Basilica San Giovanni in Laterano
Ore 10:30 Celebrazione Giubilare Enti Locali Regione Lazio
Basilica San Giovanni in Laterano
Ore 10:30 Celebrazione Giubilare Enti Locali Regione Lazio
A Caltanissetta, celebrazione eucaristica in occasione del raduno regionale del Rinnovamento nello Spirito
Nella basilica di San Pietro (cappella del coro), celebrazione con i superiori dei missionari Comboniani
Basilica di San Giovanni in Laterano
Ore 17:30 Celebrazione Giubilare XXXI Prefettura
Corso Educatori Sportivi (Servizio per la pastorale dello sport)
Di seguito il discorso del Santo Padre Leone XIV all’Assemblea della Diocesi di Roma
Carissimi fratelli e sorelle,
è per me una gioia trovarmi con voi nella Cattedrale di Roma: il Papa è tale in quanto Vescovo di Roma, e io sono Vescovo per voi. Ringrazio il Cardinale Vicario per le parole con cui ha introdotto questo incontro, che vivo come un grande abbraccio del Vescovo con il suo popolo. Saluto i membri del Consiglio episcopale, i parroci, tutti i presbiteri, i diaconi, le religiose e i religiosi e tutti voi che siete qui in rappresentanza delle parrocchie. Vi ringrazio per la gioia del vostro discepolato, per il lavoro pastorale, per i pesi che portate e per quelli che sollevate dalle spalle dei tanti che bussano alle porte delle vostre comunità. La parola rivolta da Gesù alla Samaritana, che abbiamo ascoltato dal Vangelo, in questo tempo storico difficile, è ora diretta a noi Chiesa di Roma: «Se tu conoscessi il dono di Dio!» (Gv 4,10). A quella donna affaticata, che giunge presso il pozzo nell’ora più calda della giornata, Gesù rivela che c’è un’acqua viva che disseta per sempre, una sorgente zampillante che non si esaurisce mai: è la vita stessa di Dio donata all’umanità. Questo dono è lo Spirito Santo, che estingue le nostre arsure e irriga le nostre aridità, facendosi luce sul nostro cammino. Anche San Luca, negli Atti degli Apostoli, utilizza la parola “dono” per indicare lo Spirito Santo, lo Spirito creatore capace di rinnovare tutte le cose.
Attraverso il processo sinodale, lo Spirito ha suscitato la speranza di un rinnovamento ecclesiale, in grado di rivitalizzare le comunità, così che crescano nello stile evangelico, nella vicinanza a Dio e nella presenza di servizio e testimonianza nel mondo. Il frutto del cammino sinodale, dopo un lungo periodo di ascolto e di confronto, è stato anzitutto l’impulso a valorizzare ministeri e carismi, attingendo alla vocazione battesimale, mettendo al centro la relazione con Cristo e l’accoglienza dei fratelli, a partire dai più poveri, condividendone le gioie e i dolori, le speranze e le fatiche. In questo modo, viene messo in luce il carattere sacramentale della Chiesa che, come segno dell’amore di Dio per l’umanità, è chiamata a essere canale privilegiato perché l’acqua viva dello Spirito possa giungere a tutti. Ciò richiede l’esemplarità del popolo santo di Dio. Come sappiamo, sacramentalità ed esemplarità sono due concetti-chiave dell’ecclesiologia del Concilio Vaticano II e dell’ermeneutica di Papa Francesco. Ricorderete quanto caro gli fosse il tema patristico del mysterium lunae, cioè della Chiesa vista nel riverbero della luce di Cristo, della relazione a Lui, sole di giustizia e luce delle genti. Papa Francesco, nella Nota di accompagnamento del Documento finale della XVI Assemblea sinodale (24 novembre 2024), scriveva che esso «contiene indicazioni che, alla luce dei suoi orientamenti di fondo, già ora possono essere recepite nelle Chiese locali e nei raggruppamenti di Chiese, tenendo conto dei diversi contesti, di quello che già si è fatto e di quello che resta da fare per apprendere e sviluppare sempre meglio lo stile proprio della Chiesa sinodale missionaria».
Ebbene, ora tocca a noi metterci all’opera affinché la Chiesa che vive a Roma diventi laboratorio di sinodalità, capace – con la grazia di Dio – di realizzare “fatti di Vangelo”, in un contesto ecclesiale dove non mancano le fatiche, specialmente in ordine alla trasmissione della fede, e in una città che ha bisogno di profezia, segnata com’è da numerose e crescenti povertà economiche ed esistenziali, con i giovani spesso disorientati e le famiglie spesso appesantite. Una Chiesa sinodale in missione ha bisogno di abilitarsi a uno stile che valorizzi i doni di ciascuno e che comprenda la funzione di guida come un esercizio pacificante e armonioso, affinché, nella comunione suscitata dallo Spirito, il dialogo e la relazione ci aiutino a vincere le numerose spinte alla contrapposizione o all’isolamento difensivo.
Il dinamismo sinodale va dunque alimentato nei contesti reali di ogni Chiesa locale. Che cosa significa questo concretamente?
Si tratta anzitutto di lavorare per la partecipazione attiva di tutti alla vita della Chiesa. A questo proposito, uno strumento per incrementare la visione di Chiesa sinodale e missionaria è quello degli organismi di partecipazione. Essi aiutano il Popolo di Dio a esercitare pienamente la sua identità battesimale, rafforzano il legame tra i ministri ordinati e la comunità e guidano il processo che va dal discernimento comunitario alle decisioni pastorali. Per questo motivo vi invito a rafforzare la formazione degli organismi di partecipazione e, a livello parrocchiale, a verificare i passi fatti fino ad ora o, laddove tali organismi mancassero, di comprendere quali sono le resistenze, per poterle superarle. Allo stesso modo, vorrei spendere una parola sulle prefetture, sugli altri organismi che connettono ambiti diversi della vita pastorale, così come sugli stessi settori diocesani, pensati per collegare meglio parrocchie vicine in un determinato territorio con il centro della diocesi. Il rischio è che queste realtà perdano la loro funzione di strumenti di comunione e si riducano a qualche riunione, dove si discute insieme di qualche tema per poi tornare, però, a pensare e a vivere la pastorale in modo isolato, nel proprio recinto parrocchiale e nei propri schemi. Oggi, come sappiamo, in un mondo diventato più complesso e in una città che corre a gran velocità e dove le persone vivono una permanente mobilità, abbiamo bisogno di pensare e progettare insieme, uscendo dai confini prestabiliti e sperimentando iniziative pastorali comuni. Perciò, vi esorto a fare di questi organismi dei veri e propri spazi di vita comunitaria dove esercitare la comunione, luoghi di confronto in cui attuare il discernimento comunitario e la corresponsabilità battesimale e pastorale.
E su cosa siamo chiamati a discernere oggi? Quanto si è fatto in questi anni è prezioso, ma vi sono alcuni obiettivi da perseguire con stile sinodale sui quali vorrei soffermarmi. Il primo che vi suggerisco è la cura del rapporto tra iniziazione cristiana ed evangelizzazione, tenendo presente che la richiesta dei Sacramenti sta diventando un’opzione sempre meno praticata. Iniziare alla vita cristiana è un processo che deve integrare l’esistenza nei suoi vari aspetti, abilitare gradualmente alla relazione con il Signore Gesù, rendere le persone confidenti nell’ascolto della Parola, desiderose di vivere la preghiera e di operare nella carità. Occorre sperimentare, se necessario, strumenti e linguaggi nuovi, coinvolgendo nel cammino le famiglie e cercando di superare un’impostazione scolastica della catechesi. In questa prospettiva, occorre curare con delicatezza e attenzione coloro che esprimono il desiderio del Battesimo in età adolescenziale e adulta. Gli uffici del Vicariato a ciò preposti devono lavorare con le parrocchie, avendo particolare cura della formazione continua dei catechisti.
Un secondo obiettivo è il coinvolgimento dei giovani e delle famiglie, su cui oggi incontriamo diverse difficoltà. Mi pare urgente impostare una pastorale solidale, empatica, discreta, non giudicante, che sa accogliere tutti, e proporre percorsi il più possibile personalizzati, adatti alle diverse situazioni di vita dei destinatari. Poiché poi le famiglie faticano a trasmettere la fede e potrebbero essere tentate di sottrarsi a tale compito, dobbiamo cercare di affiancarci senza sostituirci ad esse, facendoci compagni di cammino e offrendo strumenti per la ricerca di Dio. Si tratta – dobbiamo dirlo onestamente – di una pastorale che non ripete le cose di sempre, ma offre un nuovo apprendistato; una pastorale che diventa come una scuola capace di introdurre alla vita cristiana, di accompagnare le fasi della vita, di tessere relazioni umane significative e, così, di incidere anche nel tessuto sociale specialmente a servizio dei più poveri e dei più deboli. Infine – un terzo obiettivo – vorrei raccomandarvi la formazione a tutti i livelli. Viviamo un’emergenza formativa e non dobbiamo illuderci che basti portare avanti qualche attività tradizionale per mantenere vitali le nostre comunità cristiane. Esse devono diventare generative: essere grembo che inizia alla fede e cuore che cerca coloro che l’hanno abbandonata. Nelle parrocchie c’è bisogno di formazione e, laddove non ci fossero, sarebbe importante inserire percorsi biblici e liturgici, senza tralasciare le questioni che intercettano le passioni delle nuove generazioni ma che interessano tutti noi: la giustizia sociale, la pace, il complesso fenomeno migratorio, la cura del creato, il buon esercizio della cittadinanza, il rispetto nella vita di coppia, la sofferenza mentale e le dipendenze, e tante altre sfide. Non possiamo di certo essere specialisti in tutto, ma dobbiamo riflettere su questi temi, magari mettendoci in ascolto delle tante competenze che la nostra città può offrire. Tutto questo, mi raccomando, dev’essere pensato e fatto insieme, in modo sinodale, come popolo di Dio che non smette, con la guida dei pastori, di attendere e sperare che al banchetto preparato dal Signore, secondo la visione del profeta Isaia (cfr 25,6-10), possano, un giorno, sedersi veramente tutti.
Il brano evangelico della Samaritana si chiude con un crescendo missionario: lei va dai suoi concittadini, racconta ciò che le è accaduto ed essi si recano da Gesù e giungono alla professione di fede. Sono certo che anche nella nostra Diocesi il cammino avviato e accompagnato negli ultimi anni ci porterà a maturare nella sinodalità, nella comunione, nella corresponsabilità e nella missione.
Rinnoveremo in noi il gusto di annunciare il Vangelo a ogni uomo e a ogni donna del nostro tempo; correremo verso di loro come la donna samaritana, lasciando la nostra brocca e portando, invece, l’acqua che disseta in eterno. E avremo la gioia di sentire tante sorelle e fratelli che, come i samaritani, ci diranno: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il Salvatore del mondo» (Gv 4,42). La Vergine della fiducia e della speranza, Salus Populi Romani, ci accompagni e custodisca il nostro cammino.
19 settembre 2025
Di seguito il saluto del cardinale vicario Baldo Reina, in apertura dell’assemblea diocesana
Santo Padre,
benvenuto nella Sua Cattedrale! La accogliamo con gioia Le siamo grati perché ci ha convocati per iniziare insieme l’anno pastorale illuminati dalla Parola di Dio e guidati dal Suo insegnamento.
All’inizio del cammino sinodale tutta la Chiesa è stata chiamata ad ascoltare ciò che lo Spirito dice alla Chiesa prestando attenzione a quanto ogni battezzato sentiva il bisogno di esprimere. Nell’anno pastorale 2021-22 la nostra Diocesi ha dato vita ad un ascolto corale della città e ha prodotto un documento che trasmette ancora tutta la sua forza. Leggo solo qualche passaggio di quel testo:
“…dalle sintesi viene evidenziata prima di tutto una percezione di lontananza della Chiesa quando si è chiamati ad affrontare e a rispondere alle grandi domande della vita…emerge soprattutto il bisogno di essere aiutati ad attraversare la sofferenza, le paure, la solitudine…il mondo ecclesiale è percepito spesso come distaccato dalla realtà. Questo distacco dalla realtà si traduce poi in una difficoltà per molti di sentirsi accolti dalla Chiesa, nell’abbandono della fede da parte degli adolescenti e dei giovani…C’è sete di relazioni autentiche, di misericordia e di perdono, accettandoci e accettando l’altro per come è…la Parola di Dio ritorni al centro del cammino come nutrimento e guida nel quotidiano, nella propria storia e nelle scelte della Chiesa…Non basta camminare e condividere. Occorre crescere nella corresponsabilità. Il confronto sinodale ha sottolineato molto questo aspetto alla luce dell’esercizio del sacerdozio comune in virtù del battesimo. Occorre che pastori e laici trovino insieme soluzioni e stimoli per valorizzare il coinvolgimento, per crescere nello spirito della corresponsabilità pastorale, come anche nella gestione economica e amministrativa…Negli ultimi anni si registra un progressivo allontanamento dei giovani dalle parrocchie. Nel rapporto intergenerazionale si sentono sfiduciati dagli adulti e il dialogo con loro è faticoso. La parrocchia rimane per i giovani adolescenti un “luogo altro”, raramente significativo…i giovani desiderano una Chiesa vicina ed empatica, capace di interpretare i bisogni e di avere un dialogo aperto che integri tutte le dimensioni della persona…da più parti è richiesta maggiore formazione spirituale, teologica e culturale offerta a tutta la comunità. Emergono richieste di itinerari permanenti alla Scuola del Vangelo, cominciando dal coinvolgimento delle famiglie e dei giovani…Pur essendo emerso il dato di una grande crisi di fede – fuori e dentro la Chiesa – grida più forte il desiderio di abitare il cambiamento d’epoca da testimoni di Cristo risorto e ripartire dalla gioia dell’incontro con Lui” (fin qui il documento)
Sulla base di quanto ascoltato abbiamo vissuto gli anni successivi raccogliendo le indicazioni del cammino sinodale con le sottolineature del discernimento comunitario e della profezia. Lo abbiamo fatto dentro un tempo non facile per nostra Diocesi, segnato da cambiamenti che hanno determinato fatiche e non poche incomprensioni. Il Signore ci ha sostenuto e oggi siamo qui pronti per riprendere il cammino con rinnovato entusiasmo e con la forza di essere una comunità viva e vivace, consapevole di aver ricevuto tanti carismi. Sentiamo la responsabilità di essere Chiesa che annuncia e testimonia la speranza mentre guardiamo con preoccupazione a quanto accade nel mondo intero e quello che vive la nostra città. Ci sentiamo sgomenti non solo per i tanti scenari di guerra che insanguinano il nostro mondo ma anche per le tante situazioni di sofferenza di Roma. Crescono le disuguaglianze, aumenta la povertà assoluta delle famiglie, le periferie a volte sono invivibili a motivo di una criminalità che controlla capillarmente il territorio; mancano le case per i giovani e per le persone che non hanno molta disponibilità economica, cresce il disagio mentale e anche l’accesso alle cure per poveri e anziani sta diventando un problema serio.
Davanti a tutto ciò sentiamo ancora la risposta indicata dal Maestro ai discepoli che chiedevano di mandare via le folle affamate e stanche: “Date loro voi stessi da mangiare”. Abbiamo il dovere di mettere in pratica questo comando e vogliamo farlo come Chiesa che presiede nella carità, ed è chiamata ad essere esemplare non solo nell’ascolto ma anche nella ricerca di sentieri evangelici capaci di spezzare la solitudine, e che diano speranza agli uomini e alle donne del nostro tempo.
Santo Padre, insieme a Lei questa sera invochiamo lo Spirito perché scaldi i nostri cuori, illumini le nostre menti e ci doni forza e sapienza per vivere al meglio la vocazione battesimale. Le diciamo, sin da adesso, la massima disponibilità a mettere in pratica quanto vorrà suggerirci e a verificarlo costantemente durante l’anno pastorale. Preghi per noi. Anche noi le assicuriamo il nostro affetto e il nostro costante ricordo nella preghiera perché il Signore la guidi nel delicato compito che le è stato affidato. Grazie
19 settembre 2025
A San Giovanni in Laterano, assemblea diocesana presieduta da Sua Santità Papa Leone XIV
Assemblea Diocesana con la presentazione del Programma Pastorale con il Santo Padre