La Madonna dei Parafrenieri e la Deposizione. Si conclude l’iter alla scoperta di Caravaggio

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La Madonna dei Parafrenieri e la Deposizione al centro dell’ultimo incontro di “Caravaggio Tradito”

Sarà la Deposizione realizzato, tra il 1602 ed il 1604, da Michelangelo Merisi al centro questa sera dell’ultimo incontro di “Caravaggio tradito” alla Chiesa di Santa Maria in Vallicella. Attualmente conservato alla Pinacoteca vaticana il dipinto fu commissionato da Girolamo Vittrice per la cappella di famiglia che si trova proprio nella Chiesa Nuova.

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Deposizione (Pinacoteca Vaticana)

A raccontarci l’iter di uno dei massimi capolavori del Caravaggio saranno ancora una volta monsignor Andrea Lonardo e Francesco d’Alfonso del Servizio per la Cultura e l’Università di Roma e Alberto Bianco, archivista della congregazione di San Filippo Neri.

Ma non solo. Protagonista della serata sarà anche un’altra significativa opera del Merisi: “La Madonna dei Parafrenieri” di Galleria Borghese.

Fu proprio l’Arciconfraternita dei Parafrenieri  a commissionare l’opera al Caravaggio nel 1605.

A emergere dal fondo scuro con una dirompente forza espressiva le figure della Madonna, di Gesù Bambino e di Sant’Anna, patrona dei Parafrenieri.

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Madonna dei Parafrenieri (Galleria Borghese)

 

Il dipinto avrebbe dovuto campeggiare sull’altare della loro cappella nella Basilica di San Pietro. Ma non fu così. Secondo lo storico dell’arte del ‘600 Giovan Pietro Bellori fu rifiutato in quanto «ritratti in esso vilmente  – queste le sue parole – la Vergine con Gesù fanciullo ignudo”. Ma probabilmente le cose non andarono esattamente in questo modo.

La Madonna dei Parafrenieri: perché Caravaggio fu tradito?

«Ci sono due motivi molto evidenti del tradimento» ci racconta monsignor Andrea Lonardo in questa puntata di “Tutte le Strade”. «L’iconografia è cattolicissima. Si tratta di un’Immacolata Concezione in cui il serpente rappresenta il diavolo. (Da qui anche il nome la Madonna della Serpe oltre che La Madonna dei Parafrenieri). C’è quindi un riferimento a Genesi 3: il peccato originale. Peccato che non la madonna dei parafrenieriè calpestato, cioè vinto solo dal bambino, ma anche dalla Madonna.

Infatti i due piedi si sovrappongono uno con l’altro, quello di Maria e di Gesù. Quindi è una Vergine che vince il peccato originale insieme al Figlio suo, per merito del Figlio suo.

La cosa che fece scandalo allora, se si leggono le fonti del tempo sono “le pudenda del bambino”. I genitali, infatti, sono in prima fila.

La Madonna dei Parafrenieri e la navata costantiniana della Basilica di San Pietro

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Foto www.romanoimpero.com

Ma c’è un’altra questione interessante legata alla Madonna dei Parafrenieri. «L’immagine in realtà venne prodotta in un momento molto particolare della Basilica di San Pietro. C’era ancora la Navata costantiniana. Bramante, Michelangelo e altri avevano chiuso la cupola sopra l’altare. Ma tra l’altare e la navata c’era un muro, quindi la gente entrando vedeva ancora le 5 navate costantiniane, le colonne che erano lì dal 320 circa dopo Cristo.

Proprio nel 1605 si decise per l’abbattimento di questa parte costantiniana e fu fatto un concorso che poi fu vinto dal Maderno che, nel 1608, cioè due anni prima della morte di Caravaggio, cominciò a costruire l’attuale navata. E quindi i Parafranieri chiesero questa immagine a Caravaggio sapendo che avrebbero perso la loro cappella che era dentro la Navata costantiniana e cercando di ottenere una cappella nella nuova san Pietro, che poi non venne mai loro assegnata.

Il Papa ebbe di fatto ben altri problemi che non preoccuparsi se questa immagine fosse di gusto o meno. Il suo principale interesse era l’abbattimento della Basilica. Il cardinal Borghese capì subito che valeva la pena comprare il dipinto, lo prese e lo portò a casa».

Si conclude l’iter sulle orme di Caravaggio

Con la Deposizione e La Madonna dei Parafrenieri siamo giunti alla conclusione di questo viaggio. Cosa è emerso da questi incontri sulla figura di Caravaggio? 

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San Matteo e l’Angelo – seconda versione

«Confermando questa ipotesi fondatissima del Caravaggio tradito abbiamo visto che a parte la famosa “Morte della Vergine” che è un vero rifiuto per ragioni estetiche, non eterodosse, (mai si parla di un Caravaggio eterodosso nelle fonti) ogni volta che c’è una seconda versione, è sempre migliore della precedente. Sia che la critica abbia chiesto a Caravaggio di migliorarsi, sia che Caravaggio stesso abbia detto “il mio quadro è troppo debole per questa cappella”, in realtà il contesto controriformista di allora favorì il suo sviluppo.

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San Matteo e l’Angelo – prima versione. Scrive Giovan Pietro Bellori: «[…] Terminato il quadro di mezzo di San Matteo e postolo su l’altare, fu tolto via dai preti, con dire che quella figura non aveva decoro, né aspetto di Santo […]»

Pensiamo ad esempio al primo “San Matteo e l’Angelo” della cappella Contarelli (in San Luigi dei Francesi, a Roma ndr) che è goffo, tra l’altro è un bozzetto, si vede che è troppo piccolo per la Cappella.

Lui si dovette accorgere che non andava bene o forse glielo fecero notare i committenti. Ma non era una questione religiosa. Era proprio un miglioramento pittorico. Il nuovo è meraviglioso. Così la “Conversione di San Paolo”. La prima versione è un’opera manierista, confusa, con Gesù, tutti gli angeli. L’altra no.

Non abbiamo la possibilità di saperlo con certezza. O lui stesso disse: “Posso fare di meglio” o addirittura fu la Chiesa a dirgli: “Maestro puoi esprimerti al meglio. Questo non è il meglio che è nelle tue corde. Vai avanti e la nuova opera sarà straordinaria.” Come di fatto poi è».

Per saperne di più appuntamento a questa sera alle ore 20.15 alla Chiesa di Santa Maria in Vallicella. 

Ascolta la puntata di oggi di “Tutte le Strade”: 

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