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Il 17 porte aperte negli Empori della solidarietà
Una settimana di sensibilizzazione sulla povertà alimentare nella città di Roma e sull’esperienza degli Empori della solidarietà. È l’iniziativa che propone la Caritas diocesana di Roma e che prenderà il via il prossimo 17 ottobre, in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione delle povertà e della lotta alla miseria.
A Roma, dove nel 2008 la Caritas ha fatto nascere il primo Emporio della solidarietà in Italia presso la Cittadella della carità, esistono ora altri cinque Empori sostenuti dai volontari di diverse parrocchie: Spinaceto, Montesacro, Don Bosco, Trionfale e Marconi (quest’ultimo al momento in ristrutturazione).
L’Emporio della Solidarietà, spiegano dalla Caritas, «si presenta come un supermercato con casse automatizzate, carrelli, scaffali e insegne. È rivolto prevalentemente a nuclei familiari con minori a carico, in temporanea situazione di difficoltà economica, ma accoglie anche anziani e persone sole. I centri d’ascolto delle comunità parrocchiali e della Caritas diocesana inviano all’emporio chi ne ha bisogno per un periodo di tempo stabilito. È, quindi, un supporto temporaneo che sostiene nei fabbisogni quotidiani».
Venerdì 17 ottobre, dalle ore 16 alle 19, alcuni Empori resteranno aperti per dare la possibilità a coloro che lo desiderano di fare una visita, una sorta di open day in cui i volontari illustreranno le attività che vi si svolgono: dall’accompagnamento dei beneficiari alle iniziative di economia circolare per il recupero e la distribuzione delle eccedenze alimentari. Sabato 25 ottobre, invece, per l’intera giornata, ci sarà il secondo appuntamento con una Raccolta alimentare promossa dai volontari delle parrocchie, dalle scuole e dai gruppi giovanili, nei supermercati di Roma.
14 ottobre 2025
A San Saba le proposte del CIS
La parrocchia di San Saba all’Aventino, in collaborazione con il CIS – Centro di spiritualità ignaziana, organizza iniziative aperte a tutti per nutrire e approfondire la propria relazione con Dio, seguendo il metodo della preghiera in stile ignaziano. Il primo percorso “Vieni e vedi ” inizierà il 28 ottobre alle ore 19.15 e vuole offrire a chiunque un tempo mensile di sosta in ascolto della Parola di Dio: non serve alcuna prenotazione e si può partecipare anche in maniera saltuaria.
Il secondo percorso “Ricomincio da te”, invece, inizierà il 13 novembre alle ore 19 e vuole essere una proposta per riscoprire la propria relazione con Dio e per rimettere ordine nella propria vita, in dialogo con le proprie emozioni, i propri pensieri e desideri, attraverso la preghiera in stile ignaziano. Questo secondo percorso sarà accompagnato da incontri personali con una guida del CIS. In questo caso è richiesta la prenotazione inviando una mail a cis.centro@gesuiti.it
14 ottobre 2025
Sacro Cuore ai Parioli, un clima per l’ascolto
Ha una «chiara identità spirituale» ossia «essere un luogo mariano ed eucaristico» la comunità parrocchiale del Sacro Cuore Immacolato di Maria, ai Parioli, che il cardinale vicario Baldo Reina ha visitato venerdì pomeriggio, incontrando i diversi gruppi e celebrando la Messa. «Cerchiamo di custodire con cura ogni celebrazione, ogni momento di preghiera e di riconciliazione, offrendo spazi perché i fedeli possano incontrare confessori disponibili e un clima che favorisca l’ascolto e la pace del cuore», dice il parroco padre Juan José Gutierrez, clarettiano.
Il giovane religioso, che guida la parrocchia da un anno dopo due anni di servizio come viceparroco, aggiunge che «accanto alla vita spirituale, desideriamo essere una parrocchia che accoglie concretamente» e per questo «nella nostra comunità operano diversi gruppi impegnati nell’aiuto alle persone senza fissa dimora e ai migranti, affinché nessuno si senta escluso o dimenticato». In particolare padre Gutierrez, originario di El Salvador, fa sapere che «offriamo lezioni di italiano per stranieri, corsi di inglese per la comunità dello Sri Lanka e momenti di visita e di ascolto per gli anziani soli: piccoli gesti che rendono visibile la carità evangelica e la fraternità cristiana».
Ancora, l’attenzione alle famiglie: «Il nostro quartiere è composto in gran parte da persone anziane ma stiamo cercando di coinvolgere sempre più le famiglie dei bambini, affinché la parrocchia diventi una casa viva, familiare e accogliente, dove ogni generazione possa sentirsi parte della stessa comunità», dice ancora il parroco, che mette in luce come anche «un altro ambito ci sta particolarmente a cuore ed è quello della catechesi: quest’anno accompagniamo circa 150 ragazzi nel cammino di fede».
Floriana è una delle catechiste dei bambini che si preparano a ricevere il sacramento della Prima Comunione e che proprio «mercoledì abbiamo accolto con momenti di gioco e di canto, insieme anche ai loro genitori» laddove «il coinvolgimento delle famiglie è importante e sono gli stessi genitori che ci chiedono di accompagnarli in questo percorso di fede che scelgono per i loro figli». Ogni domenica i bambini sono poi «invitati a partecipare alla Messa delle 10.30, a loro dedicata, sempre insieme alle famiglie, per condividere il cammino», sono ancora le parole della catechista che presta questo servizio in parrocchia da 5 anni.
Anche Raffaella è catechista ma segue da 10 anni «il gruppo dei ragazzi della prima e seconda media che si preparano alla Cresima», guidandoli in un percorso che è fatto «anche e soprattutto di eventi condivisi e di esperienze, per coinvolgere i ragazzi». Ecco allora «le uscite alle basiliche in questo tempo del Giubileo, accompagnati anche da una parrocchiana esperta di arte che ci ha fatto da guida – racconta –, o le raccolte alimentari per le opere di carità della parrocchia di Caritas e del Gruppo vincenziano in cui coinvolgiamo i ragazzi». Sempre su questa «linea esperienziale» si pone anche nel tempo di Avvento e del Natale «la grande cura che riserviamo al presepe», dice ancora Raffaella, spiegando che «nella cripta della nostra basilica ce n’è conservato uno di prezioso, che è motivo di condivisione anche tra le generazioni con i nonni che vengono a visitarlo con i nipoti». (di Michela Altoviti da Roma Sette)
12 ottobre 2025
Visita pastorale alla parrocchia San Marco in Agro Laurentino e benedizione della pala d’altare restaurata
Visita pastorale alla parrocchia San Marco in Agro Laurentino e benedizione della pala d’altare restaurata
La XXII Giornata del mondo accademico
Catechesi, teatro, musica, ma soprattutto la celebrazione del sacramento della riconciliazione e il passaggio dalla Porta Santa di San Giovanni in Laterano. In questo anno giubilare, assume una veste nuova la XXII Giornata del mondo accademico, organizzata dall’Ufficio per la pastorale universitaria della diocesi di Roma. Per inaugurare l’evento, venerdì 17 ottobre, il cardinale vicario Baldo Reina incontrerà, a porte chiuse, i rettori di tutte le università romane (statali, pontificie, private e libere). Quindi don Maurizio Mirilli, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, alle ore 18, darà il benvenuto a docenti e studenti universitari riuniti nell’Aula della Conciliazione, per assistere alla drammaturgia di Francesco d’Alfonso “Oltre quello che c’è”. Sarà l’opera, interpretata dagli allievi dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, a dare il via alla tre giorni; seguirà poi un incontro su “La speranza è il significato di ciò che facciamo”, che vedrà il narratore Roberto Mercadini in dialogo con don Gabriele Vecchione, cappellano della Sapienza e vicedirettore dell’Ufficio diocesano. L’accesso è libero e gratuito, consentito fino ad esaurimento dei posti disponibili. Alle ore 21, poi, è previsto un concerto del Coro lirico e orchestra d’archi del Conservatorio Santa Cecilia di Roma diretto da Michelangelo Galeati, nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme; anche in questo caso l’ingresso è libero e gratuito.
Il giorno seguente, 18 ottobre, sono in programma due catechesi per docenti e per studenti a Sant’Antonio da Padova e a Santi Marcellino e Pietro. Al termine, alle 10.30, tutti si ritroveranno nella cattedrale di Roma, per attraversare la Porta Santa ed accostarsi al sacramento della Riconciliazione. Alle ore 12, il cardinale vicario Baldo Reina celebrerà l’Eucarestia, sempre nella basilica di San Giovanni in Laterano. Ancora, sabato 18 alle ore 20.30, al Teatro Anfitrione, è in programma “Gran Teatro Bernini”, drammaturgia di d’Alfonso, con ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti; sarà replicato il 19 ottobre alle ore 18, nello stesso teatro. Domenica 19, nella cappella della Sapienza, alle 10.30, don Roberto Buattini terrà una catechesi su “In my end is my beginning. Come salvarsi dalla retorica della speranza”. Seguirà la celebrazione eucaristica, alle ore 11.
«Saranno tre giorni di riflessione sia spirituale che culturale», dice don Mirilli. E spiega com’è nata l’idea di questa iniziativa: «In occasione del Giubileo del mondo dell’educazione, che ci sarà la settimana seguente, abbiamo voluto creare un’occasione di preparazione e per questo motivo, quest’anno, invece del tradizionale pellegrinaggio fuori, abbiamo pensato di rimanere a Roma. Perché da tutto il mondo i pellegrini stanno venendo qui». Gli fa eco don Vecchione: «In passato abbiamo organizzato la Giornata del mondo accademico puntando soprattutto sull’accoglienza delle matricole, mentre stavolta abbiamo voluto allargare a tutto il mondo accademico: dagli studenti, ai docenti, ma anche al personale amministrativo delle università. Perché nelle università si fa il futuro. Avere l’educazione nel cuore significa avere la trasmissione nel cuore, provare gioia perché un giovane possa crescere e possa fiorire. La fede non può che diventare cultura. La fede è razionale ed è intellegibile, quindi non possiamo accontentarci del populismo che respiriamo da tutte le parti e dell’antiintellettualismo diffuso».
Tra i vari appuntamenti in programma, come detto, anche uno spettacolo dedicato a Bernini. «Gian Lorenzo Bernini è un artista che ha vissuto un tempo straordinariamente lungo per la sua epoca, la maggior parte del quale passato a Roma – illustra d’Alfonso –. La sua vicenda umana e artistica è intimamente legata all’Urbe, tanto che le sue opere ne hanno cambiato il volto, contribuendo a renderla la città spettacolare che oggi vediamo: Roma porta inequivocabilmente la firma di Bernini. Con lui nasce un’arte scenografica, talmente coinvolgente da diventare teatrale. In effetti proprio il teatro accompagnò Bernini in tutta la sua lunga vita – fu scenografo, scenotecnico, attore, autore, corago di opere in musica – dandogli la possibilità di espandere all’infinito la sua idea di bellezza, che la scultura, l’architettura e la pittura racchiudevano in opere “finite”: perché la bellezza è connessa all’anelito di infinito custodito in ogni uomo».
13 ottobre 2025
Il programma pastorale della diocesi 2025-2026
“Se tu conoscessi il dono di Dio” (Gv 4,10) è il versetto evangelico che accompagna il programma pastorale della diocesi di Roma per l’anno 2025-2026, alla luce dell’assemblea diocesana del 19 settembre scorso presieduta da Papa Leone XIV.
«Il cammino pastorale di quest’anno – si legge nell’introduzione – intende mettere ancora di più a fuoco la dimensione sinodale affinché ogni realtà possa sperimentarla e farla diventare habitus quotidiano. Il nuovo piano pastorale ha l’obiettivo di proseguire nella realizzazione del processo sinodale avviato (consigli pastorali parrocchiali, commissioni di prefettura, riunioni di settore, consiglio presbiterale e diocesano) per un autentico rinnovamento ecclesiale».
Al centro dunque ci sarà l’impegno, si legge ancora, «a fare esperienza di sinodalità nelle nostre comunità, concentrandoci su alcune macroaree», seguendo le indicazioni di Papa Leone XIV: «centralità di Cristo; iniziazione cristiana ed evangelizzazione; giovani e famiglie e organismi di partecipazione. Di queste, le prime due vorremmo avessero un respiro più diocesano a tutti i livelli (parrocchie, movimenti, gruppi, istituti religiosi, ecc.), mentre le altre due vedranno protagoniste le singole parrocchie e le prefetture per avviare un cammino comunitario che andrà strutturato e sostenuto negli anni».
Scarica il programma pastorale 2025 – 2026
13 ottobre 2025
La veglia missionaria diocesana
«Oggi vivere la missione significa innanzitutto e soprattutto essere costruttori di pace nel nome del Signore, come ha dichiarato Papa Leone XIV, affacciandosi dalla loggia centrale della basilica di San Pietro». Padre Giulio Albanese, direttore del Centro missionario diocesano, presenta così l’impegno principale di questo ottobre missionario 2025, dedicato alla speranza in sintonia con il tema del Giubileo. Ma come coltivare la speranza in contesti di guerra, di emarginazione, di difficoltà estrema? “Missionari di speranza tra le genti” è il tema che accompagna quest’anno la riflessione che sarà al centro della Giornata missionaria mondiale, domenica 19 ottobre. Giornata che sarà celebrata nella diocesi di Roma in tutte le parrocchie, con la raccolta di offerte per le Pontificie Opere Missionarie. A livello diocesano, momento centrale sarà la veglia missionaria diocesana, in programma giovedì 16 ottobre, nella basilica parrocchiale di San Pancrazio. Alle ore 19 ci sarà la Messa seguita, alle 19.30, dalla veglia, presieduta dal cardinale vicario Baldo Reina, mentre l’animazione sarà curata dal Coro Santi Martiri dell’Uganda e da Ulises Vega.
La liturgia verrà trasmessa in diretta su Tv2000 e sarà arricchita da due toccanti testimonianze: quella di don Filippo Morlacchi, sacerdote fidei donum della diocesi di Roma che da sette anni vive in Terra Santa, e quella di Antonella Bertolotti, medico, impegnata da anni con Intermed Onlus in terre di conflitto come Siria, Haiti, Congo. Durante la veglia, inoltre, riceveranno la croce e il mandato missionario i laici e i religiosi che sono in partenza per la missio ad gentes.
«La veglia è in diretta preparazione alla Giornata missionaria mondiale – dice padre Albanese – ed è un momento di preghiera perché la preghiera è la prima forma di apostolato. Ricordiamo che santa Teresina di Lisieux, patrona dei missionari, non è mai stata in missione, poiché era una religiosa contemplativa. Don Tonino Bello, dal canto suo, diceva che per essere missionari bisogna essere “contemplattivi”, cioè partire dalla contemplazione per arrivare all’azione, al dinamismo».
Come i due testimoni che saranno presenti alla veglia del 16 ottobre. Dice don Filippo Morlacchi: «In Terrasanta essere cristiani significa essere una sparuta minoranza. Oggi, solo i religiosi e le religiose che stanno a Gaza rischiano la vita in senso proprio, non io a Gerusalemme; ma tutti rischiamo di pagare qualcosa cercando di rimanere fedeli al Vangelo. In questo sfascio generale, il semplice fatto che ci siano ancora cristiani che sorridono nelle difficoltà, e che riconoscono nelle loro sofferenze il sigillo della croce che salva, è un grande segno di speranza. Speranza che si estende anche al di fuori dei confini della Chiesa. Forse non saranno molti, ma ci sono ancora ebrei e palestinesi che vogliono la pace con l’altro, e non la sua distruzione. Che desiderano che questa notte di follia finisca, per riprendere a dialogare e a vivere insieme».
10 ottobre 2025
Primavalle, l’attenzione ai più fragili
Da qualsiasi lato si arrivi in piazza Clemente XI, la prima cosa che si nota è la facciata in mattoni rossi della parrocchia di Santa Maria Assunta e San Giuseppe a Primavalle, da sempre affidata alle cure pastorali della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza (Don Calabria). Eretta nel cuore della parte storica del quartiere, è un punto di riferimento per una comunità di 30mila persone che martedì 7 e mercoledì 8 ottobre ha accolto il “suo” cardinale in visita pastorale. Al vicario di Roma, Baldo Reina, al momento della creazione è stato infatti assegnato il titolo cardinalizio della chiesa di Primavalle.
«Don Baldo, come ama farsi chiamare, qui in parrocchia è molto amato e stimato. Lo abbiamo conosciuto quando era vescovo di settore. È tanto presente nella vita della parrocchia», racconta il parroco don Luciano, che descrive una comunità «viva, partecipe, che ama veramente il Signore». Tra i pilastri c’è l’attenzione ai fragili. Il sacerdote non nasconde le difficoltà di operare «in un quartiere con disagi sociali, urbanistici e problemi legati allo spaccio di droga». La parrocchia risponde con il Centro d’ascolto della Caritas. «Attraverso lo psicologo e l’avvocato – spiega – sono stati accolti circa 200 utenti con problemi economici, debiti contratti con le finanziarie e con l’Agenzia delle Entrate».
Braccio operativo della carità parrocchiale sono il Borgo dell’Accoglienza e l’Opera Don Calabria. Il primo è aperto tutti i giorni. Dona capi di abbigliamento a chi ne fa richiesta, distribuisce mensilmente pacchi viveri a 140 famiglie, accoglie ogni mese circa 200 senza dimora che qui possono custodire i loro beni, usufruire del servizio lavanderia, della mensa sociale e delle docce – attività avviate in collaborazione con l’Opera Don Calabria e il Comune di Roma. «Tutto grazie a oltre 60 volontari», specifica don Luciano. L’Opera Don Calabria offre al territorio anche servizi per il disagio psichico. «Ci sono dipendenti professionisti che vanno incontro ai vari disagi – le parole del sacerdote –. Per esempio, consegnano 250 pasti al giorno a domicilio alle persone che vivono in condizioni di barbonismo domestico».
Tra le iniziative per sostenere le famiglie in difficoltà c’è il pranzo sociale. Uno è stato organizzato proprio per oggi. «Ci sono persone che non riescono a pagare le bollette o a comprare una bombola del gas – dice don Luciano illustrando l’iniziativa –. Al pranzo si partecipa con una quota simbolica. Un 20% degli invitati sono persone fragili, ma gli altri non sanno chi sono. Il ricavato serve per le necessità dei più vulnerabili. È un gesto semplice, ma concreto».
Tra gli ambiti da potenziare, don Luciano annovera la pastorale familiare. «Alcune giovani coppie, dopo il corso prematrimoniale, restano e proseguono il cammino insieme – riflette –. Vorremmo partire anche con un gruppo di coppie “senior”, con figli adolescenti o grandi». Altro obiettivo è quello di incrementare le attività dell’oratorio «per avvicinare i ragazzi, molti dei quali hanno numerosi problemi. Può essere un’occasione di riscatto». Don Luciano non nasconde che si fa fatica a coinvolgere i giovani, per questo si sta «cercando di coltivare il cammino vocazionale soprattutto nei ministranti». (di Roberta Pumpo da Roma Sette)
12 ottobre 2025
















