13 Settembre 2025

Don Bosco Roma: il programma per le celebrazioni

“A nove anni ho fatto un sogno”….. sono passati duecento anni dal momento fondativo di tutta la spiritualità salesiana: il sogno dei nove anni di san Giovanni Bosco. Era il 1824 e da allora centinaia di migliaia di giovani hanno avuto modo di conoscere Don Bosco e i suoi salesiani. Per questo motivo il 28 gennaio 2024, presso la basilica Don Bosco di Roma, sarà inaugurata una speciale illuminazione per il bassorilievo dedicato all’evento.

L’iniziativa si inserisce nel ricco programma di celebrazioni dedicate a Don Bosco presso la parrocchia romana, iniziato ieri, 22 gennaio, con la celebrazione delle 18 presieduta da Don Mauro Mantovani. Dal 22 al 31 – vera e propria festa di Don Bosco – ogni giorno si terrà una celebrazione presieduta da alcuni vescovi, cardinali, parroci, salesiani, a sottolineare l’attenzione nei confronti del santo patrono.

Tra i tanti eventi extra-liturgici è bene segnalare la presenza di don Luigi Ciotti, presidente di Libera, che oggi, 23 gennaio, dopo la celebrazione eucaristica delle 18, incontrerà la cittadinanza presso il Cinema Teatro Don Bosco. Il titolo dell’evento, a ingresso gratuito, è “La Legalità è lo strumento per raggiungere la giustizia”.

Il 27 alle 19 in basilica, dopo aver celebrato l’eucarestia delle 18, padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi di Roma, terrà l’incontro “Non c’è Pace senza Giustizia”.

Infine, spazio alla musica e alla cultura, con il concerto della Banda della Marina Militare, domenica 28 gennaio alle 16.30 e il concerto di voci e musica in onore di Don Bosco tenuto dalla Corale Maria Ausiliatrice, martedì 30 gennaio alle 18, entrambi in basilica. La stessa basilica sarà aperta alla cittadinanza, con visite guidate previste alle 11.30, alle 12.15 e alle 16.30 il 31 gennaio.

23 gennaio 2024

Don Benoni Ambarus nuovo direttore della Caritas di Roma

Don Benoni Ambarus – detto Don Ben – da sabato primo settembre è il nuovo direttore della Caritas di Roma. A nominarlo alla guida dell’organismo diocesano, di cui era già vicedirettore dal 16 ottobre 2017, è stato il cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma. Don Ambarus succede a monsignor Enrico Feroci, che ha diretto la Caritas per nove anni; già presidente degli Oblati del Divino Amore, dal primo settembre monsignor Feroci è il nuovo rettore del seminario della Madonna del Divino Amore.

Nato il 22 settembre 1974 a Somusca-Bacau (Romania), don Benoni Ambarus entra al Seminario Minore della diocesi di Iasi, in Romania, nel 1990; consegue la maturità nel 1994 e quindi, fino al 1996, frequenta il Seminario Maggiore di Iasi. Il 23 novembre del 1996 arriva a Roma, presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore, dove completa gli studi e consegue il baccalaureato in Teologia. Il 29 giugno del 2000 viene ordinato presbitero a Iasi. Ma poi rientra a Roma, dove, nel 2001, consegue la licenza in Teologia dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana. Dal 2001 al 2004 svolge il servizio di educatore al Seminario Romano Maggiore; dal 2004 al 2007 è collaboratore parrocchiale a San Frumenzio ai Prati Fiscali; dal 2007 al 2010 è viceparroco presso la stessa parrocchia. Dal 2010 al 2012 è invece viceparroco nella comunità di Santa Maria Causa Nostrae Laetitie a Torre Gaia. Nel 2012 don Ambarus diviene parroco dei Santi Elisabetta e Zaccaria a Valle Muricana: sarà la prima parrocchia a ricevere la visita pastorale di Papa Francesco, il 26 maggio del 2013. Infine, nel 2017, la nomina a vicedirettore della Caritas di Roma.

«Sono consapevole – dichiara don Benoni Ambarus – di arrivare a svolgere un servizio impegnativo e delicato con la certezza di poter contare sull’esperienza e la dedizione di molti operatori, volontari e di tutti i poveri. L’esperienza di vicedirettore, vissuta negli ultimi mesi, è stata per me la scuola del Vangelo della vita attraverso gli occhi e il cuore dei poveri. La Caritas continuerà il suo percorso al fianco delle tante comunità parrocchiali e di tutto quel vasto mondo della Chiesa di Roma in cui la carità si realizza attraverso la difesa della dignità e della giustizia: esperienze che sempre più debbono operare in comunione».

3 settembre 2018

Don Attilio Nostro nominato vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea

Foto di Cristian Gennari

Papa Francesco ha nominato nuovo vescovo della diocesi di Mileto – Nicotera – Tropea don Attilio Nostro, sacerdote della diocesi di Roma, finora parroco della comunità di San Mattia. Succede a monsignor Luigi Renzo.

L’annuncio è stato dato proprio nella parrocchia di Monte Sacro dal vescovo ausiliare per il settore Ovest monsignor Paolo Selvadagi, davanti ai fedeli riuniti per la Messa appena terminata. «Sono felice di annunciarci questa notizia», ha detto il vescovo ausiliare. «Don Attilio – ha proseguito – ha passato momenti importanti del suo vissuto pastorale nella diocesi di Roma. Preghiamo per lui perché sia assisto dal Signore e accompagnato dalla Madonna». La celebrazione eucaristica per l’ordinazione episcopale si terrà sabato 25 settembre alle ore 17 nella basilica di San Giovanni in Laterano; la Messa per l’ingresso del vescovo nella nuova diocesi è prevista invece per la settimana dopo, sabato 2 ottobre alle 17 nella cattedrale di Mileto.

Nato a Palmi (Reggio Calabria) il 6 agosto 1966, don Attilio Nostro è stato alunno del Pontificio Seminario Romano Maggiore. Ha conseguito il Baccalaureato in Filosofia e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana e la Licenza in Studi su Matrimonio e Famiglia presso la Pontificia Università Lateranense. È stato ordinato sacerdote da san Giovanni Paolo II il 2 maggio 1993 per la diocesi di Roma. Tra i servizi prestati nella diocesi del Papa, quelli di vicario parrocchiale a Santa Maria delle Grazie al Trionfale (1993-1995); di vicario parrocchiale a Gesù Divin Lavoratore (1995-2001); di parroco a San Giuda Taddeo (2001-2014); infine di parroco a San Mattia nonché di insegnante di religione cattolica presso l’Istituto scientifico Nomentano.

«Ho due riferimenti in cuore: uno per fedeli laici e uno per sacerdoti», ha detto don Attilio Nostro salutando la comunità che ha guidato per quasi sette anni. «Voi laici avete una grande responsabilità, quella di non farci sentire soli, di aiutarci nell’incredibile compito di instaurare il regno di Dio su questa terra. E poi una parola per i sacerdoti: un vescovo si deve sporcare le mani per liberare da tante fogne intasate nel nostro cuore. Ringrazio la parrocchia di San Mattia in particolare, e tutte le parrocchie in cui sono stato parroco e vice parroco: mi avete insegnato ad amare», ha proseguito commosso. «Mi sono sentito padre, fratello, sposo, ed è questo quello che voglio portare a questa comunità. Accompagnatemi con le vostre preghiere perché se il Papa mi ha voluto fortemente nella mia terra natìa, se ha scelto un parroco di Roma è un segno di fraternità e di ulteriore comunione. Ho imparato ad amare e desidero farlo ancora di più».

Nel messaggio per la comunità diocesana che è ora chiamato a guidare, il nuovo vescovo ha ricordato le sue origini calabresi. «Sono cosciente che il Signore mi sta innestando nella pianta di un territorio formato da gente laboriosa e dignitosa ma troppo spesso costretta a misurarsi con un tessuto sociale umiliato dalla piaga della disoccupazione che rende ancora più difficile il futuro di tante giovani famiglie costrette al doloroso distacco dell’emigrazione. Questo fu anche il destino della mia famiglia che 36 anni fa condusse i miei passi da Palmi verso la città di Roma». (Ha collaborato Mariaelena Iacovone)

Leggi il messaggio alla nuova diocesi

19 agosto 2021

Don Andrea Sidoti ordinato sacerdote della Fraternità di San Carlo Borromeo

«La prima volta che partecipai ad una vacanza di Gioventù studentesca, ci andai solo perché non avevo programmi migliori. Arrivato al luogo dell’appuntamento da dove sarebbero partiti i pullman, ero demoralizzato all’idea di non conoscere nessuno. Mi dicevo che probabilmente avrei dovuto fare il viaggio da solo. Ma subito mi si fece incontro un ragazzo, dicendomi: “Tu sei Andrea, giusto? Il fratello di Caterina… Ti va se facciamo il viaggio insieme?”». Don Andrea Sidoti racconta così la storia della sua vocazione. Un cammino iniziato con un viaggio in pullman tanti anni fa che lo ha portato prima al Centro di via delle Sette Sale e all’incontro con don Sergio Ghio; infine alla chiesa dei Sacri Cuori di Gesù e Maria dove, lunedì 29 giugno, il vescovo di Porto – Santa Rufina monsignor Gino Reali lo ha ordinato sacerdote della Fraternità di San Carlo Borromeo. Nella stessa celebrazione sono stati ordinati diaconi Francesco Babbi, Tommaso Badiani, Stefano Peruzzo, Simone Valentini.

Romano, classe 1988, Andrea è segretario della Fraternità San Carlo. È cresciuto in una famiglia cristiana: la sorella maggiore, Caterina, è sposata e madre di tre figli; la minore, Benedetta, ha preso il nome di suor Agata e sta facendo il noviziato al monastero delle Trappiste di Vitorchiano. I genitori, Vito e Rita, si sono conosciuti all’interno del movimento di Comunione e liberazione. «È stato come se veramente mi avessero consegnato al Signore – dice don Andrea a proposito dei genitori –, da una parte attraverso i sacramenti e dall’altra facendomi conoscere il movimento. La mia storia è una storia che Dio ha voluto iniziare tanti anni fa, facendomi nascere in una famiglia cristiana».

Sorride papà Vito, autore Rai. «Come genitori sentiamo la sproporzione di tanta bellezza che è accaduta nella nostra famiglia… Sentiamo di non aver fatto nulla di particolare perché accadesse questo. Abbiamo vissuto la nostra fede con semplicità e naturalezza, ed evidentemente i nostri figli hanno visto che era una cosa buona anche per loro. Noi li abbiamo aiutati, tenuti per mano sperando che nella loro vita accadesse quello che è accaduto nella nostra: cioè ci fosse l’incontro con una presenza vita, l’incontro con Cristo. Ma non si può scegliere una strada così definitiva e controcorrente – conclude – solo perché si è stati educati in un certo ambiente».

«Se riguardo la mia storia – riflette ancora don Andrea –, non posso che riconoscere con gratitudine la mano di Dio che ha tessuto e intrecciato tanti fili, preparando trame che poco a poco si svelano davanti ai miei occhi. Ancora non riesco a vedere tutto, ci sono intrecci che non capisco, che non so che disegno formeranno. Ma sono certo che colui che ha in mano il disegno è affidabile, per questo desidero rispondere: “Eccomi”».

3 luglio 2020

Don Andrea Santoro, il ricordo del cardinale Enrico Feroci

Nel XV anniversario della morte di don Andrea Santoro, il cardinale Enrico Feroci ha ricordato la figura del sacerdote romano, suo amico, ucciso in Turchia il 5 febbraio del 2006

Don Andrea Santoro, «la bellezza della vita spesa per amore e con amore»

«Il missionario è colui che “abita” tra la gente e diviene per loro attuazione del mistero dell’incarnazione dell’amore e della tenerezza di Dio. Diventa per gli altri la carne di Cristo, un corpo da mangiare che si dona senza riserve per il bene e la gioia di tanti. La Chiesa di Roma non dimentica don Andrea “eroico testimone dei nostri giorni”, così lo ha definito Papa Francesco, ma ne vuole tenere viva la memoria attraverso la testimonianza della bellezza della vita spesa per amore e con amore. Questo è lo spirito del Premio». Sabato mattina (26 ottobre 2019), in un’affollata Aula della Conciliazione del Palazzo del Vicariato, il cardinale vicario Angelo De Donatis consegna i Premi intitolati a don Andrea Santoro, il sacerdote fidei donum ucciso in Turchia nel 2006.

Sono stati premiati Luigi e Isabella Bencetti, a lungo impegnati in Perú (ha ritirato il Premio Isabella, poiché Luigi è deceduto); suor Anna Bacchion e suor Marzia Feurra, missionarie della Consolata a Djibuti; padre Sebastiano D’Ambra, missionario del Pime nelle Filippine; la Comunità Missionaria Intercongregazionale di Haiti.

Questi missionari, ha detto ancora il vicario del Papa per la diocesi di Roma, ci ricordano «l’ampiezza del mondo spaziando nei cinque continenti e le diversità dei carismi che sono frutto dello Spirito. Tramite loro il nostro riconoscimento va a tutti coloro che si donano per il Vangelo, a chi fa dono di sé così com’è senza mai dimenticare che il protagonista della missione è lo Spirito Santo che ci precede e ci prepara la strada».

Leggi il testo completo dell’intervento del cardinale De Donatis.

28 ottobre 2019

Domenica primo giugno l’istituzione di 14 accoliti per la diocesi

Saranno 14 gli accoliti che verranno istituiti domenica primo giugno, a San Giovanni in Laterano. A presiedere la Celebrazione Eucaristica, alle ore 17.30, sarà il vescovo Renato Tarantelli Baccari, ausiliare e vicegerente della diocesi di Roma. Presteranno il loro ministero in 12 parrocchie romane e al Pontificio Seminario Romano Maggiore. Agli accoliti è affidato il compito di aiutare i presbiteri e i diaconi nello svolgimento delle loro funzioni, e come ministri straordinari potranno distribuire l’Eucaristia a tutti i fedeli, anche infermi.

I candidati hanno partecipato a un percorso formativo che prevede un triennio di Liturgia per la pastorale, organizzato dall’Ufficio per la formazione liturgica e la celebrazione dei Sacramenti in collaborazione con il Pontificio ateneo Sant’Anselmo, seguito da un itinerario di discernimento curato da alcuni parroci che coadiuvano l’Ufficio diocesano.

Ecco i nomi dei candidati e le parrocchie in cui saranno impegnati: Cosimo Caroli per la parrocchia di San Barnaba; Massimo Carta per i Santi Pietro e Paolo; Fabrizia Chimenti e Luigia Pasini per Santa Maria del Carmelo; Mauro Coluzza, Santo Spirito alla Ferratella; Pasquale Di Camillo per San Giovanni Battista de La Salle; Dino Lucia per Nostra Signora di Lourdes a Tor Marancia; Alessio Mirtini per San Francesco Saverio alla Garbatella; Alessio Piccoli per il Santo Volto di Gesù; Mauro Poponessi per Santa Maria Regina Pacis a Ostia; Marco Proietti Onori per San Girolamo a Corviale; Marcello Sullo per Santa Maria Consolatrice e Maurizio Trapani per Sant’Anselmo alla Cecchignola. Sonia Candelotti, infine, presterà il proprio ministero al Pontificio Seminario Romano Maggiore.

Scarica il libretto della Celebrazione

 

29 maggio 2025

Domenica la III Giornata mondiale dei nonni e degli anziani

Foto DiocesiDiRoma/Gennari

Offre lo spunto anche per una riflessione di carattere sociale la prossima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che ricorre il 23 luglio. Per il vescovo ausiliare Dario Gervasi, delegato per l’Ambito per la cura delle età e della vita, infatti, con la scelta del tema “Di generazione in generazione la sua misericordia”, il Papa non solo «ha avuto una felice intuizione nell’avvicinare il mondo degli anziani a quello dei più giovani, due categorie di persone a lui da sempre care», ma ha anche messo al centro dell’attenzione «due elementi critici per la nostra società: i giovani e il loro sentirsi soli e abbandonati e gli anziani, spesso marginalizzati».

In particolare, per il presule è significativo che sia la stessa icona biblica, «quella della visita di Maria all’anziana parente Elisabetta», a tenere insieme appunto la III Giornata mondiale dei nonni e degli anziani e la XXXVIII Giornata mondiale della gioventù, in programma a Lisbona dall’1 al 6 agosto, perché equivale a richiamare ad una sinergia i destinatari dei due appuntamenti dedicati, così diversi e lontani per anagrafe ma chiamati ad una relazione importante e proficua per entrambi. «In un momento come quello attuale in cui alla base di tante situazioni di crisi giovanili c’è il vivere “tutto e subito” – spiega Gervasi –, gli anziani con la loro presenza di saggezza e la testimonianza di una vita e di un tempo lunghi sono l’antidoto a questo modo di fare, che porta tanti giovani a vivere anche le sofferenze nell’immediato, amplificandole», mentre «ogni stagione va gustata e attraversata». Invecchiare, allora, «non deve fare paura – sono ancora le parole del vescovo – ma la vecchiaia con la sua saggezza è invece benedetta e non va né allontanata né “demonizzata” ma accolta in una prospettiva della vita nel tempo lungo», laddove «la vita ha valore non solo nella “potenza” ma anche nella fragilità perché Dio si manifesta proprio nella debolezza».

Alla luce di queste considerazioni, «è bello e importante riunirsi insieme intorno all’altare per celebrare gli anziani e i nonni» sottolinea Gervasi, guardando alla celebrazione che il Papa presiederà domenica mattina nella basilica di San Pietro alle 10. Per la Messa «si stanno attivando e si sono già attivate tante comunità, realtà e associazioni dedicate ai più anziani, che stanno dando una bella risposta e un bel riscontro». L’ingresso nella basilica potrà avvenire a partire dalle 8 e i biglietti possono ancora essere ritirati, fino a martedì 18 luglio, in Vicariato. Alla stessa celebrazione sono invitati anche i più giovani, «magari figli e nipoti che accompagneranno i genitori o i nonni», auspica il vescovo, anticipando che in particolare «proprio da alcuni anziani 5 giovani, provenienti da ognuno dei 5 continenti, riceveranno insieme ad altri ragazzi pronti a partire uno speciale mandato in vista della prossima Gmg, a sottolineare proprio la continuità tra le generazioni» e una vicinanza e un accompagnamento speciali nella preghiera.

Scrive a tal proposito il Papa nel suo messaggio ai nonni e agli anziani: «Lo Spirito Santo benedice e accompagna ogni fecondo incontro tra generazioni diverse. Dio, infatti, desidera che, come ha fatto Maria con Elisabetta, i giovani rallegrino i cuori degli anziani, e che attingano sapienza dai loro vissuti. Ma, anzitutto, il Signore desidera che non lasciamo soli gli anziani, che non li releghiamo ai margini della vita, come purtroppo oggi troppo spesso accade».

E allora – come anche il cardinale vicario Angelo De Donatis aveva fatto nella sua lettera di invito rivolta a sacerdoti, diaconi, consacrati e fedeli della diocesi di Roma chiamati a vivere attivamente la Giornata – Gervasi rinnova l’auspicio che «pure a livello di diocesi e di parrocchie le diverse comunità si mettano in moto per celebrarla al meglio con un momento di condivisione». Il vescovo ricorda inoltre che «il Papa stesso invita i più giovani ad andare in quella domenica a visitare gli anziani, magari portando proprio lo stesso messaggio rivolto loro da Francesco, tanto bello e tanto consolatorio».

di Michela Altoviti da Roma Sette

19 luglio 2023

Domenica la Giornata del migrante: la lettera del vescovo Ricciardi

Foto Diocesi di Roma / Gennari

In occasione della 110esima Giornata del migrante e del rifugiato, che la Chiesa celebra domenica 29 settembre sul tema “Dio cammina con il suo popolo”, il vescovo Paolo Ricciardi, coordinatore dell’Ambito della Chiesa ospitale e “in uscita”, scrive: «Il Signore sta sempre con chi, disperato, è in cerca di speranza». Anche «l’Italia e Roma sono meta di tante persone che arrivano da altri luoghi del mondo. Preparandoci al Giubileo, che avrà come tema “Pellegrini di speranza”, pensiamo anche a tanti che arrivano nella nostra città non come pellegrini, ma sicuramente spinti da tanta speranza, a volte delusa per mancanza di accoglienza».

La Giornata, dunque, vuole essere «un’occasione per pregare e per riflettere insieme su quella porzione di umanità che, come accade per il popolo di Israele, è in cammino per passare dalla schiavitù alla libertà. In molti casi, però, si verifica un esodo che porta molte persone a passare da una situazione di prova grande ad altre prove, se non altre forme di schiavitù».
Le parrocchie, nella Giornata di domenica, sono invitate a una colletta per sostenere le iniziative promosse dalla Conferenza episcopale italiana in favore dei migranti.

 

19 settembre 2024

Domenica delle Palme

Domenica delle Palme.

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