Viaggio in Africa: il “diario” di Giovanna Nobile
Protagonista della puntata di oggi di Parole in onda, a cura del giornalista Gianni Maritati, è Giovanna Nobile. Tra le autrici che hanno preso parte alla Festa del Libro e della Lettura alla parrocchia di Santa Monica a Ostia, racconta il suo “Negli occhi dell’Africa”.
Perché questa passione così forte per l’Africa?
«Questa passione nasce da quando avevo circa 16/17 anni. Sarei voluta andare in Africa, è qualcosa di particolare, non sapevo spiegarmelo. Però i miei genitori mi hanno bloccato immediatamente.
È successo che poi, nel momento in cui sono andata in pensione, Giuseppe Ragona, che aveva fondato la seconda linea missionaria, mi propose di andare in Africa».
Viaggio in Africa: il tempo non esiste
«Quindi immediatamente partii e se devo essere sincera – spiega Giovanna Nobile – ho scoperto un nuovo mondo. Non un mondo di fantasia, un mondo di semplicità, un modo fuori tempo.
Lì in Africa il tempo non esiste. Non esiste la malattia mentale, la malattia intesa in senso ampio, ma c’è sempre il desiderio di tanto amore e di fraternità. Ciò che manca purtroppo nei nostri paesi occidentali.
Sono stata circa 20 giorni in missione, ho girato tutta la zona di Balaka in Malawi e Cangau (Angola), altre zone tutte molto povere.
E lì ho conosciuto, ho cercato di capire la mentalità di queste persone che vivono esclusivamente di pochissimo però si accontentano. Su di loro c’è sempre quel sorriso che ti aiuta ad andare avanti. Quindi è stata proprio “un’ossigenata” per me che venivo da Roma e quindi in un caos di vita totale».
Viaggio in Africa: la vita vera
E nel libro cosa hai voluto raccontare?
«È una specie di diario. Ogni sera ho dedicato queste pagine a un mio carissimo amico (anche lui voleva andare in Africa) che purtroppo non c’è più.
Ho raccontato a lui, come appunto a un amico fraterno, ciò che avevo fatto durante la giornata». C’è poi «un piccolo suggerimento ai miei figli. Ho spiegato cosa significa veramente vivere con la “V” maiuscola e che poteva essere di esempio anche per il loro futuro».
Ma l’Africa ha bisogno ancora della nostra solidarietà?
«La solidarietà che dobbiamo dare all’Africa non è dare soldi in prestito.
Ciò che serve a loro è aprire la mentalità verso un futuro migliore, per cui noi dobbiamo aiutarli attraverso la cultura, lo studio, a migliorarsi. Per essere più completi nel loro modo di vita. Non hanno bisogno di soldi. Hanno solo bisogno di essere supportati in questo loro sviluppo».
Ascolta l’intervista: