Calcio femminile: domenica 26 maggio l’esordio
bianche affronteranno, alle ore 17, al Centro Sportivo dei Cavalieri di Colombo, (via Santa Maria Mediatrice 22) le ragazze della Roma, arrivate quest’anno quarte in serie A.
Ma non solo. Sfideranno poi a Vienna il prossimo 22 giugno, una selezione locale, nell’ambito di un torneo internazionale organizzato dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù.
Calcio femminile: un’idea nata dalla Festa della Famiglia
A raccontarci da dove è nata l’idea e da chi è composta la squadra il responsabile della Rappresentativa Vaticana, Danilo Zennaro. “Le donne sono principalmente dipendenti delle varie amministrazioni e dicasteri vaticani. Poi c’è una percentuale di mogli e figlie di dipendenti. L’idea è nata all’interno della Festa della Famiglia lo scorso anno e proprio per mantenere l’idea di famiglia abbiamo deciso di continuare su questo percorso: includere anche mogli e figlie. Senza dimenticare la presenza delle dipendenti del Bambin Gesù.
Capitano della squadra è la camerunense Eugénie Tcheugoue. “Ma poi la ‘fascia’ il nostro mister la passa di partita in partita per coinvolgere tutte le atlete che fanno parte della Rappresentativa e per farle sentire importanti allo stesso modo”.
Calcio femminile: “Non un confronto sportivo ma un’esperienza bella”
Domenica l’esordio con l’AS Roma. Si può parlare di derby?
“In senso molto lato. Non vogliamo ‘scimmiottare’ il calcio dei professionisti, né il calcio di chi lo fa per mestiere o quasi. La nostra intenzione era quella di far vivere un’esperienza alle nostra ragazze: dare loro l’opportunità di giocare con una squadra che normalmente gioca in maniera regolare, organizzata. Non si può parlare ancora di calcio professionista nel calcio femminile, diciamo che ci sta quasi arrivando”. Quello di domenica prossima, dunque, “non vuole essere un confronto sportivo ma semplicemente un’esperienza bella, che possa poi essere raccontata ai figli”.
Un esordio, quello della della squadra femminile, “un po’ al contrario” continua Zennaro. “Ci è arrivato l’invito per il ventesimo anniversario del Mariahilf, una squadra di Vienna, molto vicina alla Caritas austriaca, che si presta molto per quanto riguarda eventi benefici. Abbiamo deciso di partecipare a questa partita, di conseguenza abbiamo iniziato a capire come poterci preparare al meglio e abbiamo inserito anche la partita con la Roma femminile proprio per dare la possibilità di far maturare esperienza a una squadra (la femminile vaticana Ndr) che fino a 3 mesi fa non esisteva”.
Calcio femminile: “Dare il meglio di sé”, no all’esclusione
Nel documento Dare il meglio di sé sulla prospettiva cristiana dello sport e della persona umana del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita si fa riferimento allo sport come a un insieme di valori preziosi per la persona, dunque al fatto che “chiunque avesse il desiderio di praticarlo dovrebbe poterlo fare”. Sempre nello stesso documento si sottolinea che “in molte parti del mondo, le ragazze e le donne sono escluse dal diritto a praticare attività sportive”. Che messaggio si vuole dunque lanciare con questa nuova squadra?
“Senza falsa modestia, la nostra squadra è proprio l’emblema di questo. Non nascondo che ci sono delle ragazze che non hanno mai giocato a calcio fino a 3 mesi fa che volevano dare la loro testimonianza sportiva, al di là quindi dell’aspetto prettamente tecnico, dimostrare che anche loro potevano stare tranquillamente in una squadra, rappresentare un ideale di sport come aggregazione.
Io non ho esperienza nel calcio femminile, vengo dal calcio maschile e sono stato molto sorpreso da come sia nato questo gruppo e da come le ragazze vengano agli allenamenti e alle partite anche quando non giocano, anche quando sono infortunate, ma per stare insieme alle loro compagne e fare il tifo. Questo penso sia l’aspetto più bello, anche più gratificante, proprio perché lo sport è un pretesto. È bello vedere le partite quando fuori ci sono i figli, che guardano le mamme giocare, o i mariti, o i fidanzati”.
Sulla carta tutti noi ci fregiamo che l’avversario non è un nemico ma è solo da affrontare sul piano sportivo. Penso che questa squadra rappresenti appieno ciò: le persone non hanno mai giocato e sanno perfettamente che l’avversaria è molto più brava, però alla fine giocano di buon grado proprio perché per loro l’importante non è la partita ma il gruppo.
Quindi vengono a giocare semplicemente per stare con delle amiche che fino a 4 mesi fa non conoscevano neanche. Si sono creati dei legami che sono o dovrebbero essere alla base dell’attività amatoriale. Queste donne sono portatrici sane di valori sportivi“.
Ascolta l’intervista a Danilo Zennaro nella puntata odierna di Radiopiù Sport:
Clericus Cup: le semifinali
E a proposito di calcio è alle battute finali la Clericus Cup, il campionato mondiale di rivolto ai preti e ai seminaristi. Nella mattinata di sabato 25 maggio al Centro Sportivo Pio XI si disputeranno le semifinali.
Il Pontificio Collegio Urbano affronterà alle ore 9 San Guanella e Amici. Alle ore 10.30, invece, ci sarà la sfida tra Sedes Sapientiae e North American Martyrs.
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