15 Maggio 2025

Incontra i superiori religiosi (femminili e maschili) per il confronto sulla lettera del Santo Padre circa la povertà abitativa

Incontra i superiori religiosi (femminili e maschili) per il confronto sulla lettera del Santo Padre circa la povertà abitativa

Udienze

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Incontra alcune associazioni

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L’apertura della Porta Santa a San Giovanni in Laterano

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Di seguito la lettera del vicario di Sua Santità per la diocesi di Roma in occasione dell’apertura della Porta Santa a San Giovanni in Laterano

Carissimi,
L’inizio dell’Anno Santo 2025 è ormai alle porte. Dopo aver celebrato, nell’anno che sta per terminare, il XVII centenario della basilica lateranense, Capo e Madre di tutte le chiese di Roma e del mondo, e aver rimesso a fuoco, soprattutto attraverso i tanti pellegrinaggi delle parrocchie e delle prefetture, lo stretto legame che tutti ci unisce attorno alla nostra cattedrale, ora siamo chiamati a vivere un anno speciale di grazia e di riconciliazione. Il suo significato affonda le radici nel Giubileo biblico del cinquantesimo anno, dopo le sette settimane di anni, che segnava un nuovo inizio nella vita, per cui gli schiavi riacquistavano la libertà e le proprietà vendute per soddisfare i debiti ritornavano al legittimo proprietario (Lev. cap. 25). Questo vuole insegnarci che la vita e i beni terreni sono di Dio, e noi ne siamo solo gli amministratori.

L’Anno Santo istituito nella Chiesa nel 1300 ad opera del Papa Bonifacio VIII, costituisce una grande opportunità di attingere al tesoro immenso della Chiesa formato dai meriti di Cristo, della Beata Vergine Maria e di tutti i Santi, il riscatto per i debiti dei nostri peccati e per l’affrancamento dalla schiavitù in cui essi ci hanno ridotto. Questo è il senso dell’indulgenza plenaria che la Madre Chiesa ci concede attraverso il sincero pentimento e il ritorno al Signore e all’impegno di santità insito nel nostro Battesimo.

Il Santo Padre Francesco ha dato a questo Anno Santo il titolo di “Pellegrini della speranza” per rianimare in un mondo di egoismi, ingiustizie e guerre fratricide, la gioia di vivere orientati ai beni eterni, costruendo sulla terra il Regno di Dio, che è Regno di Verità, di Libertà, di Giustizia e d’Amore (Giovanni XXIII “Pacem in Terris”).

Con questi sentimenti e propositi, vi invito a partecipare con fede all’apertura della Porta Santa che avrò la gioia e l’onore di spalancare, a nome del Santo Padre, nella nostra cattedrale di San Giovanni in Laterano, domenica 29 Dicembre, Festa della Santa Famiglia, alle ore 10.

Questa porta è simbolo di Cristo stesso, che ha detto di sé: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me sarà salvo” (Gv 10,9). Perciò, passeremo attraverso questa porta non solo in quel giorno, ma potremo ripetere questo gesto durante tutto l’anno, fino alla sua chiusura il 28 Dicembre 2025, sempre nella Domenica della Santa Famiglia. Questa simbologia della porta come “porta stretta” che conduce alla vita (Mt 7, 13-14), è stata usata per la prima volta proprio nella nostra cattedrale nell’anno santo indetto da Papa Martino V nel 1423, anche se Celestino V l’aveva già usata nel 1295 per la perdonanza nella basilica di Collemaggio a L’Aquila. Solo in seguito si è adottata l’apertura delle porte sante anche per le altre basiliche maggiori di San Pietro, San Paolo e Santa Maria Maggiore.

La cattedrale, attraverso i canonici e i coadiutori che la curano, intende mettersi a disposizione per l’accoglienza dei gruppi di pellegrini, previo accordo con la segreteria del capitolo, per un accompagnamento pastorale, e attraverso i frati penitenzieri, per facilitare l’accesso al sacramento della riconciliazione.
Auspicando copiosi frutti di conversione e di vita nuova per questa occasione provvidenziale, vi benedico di cuore nel Signore.

2 dicembre 2024

Il 7 dicembre il Concistoro: la lettera del vicario al popolo di Dio

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Il 7 dicembre, nel Concistoro, il vicario di Sua Santità per la diocesi di Roma, monsignor Baldo Reina, sarà creato cardinale. Di seguito la lettera alla diocesi

Al popolo di Dio che è in Roma.
Riprendo le parole del Santo Padre indirizzate ai Cardinali eletti il 6 ottobre: “Occhi alti, mani unite, piedi nudi”. Desidero farle mie nell’impegno che mi attende da qui in avanti; a tutti chiedo di pregare affinché il Signore mi custodisca in questi tre atteggiamenti, rendendomi un pastore orante, generoso e povero.

L’appuntamento del prossimo Concistoro (7 e 8 dicembre) coinvolge in modo significativo la Diocesi di Roma; al Vicario sarà chiesto di collaborare con il Santo Padre all’interno del Collegio Cardinalizio, unendo il servizio alla Chiesa universale con quello alla Chiesa locale, all’interno di un paradigma di comunione. Tutto ciò che ha una valenza ecclesiale ha un orizzonte che supera il riferimento alla singola persona. Dal momento in cui ho appreso la notizia della mia creazione a Cardinale ho sentito che dentro il mandato di Vicario vi fosse un riferimento a tutti i cristiani di Roma; ed è per Voi che intendo svolgere la missione che mi è stata affidata.

Mi impegno ad essere come colui che serve, ad immagine di cui Colui che ha servito fino a dare la vita per tutti; servizio nella linea della comunione, del dialogo aperto, dello sguardo evangelico sulla città, dell’ascolto di ciò che lo Spirito dice alla Chiesa, della lettura dei segni dei tempi perché si realizzi, con maggiore efficacia, la pedagogia dell’Incarnazione.
Ho sperimentato personalmente che è il Signore a condurre la storia; coloro che sono scelti sono fedeli alla missione affidata solo se non smettono di vivere intimamente uniti a Lui con profonda umiltà.

Sento di avere bisogno di tutti, in particolare dei sacerdoti; desidero ascoltarvi e servirvi. Riconosco quanto sia prezioso il lavoro pastorale di ciascuno di voi, spesso nascosto e svolto in contesti difficili. Voi sacerdoti siete la cucitura primaria di questa Chiesa; il mio servizio non potrà che essere a favore della comunione e della fraternità che il Maestro ci richiede. E a voi laici, impegnati nelle varie realtà della nostra diocesi, assicuro la mia vicinanza, stima e gratitudine.

Affido alla materna protezione della Salus Populi Romani il mio ministero. In attesa di incontrarVi alla Santa Messa che presiederò l’8 dicembre alle 17.30 nella Basilica di San Giovanni in Laterano, a tutti giunga il mio fraterno abbraccio e la mia paterna benedizione.

2 dicembre 2024

“Facciamo pace”: il corso di formazione missionaria

Foto Diocesi di Roma / Gennari

«Stiamo vivendo una stagione della Storia dove le guerre e la conseguente corsa agli armamenti stanno raggiungendo vertici apicali. Dobbiamo riconoscere, senza certamente assecondare il pessimismo, che vi è un’evidente regressione delle coscienze, acuita a dismisura dal circuito massmediale. L’antica locuzione romana: “Si vis pacem para bellum” viene purtroppo ancora oggi professata con grande spregiudicatezza nei salotti dell’etere, nell’arena politica e in vasti settori dell’opinione pubblica. Nel frattempo, l’industria bellica è l’unica, in tempo di crisi, a non conoscere alcuna forma di recessione. Occorre, pertanto, alla luce anche delle coraggiose ammonizioni del magistero di Papa Francesco, affrontare il tema della corsa agli armamenti e degli effetti devastanti delle guerre – in primis le disuguaglianze che comportano l’esclusione sociale – giocando la carta della consapevolezza. È il Vangelo a richiederlo ed è il mondo missionario, impegnato nelle periferie geografiche ed esistenziali del mondo, ad invocarlo a squarciagola».

Parte da questa amara quanto lucida riflessione di padre Giulio Albanese il nuovo Corso di formazione missionaria, promosso dal Centro missionario diocesano per il 2025. “Facciamo pace. Umanità in cammino verso la fratellanza” sarà infatti del tema del percorso formativo gratuito, articolato in 6 incontri a cadenza da mensile, da gennaio a giugno, pensato in particolare per animatori missionari, catechisti, insegnanti di religione e operatori pastorali. «”Fare la pace” – riflette ancora il direttore del Centro missionario della diocesi – è un impegno condiviso che esige una decisa assunzione si di responsabilità. Agli scettici, sembrerà pure un’utopia, ma questo è un terreno dove s’impone la profezia evangelica. Quella indicata dall’indimenticabile don Tonino Bello: “Si vis pacem, para pacem!”».

Il primo incontro del corso è fissato al 18 gennaio con Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, che interverrà su “La profezia missionaria della pace in tempi di guerra”. Il 22 febbraio sarà protagonista invece Fabrizio Battistelli, presidente dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo, che parlerà di “Il business delle armi nell’attuale congiuntura internazionale. Una minaccia alla pace”. Sugli “Effetti del neocolonialismo sulla pace nelle periferie del mondo” rifletterà invece, il 15 marzo, Marco Massoni, docente alla Luiss “Guido Carli” presso la facoltà di Scienze Politiche, mentre Maria Grazia Galantino, coordinatrice dell’Area di ricerca di Archivio Disarmo, il 12 aprile, affronterà il tema: “Come essere costruttori di pace. L’impegno civile nel contrastare il ricordo alle armi”. Il 17 maggio interverrà la giornalista Lucia Bellaspiga, che terrà una relazione su “Guerra e pace nell’informazione giornalistica internazionale”. Le conclusioni il 21 giugno con frate Alberto Parise, che terrà la relazione finale e condurrà i laboratori.

Tutti gli incontri si terranno dalle 9 alle 12.30 nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Lateranense (piazza San Giovanni in Laterano 6). Per iscrizioni – libere e gratuite – e ulteriori informazioni: cmdroma@diocesidiroma.it; 06.69886443.

2 dicembre 2024

Incontro con le autorità per la ripresa delle conclusioni sul convegno del 25 ottobre

Incontro con le autorità per la ripresa delle conclusioni sul convegno del 25 ottobre

Consiglio dei prefetti

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Consiglio Episcopale

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Consiglio dei Prefetti

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Visita la parrocchia di Santa Silvia

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Visita la parrocchia Santi Patroni

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