8 Agosto 2025

Il cardinale De Donatis al Ceis per la Messa di Natale

Il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà la messa di Natale nel Centro italiano di solidarietà don Mario Picchi Onlus, martedì 18 dicembre alle 18, nella sede di via Attilio Ambrosini 129. Parteciperanno i ragazzi delle comunità terapeutiche, le ragazze madri vittime di violenza, i migranti e i rifugiati politici ospiti del Centro insieme con i loro familiari e gli operatori delle diverse strutture.

«Il cardinale De Donatis ha scelto di vivere questo suo primo Natale da porporato insieme con la grande famiglia del Ceis – sottolineano dal Centro – per testimoniare la vicinanza della diocesi di Roma verso tutti coloro che spesso la società considera gli ultimi, ma che invece sono al primo posto nel cuore di Papa Francesco. Ma anche per rendere omaggio a don Mario Picchi, un prete della diocesi di Roma che con il suo “Progetto Uomo” è stato un pioniere, quasi mezzo secolo fa, nel contrasto a ogni tipo di dipendenza accogliendo chiunque bussasse alla sua porta senza alcuna discriminazione».

Ancora, «la presenza del cardinale De Donatis – afferma il presidente del Ceis Roberto Mineo – ci fa sperimentare ancora una volta la vicinanza della diocesi di Roma nella nostra lotta quotidiana contro i ‘trafficanti di morte’, come li ha giustamente definiti recentemente Papa Francesco, che vogliono distruggere le vite di tanti giovani e delle loro famiglie. Il nostro è un lavoro quotidiano per prevenire il disagio giovanile e familiare e per contrastare ogni tipo di fragilità e difficoltà sociale, per aiutare gli ‘ultimi’ a ritagliarsi un posto e un ruolo in questa società».

14 dicembre 2018

Il cardinale De Donatis ai sacerdoti: «Il dono della verginità, chiamata all’amore fecondo»

Foto di Cristian Gennari

Ricorre il 4 agosto la memoria liturgica di san Giovanni Maria Vianney, il “curato d’Ars”, protettore dei sacerdoti. E proprio in questa giornata il cardinale vicario Angelo De Donatis scrive ai presbiteri romani, condividendo con loro una riflessione sul senso profondo del sacerdozio, lanciando la proposta di un “cantiere” dei sacerdoti, «un invito cioè a riflettere insieme – spiega il vicario del Papa – sul nostro ministero in questo tempo, sulle gioie e le sofferenze, sulle speranze che ci muovono e le difficoltà che incontriamo».

In particolare, prosegue il porporato, «credo che siamo invitati a riscoprire insieme il dono della verginità, come chiamata all’amore fecondo e come dono da ricevere da Dio e da accogliere con l’apertura totale del cuore». Non si tratta «solo di rimanere casti», spiega il cardinale De Donatis. Piuttosto di «diventare vergini donando la vita agli altri e, dopo averla passata, lasciare serenamente che le persone si allontanino da noi. Verginità è anche sganciare, è vivere contenti del fatto che qualcuno possa essere felice grazie a me, e senza di me! Si può essere celibi senza diventare mai casti, si può essere casti senza diventare mai vergini».

L’invito a «diventare vergini», in questo cammino sinodale, è allora «una chiamata affinché la Chiesa di Roma sia rigenerata nell’Amore e nei tempi difficili che stiamo vivendo risplenda un rinnovato segno di bellezza, nella consapevolezza che non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me e ha dato la vita per me. E, attraverso di me, sacerdote, continua a dare la vita a tutti».

Il testo integrale della lettera del cardinale De Donatis

3 agosto 2022

Il cardinale De Donatis a Sant’Egidio: «Siate sempre segno di unità e comunione»

«La gioia che si respira nelle vostre case e nei vostri incontri è la risposta più bella alla proposta di gettare le reti che vi ha un giorno rivolto Gesù». Per il cardinale vicario Angelo De Donatis è palpabile il clima di festa e serenità, nella Messa per il cinquantunesimo anniversario di fondazione della Comunità di Sant’Egidio. Sabato 9 febbraio, in una gremita basilica di San Giovanni in Laterano, il porporato ha presieduto la celebrazione che ha festeggiato “il compleanno” dell’associazione.

Commentando il Vangelo della “pesca miracolosa”, il cardinale De Donatis ha ringraziato il Signore, che 51 anni fa aveva invitato dei giovani romani a «gettare le reti» sulla sua Parola. Quei giovani avevano scelto di vincere l’indifferenza, aprendo gli occhi e il cuore alla sofferenza degli altri. «Nel rendere grazie al Signore, voglio consegnarvi un ulteriore impegno – ha detto ancora il vicario –: siate in questa amata Chiesa di Roma un segno di unità e di comunione con tutti coloro che, come voi e insieme a voi, sentono la passione per il Vangelo e operano per annunciare che il Signore Gesù è risorto e offre a ciascuno di noi la speranza della vita. Non perdete occasione per lavorare in comunione con tutta la Diocesi, accogliete ogni opportunità per essere strumenti di pace e di fraternità anche qui, nella nostra Roma in trasformazione, nella città di Pietro che è assetata di verità e di solidarietà».

Il saluto di Marco Impagliazzo, al termine della celebrazione, ha ripreso le parole del cardinale: «Sant’Egidio – ha detto il presidente della Comunità – ama molto Roma, la sua gente, le sue periferie, soprattutto i suoi abitanti più poveri e vulnerabili. Giovanni Paolo II ci confidò che ogni volta che incontrava Sant’Egidio nel mondo, riconosceva uno spirito romano. E cioè uno spirito di apertura e di amicizia verso tutti, di realismo e di sogno. Il vero, grande, problema è che le nostre città sono popolate da molte, troppe solitudini; che la nostra società è malata di solitudine».

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11 febbraio 2019

Il cardinale De Donatis a Medjugorje: “Dio è fonte della vita”

«Lo Spirito vi renda sapienti come la Madre di Dio, che meditava ogni cosa nel cuore e come il grande dottore Sant’Alfonso de’ Liguori che nel Settecento rievangelizzò con intelligenza i cittadini della sua Napoli». Si è conclusa con questo augurio l’omelia del cardinale vicario Angelo De Donatis nella Messa che ha dato avvio, ieri primo agosto, alla 30ma edizione del Festival dei giovani. Nella sua edizione giubilare, il motto del festival di quest’anno è il motto evangelico “Seguimi”.

«Dio non è un reclutatore di personale – ha detto il cardinale De Donatis alla folla di giovani che hanno assistito alla celebrazione – ma la fonte della Vita e vuole che tutti vivano appieno. La sequela non ha età, non chiede di essere bravi o arrivati. Non ci sono curricula da presentare; nessuno può dire di non essere adatto alla santità in nome dei suoi errori e delle sue fragilità. La sequela teme le scorciatoie, non i peccati». Al Festival dei giovani parteciperanno due cardinali, quattro arcivescovi e due vescovi.

Leggi l’omelia completa.

Il cardinale Camillo Ruini dimesso dal Gemelli

Il cardinale Camillo Ruini è stato dimesso nel pomeriggio di ieri, lunedì 15 luglio, dal Policlinico Agostino Gemelli e ha fatto rientro nella sua abitazione. Il ricovero del porporato, avvenuto nella serata di sabato 6 luglio, si era reso necessario a causa di una ischemia cardiaca. Nel corso del ricovero, informa una nota del Gemelli, si è reso necessario l’impianto di un pace maker per stabilizzare il ritmo cardiaco eseguito con successo da un team di cardiologi dell’ospedale. Il cardinale Ruini proseguirà la convalescenza presso il suo domicilio.

16 luglio 2024

Il cardinale Angelo De Donatis visita la comunità di San Stanislao, l’unica a Roma affidata a un diacono permanente

Domenica 11 novembre, alle ore 10.30, il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà la Messa nella chiesa di San Stanislao (viale Rolando Vignali, 15), che rappresenta un caso unico nella diocesi di Roma: la comunità di Cinecittà non è infatti affidata alle cure di un sacerdote ma del diacono Andrea Sartori, che dallo scorso settembre vive nella canonica con la moglie Laura e i quattro figli (tre ragazzi di 20, 19 e 17 anni e una bambina di 10). Collabora con loro una équipe di diaconi, tra cui anche il diacono Enrico Valletta, originario proprio di San Stanislao. Celebra l’Eucarestia e confessa don Roko Celent, che è viceparroco nella vicina San Giuseppe Moscati.

«San Stanislao vive una speciale vocazione – spiega il vescovo ausiliare del settore Est, monsignor Gianpiero Palmieri – che è quella di diventare una diaconia: una comunità cristiana che, in sinergia con le parrocchie del territorio della prefettura, diventa uno spazio di accoglienza e di accompagnamento dei poveri e delle persone ferite e sole, in vista del loro sviluppo umano integrale. L’idea che c’è dietro è quella di recuperare una prassi antica della Chiesa, che prevedeva il sorgere di diaconie a fianco alle parrocchie, per il servizio dei poveri del territorio. A Roma ne è documentata l’esistenza fin dal VII secolo».

«Papa Benedetto ha scritto di questa antica istituzione ecclesiale in “Deus Caritas est”, nei nn. 23-25 – aggiunge monsignor Palmieri –; Papa Francesco ha parlato spesso del primato diaconale nella Chiesa e della necessità di mettere i poveri al centro della vita ecclesiale. La diaconia di San Stanislao rappresenta l’inizio di un cammino che riguarda non solo la prefettura XX ma tutta la comunità diocesana».

Andrea Sartori, 49 anni, è sposato con Laura dal 1996. L’anno successivo i due si sono trasferiti in Togo, in Africa, dove hanno vissuto con i ragazzi di strada e fatto formazione per animatori sociali (1997-1998). Rientrati in Italia, Sartori ha iniziato a lavorare per il Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo), ong dei salesiani, curandone la parte tecnica. Nel 2003 ha intrapreso il percorso per diventare diacono; è stato poi ordinato nel 2008. Da settembre svolge il suo ministero a San Stanislao, a cui fanno capo seimila fedeli. «La cosa importante – commenta – è di non essere di intralcio alla volontà di Dio e fare quello che Dio vuole. Per me il diacono è un ministro dell’amore di Gesù. Carità è amore, e amore si declina in tanti modi». Sulla novità che sta vivendo la comunità di Cinecittà, aggiunge: «Questa è una comunità lanciata verso il futuro. Il popolo di Dio deve essere sempre più protagonista, è un’occasione per la comunità cristiana di prendere in mano la propria vita, per ciascun fedele di riscoprire il proprio posto».

Quanto all’impegno peculiare verso i bisognosi, Andrea Sartori sottolinea come a San Stanislao ci siano «varie forme di povertà. Non solo quella materiale, pure l’abbandono, la solitudine. Ci sono tante persone separate, madri sole con i figli. E io penso che questa sia anche una diaconia dell’ascolto, un portare speranza dove speranza non c’è». Se da un lato sono presenti tanti parrocchiani in difficoltà, dall’altro ce ne sono molti che si danno da fare: «Mi ha colpito tanto la generosità di queste persone. In passato c’era anche una mensa per i poveri, e adesso ce n’è una a livello di prefettura. È presente pure un centro di ascolto che segue una quarantina di famiglie. Stiamo pensando, con altri diaconi, anche a una sorta di ambulatorio medico. C’è un grande fermento».

8 novembre 2018

Il cardinale Angelo De Donatis nuovo Penitenziere Maggiore. Il vescovo Daniele Libanori nuovo Assessore per la Vita Consacrata

Oggi il Santo Padre ha nominato Penitenziere Maggiore il cardinale Angelo De Donatis, finora vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma e arciprete della basilica papale di San Giovanni in Laterano. Papa Francesco ha inoltre nominato Assessore del Santo Padre per la Vita Consacrata monsignor Daniele Libanori, finora vescovo ausiliare della diocesi di Roma per il settore Centro.

Nato il 4 gennaio 1954 a Casarano (Lecce), De Donatis riceve la formazione spirituale prima presso il Seminario di Taranto e in seguito al Pontificio Seminario Romano Maggiore. Compie gli studi filosofici alla Pontificia Università Lateranense e quelli teologici presso la Pontificia Università Gregoriana, dove consegue la Licenza in Teologia Morale. Viene ordinato sacerdote il 12 aprile 1980 per la diocesi di Nardò‑Gallipoli e incardinato nella diocesi di Roma dal 28 novembre 1983. Nel suo ministero presso la Diocesi di Roma ha svolto numerosi incarichi, tra i quali ricordiamo quello di direttore spirituale al Pontificio Seminario Romano Maggiore dal 1990 al 2003 e di parroco di San Marco Evangelista al Campidoglio dal 2033 al 2015. Nel 1989 è stato nominato Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il 10 aprile 1990 Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato eappellano di Sua Santità. Dal 1° dicembre 2007 è Assistente Spirituale dell’Associazione Don Andrea Santoro. Dal 2014 al 2017 è stato Incaricato del Servizio per la Formazione Permanente del Clero. È stato membro del Consiglio Presbiterale Diocesano e del Collegio dei Consultori. Nel 2014 è stato chiamato da Papa Francesco a predicare gli Esercizi spirituali alla Curia romana in occasione della Quaresima. Il 14 settembre 2015 viene nominato da Papa Francesco Vescovo titolare di Mottola e Ausiliare di Roma, incaricato per la Formazione Permanente del Clero. Il 26 maggio 2017 Papa Francesco lo ha nominato, elevandolo in pari tempo alla dignità arcivescovile, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, arciprete della Basilica Papale di San Giovanni in Laterano e Gran Cancelliere della Pontificia Università Lateranense. Il 28 giugno 2018 durante il concistoro è stato creato cardinale da Papa Francesco, con il titolo presbiterale di San Marco. È membro della Congregazione per il Clero e della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

Monsignor Libanori è gesuita, finora vescovo ausiliare della diocesi di Roma per il settore Centro. Nato a Ostellato, in provincia di Ferrara, il 27 maggio 1953, ha compiuto il cammino di formazione al sacerdozio nel Seminario Arcivescovile di Ferrara. È stato ordinato presbitero l’11 giugno 1977 per l’arcidiocesi di Ferrara-Comacchio. È entrato nella Compagnia di Gesù il 26 dicembre 1991 ed ha emesso i voti solenni come gesuita il 18 ottobre 2002. Ha conseguito la Licenza in Teologia dell’Evangelizzazione presso lo Studio Teologico Bolognese e il Dottorato in Teologia della vita cristiana a Napoli presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale-Sezione San Luigi. Nominato ausiliare della diocesi di Roma il 23 novembre 2017, è stato ordinato vescovo il 13 gennaio 2018. Tra gli incarichi ricoperti in precedenza, ricordiamo che dal 1982 al 1991 è stato rettore del Seminario Arcivescovile di Ferrara – Comacchio; dal 1998 al 2003 è stato vicerettore della chiesa rettoria della Sapienza; dal 2003 al 2008 vicerettore della chiesa del Santissimo Nome di Gesù all’Argentina, della quale è poi è stato rettore dal 2008 al 2016. Ancora, dal 2004 al 2018 è stato esorcista nel Servizio Pastorale di Esorcismo; dal 2017 al 2018 commissario straordinario dell’Arciconfraternita di San Giuseppe dei Falegnami e, sempre nel 2017, reggente del Segretariato Nazionale dell’Apostolato della Preghiera e membro del Servizio per la Formazione Permanente del Clero. È membro della Congregazione per le cause dei santi.

6 aprile 2024

Il cardinale Agostino Vallini compie 80 anni: gli auguri della diocesi di Roma

S.Em. CARD. AGOSTINO VALLINI

Il cardinale Agostino Vallini, vicario emerito per la diocesi di Roma, compirà 80 anni domani, 17 aprile. Il cardinale vicario Angelo De Donatis formula gli auguri a nome di tutta la comunità diocesana di Roma.

«Eminenza – scrive il porporato –, sono lieto di rivolgerLe, a nome di tutta la comunità diocesana di Roma, gli auguri per un sereno e felice compleanno. Vorrei farlo condividendo con Lei alcune parole del Salmo Responsoriale della Messa del venerdì dell’Ottava di Pasqua che bene esprimono le ragioni della nostra gratitudine: “Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Dica Israele: “Il suo amore è per sempre”. Dicano quelli che temono il Signore: “Il suo amore è per sempre” (Sal 117, 1-4).

Questi versetti rivelano la certezza fondamentale della nostra vita e ci esortano a riporre sempre la nostra fiducia nel Suo amore misericordioso, come ci testimonia Lei, con la sua esistenza donata a Cristo e al servizio della Sua Chiesa. Ci uniamo con affetto e riconoscenza alla sua azione di grazie, nel benedire il Signore per il dono della Sua vita, per il Suo sacerdozio e per gli anni del Suo ministero svolto nella Chiesa di Roma.

Nella luce del Risorto che illumina e infonde speranza in questo nostro tempo, in spirito di comunione filiale, Le assicuriamo la nostra vicinanza spirituale e il nostro assiduo ricordo nella preghiera. Ad multos annos!»

Il cardinale Vallini è stato vicario generale per la diocesi di Roma dal 27 giugno 2008 – successe al cardinale Camillo Ruini – fino al 26 maggio 2017, quando Papa Francesco ha accolto la sua rinuncia all’incarico per sopraggiunti limiti di età, nominando al suo posto De Donatis. Tra gli incarichi ricoperti nell’ultimo periodo, quella di legato pontificio per le basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli in Assisi, di membro della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, della Congregazione per i vescovi, della Congregazione per le Chiese Orientali, della Congregazione per le cause dei santi, del Pontificio Consiglio per i testi legislativi e dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica.

16 aprile 2020

Il carcere apre le porte in occasione della Quaresima

Il carcere apre le sue porte in occasione della Quaresima. Nella Sala Teatro di Rebibbia Nuovo Complesso (via Raffaele Majetti 70), venerdì 10 marzo alle ore 16, è in programma una meditazione biblica tenuta da padre Alberto Maggi sul tema “Misericordia e Verità si incontreranno, Giustizia e Pace si baceranno”, alla quale potranno partecipare novanta persone interne al carcere, tra detenuti, volontari e operatori, e novanta persone comuni, previa iscrizione.

«È la prima volta che si tiene un’iniziativa di questo tipo – sottolinea il vescovo Benoni Ambarus –. Nella nostra epoca giustizialista, dove spesso, a proposito dei detenuti, si dice “buttate via la chiave”, noi invece vogliamo prendere in mano la chiave di quelle celle, aprirle e incontrare chi le abita. Perché nulla di ciò che è umano mi è estraneo. Non esiste l’errore “zero”, del quale non ci si possa pentire».

Gli fa eco don Stefano Rulli, tra i cappellani di Rebibbia Nuovo Complesso: «Si tratta di una iniziativa di spiritualità per aprire la dimensione del carcere alla diocesi. Speriamo che questo possa far conoscere di più la realtà carceraria, e aiutare a comprenderla, almeno un po’»

Per partecipare è necessaria l’iscrizione con nome cognome, indirizzo, data di nascita e fotocopia del documento, inviando tutto a cappellani.rebibbia@gmail.com entro il 5 marzo.

28 febbraio 2023

Il Cantiere missionario: Marocco, dove la Chiesa si fa locanda

Il vescovo Benoni Ambarus

Una Chiesa «che si fa locanda», quasi a restituire quell’accoglienza che la Sacra Famiglia non ha avuto a Betlemme. Usa l’immagine del dare riparo e calore a chi arriva da lontano il vescovo ausiliare Benoni Ambarus, delegato per la carità e i migranti e incaricato dell’Ufficio missionario diocesano, per raccontare la prima delle quattro tappe del suo recente viaggio in Marocco, compiuto dal 21 al 25 novembre per «strutturare e riorganizzare le esperienze di missione», così da «rilanciare l’animazione missionaria, dormiente in molti gruppi nel post- Covid».

In particolare, della visita a Oujda, all’estremità orientale del Paese, al confine con l’Algeria, riferisce «della grande azione di sostegno per i percorsi migratori compiuta dai padri della Consolata, che ogni anno accolgono tra i 2mila e i 3mila migranti provenienti dall’Africa subsahariana, in quei viaggi della speranza o, meglio, della disperazione, che non sono solo quelli fatti con i barconi ma anche attraverso il deserto». Nella struttura gestita dai religiosi «i rifugiati recuperano la condizione fisica ma anche un equilibrio sul piano psicologico, dopo anni vissuti nel terrore – spiega Ambarus –. Rimangono anche per qualche mese e poi ripartono, nel tentativo di dirigersi in Spagna, raggiungendo la città di Melilla, ma alcuni scelgono pure di tornare a casa perché non ce la fanno».

Il vescovo racconta di avere incontrato qui un giovane fuggito dalla Guinea equatoriale e diretto a Mali, in Algeria, che «mi ha raccontato e mostrato i segni delle esperienze di sequestro e di violenza fisica subita sia dai trafficanti che dalla polizia». Ambarus ha negli occhi anche «le cicatrici di un ragazzo di 15 anni, partito dal Ciad a 12», portando con sé le speranze della famiglia che ha fatto fuggire lui, il maggiore di 7 figli, «insieme ad uno zio e ad un cugino e con in tasca 150 dollari». Al vescovo ha detto di essere «anche un po’ arrabbiato, pur comprendendo la speranza di un futuro che la famiglia ha provato ad offrirgli, ma soprattutto è certo che non tornerà mai a casa e anche del fatto che se avesse saputo quello che lo attendeva non sa se sarebbe partito». Chi non regge «lo stress del lungo e difficile percorso di fuga – sono ancora le parole di Ambarus – arriva alla patologia anche psichiatrica, già dopo l’arrivo a Oujda, che passa attraverso il lancio in un fossato profondo 10 metri e che lascia ferite fisiche ma anche al di là del corpo».

È a questo tipo di fragilità che offre accoglienza la Chiesa di Casablanca, il polo commerciale del Marocco occidentale. Un altro «stile di accoglienza» è quello che il presule ha visto attuato a Fes, città nordorientale del Paese, dove «la Caritas paga l’affitto di alcuni appartamenti attuando un’accoglienza diffusa per i migranti, che vivendo in questo modo non “danno nell’occhio” e sperimentano una vicinanza da parte dei volontari, prevalentemente studenti universitari, che si occupano di loro, specialmente per quanto riguarda i pasti, e che aprono loro per primi gli occhi rispetto a questa realtà della migrazione».

Ancora, «l’attività di integrazione culturale» di Rabat, capitale del Marocco, è per Ambarus «un’opportunità da offrire quale esperienza missionaria per far conoscere e sperimentare la convivenza tra protestanti e musulmani che si attua nell’Università della città, con una facoltà di Teologia che è realmente ecumenica». La volontà è quella di «realizzare per i prossimi tre anni un progetto concreto di sostegno anche economico a queste attività, aprendo un “cantiere missionario” – spiega Ambarus –, ma senza correre il rischio di diventare solo una specie di bancomat», bensì secondo la logica del «dare e insieme ricevere, vivendo un’esperienza in loco alla quale è necessario prima formarsi e prepararsi per partire la prossima estate e ritornare essendo poi risorsa e risonanza per altri».

Da gennaio è in programma dunque un percorso di formazione «per il quale anche padre Giulio Albanese ci ha dato la sua disponibilità».

di Michela Altoviti da Roma Sette

19 dicembre 2022

Il Cantiere missionario: Burkina Faso, dove i miracoli esistono davvero

Paola Garbini Siani e suor Elisa Kidane a Wend Daboo

Pubblichiamo la testimonianza di suor Elisa Kidane, direttrice del Centro missionario diocesano, di ritorno dal Burkina Faso

Mi rigiro tra le mani una targhetta: Centre Wend Daabo – Ziniaré. Un indirizzo del luogo in cui verremo ospitati, in Burkina Faso don Benoni ed io. Fino al 24 novembre quel nome non mi diceva nulla… avevo solo l’impegno di memorizzarlo nel caso mi venisse chiesto durante il viaggio. Ma è bastato mettere piede su quel pezzetto di terra per capire il significato profondo, ampio e vasto di quel nome. Tradotto significa: Dio lo vuole… o volontà di Dio.
Ma andiamo con ordine. Un anno fa, con la forza di un ciclone la signora Paola Garbini Siani fa letteralmente irruzione nei nostri uffici del Centro Missionario in Vicariato. Non era nuova del posto… qualcuna la conosceva. Per me ma anche per don Ben invece era una novità. È bastata però mezz’ora di tempo per essere risucchiati nel vortice delle sue parole, dei suoi progetti, dei suoi bambini. Sembrava avesse il fuoco sotto i piedi, doveva ripartire per il Burkina… e tra un racconto e l’altro riuscì a strapparci una promessa: saremo andati a trovarla. Promessa che si fa spesso per dare una speranza alle persone che passano da noi, che ci consegnano i loro sogni e che vorrebbero condividere i loro desideri di un mondo migliore.

RIPRISTINARE I VIAGGI MISSIONARI
Una delle priorità del Centro Missionario è quello di ritornare sui passi intrapresi da anni e di andare oltre i confini romani. Sulla spinta di Papa Francesco che vuole una Chiesa in uscita, anche noi come Centro sentiamo la necessità di osare passi che oltrepassano le mura. Nostro desiderio è ristabilire contatti con le molte realtà romane sparse nel mondo. Incontrare i missionari e le missionarie, dare ai Progetti che giungono nei nostri uffici, nomi, volti, concretezza.
Ed è con questo ideale in cuore che vogliamo riappropriarci di quella buona pratica di andare all’incontro di chi cerca di farsi ogni giorno buona notizia.
Da gennaio a giugno del 2023 inizieranno dei momenti formativi con lo scopo di creare uno spazio di confronto, crescita e approfondimento della dimensione missionaria… alla fine ci sarà anche la possibilità di alcuni viaggi che verranno individuati nel corso dell’anno.
Avendo come obiettivo iniziare ad esplorare possibili mete, la proposta di Paola Garbini ci sembrava un’ottima occasione per verificare di persona la fattibilità.
Don Ben valuta la possibilità di vedere il Marocco, due giorni sufficienti per capire il progetto che la diocesi di Casablanca sta realizzando per l’accoglienza di migranti diretti verso l’Europa.
Neppure il tempo di ripensarci: Paola ci contagia subito con la sua energia comunicativa.
La lasciamo partire per il Burkina. Intanto ci pensiamo, ma sappiamo l’importanza di non lasciare macerare i progetti… se bisogna andare, è meglio realizzare il programma quanto prima.

SI PARTE

È bastato solo un accenno ad una possibilità: Paola, pensi che sia fattibile venirti a trovare… da quel momento esplode tutta la gioia di una donna che ha fatto della sua vita una totale donazione.
Messaggi vocali a raffica: fa l’elenco di quello che possiamo portare per i suoi neonati, ci manda il programma che ha compilato per noi, ci manda video dei bambini che già cantano la loro gioia per questa visita.
Da parte nostra ci sentiamo sommersi e incoraggiati a intraprendere un viaggio che capiamo subito essere colmo di umanità. Coinvolgiamo tutto il Vicariato… che non si è lasciato vincere in generosità e che da queste pagine desideriamo ringraziare di cuore.
L’ufficio del Centro diventa un mega magazzino di bontà… Paola Gasperini, esperta mamma, divide a seconda delle taglie tutto il ben di Dio che ci è arrivato dai vari uffici. Ci rendiamo conto che basta davvero poco per toccare le corde del cuore.
Arriva il giorno della partenza. Il 22 parte don Ben per il Marocco e il 24 parto io: appuntamento a Casablanca per proseguire poi insieme alla volta del Burkina Faso.

ZINIARÉ
Finalmente Wend Daabo quel nome così lontano e che tradotto significa La volontà di Dio si trasforma in manine pronte a lasciarsi abbracciare, occhietti che scrutano, sorrisi che sciolgono, canti e danze. Wen Daabo è il Centro che Paola sta costruendo per accogliere vite… neonati sopravvissuti alle loro mamme… Ma Paola non si ferma ad accoglierli, pensa ad un percorso lineare… Ecco allora pronta la scuola materna, poi la primaria. Poi, poi… dobbiamo frenarla. Lei già vede la scuola primaria, quella secondaria e chissà cosa ancora.
Nei suoi molteplici progetti disseminati in questi 20 anni di presenza in Burkina, Paola pensa sempre all’autosostentamento. Pozzo, perché l’acqua è vita, scuola: perché l’istruzione è vitale… e poi pane: ed ecco due panetterie che sfornano 6mila baghette al giorno.
In questa settimana Paola ci racconta, è come un fiume in piena. La sua infinita narrazione viene accompagnata puntualmente da aneddoti che hanno del miracoloso. E come si fa a non credere ai miracoli? Basta vedere questi bimbi che appena sentono arrivarci tendono le mani in cerca di quell’amore infinito di Dio.

19 dicembre 2022

Il campo per i giovani della Caritas diocesana

Foto Caritas Roma

Si svolgerà dal 9 al 14 giugno 2025 il campo estivo promosso dalla Caritas diocesana e destinato ai giovani dai 16 ai 18 anni. La proposta si pone in continuità con i percorsi e le progettualità attivate da Caritas Roma, nell’ambito dell’educazione alla pace, alla cittadinanza attiva e alla solidarietà.

Ogni giorno i ragazzi avranno l’opportunità di svolgere attività di volontariato in diverse opere segno presenti sul territorio diocesano: partendo dalla Cittadella della Carità, i giovani si sposteranno presso le mense di Colle Oppio e di Ostia, per poi vivere un’esperienza di servizio presso i centri di accoglienza per mamme con bambini e nelle strutture dedicate agli anziani, dove anche un semplice gesto può diventare occasione di ascolto, dialogo e condivisione tra generazioni.

In orario pomeridiano sono previsti incontri e testimonianze con gli operatori Young Caritas sulle tematiche legate alle persone senza dimora, all’immigrazione e ai minori non accompagnati.

Per informazioni e iscrizioni è possibile contattare il numero 06.88815152 o scrivere all’indirizzo mail volontariato.giovani@caritasroma.it.

29 maggio 2025

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