Clericus Cup: sabato 1 giugno la finale
Trecentocinquantanove atleti, 67 i paesi rappresentati in 16 squadre. Sono i numeri della XIII edizione della Clericus Cup, il mondiale promosso dal Csi, con il patrocinio dell’Ufficio Nazionale del tempo libero, turismo e sport della Cei, del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e del Pontificio Consiglio della Cultura.
Si è giocato a partire dalla Quaresima, 3 partite nelle fasi dei gironi, poi la Pasqua ha interrotto la stagione regolare. Quindi nel mese di maggio, i quarti di finali e le semifinali. Adesso, manca solo l’atto finale.
Sabato prossimo, 1° giugno, al Centro Sportivo Pio XI (via di Santa Maria Mediatrice, 22 – Roma) si affronteranno, alle ore 9, i campioni in carica North American Martyrs e San Guanella e Amici per il 3° e il 4° posto. Alle ore 10.30 l’attesissima finale tra il Pontificio Collegio Urbano, già vincitore per tre volte, e il Sedes Sapientiae che per la prima volta in 13 anni è riuscito a qualificarsi per la conquista della Coppa con il Saturno.
Clericus Cup: Alborghetti, “Edizione 2019 più equilibrata”
“La Clericus cup” racconta Felice Alborghetti, responsabile della comunicazione del campionato pontificio, tirando le fila dell’edizione 2019, “è una scultura bronzea: c’è un pallone con sopra degli scarpini calcistici e, per dare valore ecclesiale, anche il Saturno, il cappello dei chierici con la tesa ben allungata che sembra anche riparare un po’ il calcio, il pallone da tante piccole storture o vizi che oggi lo adombrano.
Quest’anno il CSI, che organizza il torneo da 13 anni, “ha voluto distinguere lo ‘stato della carriera’ dei vari religiosi in campo. Quindi abbiamo fatto 2 gironi di soli seminaristi e altri due composti da sacerdoti. È venuto fuori un torneo molto interessante. Anche più equilibrato sul campo di calcio ovviamente con questa missione: evangelizzare attraverso lo sport, il calcio, che è un linguaggio universale, uno strumento per cui si riesce a trasmettere tanti valori”.
Come lo si fa? Lo si fa giocando ma anche attraverso delle regole particolari: abbiamo il cartellino azzurro che la sospensione temporanea di 5 minuti. L’atleta non viene subito escluso dal gioco ma allontanato per qualche minuto proprio perché si può reintegrare nel campo avendo scontato una piccola penalità: aver fatto giocare la propria squadra in inferiorità numerica per qualche minuto.
Le regole poi sono particolari: si gioca solo 60 minuti, 2 tempi da 30 minuti. Ci sono i time out per abbeverarsi e prendere fresco quando fa caldo. Quest’anno è stata una stagione particolarissima, si è giocato quasi sempre sotto la pioggia essendo le condizioni meteo di un autunno più che una primavera.
In ultimo c’è lo slogan che riportano le squadre sulla propria maglia: “Giocare per credere” perché appunto il CSI intende attirare attraverso il calcio anche nelle parrocchie, negli oratori, tanti giovani ragazzi, per credere, per portare a un percorso di fede che è quello della fede cristiana”.
Clericus Cup: le due squadre finaliste
Dunque, chi sono le due squadre che sabato prossimo si contenderanno la famosa Coppa con il Saturno?
“Sono 2 delle squadre che hanno sempre giocato il torneo (su 16 sono solo 4): il Pontificio Collegio Urbano, che si trova al Gianicolo, rappresenta la congregazione dei missionari dell’evangelizzazione dei popoli, quindi Propaganda Fide. Sono stati tre volte campioni e questa che si accingono a giocare è la sesta finale consecutiva. Una squadra molto forte, – aggiunge Alborghetti – ha in sé una componente africana. Sono tutti ragazzi molto giovani provenienti dal Sud Africa, Uganda, la Tanzania, Zimbabwe …
Il Sedes Sapientiae ha giocato tutte le 13 edizioni della Clericus Cup ma non è mai arrivata alla finale, se non quella del terzo e quarto posto vincendo nel 2010 e arrivando 4° per altre 3 volte. Quest’anno in semifinale è riuscito a eliminare i campioni in carica del North America Martyrs. Quindi avrà la possibilità di alzare la Coppa con il Saturno.


È un seminario votato alla Madonna che si trova a Trastevere. È curioso che nel mese di maggio si sono sempre disputate le finali, quest’anno essendo il primo giugno, il Sedes è riuscito in questa piccola impresa. Avendo giocato 13 anni c’era tanto desiderio e tanta voglia di essere in campo nella finale che darà la possibilità di contendersi il mondiale vaticano”.
Clericus Cup: la benedizione di Papa Francesco
La Clericus Cup ha avuto ieri una benedizione speciale: quella di Papa Francesco. I rappresentanti delle 16 formazioni iscritte al torneo di calcio hanno incontrato il Santo Padre al termine dell’udienza generale in Piazza San Pietro.
Il Csi, presente in udienza con l’assistente ecclesiastico nazionale, don Alessio Albertini, ha portato il pallone di gara della finale e la Coppa con il Saturno, per la benedizione del pontefice. I capitani delle due squadre finaliste l’angolano Mario Pacheco del Pontificio Collegio Urbano e il messicano Jesus ‘Tito’ Hernandez del Sedes Sapientiae hanno donato a Bergoglio le loro maglie da gara.
“L’udienza è andata bene, abbiamo consegnato le maglie delle due squadre finaliste e poi il Santo Padre ha fatto l’autografo alla palla. È stato un momento bellissimo e speriamo che con la benedizione tutto vada bene” racconta Pacheco senza nascondere una “sana emozione”.


Si è trattata di una “bella esperienza” anche per Tito della Sedes Sapientiae. “È la prima volta che incontro il Papa da vicino. Mi è piaciuto moltissimo. Abbiamo scambiato alcune parole e ha firmato la mia maglietta che uso nella Clericus”.
“Papa Francesco, poco prima di incontrarvi, durante l’udienza, ha detto: ‘La Parola di Dio corre, è dinamica, capace cioè di accendere i cuori e di far saltare schemi, resistenze e muri di divisione, aprendo vie nuove e dilatando i confini del popolo di Dio. Ecco, le parole del Pontefice, non possono rimandare immediatamente a quello che è lo scopo del vostro torneo’…”
“Certamente. Lo scopo di questo torneo non è soltanto giocare per giocare ma anche quello di portare avanti l’evangelizzazione, il nostro primo lavoro è questo. Siamo qui da tutto il mondo. Questo torneo ci fa dare il cuore per questo”.
A fare eco alle parole del capitano, il giocatore spagnolo don Fernando Crovetto. “È stata una bella opportunità sentire la vicinanza del Papa che punta molto sullo sport e sa che anche la vita è uno sport. È stata una grande occasione per mostrare la nostra vicinanza a lui e a al suo magistero.
È la prima volta – continua – che il Collegio (Sedes Sapientiae ndr) riesce ad arrivare in finale. Abbiamo iniziato con tanti dubbi ma quando abbiamo visto che la squadra reggeva c’è stato un crescendo di entusiasmo … venivano dal Collegio a tifare, tutti contenti. Adesso speriamo di poter finire in bellezza vincendo sabato. È un’esperienza molto bella che sta tenendo il Collegio unito, che fa pensare ad altre cose, non solo allo studio, ma anche al divertimento, alla fraternità tra di noi, i seminaristi e gli altri Collegi qui a Roma”.
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