presso la facoltà di Scienze politiche e sociali dell’università Cattolica del Sacro Cuore, e Paola Bignardi, coordinatrice dell’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo.

L’incontro “Dopo il Sinodo, la sfida di educare i giovani”, svoltosi nella sala Tiberiade del Pontificio Seminario Romano Maggiore, è stato promosso dal Servizio per la Pastorale giovanile del Vicariato di Roma e moderato dal giornalista Fabio Zavattaro. Il libro di Bichi e Bignardi fa seguito all’indagine “Dio a modo mio. Giovani e fede in Italia”, condotta dalle stesse autrici nel 2013. Per questo testo sono stati interpellati 167 educatori in tutta Italia tra genitori, insegnanti, sacerdoti e catechisti. Chi educa alla fede? Si può parlare ancora di trasmissione della fede? Quali sono gli obiettivi e lo stile degli educatori? Queste alcune delle domande poste agli intervistati, dalle quali è emerso che il paradigma educativo tradizionale «è in crisi» e necessita di un rinnovamento perché «riproporlo serve solo a prolungare l’agonia di un modello superato», ha spiegato Paola Bignardi, secondo la quale il rapporto tra le domande dei giovani e le risposte degli educatori «è praticamente nullo». Questi ultimi devono essere al passo con i tempi e quindi autorevoli ma non autoritari, credibili, capaci di entrare in empatia con i ragazzi.

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I giovani pellegrini a Santiago

Sono 122 i km che i giovani pellegrini della diocesi percorreranno per raggiungere Santiago de Compostela, partendo da Ferrol, nella Spagna nordoccidentale, e compiendo così il Cammino inglese, che conduce alla tomba di san Giacomo il Maggiore, in Galizia. Dal prossimo 29 luglio al 10 agosto il Servizio diocesano per la pastorale giovanile propone infatti l’esperienza del Cammino di Santiago in sinergia con l’Opera Romana Pellegrinaggi, in occasione del Pellegrinaggio europeo dei giovani e della Giornata europea dei giovani, in calendario per il 6 e 7 agosto.

«Sarà un’occasione per creare una rete sempre più estesa e più forte di ragazzi, in vista anche della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona in programma per l’anno prossimo – dice don Alfredo Tedesco, direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile –. In questo tempo si parla tanto di Europa, alla luce di quello che anche con la guerra sta succedendo intorno a noi, e questo pellegrinaggio mostra un’idea e un modello di relazione significativa con gli altri». Il sacerdote sottolinea poi come l’esperienza del pellegrinaggio sia naturalmente assimilabile ai più giovani, che «per loro natura sono sempre in cammino, anche nella fede», e come «questo percorso coinvolge pure quelli che magari non frequentano regolarmente la parrocchia o non provengono da gruppi parrocchiali in senso stretto, ma sono comunque attirati per la curiosità o grazie al passaparola degli amici».

Il Cammino di Santiago, quella rete di itinerari che nel Medioevo i pellegrini percorrevano attraversando l’Europa per venerare le reliquie dell’apostolo di Gesù, esercita ancora oggi il suo fascino e proprio sui più giovani perché «rappresenta una vera e propria parabola della vita», osserva don John D’Orazio, assistente spirituale del pellegrinaggio. Il sacerdote, che si unirà al gruppo dei 36 pellegrini provenienti da Roma dal 4 agosto, per il tratto finale del percorso, sottolinea come «mettersi in cammino porta a confrontarsi con i propri limiti e anche a superare le difficoltà, sfidandole e affrontandole spesso anche grazie all’aiuto degli altri, motivati tutti insieme dalla voglia e dal desiderio di raggiungere la meta». D’Orazio aggiunge poi che il pellegrinaggio diocesano, «che prevede un percorso lungo e impegnativo», è stato pensato per unire all’esperienza spirituale anche «l’opportunità di approfittare delle bellezze artistiche che si incontreranno sulla strada, facendo quindi delle tappe religiose e insieme culturali, per offrire un viaggio a tutto tondo».

Ecco allora la visita a Saragozza e alla basilica della Madonna del Pilar, patrona dei popoli ispanici. «Secondo la tradizione – racconta il sacerdote –, nel 40 dopo Cristo, quando Giacomo giunse in Spagna per evangelizzare i popoli iberici, la Madonna gli apparve per incoraggiarlo perché era deluso per l’inefficienza della sua predicazione e gli donò un pilastro, chiedendogli di costruire una chiesa in suo onore nelle vicinanze. “Pilar” in spagnolo significa infatti proprio “pilastro”». Si ritiene che il pilastro fu dunque posto da san Giacomo nello stesso punto nel quale si trova oggi, dove si sarebbe conservato nei secoli, resistendo anche ad un incendio. Si tratta di una colonna di alabastro che è oggi completamente ricoperta di bronzo e argento, mentre solo nella parte posteriore della cappella che la custodisce c’è un oculo che permette di toccare, baciare e venerare la reliquia originale.

Per altro, l’apparizione di Maria a san Giacomo viene considerata la prima apparizione mariana di cui si abbia notizia, e una tappa mariana altrettanto significativa è prevista a conclusione del pellegrinaggio perché l’8 agosto, in serata, i giovani pellegrini raggiungeranno Lourdes, da dove, dopo la celebrazione conclusiva dell’esperienza, il giorno dopo ripartiranno in pullman per rientrare nella serata del 10 a Roma. Il vero e proprio cammino verso Santiago interesserà invece le giornate dall’1 al 5 agosto, con tappe a Pontedume, Betanzos e Siguiero. Prevista inoltre nel pomeriggio del 7 agosto un’escursione da Santiago a Finisterre, dove campeggia il cippo del km zero del pellegrinaggio e dove la tradizione vuole che i pellegrini raccolgano una conchiglia come simbolo e ricordo dell’esperienza compiuta. Davanti alla croce che spicca di fronte al mare, invece, i pellegrini pongono un sasso a ricordo del loro passaggio.

di Michela Altoviti da Roma Sette

26 luglio 2022

I giovani incontrano il Papa, porte aperte nelle parrocchie di Roma

Arriveranno da tutta Italia e saranno ospitati in oltre cento parrocchie romane i giovani che parteciperanno all’incontro dell’11 agosto con Papa Francesco. I cancelli del Circo Massimo saranno aperti alle 13. Alle 16.30 inizieranno le testimonianze in attesa dell’arrivo del Santo Padre (18.30). Alle 19 inizierà il momento culmine dell’incontro: la veglia di preghiera per il Sinodo. Seguirà la cena e, dalle 21.30 alle 23.30 una grande festa.

«I parroci e i rettori del centro – spiega don Antonio Magnotta, direttore del Servizio diocesano per la Pastorale Giovanile – metteranno a disposizione 16 chiese (per lo più nelle vicinanze del Circo Massimo) per la preghiera e per le confessioni». Il mattino successivo, 12 agosto, dalle 6 l’ingresso a San Pietro; alle 9.30 la Messa e a seguire la preghiera dell’Angelus con Papa Francesco.

«Quello di agosto – ha dichiarato all’agenzia Sir don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale giovanile della Cei – è il primo raduno dei giovani italiani con Papa Francesco che arriva dopo oltre quattro anni dalla sua elezione e si pone alla vigilia del Sinodo dei vescovi per il quale la Chiesa italiana ha sempre pregato».

 

Leggi l’articolo completo di Christian Giorgio su Romasette.it

I giovani e le relazioni, il nuovo video sull’ascolto

Pubblicato sul canale YouTube del Servizio diocesano per la pastorale giovanile il nuovo video dedicato all’ascolto dei giovani. Al centro di questo troviamo la tematica delle relazioni.

L’obiettivo, spiegano dalla Pastorale giovanile, è far confrontare i ragazzi con argomenti che solitamente non vengono loro sottoposti, senza però indirizzarli verso una risposta precostituita o un’offerta formativa, ma limitandosi ad ascoltare i loro pensieri e i loro sentimenti; possono così emergere spunti utili, tali da permettere un dialogo nuovo, partendo proprio dalle stesse parole dei ragazzi che hanno partecipato al video. Lo strumento utilizzato, prevede l’intervista di un campione di ragazzi che sia espressione del target di riferimento, ovvero giovani (di età compresa tra i 14 e i 22 anni) provenienti dalle diverse aree di Roma e rappresentativi di ogni ceto sociale. Gli interventi dei ragazzi confluiscono poi nei video, mediante l’utilizzo di un montaggio che conferisce al prodotto finale la forma e il ritmo tipica dei prodotti social. Successivamente, attraverso le modalità del “focus group”, verranno fatti vedere questi video ai ragazzi e si raccoglieranno le loro spontanee osservazioni.

 

19 luglio 2021

I giovani di Santa Lucia e di Veroli in vacanza con le famiglie ucraine

In santuario della Madonna di Canneto (Fr)

I ragazzi di Santa Lucia, i giovani di Veroli e le famiglie ucraine. In vacanza insieme, all’insegna dell’amicizia e della condivisione. La parrocchia romana e quella di Santa Maria del Giglio di Veroli (Frosinone) hanno avviato da tempo un progetto congiunto di accoglienza di mamme e bambini fuggiti dalla guerra in Ucraina. Ma con l’inizio dell’estate, racconta il parroco di Santa Lucia don Alessandro Zenobbi, «le famiglie ucraine hanno iniziato a vedere che quelle romane partivano per le vacanze. Abbiamo allora deciso di farle partecipare al campo dove sarebbero andati i ragazzi delle nostre due parrocchie».

Dall’11 al 16 luglio partiranno saranno 60 bambini, ai quali si aggiungono i due parroci – don Zenobbi e don Stefano Di Mario di Veroli, due sacerdoti collaboratori, 4 suore della Congregazione delle Carmelitane di San Giuseppe, 10 animatori e con l’aiuto e il sostegno di tre interpreti e don Sviatoslav, un sacerdote dell’Esarcato apostolico ucraino in Italia. «C’è grande attesa ed entusiasmo nel preparare questi sei giorni da trascorrere insieme tra la corona dei Monti della Valle di Canneto in Settefrati (Fr), ospiti della Casa del Pellegrino del Santuario della Madonna Bruna – dice don Zenobbi –. Il tema del campo vedrà lavorare insieme bambini e ragazzi ucraini e italiani, ma parallelamente anche le mamme profughe insieme e ai loro figli e che noi abbiamo accolto attraverso Caritas e dando vita al progetto tra parrocchie “Adotta una famiglia”».

A fare da filo conduttore, la storia di Po e dei Cinque Cicloni raccontata nel cartone animato “Kung Fu Panda”. «Dobbiamo imparare a seguire l’esempio del panda Po – prosegue il sacerdote –, chiamato a credere nei propri sogni, a riconciliarsi con i suoi fallimenti e le sue fragilità, a lottare con le sue paure lasciandosi guidare da chi desidera accompagnarlo nella vita standogli accanto, a credere nei propri talenti e a costruire il suo futuro dando voce al bene da costruire e non ai desideri di vendetta, di odio che possono abitare nel cuore. Ascoltando la voce del maestro, Po si sentirà dire: “Il passato è storia, il futuro è mistero, l’oggi è un dono, per questo si chiama presente”. Queste parole saranno il tema del campo, sul quale si struttureranno tutte le giornate».

«Vita comunitaria, preghiera, collaborazione, gioco, contatto con il creato, sono gli ingredienti con i quali vorremmo condire questa esperienza a ormai 5 mesi dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Ci auguriamo – è l’auspicio di don Zenobbi – che lo stare insieme, il prendersi cura l’uno dell’altro, riusciranno come nel film, a sconfiggere il Guerriero Dragone, il nemico, l’esperienza di male, non con la violenza e l’odio, ma togliendo gelosia e invidia, costruendo quella pace che non conosce lingua o nazione, né età, ma che è frutto di quella ricetta segreta, che si chiama umiltà, perseveranza, bontà. Siano giorni in cui crescere nella vera amicizia e nel desiderio di riscoprirci famiglia accorgendosi che ogni istante è dono, e va vissuto al meglio delle nostre possibilità, da veri figli di Dio che ci ripete rasserenandoci che “sarà con noi sempre”, anche nei momenti più bui della storia».

7 luglio 2022

I giovani di Roma sulle orme di san Paolo

I ragazzi romani si prepareranno all’incontro dei giovani con il Papa, l’11 e 12 agosto, con un pellegrinaggio sulle orme di san Paolo. Oltre 5mila i giovani attesi nella Capitale da tutte le diocesi d’Italia, che si prepareranno al raduno nazionale con un “cammino” che valorizzi i santi di ogni territorio. Ad ospitarli troveranno 100 parrocchie romane.

«Per noi sarà un po’ diverso – sottolinea il direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile don Antonio Magnotta -: per arrivare a Roma, dato che ci siamo già, dovremo uscire». Si partirà dunque da Pozzuoli, dove il santo di Tarso sbarcò nel 61, e si percorrerà la via Appia, da Itri a fondi, Toro Appio, Tre Taverne, fino all’Appia Antica, per arrivare a Roma, sulla sua tomba. Il pellegrinaggio, spiega don Magnotta, sarà caratterizzato da «esercizi spirituali itineranti».

Le iscrizioni al pellegrinaggio, organizzato con la collaborazione dell’Opera romana pellegrinaggi, sono aperte per tutto il mese di giugno. La quota di partecipazione – che comprende vitto, alloggio, ingresso ai luoghi e kit per la partecipazione all’incontro con il Papa – è di 200 euro e per le parrocchie della diocesi va corrisposta esclusivamente in Vicariato, dopo avere compilato le schede di iscrizione disponibili su www.pastoralegiovanileroma.it, entro il 30 giugno. Le cappellanie universitarie possono invece rivolgersi all’Ufficio Cultura e università del Vicariato.

da Romasette.it.

11 giugno 2018

 

I giovani della XX prefettura incontrano il vescovo Ricciardi

La Consulta di pastorale giovanile della XX prefettura annuncia un evento speciale rivolto ai giovani del territorio: l’incontro con il vescovo Paolo Ricciardi, che si terrà il prossimo venerdì 22 novembre alle ore 20 presso la parrocchia di San Giovanni Bosco.

Monsignor Ricciardi, ausiliare per il settore Est, incontrerà i giovani della prefettura per un momento di preghiera e dialogo. Questo appuntamento rappresenta un’importante occasione per i
giovani di confrontarsi e condividere momenti di riflessione e spiritualità insieme. L’evento è aperto a tutti i giovani dai 16 anni in su interessati a partecipare. Si comincerà in oratorio con una cena a base di pizza per poi spostarsi presso la basilica per la preghiera e il dialogo tra i giovani e il vescovo.

Per maggiori informazioni, contattare il referente don Angelo Riccobene, viceparroco a San Policarpo: d.angeloriccobene@gmail.com

19 novembre 2024

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