Stare accanto a chi muore in ospedale: l’esperienza del Bambino Gesù. L’accompagnamento spirituale nel racconto del cappellano, don Luigi Zucaro

Sarebbe bello che quella del Bambino Gesù fosse sempre una storia di “successi”. Bambini malati che vengono strappati dall’abbraccio mortale di malattie di cui a volte non si conosce nemmeno il nome. È ciò che accade molte, moltissime volte nell’ospedale “del Papa”. Ma altre volte i medici sono costretti ad arrendersi e a condividere con genitori disperati la consapevolezza che non c’è più nulla da fare per i loro figli. È allora che parte un altro tipo di abbraccio da parte dell’ospedale, fatto di vicinanza umana, di sostegno psicologico e di accompagnamento spirituale. È importante non rimanere soli con il proprio dolore, spiega don Luigi Zucaro, parlando della sua esperienza di cappellano al Bambino Gesù: “Quando ti muore un figlio non hai solo una sofferenza che parte da dentro, ma a volte anche da fuori. Ci si sente non capiti più da nessuno, tutti diventano lontani”.

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