“Scendi in Campo con Nba”. Un’opportunità per parrocchie e oratori

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Nba: un concorso per ritornare in campo

nba, concorso“Scendi in Campo con NBA”. È il concorso a titolo gratuito, organizzato dalla National Basketball Association con Gatorade, per donare canestri da basket ai fan italiani. Un incentivo per tornare a giocare pur tenendo conto delle nuove linee guida sulla salute e sicurezza.

Un’ opportunità unica anche e soprattutto per gli oratori e le parrocchie di sostituire o dotare i propri spazi di un’attrezzatura professionale. Ma anche, fanno presente don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile e don Gionatan De Marco, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della CEI, che invitano a prendere parte parte all’iniziativa attiva fino al 15 ottobre, «per “riconnettere” le persone e aiutarle all’attività educativa».
Ascolta le parole di don Michele Falabretti 

Nba: Parrocchie e oratori, è tempo delle piccole cose

«È stata NBA che ha pensato alle parrocchie agli oratori. Noi viviamo un tempo difficile, un po’ di deserto e quindi anche le proposte più semplici possono diventare qualcosa che aiuta a riprendere le fila» spiega don Michele Falabretti.

nba, canestro, basketImmagino che l’idea di poter migliorare la propria dotazione di impianto sportivo possa essere anche un modo, in un tempo faticoso, di ritrovarsi, di ripensare a quello che si sta facendo e a quello che si è fatto, ma anche a quello che si può e che si deve fare.

È un’opportunità interessante perché arriva proprio in un tempo che ha bisogno anche di piccole cose.

Lo sport, una medicina per l’anima

Un’occasione sopratutto per una grande città come Roma. «Penso alle periferie e alle borgate  – sottolinea don Michele – che sono cresciute con grande rapidità dove l’incontro, la conoscenza, i legami, il poter far qualcosa insieme è molto più difficile».

«Il virus e la pandemia  – continua – ci stanno facendo capire tante cose: che la tecnologia e la scienza alla fine ci potranno venire in soccorso per risolvere problemi sanitari ma ci sono altri problemi più profondi alla quale non si riescono a dare risposte: sono i temi legati all’umano.

L’abbiamo sperimentato durante il confinamento, nei mesi scorsi. Questo bisogno di incontrarsi, ritrovarsi, conoscersi, avere dei legami, delle relazioni, sono la condizione fondamentale per poter esprimere la nostra umanità.

Il fatto che la pandemia ci costringa a questo distanziamento sociale, che il virus rialzi la testa, che i dati cominciano a preoccuparci un po’, ci dicono che non basta risolvere i problemi pratici. Ci sono le questioni del cuore, dell’animo. C’è bisogno davvero di qualche cosa che ci tenga insieme, ci unisca, ci faccia incontrare. Da questo punto di vista lo sport è una grande medicina, una medicina dell’anima».