14 Luglio 2025

Don Giovanni Merlini, il primo beato del Giubileo

La venerazione dell'urna con i resti mortali del beato

Il primo beato di questo Giubileo sarà don Giovanni Merlini, missionario del Preziosissimo Sangue e terzo moderatore generale. La celebrazione si terrà domenica 12 gennaio, alle ore 11, nella basilica di San Giovanni in Laterano. Rappresentante del Sommo Pontefice sarà il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi; saranno presenti il cardinale vicario Baldassare Reina e il penitenziere maggiore, il cardinale Angelo De Donatis. Grande sarà la partecipazione di vescovi, sacerdoti e diaconi; l’animazione liturgica sarà curata dal Coro della Diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina.

La sera precedente, sabato 11 gennaio, alle ore 21, si terrà la Veglia di preghiera nella basilica dei Santi XII Apostoli, guidata da monsignor Vincenzo Viva, vescovo di Albano Laziale. Ad accompagnare il momento di preghiera saranno il Coro “DecimaQuinta”, il Coro “San Gaspare” ed il Coro “Le mille e una nota”. Ancora, lunedì 13 alle ore 9.30, presso la parrocchia San Gaspare del Bufalo , si terrà la Messa di Ringraziamento che sarà presieduta da monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto – Norcia.

Tutti gli eventi verranno trasmessi in diretta streaming sulla San Gaspare TV (sangaspare.tv), sul canale YouTube “Unione Sanguis Christi” e sulla pagina Facebook “Primavera Missionaria”. A curare la diretta del 12 gennaio sarà Padre Pio TV, fruibile sul canale 145 del digitale terrestre, 445 di TivùSat e 852 di Sky.

«Per noi Missionari del Preziosissimo Sangue sarà veramente motivo di gioia che tale evento cada nel giorno del 152º dies Natalis del nuovo Beato», afferma don Emanuele Lupi, Moderatore Generale della Congregazione. «Don Giovanni, infatti, è tornato alla casa del Padre il 12 gennaio del 1873, a Roma – spiega –. La nostra Congregazione ringrazia Papa Francesco per aver stabilito questa data per la Beatificazione che, tra l’altro, si colloca, secondo quanto la Provvidenza ha voluto, all’inizio dell’Anno giubilare. Papa Francesco ci parla spesso delle periferie, tanto esistenziali come quelle fisiche. Don Giovanni Merlini le ha conosciute entrambe e le ha frequentate con molta umiltà e spirito di servizio. Nella direzione spirituale, nel confessionale, come anche nelle missioni popolari, specialmente nelle zone infestate dal brigantaggio, dove molto sangue veniva sparso in modo violento. Sono sicuro che in quelle sue predicazioni, nel mezzo del peccato e della violenza, avrà ripetuto spesso l’espressione tanto cara a noi Missionari del Preziosissimo Sangue: “Tu vali il Sangue di Cristo, è Lui che ti ha fatto suo, donandoti il suo Sangue”. Anche questo era il nostro nuovo Beato».

7 gennaio 2025

Don Gabriele Faraghini nuovo Rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore

Don Gabriele Faraghini, Vicario generale dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, è il nuovo Rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore. Nato a Roma il 21 novembre 1965, è stato ordinato presbitero per la diocesi di Roma il 16 maggio del 1992. Dal 1992 al 1997 è stato vicario parrocchiale nella parrocchia Sant’Ugo. Nel 2001 emette la professione dei voti perpetui nella fraternità dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas.
Don Gabriele succede a don Concetto Occhipinti, Rettore del Pontificio Seminario Romano dal 24 giugno 2011, che sarà parroco a Sant’Ireneo a Centocelle al posto di don Tonino Panfili, nuovo Vicario episcopale per la Vita Consacrata.

Don Francesco Donega è il nuovo rettore del Seminario Redemptoris Mater

Da sinistra a destra: monsignor Claudiano Strazzari, il cardinale Angelo De Donatis e don Francesco Donega

Cambiano i vertici al Collegio diocesano missionario di Roma “Redemptoris Mater”. Celebrando l’Eucaristia, lo scorso 30 giugno (foto), il cardinale vicario Angelo De Donatis ha avuto modo di annunciare ufficialmente il nuovo rettore (dal primo luglio) don Francesco Donega (dal 2017 occupava il posto di vice rettore). L’uscente, monsignor Claudiano Strazzari, alla guida del Seminario dal 1998, è stato nominato canonico di San Giovanni in Laterano.

Da prossimo primo settembre il nuovo vice rettore sarà don Massimiliano Nazio, dal 2013 alla guida della parrocchia di San Giovanni Battista de La Salle. Don Davide Lees, finora parroco di Santa Maria Consolatrice, sarà invece il nuovo Prefetto degli Studi.

Don Fabio Rosini a “La voce dei giovani”: il nuovo video della Pastorale giovanile

Tutti i peccati possono essere perdonati? Un ragazzo che pensa di essere omosessuale, può diventare sacerdote? E che dire del sacerdozio femminile? A queste e altre domande ha risposto don Fabio Rosini, direttore del Servizio diocesano per le vocazioni, nel nuovo video de “La voce dei giovani”, del Servizio diocesano per la pastorale giovanile.

In questa nuova puntata, anche Cristina Cecilia con un brano molto intimo: “Desiderio e stato di natura”.

8 giugno 2021

Don Eutizio è tornato alla Casa del Padre

TESTIMONIANZE:

Don Eutizio è tornato a casa

Don  Eutizio  era  un prete felice  e soprattutto felice  di  essere  prete.  L’ unità di misura con cui affrontava tutte le situazioni era l’amore per cui non si poteva non volergli bene. Aveva amato con tutto se stesso le comunità che aveva servito ed aveva impresso nel cuore la storia di ciascuna di esse, le persone che vi aveva incontrato e soprattutto i preti con cui aveva collaborato. Parlava con la vivacità che gli era propria dei primi tempi a Nostra Signora di Guadalupe, poi a San Giovanni dei Fiorentini con l’indimenticabile parroco Ruffini.

Poi come parroco a San Salvatore in Lauro e finalmente a Santa Emerenziana alla cui esperienza faceva riferimento continuo. Tutti conoscevamo la storia del mosaico, che aveva fatto realizzare in quella chiesa da P. Ugolino, il mosaico più grande di Roma. Poi Sant’Eugenio col primo seminario per vocazioni adulte per approdare al Seminario Romano Maggiore come rettore. La sua cultura erano le anime, e ne aveva lette tante per cui la scelta di lui come rettore del Seminario Romano fu davvero indovinata. Un bel Parroco, felice, innamorato del suo sacerdozio e del suo ministero era il modello più azzeccato per la “fabbrica dei preti” di Roma. E fu proprio così. Non erano tempi facili per i seminari quando assunse la responsabilità del Maggiore ma continuò con la semplicità che gli era propria a fare il capo di un presbiterio , il parroco del seminario. L’anno dopo il suo arrivo arrivai io come direttore spirituale e aiutato anche dalla giovane età, trenta tre anni, svolsi il ruolo di vice parroco. Facevo di tutto, otre a dirigere spiritualmente e confessare animavo la comunità fino a fare il maestro di canto e organizzare la scuola di preghiera per i giovani animata dai seminaristi. Don Eutizio godeva di tutto questo, mi incoraggiava, mi difendeva ed era evidente che mi stimava e mi amava. Mai ombra di vicendevole invidia , ci volevamo bene. Nonostante l’incarico eravamo rimasti Don Eutizio e don Giuseppe, i preti del presbiterio di quella parrocchia originale che era il seminario.
Quando lasciò il Seminario non poteva non tornare in parrocchia e fu parroco di Gesù Divino Maestro con l’entusiasmo di un neofita. Tornava di tanto in tanto in seminario e ci raccontava le sue avventure sempre esilaranti. Fu nominato canonico di san Pietro e anche lì fu parroco della Basilica. Essere parroco era proprio la sua vocazione, era nato per questo. Se lo avessero fatto vescovo sarebbe vissuto di nostalgia della parrocchia, invece don Eutizio, veramente convinto che “parochus in Urbe, episcopus in Orbe” rimane per tutti un vero modello di come si ama una parrocchia e come si è felici vivendo per il proprio gregge, nel proprio ovile, che il più bello di tutti.
Il Signore ce lo ha concesso fino a novanta sei anni per essere maestro anche di come si vive l’anzianità: sempre felice, indifferente al luogo e abbandonato alla Provvidenza. E’ tornato a Roma alla casa di riposo del clero per continuare ad essere modello di come si vive e si muore.
Al suo arrivo in Paradiso son certo che gli onori di casa li ha fatti don Miche che è tra gli ultimi arrivati con Petar, William, don Franco l’economo, che avranno convocato tutti i suoi alunni per cantare insieme “O Maria quant’è felice chi ti sceglie a Sua regina” e questa volta è proprio vero perché la fede è diventata visione.

+ S.E. Mons. Giuseppe Mani

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Omelia tenuta da S.E.R. Angelo De Donatis, Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma in occasione della messa esequiale di Mons. Eutizio Fanano, ex alunno, Rettore del Seminario dal 1969 al 1978.

Cappella Maggiore del Pontificio Seminario Romano Maggiore giugno 2018.

OMELIA funerale don Eutizio Fanano-Felice di essere prete

Don Ernest Simoni all’ospedale San Giovanni

Don Ernest Simoni con Papa Francesco

I lunghi anni di lavori forzati, la fede incrollabile, l’incontro con Papa Francesco. Viene condensata in queste parole la biografia di don Ernest Simoni, sacerdote albanese di novantun anni, creato cardinale nel 2016, che venerdì 29 marzo alle 10.30 presiederà la Messa nella cappella dell’ospedale San Giovanni.

Alla celebrazione, promossa dalla cappellania dell’ospedale, dai religiosi camilliani, in collaborazione con le associazioni di volontariato dell’ospedale e le Suore Ospedaliere della Misericordia, sarà presente anche il vescovo ausiliare delegato per la pastorale sanitaria monsignor Paolo Ricciardi. Al termine della Messa, attorno alle ore 11.30, il cardinale Simoni porterà la sua testimonianza su “La libertà della fede, la bellezza del Vangelo”, in una intervista al giornalista di Tv2000 Fabio Bolzetta.

Per il semplice fatto di essere prete, nel 1963 don Ernest viene arrestato e messo in cella di isolamento. Sottoposto a torture e condannato a morte, si vede commutare la condanna capitale in diciotto anni di lavori forzati, di cui dodici trascorsi in miniera. Durante il periodo della prigionia don Ernest continua a celebrare la messa a memoria, in latino, e a distribuire la comunione di nascosto. Uscito dal carcere, viene nuovamente condannato ai lavori forzati: questa volta è assegnato alla manutenzione delle fogne della città di Scutari. Torna libero nel 1990, quando crolla il regime comunista. Con la libertà di culto, comincia per don Ernest un periodo di intensa attività pastorale volta soprattutto alla riconciliazione. Il sacerdote ha incontrato Papa Francesco a Tirana nel 2014 e gli ha raccontato la sua storia. La biografia del sacerdote è anche al centro di un libro del giornalista di Avvenire Mimmo Muolo, “Don Ernest Simoni”.

25 marzo 2019

Don Dario Gervasi nuovo vescovo del settore Sud

Il Santo Padre Francesco ha nominato don Dario Gervasi vescovo ausiliare per il settore Sud della diocesi di Roma. Il cardinale Angelo De Donatis, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, ha dato l’annuncio della nomina del Pontefice alle 12 di oggi (lunedì 31 agosto 2020), nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Apostolico del Laterano, sede del Vicariato di Roma, in contemporanea con la Sala Stampa della Santa Sede. Erano presenti i vescovi ausiliari della diocesi, i parroci prefetti con molti sacerdoti e il personale del Vicariato di Roma. L’ordinazione episcopale si terrà il 18 ottobre nella basilica di San Giovanni in Laterano.

Don Gervasi è nato a Roma l’8 maggio del 1968 ed è entrato al Pontificio Seminario Romano Maggiore nel settembre 1988; è stato ordinato sacerdote il 22 maggio del 1994 dall’allora cardinale vicario Camillo Ruini perché «san Giovanni Paolo II era ammalato e non aveva potuto presiedere le ordinazioni», sottolinea il cardinale De Donatis. Il primo incarico, dal 1994 al 2000, per don Gervasi è stato quello di vicario parrocchiale nella comunità di Santa Maria delle Grazie al Trionfale; e ancora di vicario parrocchiale ai Santi Gioacchino e Anna (fino al 2003), comunità di cui poi è divenuto parroco, e che ha guidato fino al 2008. È tornato quindi al Seminario Romano come vicerettore dal 2008 al 2014, «quando è arrivata la nomina di parroco – ricorda il cardinale De Donatis – della comunità della Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo a Giardinetti». Dall’anno scorso è anche prefetto della XVII prefettura, mentre sono numerosi gli altri incarichi ricoperti nel corso degli anni: incaricato ad interim del Servizio per le vocazioni della diocesi di Roma (2009 – 2011); incaricato dell’Opera Vocazioni Sacerdotali (2009 – 2011); deputato della Congregazione dei Missionari dell’Istituto Imperiali Borromeo (2009 – 2014).

«Don Dario – dichiara ancora il vicario – gode della stima e dell’affetto di tutti noi. Conosciamo il suo amore al Signore e alla Chiesa, alla nostra diocesi, il suo senso di responsabilità, la sua umanità, la giovialità e serenità che trasmette a tutti. Gli auguriamo di poter continuare con l’entusiasmo e la passione che lo caratterizzano la delicata missione nel settore Sud e nella pastorale familiare diocesana, sulla scia dei vescovi che lo hanno preceduto in questi anni».

«Sono emozionato, contento e anche un po’ confuso», commenta don Gervasi. «Sono ancora un po’ frastornato dalla gioia e incredulo, ma molto felice di poter stare nel settore Sud, per cercare, insieme, di servire il Signore Gesù. È importante – prosegue – ricordare di mantenere uno sguardo di fede, affidarci a Cristo Signore, ricordarci che Lui è con noi e ci sta vicino perché possiamo dare la testimonianza della nostra vita cristiana. Questo vale per tutta Roma, per tutti; insieme possiamo essere il volto della Chiesa di oggi, che sa affrontare anche momenti difficili però con uno spirito profondo di fede, uno sguardo che sappia vedere oltre le apparenze».

 

31 agosto 2020

Don Concetto Occhipinti nominato vicario episcopale del settore Est

Il Santo Padre ha nominato vicario episcopale per il settore Est della diocesi di Roma don Concetto Occhipinti, che a decorrere dal primo febbraio 2025 entra far parte del Consiglio Episcopale. Don Occhipinti, parroco di Sant’Ireneo a Centocelle dal 2017, è nato a Modica il 28 ottobre 1964 ed è stato ordinato sacerdote per la diocesi di Roma il 28 aprile 1990.

Subito dopo l’ordinazione è stato prima vicario cooperatore a Santa Gemma Galgani, quindi ha prestato servizio nell’Ufficio liturgico del Vicariato. Dal 1994 al 2000 è stato coadiutore della basilica di San Giovanni in Laterano. Ha poi guidato come parroco la comunità di Santa Galla, dal 2005 al 2011. Successivamente, dal 2011 al 2017 è stato rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore, dove aveva già ricoperto l’incarico prima di assistente spirituale, dal 1992 al 2000, e poi di direttore spirituale, dal 2000 al 2005. Nello stesso periodo (2011-2017) è stato rettore dei Santi Quattro Coronati al Laterano.

31 gennaio 2025

Don Bosco Roma: il programma per le celebrazioni

“A nove anni ho fatto un sogno”….. sono passati duecento anni dal momento fondativo di tutta la spiritualità salesiana: il sogno dei nove anni di san Giovanni Bosco. Era il 1824 e da allora centinaia di migliaia di giovani hanno avuto modo di conoscere Don Bosco e i suoi salesiani. Per questo motivo il 28 gennaio 2024, presso la basilica Don Bosco di Roma, sarà inaugurata una speciale illuminazione per il bassorilievo dedicato all’evento.

L’iniziativa si inserisce nel ricco programma di celebrazioni dedicate a Don Bosco presso la parrocchia romana, iniziato ieri, 22 gennaio, con la celebrazione delle 18 presieduta da Don Mauro Mantovani. Dal 22 al 31 – vera e propria festa di Don Bosco – ogni giorno si terrà una celebrazione presieduta da alcuni vescovi, cardinali, parroci, salesiani, a sottolineare l’attenzione nei confronti del santo patrono.

Tra i tanti eventi extra-liturgici è bene segnalare la presenza di don Luigi Ciotti, presidente di Libera, che oggi, 23 gennaio, dopo la celebrazione eucaristica delle 18, incontrerà la cittadinanza presso il Cinema Teatro Don Bosco. Il titolo dell’evento, a ingresso gratuito, è “La Legalità è lo strumento per raggiungere la giustizia”.

Il 27 alle 19 in basilica, dopo aver celebrato l’eucarestia delle 18, padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi di Roma, terrà l’incontro “Non c’è Pace senza Giustizia”.

Infine, spazio alla musica e alla cultura, con il concerto della Banda della Marina Militare, domenica 28 gennaio alle 16.30 e il concerto di voci e musica in onore di Don Bosco tenuto dalla Corale Maria Ausiliatrice, martedì 30 gennaio alle 18, entrambi in basilica. La stessa basilica sarà aperta alla cittadinanza, con visite guidate previste alle 11.30, alle 12.15 e alle 16.30 il 31 gennaio.

23 gennaio 2024

Don Benoni Ambarus nuovo direttore della Caritas di Roma

Don Benoni Ambarus – detto Don Ben – da sabato primo settembre è il nuovo direttore della Caritas di Roma. A nominarlo alla guida dell’organismo diocesano, di cui era già vicedirettore dal 16 ottobre 2017, è stato il cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma. Don Ambarus succede a monsignor Enrico Feroci, che ha diretto la Caritas per nove anni; già presidente degli Oblati del Divino Amore, dal primo settembre monsignor Feroci è il nuovo rettore del seminario della Madonna del Divino Amore.

Nato il 22 settembre 1974 a Somusca-Bacau (Romania), don Benoni Ambarus entra al Seminario Minore della diocesi di Iasi, in Romania, nel 1990; consegue la maturità nel 1994 e quindi, fino al 1996, frequenta il Seminario Maggiore di Iasi. Il 23 novembre del 1996 arriva a Roma, presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore, dove completa gli studi e consegue il baccalaureato in Teologia. Il 29 giugno del 2000 viene ordinato presbitero a Iasi. Ma poi rientra a Roma, dove, nel 2001, consegue la licenza in Teologia dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana. Dal 2001 al 2004 svolge il servizio di educatore al Seminario Romano Maggiore; dal 2004 al 2007 è collaboratore parrocchiale a San Frumenzio ai Prati Fiscali; dal 2007 al 2010 è viceparroco presso la stessa parrocchia. Dal 2010 al 2012 è invece viceparroco nella comunità di Santa Maria Causa Nostrae Laetitie a Torre Gaia. Nel 2012 don Ambarus diviene parroco dei Santi Elisabetta e Zaccaria a Valle Muricana: sarà la prima parrocchia a ricevere la visita pastorale di Papa Francesco, il 26 maggio del 2013. Infine, nel 2017, la nomina a vicedirettore della Caritas di Roma.

«Sono consapevole – dichiara don Benoni Ambarus – di arrivare a svolgere un servizio impegnativo e delicato con la certezza di poter contare sull’esperienza e la dedizione di molti operatori, volontari e di tutti i poveri. L’esperienza di vicedirettore, vissuta negli ultimi mesi, è stata per me la scuola del Vangelo della vita attraverso gli occhi e il cuore dei poveri. La Caritas continuerà il suo percorso al fianco delle tante comunità parrocchiali e di tutto quel vasto mondo della Chiesa di Roma in cui la carità si realizza attraverso la difesa della dignità e della giustizia: esperienze che sempre più debbono operare in comunione».

3 settembre 2018

Don Attilio Nostro nominato vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea

Foto di Cristian Gennari

Papa Francesco ha nominato nuovo vescovo della diocesi di Mileto – Nicotera – Tropea don Attilio Nostro, sacerdote della diocesi di Roma, finora parroco della comunità di San Mattia. Succede a monsignor Luigi Renzo.

L’annuncio è stato dato proprio nella parrocchia di Monte Sacro dal vescovo ausiliare per il settore Ovest monsignor Paolo Selvadagi, davanti ai fedeli riuniti per la Messa appena terminata. «Sono felice di annunciarci questa notizia», ha detto il vescovo ausiliare. «Don Attilio – ha proseguito – ha passato momenti importanti del suo vissuto pastorale nella diocesi di Roma. Preghiamo per lui perché sia assisto dal Signore e accompagnato dalla Madonna». La celebrazione eucaristica per l’ordinazione episcopale si terrà sabato 25 settembre alle ore 17 nella basilica di San Giovanni in Laterano; la Messa per l’ingresso del vescovo nella nuova diocesi è prevista invece per la settimana dopo, sabato 2 ottobre alle 17 nella cattedrale di Mileto.

Nato a Palmi (Reggio Calabria) il 6 agosto 1966, don Attilio Nostro è stato alunno del Pontificio Seminario Romano Maggiore. Ha conseguito il Baccalaureato in Filosofia e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana e la Licenza in Studi su Matrimonio e Famiglia presso la Pontificia Università Lateranense. È stato ordinato sacerdote da san Giovanni Paolo II il 2 maggio 1993 per la diocesi di Roma. Tra i servizi prestati nella diocesi del Papa, quelli di vicario parrocchiale a Santa Maria delle Grazie al Trionfale (1993-1995); di vicario parrocchiale a Gesù Divin Lavoratore (1995-2001); di parroco a San Giuda Taddeo (2001-2014); infine di parroco a San Mattia nonché di insegnante di religione cattolica presso l’Istituto scientifico Nomentano.

«Ho due riferimenti in cuore: uno per fedeli laici e uno per sacerdoti», ha detto don Attilio Nostro salutando la comunità che ha guidato per quasi sette anni. «Voi laici avete una grande responsabilità, quella di non farci sentire soli, di aiutarci nell’incredibile compito di instaurare il regno di Dio su questa terra. E poi una parola per i sacerdoti: un vescovo si deve sporcare le mani per liberare da tante fogne intasate nel nostro cuore. Ringrazio la parrocchia di San Mattia in particolare, e tutte le parrocchie in cui sono stato parroco e vice parroco: mi avete insegnato ad amare», ha proseguito commosso. «Mi sono sentito padre, fratello, sposo, ed è questo quello che voglio portare a questa comunità. Accompagnatemi con le vostre preghiere perché se il Papa mi ha voluto fortemente nella mia terra natìa, se ha scelto un parroco di Roma è un segno di fraternità e di ulteriore comunione. Ho imparato ad amare e desidero farlo ancora di più».

Nel messaggio per la comunità diocesana che è ora chiamato a guidare, il nuovo vescovo ha ricordato le sue origini calabresi. «Sono cosciente che il Signore mi sta innestando nella pianta di un territorio formato da gente laboriosa e dignitosa ma troppo spesso costretta a misurarsi con un tessuto sociale umiliato dalla piaga della disoccupazione che rende ancora più difficile il futuro di tante giovani famiglie costrette al doloroso distacco dell’emigrazione. Questo fu anche il destino della mia famiglia che 36 anni fa condusse i miei passi da Palmi verso la città di Roma». (Ha collaborato Mariaelena Iacovone)

Leggi il messaggio alla nuova diocesi

19 agosto 2021

Don Andrea Sidoti ordinato sacerdote della Fraternità di San Carlo Borromeo

«La prima volta che partecipai ad una vacanza di Gioventù studentesca, ci andai solo perché non avevo programmi migliori. Arrivato al luogo dell’appuntamento da dove sarebbero partiti i pullman, ero demoralizzato all’idea di non conoscere nessuno. Mi dicevo che probabilmente avrei dovuto fare il viaggio da solo. Ma subito mi si fece incontro un ragazzo, dicendomi: “Tu sei Andrea, giusto? Il fratello di Caterina… Ti va se facciamo il viaggio insieme?”». Don Andrea Sidoti racconta così la storia della sua vocazione. Un cammino iniziato con un viaggio in pullman tanti anni fa che lo ha portato prima al Centro di via delle Sette Sale e all’incontro con don Sergio Ghio; infine alla chiesa dei Sacri Cuori di Gesù e Maria dove, lunedì 29 giugno, il vescovo di Porto – Santa Rufina monsignor Gino Reali lo ha ordinato sacerdote della Fraternità di San Carlo Borromeo. Nella stessa celebrazione sono stati ordinati diaconi Francesco Babbi, Tommaso Badiani, Stefano Peruzzo, Simone Valentini.

Romano, classe 1988, Andrea è segretario della Fraternità San Carlo. È cresciuto in una famiglia cristiana: la sorella maggiore, Caterina, è sposata e madre di tre figli; la minore, Benedetta, ha preso il nome di suor Agata e sta facendo il noviziato al monastero delle Trappiste di Vitorchiano. I genitori, Vito e Rita, si sono conosciuti all’interno del movimento di Comunione e liberazione. «È stato come se veramente mi avessero consegnato al Signore – dice don Andrea a proposito dei genitori –, da una parte attraverso i sacramenti e dall’altra facendomi conoscere il movimento. La mia storia è una storia che Dio ha voluto iniziare tanti anni fa, facendomi nascere in una famiglia cristiana».

Sorride papà Vito, autore Rai. «Come genitori sentiamo la sproporzione di tanta bellezza che è accaduta nella nostra famiglia… Sentiamo di non aver fatto nulla di particolare perché accadesse questo. Abbiamo vissuto la nostra fede con semplicità e naturalezza, ed evidentemente i nostri figli hanno visto che era una cosa buona anche per loro. Noi li abbiamo aiutati, tenuti per mano sperando che nella loro vita accadesse quello che è accaduto nella nostra: cioè ci fosse l’incontro con una presenza vita, l’incontro con Cristo. Ma non si può scegliere una strada così definitiva e controcorrente – conclude – solo perché si è stati educati in un certo ambiente».

«Se riguardo la mia storia – riflette ancora don Andrea –, non posso che riconoscere con gratitudine la mano di Dio che ha tessuto e intrecciato tanti fili, preparando trame che poco a poco si svelano davanti ai miei occhi. Ancora non riesco a vedere tutto, ci sono intrecci che non capisco, che non so che disegno formeranno. Ma sono certo che colui che ha in mano il disegno è affidabile, per questo desidero rispondere: “Eccomi”».

3 luglio 2020

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