12 Luglio 2025

Diritto all’abitare e solidarietà

Foto DiocesiDiRoma/Gennari

Undici provvedimenti di sfratto ogni giorno dell’anno dovuti alla morosità degli inquilini, cinque dei quali eseguiti con l’ausilio della forza pubblica; 14 mila famiglie in graduatoria per un alloggio popolare, con un’attesa media che tocca i dieci anni; mille persone che vivono nei residence per “l’emergenza abitativa” che costano alle casse comunali oltre 25 milioni di euro l’anno; 4 mila sono le famiglie che vivono in occupazioni informali e organizzate; ultimi tra gli ultimi ci sono le persone “senza tetto e senza fissa dimora”, l’Istat ne ha censite 23.420 nell’Area metropolitana di Roma, la maggior parte nella Capitale. Sono i numeri, almeno quelli più drammatici, della questione abitativa nella città di Roma, comune in cui risultano anche oltre 110 mila case sfitte.

«Non è più il tempo per limitarsi al generico grido di allarme, al generico appello alle istituzioni e alle forze politiche. Il tempo che abbiamo dinanzi è ormai quello di una mobilitazione più ampia della città; accanto, ovviamente, a quella della richiesta di una più forte assunzione di primarie e insostituibili responsabilità da parte delle istituzioni». Così il diacono Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma, presenta il quaderno di studi “Diritto all’abitare e solidarietà”, secondo numero della collana “Sguardi”. Un approfondimento sulla questione abitativa dedicato agli animatori parrocchiali con statistiche, aggiornamenti legislativi, esperienze concrete e proposte rivolte alle istituzioni, agli enti locali e alle comunità parrocchiali.

«Il problema della casa non risiede soltanto nella domanda ma dal raccordo tra la domanda e l’offerta di case. Il “vero vuoto” edilizio – si legge nel documento – è anzitutto l’esistenza di troppe case senza abitanti e troppi abitanti senza casa. La questione è il mancato incontro tra una domanda ritenuta debole, non sufficientemente di garanzia e sempre più spesso non in grado di pagare, con un’offerta che ha aspettative di rendita fuori misura». Su questa considerazione si innestano le buone prassi sperimentate nelle comunità ecclesiali: il “tutor per l’abitazione” che ha favorito l’autonomia abitativa a oltre 200 immigrati e rifugiati; il co-housing, che permette un alloggio adeguato e sicuro a persone senza dimora, famiglie in difficoltà, titolari di protezione internazionale; la consulenza e l’assistenza in ambito locatizio per le persone più fragili.

Nel numero anche nove proposte e linee di riflessione per «muoverci oltre e più nel merito della questione abitativa»: promuovere un «nuovo patto sociale tra proprietari e chi è alla ricerca di un appartamento» perché la fiducia tra i due soggetti è il tratto determinante che non trova oggi nessun luogo di approfondita conoscenza; trovare il coraggio di sperimentare strade nuove «per dimostrare che il diritto viene prima della norma e che la buona volontà delle persone, con la prudenza e il realismo necessari, può portare a soluzioni inedite, giuste, equilibrate e possibili»; realizzare una mappatura della situazione abitativa reale per avere le evidenze puntuali delle situazioni di disagio, sia sul versante dell’edilizia privata, sia nei concentramenti di edilizia residenziale pubblica; aprire una discussione franca, serena e costruttiva, su un diverso uso degli spazi a disposizione, sia pubblici e dei beni ecclesiali, per progettare delle ristrutturazioni che consentano di costruire alloggi e spazi di accoglienza.

«Il “Piano Strategico per il Diritto all’Abitare 2023-2026”, varato di recente da Roma Capitale – scrive Giustino Trincia –, sembra aprire uno scenario, uno spazio di riflessione incoraggiante, su cui tutti sono chiamati a dare un contributo franco e costruttivo. Il nostro sincero auspicio è che di fronte alla gravissima condizione abitativa romana si possa registrare la più ampia convergenza delle forze politiche e sindacali della città per riuscire a dare risposte finalmente nuove e soprattutto concrete ad esigenze non rinviabili per decine di migliaia di persone e di famiglie in chiarissima difficoltà».

Il quaderno Sguardi “Diritto all’abitare e solidarietà”, allegato al comunicato, è scaricabile gratuitamente dal sito caritasroma.it. “Sguardi” è la collana, rivolta in modo particolare agli animatori della carità, che promuove una visione della città con gli occhi e dal punto di vista dei poveri e delle persone più fragili: è questo il punto di osservazione più vicino non solo alla realtà di tutti i giorni ma anche alla possibilità di trovare soluzioni in sintonia con il bene comune. La collana nasce dall’esperienza del Manuale operativo dei diritti che la Caritas diocesana di Roma aggiorna costantemente sul proprio sito dal 2020 (http://www.caritasroma.it/manualediritti/).

14 giugno 2023

Dire pace in tempo di guerra, incontro a San Fulgenzio

Foto Diocesi di Roma / Gennari

«Il mondo sta vivendo un’epoca buia, segnata da guerre alle porte dell’Europa, l’Ucraina e la Russia, la crisi in Medioriente, si parla di necessità di una “pace giusta” come risposta a conflitti, a guerre che per alcuni sono altrettanto giuste. Da una parte ci sono i pacifisti radicali, che vieterebbero la vendita totale delle armi. Dall’altra i pacifisti “giusti”, che sono convinti che per arrivare alla pace è necessario passare attraverso la guerra. Senza dimenticare il “terribile desiderio di conflitto”, che segna da sempre la storia del genere umano…».

Parte da queste riflessioni di monsignor Giuseppe Lorizio, direttore dell’Ufficio per la Cultura del Vicariato di Roma, il dibattito “Dire pace in tempo di guerra”, organizzato dall’Ufficio diocesano per giovedì 9 maggio, alle ore 21, nella parrocchia di San Fulgenzio. Monsignor Lorizio, teologo e filosofo, dialogherà con la giornalista Anna Mazzone. Ingresso libero e gratuito.

7 maggio 2024

Diocesi e Acli di Roma insieme per i giovani: riparte il cantiere Generiamo LavORO

Riparte il cantiere “Generiamo lavORO”, la IV edizione del percorso nato con l’obiettivo di promuovere e rimettere al centro il lavoro dignitoso quale perno di cittadinanza e sviluppo integrale della persona e della comunità, con un approccio valoriale, educativo e al tempo stesso concreto, in grado inoltre di fornire ai giovani un kit di strumenti per facilitarne l’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro. L’iniziativa è promossa dall’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Roma e dalle Acli di Roma, in collaborazione con Cisl di Roma Capitale e Rieti, Ucid Roma, Confcooperative Roma, Azione Cattolica Roma, Centro Elis, Mcl Roma, Mlac Lazio e con il sostegno della Camera di Commercio di Roma.

Si tratta di un itinerario formativo gratuito, che quest’anno si svolgerà completamente online tramite la piattaforma Zoom e che è rivolto ai giovani tra i 18 e i 30 anni. Già aperte le iscrizioni: attraverso la mail generiamolavoro@gmail.com, o i numeri di telefono 06 57087038 o 342 0720415.

Come tradizione il percorso prenderà avvio con un momento di preghiera e riflessione che quest’anno avverrà con una Via Crucis, proprio per simboleggiare la drammatica condizione del mondo del lavoro alle prese con gli effetti devastanti della pandemia. A presiederla sarà monsignor Francesco Pesce, incaricato dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi; è in programma venerdì 26 marzo alle ore 18.30 e verrà trasmessa sulle pagine Facebook delle Acli di Roma dell’Ufficio diocesano.

Il primo incontro di “Generiamo LavORO” è prevista per lunedì 12 aprile, dalle ore 16 alle ore 18, e avrà come tema “Il valore del lavoro”. Negli incontri successivi, che avranno cadenza settimanale, si svolgeranno webinar, laboratori, testimonianze di successo, e focus group ideati per aiutare i giovani ad affrontare con maggiore consapevolezza il proprio futuro professionale. La lente d’ingrandimento è puntata sull’esplorazione del proprio potenziale (empowerment), sullo sviluppo delle competenze trasversali (soft skills come saper lavorare in team, problem solving, capacità comunicative ed empatia) e sulle tecniche per scrivere un curriculum vitae efficace e affrontare brillantemente un colloquio di lavoro.

Un’attenzione particolare è dedicata alle tematiche della libera iniziativa, sociale e imprenditoriale, tutele e diritti, sicurezza sul lavoro, cooperative e cooperazione. Al termine del percorso sarà rilasciato un kit personalizzato e sartoriale per ogni partecipante contenente un attestato di partecipazione, il curriculum vitae redatto professionalmente e il proprio portfolio delle competenze.

«Tra le vittime di questa drammatica pandemia rientra anche il mondo del lavoro – afferma monsignor Pesce – per questo abbiamo deciso di dare avvio a questo percorso con una Via Crucis che rappresenti il difficile periodo che stiamo attraversando ma al tempo stesso ci consegni un messaggio di speranza. Un grido profetico e costruttivo per richiamare tutti alla necessità di rimettere il lavoro dignitoso al centro di tutte le priorità».

«In un momento così difficile in cui i giovani sono costretti a trascorrere molte ore a casa – dichiara Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e provincia – è fondamentale raggiungerli promuovendo risposte di senso che possano aiutarli a edificare il proprio percorso di crescita e professionale grazie al prezioso lavoro in rete con la diocesi di Roma e ai tanti compagni di viaggio del nostro cantiere. Ancora di più in questo anno di pandemia abbiamo sperimentato quanto il lavoro sia un tassello fondamentale per la dignità della persona, perciò riteniamo indispensabile dare un segno di speranza e dotare i più giovani di tutti gli strumenti necessari per gettarsi in un ambito che cambia giorno dopo giorno e che è quindi fondamentale conoscere bene. Per farlo, avranno l’opportunità di confrontarsi con tanti diversi professionisti che sapranno aiutarli e indirizzarli, così da permettere loro di prendere in mano il proprio futuro».

23 marzo 2021

Dies academicus della Laterense, annunciato il nuovo ciclo di studi in Scienze della Pace

«Per essere mediatrice credibile davanti all’opinione pubblica mondiale la Chiesa è chiamata a favorire “la soluzione di problemi riguardanti la pace, la concordia, l’ambiente, la difesa della vita, i diritti umani e civili” (Esort. ap. Evangelii gaudium, 65). Un compito svolto anche attraverso l’azione che la Santa Sede conduce nella Comunità internazionale e nelle sue istituzioni operando con gli strumenti della diplomazia per superare i conflitti con i mezzi pacifici e la mediazione, la promozione e il rispetto dei diritti umani fondamentali, lo sviluppo integrale di Popoli e Paesi. Nel perseguimento di tale obiettivo ha un ruolo centrale il mondo universitario, luogo simbolo di quell’umanesimo integrale che necessita continuamente di essere rinnovato e arricchito, perché sappia produrre un coraggioso rinnovamento culturale che il momento attuale domanda». Sono parole di Papa Francesco, che ha scritto una lettera al cardinale vicario Angelo De Donatis, gran cancellieri della Pontificia Università Lateranense, in occasione del dies academicus dell’ateneo, celebrato questa mattina – lunedì 12 dicembre 2018 – nell’aula magna della struttura di piazza San Giovanni in Laterano.

Ed è stato proprio il Santo Padre, in questa missiva – letta durante la cerimonia dal sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Edgar Peña Parra – ad annunciare l’istituzione presso la Lateranense di un nuovo ciclo di studi in Scienze della Pace: «Animato dal desiderio di trasporre in ambito accademico e dotare di metodo scientifico questo patrimonio di valori e di azioni – scrive il Pontefice –, istituisco presso codesta Pontificia Università, che in modo specifico partecipa alla missione del Vescovo di Roma, un ciclo di studi in Scienze della Pace, quale percorso accademico a cui concorrono gli ambiti teologico, filosofico, giuridico, economico e sociale secondo il criterio della inter- e transdisciplinarità».

Il dies academicus ha visto anche la lectio magistralis sulla nuova Costituzione Apostolica Praedicate evangelium della Curia Romana tenuta dal vescovo di Albano Marcello Semeraro, Segretario del Consiglio di Cardinali (C9), che ha condiviso le novità di una riforma fortemente voluta da Papa Francesco, più volta richiamata nel suo Magistero. Per il Santo Padre, ha sottolineato Semeraro, «riforma» è «ben più di un qualunque mutamento strutturale. Si tratta, invece, di ciò che è necessario perché nel fluire del tempo e nel cambiamento delle situazioni la Chiesa conservi la sua “sacramentalità”, ossia la sua trasparenza nei riguardi di Dio che la fa esistere e in essa dimora. E questo vale anche per la Curia».

Ad aprire la mattinata è stato il cardinale De Donatis: «Sono particolarmente lieto di presenziare a questo solenne Atto, che – come ogni anno – segna l’inizio di un nuovo Anno accademico per la nostra Università: il 246°, per l’esattezza», ha esordito il porporato. «Iniziando il nuovo Anno accademico, permettetemi di invitarvi a far vostro (almeno in parte!) il cammino di questa Chiesa di Roma – ha proseguito –, che ha raccolto la richiesta del Santo Padre, il papa Francesco, a riconoscere e chiamare per nome quelle malattie spirituali che impediscono l’irradiazione del Vangelo, annunciato e accolto: l’accidia egoista, il pessimismo sterile, la mondanità spirituale, la guerra tra di noi». «Nessuno di noi può presumere di esserne immune – ha ammonito –. Nella vicenda delle sue tentazioni anche Cristo ha dovuto combattere un’intelligenza del male, capace di usare mezzi, obiettivi, progetti, che disegnano altre vie che non sono quelle della fede; vie che possono condurre a insanabili divisioni interiori, a misteriosi stati d’animo e a scelte che ci allontanano da Dio e dai fratelli. Per questo ci serve un’intelligenza della fede che ci apra sempre di nuovo all’azione liberatrice e redentrice di Gesù Cristo, che guarisca la nostra intelligenza e tutte le potenze del nostro spirito, e ci renda cooperatori della Verità nella carità. È, questo, un carisma proprio del lavoro universitario».

In conclusione della mattinata, è intervenuto il rettore dell’ateneo Vincenzo Buonomo.

Leggi il discorso integrale del cardinale vicario

Leggi la lettera del Santo Padre

12 novembre 2018

Dieci accoliti e un lettore, l’istituzione il 19 a San Giovanni

Dieci nuovi accoliti e un nuovo lettore – che si aggiunge ai due istituiti da Papa Francesco nella Domenica della Parola – per la diocesi di Roma. I ministri verranno istituiti sabato 19 febbraio, durante la celebrazione eucaristica delle ore 17.30, nella basilica di San Giovanni in Laterano. L’animazione liturgica sarà affidata al Coro della diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina; il servizio liturgico a lettori e accoliti della diocesi. Saranno presenti alla Messa anche i due lettori istituiti dal Santo Padre.

Paolo Gioffreda, della parrocchia di Santa Paola Romana, è invece il lettore che verrà istituito il 19. Con lui, come anticipato, dieci accoliti. Si tratta di: Giorgio Beccaloni, di San Giovanni Maria Vianney; Antonio Bosco, della comunità del Santissimo Redentore a Val Melaina; Ugo Canetti, di San Crispino da Viterbo; Erik Conte, di San Francesco Saverio alla Garbatella; Luigi Pallante, anche lui di San Francesco Saverio alla Garbatella come pure Filippo Zammitti; Paolo Parlagreco, della parrocchia di San Timoteo; Massimiliano Perugia, di San Gregorio Magno; Girolamo Valguarnera, di Santa Maria della Salute; Patrick Weyermuller, di San Carlo da Sezze.

«Questi ministeri sono uno dei modi del Concilio di superare una visione clericale della liturgia, che ne faceva azione riservata solo ai chierici – riflette padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano –. Il conferimento di questi ministeri ai battezzati (uomini e donne, grazie alla lettera apostolica Spiritus Domini di Papa Francesco), sottolinea la dimensione comunitaria della liturgia: tutti partecipano all’offerta della vita, che Cristo fa al Padre. I ministeri divengono espressioni particolari della condizione sacerdotale e regale propria di ogni battezzato. Tutti siamo chiamati a vivere l’azione liturgica, il servizio ai poveri e l’annuncio del Vangelo nella fedeltà al mandato del Signore Gesù Cristo, come ci raccomandava Papa Francesco in una lettera che ha firmato a gennaio dell’anno scorso e che affronta questo tema».

8 febbraio 2022

Dialogo tra Veneziani e Lorizio su “Egemonia culturale”

Marcello Veneziani (foto da Facebook)

Il 9 aprile 2024 alle ore 17.30, presso la Società Dante Alighieri a Roma, avrà luogo il nuovo evento di “Spiriteco. Storie, arte, conversazioni per ritrovare la strada della spiritualità”. Il progetto, promosso dall’Ufficio per la Cultura del Vicariato di Roma in collaborazione con Fondazione Mira, vuole essere «un appuntamento multidisciplinare di cadenza bimestrale – spiegano i promotori – che, attraverso una serie di incontri e proposte culturali e artistiche vuole stimolare pensieri, riflessioni, emozioni nella prospettiva di coinvolgere la triplice dimensione dell’umano: affettiva, intellettiva e decisionale con l’intento di riportare, in un’epoca purtroppo arida e povera di verità, la spiritualità al centro dell’uomo e così non trascinare il nostro pianeta e tutti i suoi abitanti in un oblio senza ritorno». Gli incontri prevedono il coinvolgimento dei più sensibili attivisti ed esponenti culturali del nostro tempo.

Il progetto parte con l’incontro “Egemonia Culturale? La Politica tra Fede e Cultura”, che vedrà come protagonisti Marcello Veneziani, giornalista, scrittore, filosofo. e Giuseppe Lorizio, teologo e direttore dell’Ufficio diocesano. I saluti istituzionali di Salvatore Italia, consigliere centrale e soprintendente della Società Dante Alighieri, apriranno l’incontro che sarà moderato da Gianni Todini, direttore Agenzia Nazionale Aska e, Isabel Russinova attrice, scrittrice, giornalista, qui in veste di presidente della Fondazione Mira, presenterà l’iniziativa.

«Spiriteco è la traduzione in esperanto della parola spiritualità – sottolineano gli organizzatori –. L’esperanto è la lingua universale, senza terra né interessi ed economia, creata nel 1872 dall’oculista ebreo polacco Ludwik Zamelhov per unire i popoli in una lingua senza confini. Papa Francesco ha detto, rispondendo alla domanda in quale lingua prega, “io sogno in esperanto”».

5 aprile 2024

Dialogo ebraico-cristiano, incontro alla Sala Baldini – Segui la diretta streaming

Proseguono gli incontri ebraico – cristiani organizzati dall’Ufficio per l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e i nuovi culti e dalla Comunità Ebraica di Roma, su “Comprendere il tempo alla luce della Bibbia ebraica”. Il prossimo appuntamento è in programma lunedì 12 febbraio, dalle 18 alle 19.15, presso la Sala Baldini di piazza Campitelli 9, e vedrà la partecipazione di rav Benedetto Carucci Viterbi e di Armand Puig i Tarrech, che parleranno di “Unità nella differenza”.

Segui la diretta streaming

 

8 febbraio 2024

Dialogo ebraico-cristiano, appuntamento l’11 al Pitigliani

Torna l’appuntamento con il ciclo di studio sul dialogo ebraico-cristiano intitolato “Comprendere il tempo alla luce della Bibbia ebraica”. Promosso dall’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e i nuovi culti, l’evento è in programma lunedì 11 dicembre alle 18 presso il centro ebraico italiano “Il Pitigliani” e vedrà il confronto tra rav Ariel Di Porto e il vescovo Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale del Lazio e biblista, sul tema “Il creato tra caos e armonia”. Per partecipare, è necessario segnalare la propria presenza entro il 7 dicembre a ufficioecumenismo@diocesidiroma.it.

Questo è il secondo incontro dei sei in programma fino a maggio del prossimo anno, tutti incentrati su tematiche diverse ma con uno spirito comune: incentivare un cammino di crescita, di dialogo e conoscenza reciproca riscoprendo la ricchezza del Primo Testamento. Il prossimo incontro vedrà, il 12 febbraio, il dialogo tra rav Benedetto Carucci Viterbi e Armand Puig i Terrach sul tema “Unità nella differenza”; l’11 marzo “L’ira di Dio” vedrà le riflessioni di rav Ariel Di Porto e Daniele Garrone; di “Fragilità, libertà e forza: le donne della Bibbia ebraica” parleranno invece, il 15 aprile, rav Benedetto Carucci Viterbi e Donatella Scaiola e infine, il 27 maggio, rav Riccardo Di Segni e Armand Puig i Terrach chiuderanno il ciclo di incontri con la riflessione su “Storie di fratelli”.

30 novembre 2023

Dialogo ebraico cristiano, la Giornata il 16 gennaio

“Pellegrini di speranza”. Il motto del Giubileo è il tema – scelto dal Rabbinato d’Italia e dalla Conferenza episcopale italiana – che farà da filo conduttore alla 36 ª Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei. La riflessione sul Giubileo verrà portata avanti nell’incontro promosso per il 16 gennaio alle ore 17 presso la Pontificia Università Lateranense (piazza San Giovanni in Laterano, 4 – Aula 300), organizzato in collaborazione con l’Istituto superiore di scienze religiose Ecclesia Mater.

Il pomeriggio sarà aperto dai saluti di Claudia Caneva, preside dell’Ecclesia Mater; di Rosario Chiarazzo, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale scolastica e l’insegnamento della religione cattolica, e Simone Caleffi, docente di Teologia del dialogo interreligioso. Interverranno poi rav Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma; Ruth Dureghello, già presidente della Comunità ebraica di Roma; monsignor Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Cei; e Donatella Scaiola, biblista.

Gli interventi saranno moderati da monsignor Marco Gnavi, responsabile dell’Ufficio per l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e i nuovi culti della diocesi di Roma. Animerà l’incontro il gruppo musicale “Progetto Davka” diretto da Maurizio Di Veroli. Per quanti non potranno partecipare, sarà possibile seguire l’evento anche on line, sul canale YouTube della diocesi di Roma.

«In questo momento storico così difficile e complesso risulta ancor più opportuno partecipare all’appuntamento»: questo l’invito del vescovo Paolo Ricciardi, responsabile dell’Ambito della Chiesa ospitale e “in uscita”.

7 gennaio 2025

Dialogo ebraico cristiano, incontro a tre voci

“Paura e speranza, quando l’essere umano è minacciato”. Quanto mai attuale il tema scelto per il l’incontro in programma lunedì 15 aprile dalle 18 alle 19.15 nella Sala Baldini di piazza Campitelli 9. L’appuntamento fa parte del ciclo di approfondimento del dialogo ebraico cristiano su “Comprendere il tempo alla luce della Bibbia ebraica”, promossi dall’Ufficio per l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e i nuovi culti della diocesi di Roma e la Comunità Ebraica di Roma.

L’incontro del 15 aprile avrà un format un po’ diverso rispetto ai precedenti. I relatori infatti saranno tre: rav Ariel Di Porto, tra gli ideatori del percorso; il professor Salvatore Maurizio Sessa, biblista e docente presso Istituto di Teologia della Vita Consacrata Claretianum e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Apollinare; e il professor Daniele Garrone, biblista e docente presso la Facoltà Valdese di Teologia a Roma. Gli incontri sono a ingresso libero e gratuito e sono disponibili anche sul canale YouTube della diocesi di Roma.

9 aprile 2024

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