25 Agosto 2025

Sull’ascolto dei poveri il settimo incontro delle équipe pastorali

L’ascolto dei poveri è al centro del settimo incontro di formazione per i membri delle équipe pastorali, sabato 17 aprile alle ore 10.

I lavori sono stati aperti dalla lettura di un brano biblico (Atti 6, 1-7); quindi ha preso la parola don Gennaro Pagano, psicologo e psicoterapeuta, direttore della Fondazione “Centro Educativo Regina Pacis” della diocesi di Pozzuoli e cappellano dell’Istituto Penale per Minorenni di Nisida.

Spazio quindi alle testimonianze: Nicola, volontario della parrocchia di San Francesco di Sales, educatore che lavora da anni con disabili e minori in difficoltà; Grazia, volontaria della parrocchia di San Fulgenzio e referente Caritas per la XXXV Prefettura; infine Marco, volontario della parrocchia di San Pancrazio, referente Caritas per la XXX Prefettura.

Quindi ha parlato don Benoni Ambarus, vescovo eletto ausiliare di Roma, che ha presentato alcune indicazioni pratiche sull’ascolto dei poveri.

15 aprile 2021

Cittadinanza e impegno, l’incontro della Commissione per il Laicato Cel

“Abitare il nostro tempo. Cittadinanza e impegno politico dei cattolici” è il titolo dell’iniziativa promossa dalla Commissione per il Laicato della Conferenza episcopale laziale, che si terrà l’8 maggio dalle ore 16. Un pomeriggio di ascolto e condivisione on line, che si terrà sulla piattaforma Zoom.

Ad introdurre i lavori sarà Maria Graziano, incaricata del Laicato per la Cel. Prenderà poi la parola padre Francesco Occhetta, gesuita, scrittore e direttore di “Comunità di connessioni”; quindi Giuliana Di Fiore, docente all’Università di Napoli e assessore al Comune di Giugliano; e ancora l’arcivescovo Luigi Vari, presidente della Commissione per il Laicato della Cel. A moderare gli interventi sarà Pierluigi Vito, giornalista di Tv2000.

«L’idea nasce dal desiderio di coinvolgere il laicato in una riflessione su un impegno civile e politico – spiega padre Giuseppe Castelli, delegato della diocesi di Roma nella Commissione –; c’è sì un elemento di riflessione ma il punto forte dell’evento è che verranno presentate delle buone pratiche, delle esperienze ben riuscite».

La Commissione per il Laicato della Cel è composta dai rappresentanti delle aggregazioni laicali presenti nel Lazio, i delegati laici delle diocesi della Regione, i presidenti – segretari della Consulte diocesane delle aggregazioni laicali, i sacerdoti assistenti e/o delegati per il laicato delle diocesi della Regione.

Per le iscrizioni c’è tempo fino al 5 maggio: http://bit.ly/2RIVtU2

14 aprile 2021

La Chiesa di Santo Spirito in Sassia, santuario della Divina Misericordia

Santo Spirito in Sassia

A cura delle Missionarie della Divina Rivelazione

Santa Faustina Kowalska (1908-1938) e San Giovanni Paolo II (1920-2005) sono stati i due grandi araldi della Divina Misericordia: entrambi provenienti dalla Polonia, sono stati accomunati dal progetto di Dio di far conoscere al mondo il Suo grande amore e interesse per la salvezza eterna di ogni uomo. Le loro orme, per disposizione della Provvidenza Divina, si sono intrecciate a Roma nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, dove il 1° gennaio 1994, per volere dello stesso Giovanni Paolo II, la chiesa fu dedicata al Culto della Divina Misericordia, così come è stato auspicato attraverso la testimonianza e l’esperienza mistica di Suor Faustina. La festa della Divina Misericordia viene celebrata, come richiesto da Gesù a Suor Faustina, nell’ottava di Pasqua, la Domenica in Albis.

Il Papa aveva conosciuto il messaggio della Divina Misericordia a Cracovia, quando negli anni del regime nazista lavorava come operaio nello stabilimento chimico Solvay, che si trovava proprio vicino al monastero dove Suor Faustina morì il 5 ottobre 1938.

Fin dalle origini, come oggi, la chiesa di Santo Spirito in Sassia è stato l’oratorio di un complesso ospedaliero. Fu fondata nel 727 dal re dei Sassoni, Ina, insieme ad un ospizio per i pellegrini della sua terra. La chiesa era chiamata “Sancta Mariæ super schola Saxonum”, e l’ospizio era detto schola Saxonum. Le scholae erano strutture assistenziali e caritative di accoglienza dei pellegrini, che numerosi accorrevano per poter pregare sulla tomba del Principe degli Apostoli. La più antica fu proprio la schola Saxonum, proprietaria di un esteso territorio oltre il Tevere, costituente un intero quartiere, detto in sassone “Burg” (borgo), nome poi rimasto per designare l’intero rione.

Più volte distrutto, il complesso della schola fu trasformato nel 1198 per volere di Papa Innocenzo III in un grande ospedale ed assunse il nome di “Santo Spirito”, essendo stato affidato ai frati ospedalieri di Santo Spirito, istituiti da Guido di Montpellier nel 1178 per la cura degli infermi.

Nel 1527, durante il sacco di Roma, la furia devastatrice dei Lanzichenecchi, distrusse il Complesso di Santo Spirito, rimasero in piedi solo l’ospedale e la torre campanaria del 1475, volute da Papa Sisto IV e ancora oggi sussistenti.

Nel 1538, papa Paolo III affidò la ricostruzione all’architetto Antonio da Sangallo il Giovane, che diede l’assetto attuale alla Chiesa con il nuovo titolo di “Santo Spirito in Sassia”, la fabbrica dell’intero Complesso ebbe termine nel 1590 grazie a Papa Sisto V.

Entrando nello spazio sacro della chiesa, troviamo una grandiosa e luminosa navata absidata con cinque cappelle semicircolari per lato, sormontata dal prezioso soffitto ligneo di Antonio da Sangallo.

Nel 1582 Jacopo Zucchi, allievo di Giorgio Vasari, fu chiamato ad affrescare il presbiterio e l’abside. Nel catino absidale viene rappresentato il Redentore glorioso sulle nubi. Sotto il Cristo, santi e angeli fanno da corona alla splendente colomba dello Spirito Santo, pronta a discendere nella tribuna sottostante, dove un’ampia cornice prospettica, formata da preziose colonne ed archi, costituisce il degno sfondo alla rappresentazione della Pentecoste. Maria è al centro dell’ampio cortile ed è contornata da più di 70 figure tra Apostoli e discepoli. L’elegante cortile richiama l’antico tempio di Gerusalemme, sostituito dal nuovo Tempio, il Corpo mistico di Cristo che è la Chiesa.

Sopra l’altare maggiore del 1600 si erge l’elegante tabernacolo sorretto da due angeli adoranti in legno dorato, opera dello scultore Monsù Lorenzo Tedesco.

Nella terza cappella di destra, due maestosi angeli, recanti sul capo cesti di fiori, fanno da cornice alla splendida pala d’altare di Gesù Misericordioso, opera del pittore P. Moskal di Cracovia, donata il 23 aprile 1995, dal Santo Padre Giovanni Paolo II. Gesù, vestito di una candida tunica, ha una mano alzata per benedire, mentre l’altra tocca sul petto la veste, da cui escono due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro bianco. Il raggio rosso rappresenta il Sangue che dona la Vita Eterna, il raggio bianco l’Acqua che giustifica le anime dei peccatori. Ai piedi dell’immagine vi è la scritta: «Gesù confido in Te!». Sul lato destro dell’altare un prezioso reliquiario conserva le reliquie di Santa Faustina. Alle suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, consorelle della Santa, è stata affidata la cura materiale e soprattutto quella spirituale di questo santuario.

Nella quarta cappella, al lato sinistro della navata, un maestoso ritratto di San Giovanni Paolo II, ha preso il posto dell’antica pala d’altare raffigurante la Deposizione, opera di Livio Agresti. In una elegante teca d’argento dorata di forma rotonda, sul lato destro dell’altare, è custodita la reliquia del sangue del Papa.

Nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, prezioso scrigno di arte e fede, si innalza ogni giorno la preziosa preghiera della Corona alla Divina Misericordia, insegnata da Gesù a santa Faustina, eredità affidata alla Chiesa per la salvezza del mondo: «Concederò grazie senza numero a chi reciterà questa corona. Se recitata accanto a un morente non sarò giusto giudice ma Salvatore». Con tanta umiltà e abbandono, facciamo nostra la preghiera che dal Cuore trafitto di Gesù, sorgente della Misericordia, fa scaturire innumerevoli grazie: “Gesù, io confido in Te!”.

12 aprile 2021

E’ entrato nella luce della Resurrezione monsignor Pietro De Felice

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

annunciano che il 10 aprile 2021
è entrato nella luce della Resurrezione

il Rev.do
Mons. Pietro De Felice
di anni 64

Cancelliere Vescovile della Diocesi di Caserta,
Giudice istruttore del Tribunale di Appello del Vicariato di Roma
dal 2005 al 2010,
Giudice esterno del medesimo Tribunale
dal 2003 al 2005,

e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,
lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio
e alla preghiera di suffragio dei fedeli,
invocando la pace e la gioia del Signore.

I funerali si sono svolti oggi, lunedì 12 aprile 2021, alle ore 11.00,
presso la Parrocchia di San Biagio Vescovo a Limatola (BN)

12 aprile 2021

Sui social i video dedicati all’ascolto

Foto di Cristian Gennari

Video creati da ragazzi e pensati per i loro coetanei, dedicati all’ascolto: questa l’iniziativa della Pastorale giovanile diocesana pensata per questo tempo in cui è difficile raggiungere i ragazzi “dal vivo”. Ecco, allora, che i social diventano strumento importante di evangelizzazione, grazie appunto alla possibilità di pubblicare video sulle pagine YouTube, Facebook e Instagram del Servizio diocesano.

«L’obiettivo – spiega don Alfredo Tedesco – è farli confrontare con argomenti che solitamente non vengono loro sottoposti, senza però indirizzarli verso una risposta precostituita o un’offerta formativa, ma limitandosi ad ascoltare i loro pensieri e i loro sentimenti; possono così emergere spunti utili, tali da permettere un dialogo nuovo, partendo proprio dalle stesse parole dei ragazzi che hanno partecipato al video».

Per realizzarli (Qui la playlist completa) sono stati intervistati un campione di ragazzi che sia espressione del target di riferimento, ovvero giovani di età compresa tra i 14 e i 22 anni provenienti dalle diverse aree di Roma e rappresentativi di ogni ceto sociale. «Speriamo che questi video – conclude – diventino strumenti operativi, da utilizzare nel rapporto con i ragazzi, che stimolino il confronto e possano attivare un dialogo con tutte le figure di riferimento con cui normalmente vengono in contatto».

12 aprile 2021

Padre Livinius, ordinazione sacerdotale nell’hospice

Il vescovo Daniele Libanori, ausiliare di Roma per il settore Centro, ha ordinato sacerdote giovedì 1° aprile il chierico dell’Ordine della Madre di Dio Livinius Esomchi Nnamani, gravemente malato di leucemia, giunto dalla Nigeria due anni fa. Livinius aveva scritto di suo pugno il giorno prima a Papa Francesco dall’hospice del presidio sanitario Medical Group Casilino dove è ricoverato.

«Il Papa, nel giro di un’ora – racconta padre Davide Carbonaro, parroco di Santa Maria in Portico in Campitelli – aveva risposto alla sua richiesta di ricevere l’ordinazione, incaricando il vescovo Libanori di presiedere il rito nel pomeriggio del Giovedì Santo. Durante la liturgia il vescovo ha unto le mani del neopresbitero con il Crisma consacrato dal Papa in mattinata nella basilica di San Pietro. Padre Livinius – prosegue il sacerdote – ha combattuto con tutte le sue forze per sconfiggere il male e nel contempo ha continuato i suoi studi. Ma le ultime complicazioni di salute lo hanno costretto a chiedere al Papa di realizzare il desiderio della sua vocazione». I fedeli a cui ha dato la sua prima benedizione sono stati i medici e gli infermieri che lo accudiscono. Intorno a lui i religiosi della sua comunità di Campitelli e di San Giovanni Leonardi.

Il vescovo Libanori, durante il rito in un corridoio dell’ospedale, ha detto: «Con questo dono il Padre vuole sostenerti perché tu possa vivere in pienezza la prova alla quale ti ha chiamato. Da sacerdote sarai unito a Gesù per fare del tuo corpo un’offerta gradita a Dio. Il nostro sacerdozio infatti raggiunge il suo vertice quando assieme al pane e al vino, sappiamo offrire tutto noi stessi, le cose che il Signore ci ha dato, e la nostra stessa vita».

da Roma Sette

12 aprile 2021

Momento della luce, opportunità per le famiglie

Foto di Cristian Gennari

Anche in questo tempo pasquale l’Ufficio catechistico della diocesi di Roma torna a proporre i Momenti della luce. Si tratta – lo ricordiamo – di un semplice schema di preghiera e approfondimento da seguire in famiglia. Al centro una candela accesa, simbolo di luce. «Crediamo che sia una occasione preziosa per le famiglie del catechismo della comunione, in aiuto al percorso che i bambini fanno in parrocchia – sottolineano dall’Ufficio diocesano –. Sappiamo dai vostri riscontri che l’esperienza è stata molto positiva, anche in famiglie con figli più piccoli o più grandi, creando un clima di dialogo intimo».

Come già nei mesi passati, anche in questo tempo pasquale il testo da leggere e le domande sono ripresi dal Vangelo della domenica precedente. Ma nel Momento della luce non c’è solo la lettura di un brano biblico, quanto soprattutto la condivisione di sentimenti e del vissuto quotidiano. «La condivisione dei genitori dà il tono a quella dei figli – spiegano dall’Ufficio catechistico – che la imitano, senza bisogno di spiegare prima come si fa. Non è quindi un momento “per i figli” ma per tutta la famiglia. Non è un momento in cui i genitori devono insegnare o spiegare qualcosa a parole. La potenzialità educativa sta nel fatto di vivere tutti insieme una condivisione del cuore. Nella condivisione è essenziale provare ad ascoltare quello che l’altro vuole dire, accogliendolo con semplicità, senza sminuirlo né enfatizzarlo, senza criticare né replicare».

Scarica lo schema da seguire

Scarica la lettera ai genitori

Scarica i testi e le domande

12 aprile 2021

In Vicariato presiede il Consiglio dei Prefetti

In Vicariato presiede il Consiglio dei Prefetti.

Celebra la Messa nella parrocchia di Santa Maria del Soccorso

Celebra la Messa nella parrocchia di Santa Maria del Soccorso.

Celebra la Messa nella chiesa rettoria di Santo Spirito in Sassia

Celebra la Messa nella chiesa rettoria di Santo Spirito in Sassia.

E’ tornata alla Casa del Padre Maria Marzia, madre di monsignor Nicolini

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

sono vicini al dolore di Mons. Paolo Nicolini,
Vice direttore gestionale-amministrativo
della Direzione musei e beni culturali dello S.C.V.,
per la morte della sua cara mamma

Maria Marzia
di anni 87

e, assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,
ricco di misericordia, perché conceda a Maria Marzia il premio
della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

I funerali si svolgeranno venerdì 9 aprile 2021, alle ore 10.00,
presso la Cattedrale di Santa Maria Assunta a Fano (PU)

 

7 aprile 2021

Domenica 11 il rito della deposizione delle vesti bianche

Foto di Cristian Gennari

Con il battesimo ricevuto durante la veglia pasquale non si ferma il percorso dei catecumeni nella diocesi di Roma. Domenica prossima, 11 aprile, infatti, celebreranno il rito della deposizione della vesta bianca, ciascuno nella propria parrocchia di appartenenza. Negli anni passati è stato sempre celebrato nella chiesa di San Pancrazio al Gianicolo, ma in questo periodo segnato dalle restrizioni per contenere la pandemia si è preferito optare per la celebrazione a livello parrocchiale.

«Abbiamo ancora nel cuore e negli occhi il canto dell’alleluja, il fruscio delle vesti bianche, il calore delle candele accese, i volti commossi e gioiosi dei neofiti e tutto questo è per noi motivo di gioia e riconoscenza al Signore – ricordano don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, e suor Pina Ester De Prisco, responsabile diocesana del catecumenato –. Tutta la Chiesa di Roma è in festa, perché arricchita di nuovi cristiani e questo grazie all’opera continua dello Spirito Santo, ma anche grazie al vostro instancabile impegno, alla vostra costanza quotidiana: non vi siete arresi alle grandi difficoltà del momento presente e certamente il Signore vi ricompenserà con doni spirituali. Ora ci apprestiamo a vivere un altro rito, quello della deposizione delle vesti bianche, un rito molto antico della Chiesa di Roma».

Due i gesti simbolici che coinvolgeranno i neo battezzati: innanzitutto toglieranno la veste bianca e la deporranno sopra l’altare; quindi riceveranno dal ministro una candela, che sarà accesa dal cero pasquale. «Il senso di questi due segni – spiega la responsabile del catecumenato – consiste nel deporre le vesti materiali ricevute nel giorno del Battesimo, per mostrare la luce che ora è presente in loro. Ora la loro vita in Cristo ha una missione: portare ad altri l’annuncio evangelico che hanno ricevuto».

7 aprile 2021

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