Via Crucis in metropolitana – I Stazione

Articolo pubblicato dall’Osservatore Romano 6 Marzo 2019

Via Crucis in metropolitana
 
 
Introduzione 
Da ragazzo avevo letto un simpatico racconto di un padre monfortano francese, Gilbert Le Mouël, intitolato: Dio nella metropolitana. Dio abbandona il Paradiso per venire a osservare di persona la vita degli uomini che utilizzano la metropolitana di Parigi.
Quella lettura mi incuriosì a tal punto che decisi di tradurla in una semplice e divertente rappresentazione, grazie ai ragazzi della parrocchia di Nostra Signora di Guadalupe a Monte Mario dove ero viceparroco, nel 1999. Poi, l’ anno seguente, nel Giubileo del 2000, provai a scrivere un testo più serio, meditando la Via Crucis abbinando le quattordici stazioni ad altrettante stazioni della Metro a di Roma e della ferrovia Roma-Viterbo, in un tragitto da San Giovanni in Laterano a Monte Mario.
Quel testo Via Crucis in Metropolitana, che gira su internet so che è servito a qualcuno, come spunto di meditazione, nel tentativo di scorgere la via della croce nella via di ogni uomo, di tanti che ogni giorno, a Roma come in altre parti del mondo, viaggiano in metro per andare al lavoro o a scuola e per poi tornare a casa.
Poi, a distanza di sedici anni, nel 2016, nel contesto del Giubileo della misericordia, ho pensato con semplicità a un nuovo percorso, dopo essere diventato parroco nella zona sud di Roma, e aver familiarizzato con la linea b della metro e la Ferrovia che porta al mare. 
Colosseo alle spalle, entro in Metro. È sera, nell’ora in cui i lavoratori di solito rientrano a casa…
 
1. Prima stazione Colosseo Gesù è condannato a morte
 
Una folla di gente affolla la metro, ogni ora del giorno.
Sotto terra corrono treni e si rincorrono vite, in questo tratto di Roma, scavato da storie che la resero Eterna.
Anche poche manciate di passi la distanza tra l’ una e l’ altra fermata sono in realtà centinaia di incontri, di scontri, di sguardi gettati nell’Alto e cadute nel buio.
Gesù è condannato alla Croce. L’ impero di Roma s’ intreccia a quel lembo di terra lontana in cui visse quel giovane Uomo.
Pilato si trova, incosciente, a rappresentare il mondo di sempre prestato al potere che s’ incontra con Chi, Onnipotente, sceglie di amare.
L’ uomo, ogni uomo, passato, presente, futuro, condanna il Dio della Vita… alla morte.
Ignari di questo, i viandanti del treno, viaggiando tra antiche rovine, sembrano tutti pensosi.
Ma il cuore in rovina si vuole destare e ricerca, incosciente, una vita che sappia di Eterno.
Soprattutto in quest’ ora, alla sera, il ritorno alla casa si intreccia, nel cuore, al ritorno a una pace che duri per sempre.
In un luogo che sappia di nuovo di Misericordia.Gesù condannato inizia il suo viaggio nell’abisso del buio.
Per ricondurci a Casa.
(Paolo Ricciardi, vescovo)