16 Agosto 2025

É entrata nella luce della Resurrezione Franca, mamma di Don Romano De Angelis

Roma, 20 agosto 2021

 

 

 

 

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,

il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

 

sono vicini al dolore di Don Romano De Angelis,

Parroco di San Luca al Prenestino,

per la morte della sua cara mamma

 

Franca

di anni 84

 

e, assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,

ricco di misericordia, perché conceda a Franca

il premio della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

 

 

 

I funerali si svolgeranno sabato 21 agosto 2021, alle ore 15,00,

presso la Parrocchia di San Luca Evangelista al Prenestino

(Piazza San Luca Evangelista 1).

Don Attilio Nostro nominato vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea

Foto di Cristian Gennari

Papa Francesco ha nominato nuovo vescovo della diocesi di Mileto – Nicotera – Tropea don Attilio Nostro, sacerdote della diocesi di Roma, finora parroco della comunità di San Mattia. Succede a monsignor Luigi Renzo.

L’annuncio è stato dato proprio nella parrocchia di Monte Sacro dal vescovo ausiliare per il settore Ovest monsignor Paolo Selvadagi, davanti ai fedeli riuniti per la Messa appena terminata. «Sono felice di annunciarci questa notizia», ha detto il vescovo ausiliare. «Don Attilio – ha proseguito – ha passato momenti importanti del suo vissuto pastorale nella diocesi di Roma. Preghiamo per lui perché sia assisto dal Signore e accompagnato dalla Madonna». La celebrazione eucaristica per l’ordinazione episcopale si terrà sabato 25 settembre alle ore 17 nella basilica di San Giovanni in Laterano; la Messa per l’ingresso del vescovo nella nuova diocesi è prevista invece per la settimana dopo, sabato 2 ottobre alle 17 nella cattedrale di Mileto.

Nato a Palmi (Reggio Calabria) il 6 agosto 1966, don Attilio Nostro è stato alunno del Pontificio Seminario Romano Maggiore. Ha conseguito il Baccalaureato in Filosofia e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana e la Licenza in Studi su Matrimonio e Famiglia presso la Pontificia Università Lateranense. È stato ordinato sacerdote da san Giovanni Paolo II il 2 maggio 1993 per la diocesi di Roma. Tra i servizi prestati nella diocesi del Papa, quelli di vicario parrocchiale a Santa Maria delle Grazie al Trionfale (1993-1995); di vicario parrocchiale a Gesù Divin Lavoratore (1995-2001); di parroco a San Giuda Taddeo (2001-2014); infine di parroco a San Mattia nonché di insegnante di religione cattolica presso l’Istituto scientifico Nomentano.

«Ho due riferimenti in cuore: uno per fedeli laici e uno per sacerdoti», ha detto don Attilio Nostro salutando la comunità che ha guidato per quasi sette anni. «Voi laici avete una grande responsabilità, quella di non farci sentire soli, di aiutarci nell’incredibile compito di instaurare il regno di Dio su questa terra. E poi una parola per i sacerdoti: un vescovo si deve sporcare le mani per liberare da tante fogne intasate nel nostro cuore. Ringrazio la parrocchia di San Mattia in particolare, e tutte le parrocchie in cui sono stato parroco e vice parroco: mi avete insegnato ad amare», ha proseguito commosso. «Mi sono sentito padre, fratello, sposo, ed è questo quello che voglio portare a questa comunità. Accompagnatemi con le vostre preghiere perché se il Papa mi ha voluto fortemente nella mia terra natìa, se ha scelto un parroco di Roma è un segno di fraternità e di ulteriore comunione. Ho imparato ad amare e desidero farlo ancora di più».

Nel messaggio per la comunità diocesana che è ora chiamato a guidare, il nuovo vescovo ha ricordato le sue origini calabresi. «Sono cosciente che il Signore mi sta innestando nella pianta di un territorio formato da gente laboriosa e dignitosa ma troppo spesso costretta a misurarsi con un tessuto sociale umiliato dalla piaga della disoccupazione che rende ancora più difficile il futuro di tante giovani famiglie costrette al doloroso distacco dell’emigrazione. Questo fu anche il destino della mia famiglia che 36 anni fa condusse i miei passi da Palmi verso la città di Roma». (Ha collaborato Mariaelena Iacovone)

Leggi il messaggio alla nuova diocesi

19 agosto 2021

Lezioni scolastiche negli spazi parrocchiali: rinnovato il protocollo

Centinaia di ragazzi romani potranno seguire le lezioni scolastiche nelle aule del catechismo e negli spazi parrocchiali anche per il 2021-2022. È stato infatti rinnovato il protocollo di intesa che era stato firmato il 28 luglio 2020, sottoscritto dal cardinale vicario Angelo De Donatis per il Vicariato di Roma, dalla sindaca Virginia Raggi per Roma Capitale, da Teresa Maria Zotta per Città metropolitana di Roma Capitale e da Rocco Pinneri per Ufficio scolastico regionale per il Lazio.

Molte scuole, infatti, avevano potuto contare sull’aiuto offerto dalla diocesi, e solo grazie agli spazi messi a disposizione molti istituti avevano potuto garantire lezioni in presenza per tutti. Si legge infatti nel documento: «Roma Capitale e Città metropolitana di Roma Capitale procederanno, con l’ausilio dell’Ufficio scolastico regionale per il Lazio e dei competenti dirigenti scolastici, all’effettuazione di una ricognizione dei fabbisogni di ulteriori spazi utili e segnaleranno al Vicariato le esigenze rilevate, specificando altresì l’area urbana di interesse e fornendo, per ciascun istituto, informazioni sulla popolazione scolastica servita». Dal canto suo, il Vicariato farà da tramite con le parrocchie e gli altri enti religiosi, che «metteranno a disposizione, secondo le proprie possibilità, ambienti chiusi e aree scoperte che possano consentire ai diversi istituti di ampliare lo spazio-scuola e rispettare con maggiore cura le indicazioni (in primis il “distanziamento fisico”) fornite dalle autorità governative e sanitarie per prevenire, nel contesto scolastico, forme di contagio da Covid-19».

Soddisfazione è stata espressa da tutti i firmatari, con l’auspicio che questa possa diventare «una prassi consolidata». Commenta Rosario Salamone, direttore dell’Ufficio scuola del Vicariato: «Di fronte all’esigenza e alla necessità, la Chiesa risponde sempre andando incontro, tendendo la mano. La consuetudine alla solidarietà è nelle corde della Chiesa. Abbiamo ragionato – aggiunge – avendo a cuore il tema della formazione dei ragazzi, la possibilità di far esprimere il loro potenziale in pienezza, cosa che la dad dimostrato di non consentire».

Leggi il protocollo firmato il 28 luglio del 2020

3 agosto 2021

É tornato alla Casa del Padre P. Cesar Florentino Quinde Calderon, S.D.V.

Roma, 05 agosto 2021

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,

il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

annunciano che ieri, 4 agosto 2021,

memoria di San Giovanni Maria Vianney,

è entrato nella luce della Resurrezione

 

il Rev.do

P. Cesar Florentino Quinde Calderon, S.D.V.

di anni 49

        Vicario parrocchiale della Parrocchia San Filippo Apostolo

dal 2020,

Vicario Parrocchiale della Parrocchia Santa Felicita e Figli Martiri

dal 2007 al 2010,

e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,

lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio

e alla preghiera di suffragio dei fedeli,

invocando la pace e la gioia del Signore.

 

I funerali si svolgeranno mercoledì 11 agosto, alle ore 11:00,

presso la Parrocchia San Filippo Apostolo

(Via di Grottarossa, 193)

Un anno di “Alleanza per Roma”: oltre 2.500 persone sostenute

Oltre 2.500 le persone sostenute; 920 le domande presentate; tre le tipologie di misure proposte tra sussidi, sostegni al reddito e inserimento lavorativo; 400 i volontari impregnati in 75 Presidi Territoriali di Ascolto distribuiti su tutta Roma. Sono i dati del progetto “Alleanza per Roma”, che ha concluso il 31 luglio scorso la prima fase di attività. Il report finale dell’iniziativa è stato presentato oggi, 3 agosto, in una conferenza stampa che si è tenuta nella Sala degli Imperatori del Palazzo Apostolico Lateranense, alla presenza dell’arcivescovo Gianpiero Palmieri, vicegerente della diocesi di Roma; del vescovo Benoni Ambarus, delegato per la Carità e già direttore della Caritas diocesana; del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e della sindaca di Roma Capitale Virginia Raggi.

L’iniziativa è nata su invito di Papa Francesco che il 10 giugno 2020 ha istituito il Fondo “Gesù Divino Lavoratore” per sostenere quanti sono stati maggiormente colpiti dalla crisi economica dovuta alla pandemia da coronavirus; ad esso – su richiesta del Santo Padre – hanno aderito la Regione Lazio e Roma Capitale costituendo l’Alleanza per Roma. Allo stanziamento della diocesi di Roma di un milione di euro si è aggiunto il contributo di Regione Lazio e Roma Capitale entrambi con 500 mila euro. Nel corso del suo funzionamento, inoltre, hanno contribuito con donazioni sia aziende che privati cittadini con 201 mila euro.

L’idea ispiratrice è stata quella di attivare, in una relazione di aiuto e di prossimità, percorsi di accompagnamento e promozione sociale, in cui le persone potessero essere protagoniste della propria rinascita e di quella della comunità. La metodologia di lavoro si basa su quattro cardini – compartecipazione, generatività, accompagnamento, alleanze – per fornire risposte e strumenti concreti di soluzione alle problematiche, creando allo stesso tempo cultura sociale, pastorale e innovazione a partire dai fatti.

«L’Alleanza per Roma – spiega il vescovo Ambarus – intende essere un segno, portatore di una profezia e di una testimonianza. In questo anno abbiamo agito con la consapevolezza dei “cinque pani e due pesci”, cioè sapendo delle risorse molto limitate rispetto alle richieste. Ma siamo contenti e orgogliosi di poter raccontare come siamo riusciti a vivere il miracolo della moltiplicazione. Le comunità si sono rese conto meglio di quello che stava succedendo e, incontrando le persone, le famiglie, hanno offerto non solo risorse finanziarie o percorsi lavorativi, ma anche compagnia, relazione, accompagnamento. Si è ingrandita la famiglia attorno alle famiglie che chiedevano aiuto; tutti siamo diventati più consapevoli che insieme possiamo fare tanto, che con il poco possiamo fare molto».

«Alleanza – sottolinea l’arcivescovo Palmieri – è un termine e atteggiamento che ha come scopo un’unione di forze per affrontare insieme una difficoltà, raggiungere uno scopo ben preciso. Per noi cristiani, alleanza è una parola biblica fondamentale: Dio è talmente vicino a noi che mischia la sua storia con la nostra, che rischia e condivide la sua vita con quella del suo popolo e di ogni essere umano. Ed è per questo che noi non possiamo non vivere la stessa dimensione nei confronti degli uomini e delle donne che incontriamo, specie i più fragili. Con la nostra presenza, con il nostro stare affianco, dichiariamo nei fatti questa prossimità di Dio ad ogni uomo e ad ogni donna».

«Roma è città della solidarietà e della generosità – dichiara la sindaca Raggi – e Alleanza per Roma è un virtuoso esempio di come – tutti insieme, facendo rete, unendo forze, risorse ed energie – sia possibile occuparsi dei più deboli e garantire loro dignità e supporto».

«Come Regione Lazio – commenta il presidente Zingaretti – siamo orgogliosi di aver partecipato all’iniziativa lanciata oltre un anno fa dal Santo Padre con il Fondo Gesù Divino Lavoratore: un intervento vitale per tantissime persone che hanno trovato un’ancora di salvezza e un aiuto concreto nella Caritas, nella straordinaria rete del volontariato, nei presidi parrocchiali, nelle tante donne e uomini generosi che – anche con la minaccia del virus che girava – si sono messi a disposizione per gli altri».

Il report completo su caritasroma.it

3 agosto 2021

Gli auguri del cardinale ai sacerdoti nella festa di san Giovanni Maria Vianney

Nella memoria liturgica di san Giovanni Maria Vianney, Curato d’Ars, il cardinale vicario Angelo De Donatis invia una lettera di auguri a tutti i sacerdoti romani.

La missiva si pare con una antifona alla comunione: “Beato quel servo che il Signore, arrivando, troverà vigilante: lo metterà a capo di tutti i suoi beni” (Cf. Mt 24, 46-47).

Quindi prosegue:

Carissimo fratello nel presbiterato,
ti auguro sull’esempio di S. Giovanni Maria Vianney, di essere “un pastore mirabile per lo zelo apostolico” e che la tua carità possa “guadagnare a Cristo i fratelli”. Ti assicuro la mia preghiera in questo tempo estivo e ti auguro con tutto il cuore di ri-posare, cioè di riposizionare tutta la tua vita in Cristo.
Un abbraccio!
Don Angelo

4 agosto 2021

Pagine di storia religiosa: La Madonna delle Grazie a Porta Angelica, oggi al Trionfale

di Domenico Rocciolo

Percorrendo via di Porta Angelica verso piazza del Risorgimento, all’angolo di uno degli ultimi edifici, appare l’edicola che accoglie la copia musiva dell’icona della Madonna delle Grazie, un tempo venerata nella chiesa dell’Ascensione di Nostro Signore che si ergeva proprio in quel punto e poi nel 1941 esposta nel nuovo santuario parrocchiale che porta il suo nome al Trionfale.

Sotto il mosaico vi è un’iscrizione che richiama l’attenzione dei passanti: «Salutate in questa immagine la B. Vergine Maria delle Grazie portata nell’anno 1587 da Gerusalemme a Roma dall’eremita f. Albenzio De Rossi. L’originale già esposto qui nel santuario demolito per ragioni di pubblica utilità si venera ora nella nuova chiesa al piazzale Francesco Morosini (oggi di S. Maria delle Grazie) che la munifica pietà dei pontefici Pio XI e Pio XII ricostruì e dedicò A. D. MCMXLI».

L’immagine della Madonna delle Grazie, databile tra l’XI e il XII secolo, fu in effetti molto amata dai devoti romani nel corso dei secoli, come dimostrano i riti delle sue tre incoronazioni, avvenute le prime due per iniziativa del Capitolo Vaticano il 9 giugno 1644 in chiesa e il 22 giugno 1924 in piazza San Pietro alla presenza di trecentomila persone e la terza per mano di san Giovanni Paolo II il 16 dicembre 1984 durante la sua visita pastorale.

Il merito di una tale notorietà va attribuito, però, a Papa Sisto V, che il 3 giugno 1587 concesse a fra Albenzio De Rossi di edificare non solo la chiesa dell’Ascensione, ma un cenobio per gli eremiti e un ospizio per i poveri. L’eremita calabrese legò le sue opere a una suggestiva esortazione: «facemo bene adesso che havemo tempo» e quando il 19 aprile 1606 morì, la chiesa, il cenobio e l’ospizio furono sovrastati dalla pietà dei fedeli, che instancabilmente cominciarono a invocare la Madonna delle Grazie. Ogni giorno mendicanti, malati e pellegrini si recarono a venerare la sacra icona elevando le loro preghiere. Lo stesso avvenne nel 1806, quando la chiesa passò ai Padri dell’Ordine della Penitenza. Dopo la distruzione del santuario avvenuta tra il 1936 e il 1939, la sacra effige, che era stata custodita in Vaticano, tornò finalmente all’affetto dei romani nella sua nuova sede.

23 luglio 2021

La conferenza stampa di presentazione dell’attività realizzata dal Fondo Gesù Divino Lavoratore

Il Fondo Gesù Divino Lavoratore, nato nel luglio del 2020 dall’iniziativa di Papa Francesco per sostenere quanti sono stati maggiormente colpiti dalla crisi economica dovuta alla pandemia da coronavirus, al quale hanno aderito la Regione Lazio e Roma Capitale con l’Alleanza per Roma, ha concluso la prima fase di attività. Le iniziative promosse e realizzate con il coordinamento dalla Caritas diocesana verranno presentate alla stampa martedì 3 agosto, alle ore 10, nella Sala degli Imperatori, al primo piano del Palazzo Apostolico Lateranense (piazza San Giovanni in Laterano 6/a – piazza Giovanni Paolo II, 1).

Saranno presenti l’arcivescovo Gianpiero Palmieri, vicegerente della diocesi di Roma; il vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per la Carità e già direttore della Caritas diocesana; il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti; e la sindaca di Roma Capitale Virginia Raggi.

Al termine della presentazione i relatori saranno disponibili per le interviste. La presentazione verrà trasmessa in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma.

28 luglio 2021

“Green pass” e celebrazioni liturgiche, cosa c’è da sapere

Giorno 29 luglio, la presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha diramato una scheda informativa e di chiarimenti sul decreto legge del 23 luglio 2021 che introduce l’obbligo di munirsi di certificazione verde (Green pass) per usufruire di alcuni servizi o prendere parte ad alcune attività determinate dalla legge. Per quanto riguarda la partecipazione alle celebrazioni – chiarisce la Cei – non è richiesta alcuna certificazione. Si continuerà invece a osservare quanto previsto dal Protocollo siglato tra Cei e governo il 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico scientifico: mascherine, distanziamento tra i banchi, comunione solo nella mano, acquasantiere vuote.

La scheda della Cei – inoltrata dal prelato segretario mons. Pierangelo Pedretti ai sacerdoti di Roma – precisa che non è richiesta la certificazione neanche per le processioni. Restano valide le raccomandazioni e le misure comunicate l’11 giugno 2020: obbligo d’indossare la mascherina e di mantenere una distanza interpersonale di 2 m per coloro che cantano e 1,5 m per tutti gli altri fedeli. Ciò, in modo particolare, per evitare assembramenti. «Queste misure, tenendo conto della varietà di tradizioni e delle diverse prassi nelle diocesi, sono ancora attuali e possono continuare a essere garantite – si legge nel testo -. Criteri di riferimento restano il buon senso e l’andamento della situazione epidemiologica nel luogo e nel momento in cui si svolge la processione».

A partire dal 6 agosto la certificazione diventa obbligatoria per accedere ad altre attività organizzate o gestite da enti ecclesiastici: servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio (anche bar) per il consumo al tavolo, al chiuso; spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportive; musei, altri istituti e luoghi di cultura e mostre; sagre e fiere, convegni e congressi; piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso; centri culturali, centri sociali e ricreativi, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, dei centri estivi, e le relative attività di ristorazione. Sono esplicitamente esclusi dall’obbligo di possedere la certificazione verde i partecipanti ai centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi, e le relative attività di ristorazione.

Non è necessario il Green pass per le persone coinvolte nei centri estivi parrocchiali – oratori estivi, Cre, Grest e così via -, anche se è previsto il consumo di pasti. La certificazione è invece necessaria per partecipare ai ricevimenti successivi a celebrazioni civili o religiose (feste di nozze o altre ricorrenze) e per accedere alle Rsa. Sono esenti dall’obbligo del Green pass i minori di età inferiore ai 12 anni e i soggetti esenti sulla base d’idonea certificazione medica. Il controllo della certificazione, chiariscono dalla Cei, spetta agli organizzatori dell’attività.

Scarica qui la scheda “Green pass” e celebrazioni liturgiche

Scarica qui il protocollo Cei – Ministero dell’Interno

30 luglio 2021

È entrata nella luce della Resurrezione madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

annunciano che ieri, 28 luglio,
è entrata nella luce della Resurrezione

la Rev.da
Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia
di anni 92

Fondatrice dell’Opera della Chiesa

e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,
la affidano all’abbraccio misericordioso di Dio
e alla preghiera di suffragio dei fedeli,
invocando la pace e la gioia del Signore.

I funerali si terranno domenica 1° agosto 2021, alle ore 15.00
presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura

“Questo mistero è grande”: la scheda esplicativa

Per lo sfondo dell’immagine si è scelto l’episodio delle nozze di Cana di Galilea.

L’interpretazione che emerge dall’immagine si rifà al grande padre della Chiesa Giacomo di Sarug. Quando la Genesi ci dice: “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne” (Gen 2,24), si tratta di una immagine velata. Si parla dell’unità nell’amore dell’uomo e della donna, ma in realtà Mosè vide Cristo Figlio di Dio e la Chiesa, l’unità del Figlio di Dio e dell’umanità nell’amore assoluto del Padre e del Figlio. Ma, spiega Giacomo, ritenendo che il popolo non fosse ancora in grado di vedere, Dio ha velato questo mistero con l’immagine uomo-donna. Ma, quando le nozze del Figlio si sono consumate nella sua Pasqua, viene Paolo e tira via il velo e parla del matrimonio esclamando: “Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!” (Ef 5,21).

Infatti, nel dipinto, il servo che versa il vino agli sposi ha il volto con i tratti di san Paolo secondo l’antica l’iconografia cristiana. Così si può contemplare l’unità indissolubile di Cristo e della Chiesa come fondamento del matrimonio. Il sacramento dell’amore tra l’uomo la donna fonda gli sposi nell’amore tra Cristo e la Chiesa e a sua volta il matrimonio come sacramento è l’espressione di questo amore realizzato nell’unità di Cristo e dell’umanità. Come ogni sacramento, così anche il matrimonio realizza la trasformazione. Anche la famiglia, che di per sé fa parte di un’esistenza secondo la natura come caratteristica degli esseri viventi, degli uccelli, dei pesci, degli animali…, in Cristo viene trasfigurata perché per lo Spirito Santo ci viene data la partecipazione all’amore di Cristo per la sua Chiesa. A Cana, nella trasformazione dell’acqua in vino, si aprono gli orizzonti del sacramento, cioè del passaggio dal vino al sangue di Cristo. Si tratta dell’eucaristia, il sacramento che ci realizza e ci manifesta come il Corpo di Cristo, partecipi della sua stessa vita. Paolo sta infatti versando lo stesso sangue che la sposa raccoglie nel calice: è la sua bevanda di vita secondo l’amore, cioè la comunione delle Persone divine. Paolo versa questo sangue a noi. Così diventa manifesto che la famiglia si svincola dal sangue come solo fatto naturale per essere trasfigurata secondo l’unione nel sangue di Cristo, attraverso il sacramento del matrimonio, che manifesta il nucleo costitutivo della stessa Chiesa come metteva in evidenza già san Giovanni Crisostomo.

La famiglia è una realtà ecclesiale in quanto partecipazione alla vita di Cristo, di cui, come direbbe Nicola Cabasilas, siamo veramente consanguinei.

Per l’uso dell’immagine si prega di citare l’autore con la seguente dicitura: Opera di p. Marko Ivan Rupnik, 2021

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28 luglio 2021

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