9 Settembre 2025

Azione cattolica, al via il nuovo anno associativo

di Michela Altoviti da Roma Sette

Sono verbi di movimento – venire e andare – quelli che caratterizzano le attività in programma per il nuovo anno associativo dell’Azione cattolica di Roma. «Dopo il tempo della pandemia – spiega Marco Di Tommasi, presidente diocesano di Ac – vogliamo radunarci e ritrovarci insieme per poi continuare a camminare facendoci prossimi per gli altri nel corso del secondo anno del cammino sinodale». Da qui l’iniziativa di «un campo unitario – dice ancora – che alla luce del monito “Venite! Andate!” richiama la caratteristica propria della nostra associazione: l’essere calati nella realtà quotidiana, fatta anche di paure e fragilità, guardando all’invito di Gesù a stare prima vicini a lui, riconoscendo l’importanza della nostra formazione personale e spirituale, per poi essere vicini agli altri, annunciando il suo Vangelo».

La proposta formativa, che avrà luogo a Morlupo nella casa per ferie “Rogate” – per informazioni e iscrizioni (da effettuare entro il 19 settembre) la mail è segreteria@acroma.it –, si rivolge agli educatori, ai responsabili e alle équipe parrocchiali ma è aperta anche ai soci dell’Ac diocesana e interesserà le giornate da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre, quando nel pomeriggio il cardinale vicario Angelo De Donatis celebrerà la Messa conclusiva. «Lo stare insieme non solo per momenti di riflessione ma anche per la condivisione conviviale dei pasti, dello scambio e del confronto – continua Di Tommasi – darà a tutti l’energia per ripartire alla luce dell’icona biblica che ci guiderà in quest’anno associativo: “Andate dunque”, ripresa dal brano del Vangelo di Matteo», un invito a «stare nel mondo portando la testimonianza con la nostra vita, nella semplicità, per rendere davvero testimonianza della speranza che è in noi come cristiani e come associazione».

Oltre ai momenti condivisi «come quelli di preghiera in calendario per il sabato mattina, quando saremo guidati da don Giorgio Nacci, assistente Giovani di Ac di Brindisi-Ostuni», illustra Chiara Sancin, segretaria dell’Azione cattolica diocesana, «lavoreremo anche per settori e articolazioni. In particolare gli adulti, con Luca Girotti, docente di pedagogia e delegato regionale Ac delle Marche, si metteranno in ascolto di testimoni autorevoli con lo scopo di riconoscere le luci e le ombre di questo tempo, attualizzandole in relazione alla realtà della diocesi di Roma. I nuovi educatori invece lavoreranno sul tema del servizio in ambito educativo». Infine i giovani, anticipa ancora Sancin, «approfondiranno i temi dell’Incontro nazionale “Segni del tempo”, che li vedrà coinvolti a Roma a fine ottobre: “Abitare i luoghi del tempo libero, abitare i luoghi del lavoro e della scuola, abitare la città”».

L’iniziativa è rivolta «ai responsabili parrocchiali, ai vicepresidenti, ai consiglieri, ai membri di équipe e agli assistenti diocesani provenienti da tutta Italia – spiega Sancin – e vedrà il coinvolgimento di oltre 100 volontari tra i giovani romani mentre sono attesi nella capitale circa 2.500 partecipanti, che la domenica vivranno anche l’udienza con Papa Francesco in Aula Paolo VI». Sempre divisi per gruppi e articolazioni si lavorerà la domenica mattina, ultima giornata del campo unitario, «concentrandosi sulla programmazione del nuovo anno – sono ancora le parole della segretaria diocesana di Ac –, con un’attenzione speciale quindi alle tematiche che si tratteranno e ai testi che si utilizzeranno».

5 settembre 2022

In pellegrinaggio sulle tracce romane di Madre Teresa

Il Celio, Tor Fiscale, largo Preneste. Posti lontani l’uno dall’altro, ma che, uno dopo l’altro, segnano un itinerario “Sui passi di Madre Teresa”. Sono infatti i luoghi romani dove è passata la santa originaria di Skopje, e sono stati al centro dell’inizia promossa dalla parrocchia di Santa Teresa di Calcutta con l’Opera Romana Pellegrinaggi, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua “nascita al Cielo”, domenica 4 settembre 2022. Un itinerario alla scoperta degli spazi romani legati alla santa e alle congregazioni da lei fondate, che i fedeli hanno visitato guidati dal parroco don Maurizio Bartolucci e da don John D’Orazio dell’Orp, e accompagnati da alcuni testimoni che hanno conosciuto personalmente Madre Teresa. Il particolare pellegrinaggio si è concluso nella parrocchia di via Guido Fiorini, con la Messa del vescovo ausiliare del settore Est, monsignor Riccardo Lamba.

Oggi nel mondo le suore Missionarie della Carità sono poco meno di cinquemila, mentre le missioni attive ammontano ad oltre settecento in centotrentatre Paesi diversi. A Roma hanno la loro casa al Celio: guardando a sinistra della facciata della chiesa di San Gregorio al Celio, è visibile un cancello che conduce alla Casa. In questa comunità si fermava Madre Teresa quando era a Roma. E qui è possibile visitare la stanza nella quale dormiva: un piccolo letto, una scrivania, un armadio. Sul muro un grande crocifisso, un quadretto raffigurante san Francesco e un piccolo calendario, fermo al 1997, anno in cui morì la santa, che riporta un’immagine di santa Teresa di Lisieux.

Ancora, una tappa presso la Casa religiosa dei Padri Missionari della Carità a Tor Fiscale. La comunità religiosa dei Padri Missionari è un istituto clericale di diritto diocesano, fondato da Madre Teresa con padre Joseph Langford nel 1984, per unire la bellezza della vocazione dei Missionari della Carità alla grazia del ministero presbiterale.

Quindi la Casa Serena dei Missionari della Carità, contemplativi. Qui la comunità di Lunghezza ha incontrato padre Sebastian Vazhakala, che non è solo il superiore generale della congregazione, ma ne è il cofondatore, insieme a colei che chiama, semplicemente, “Madre”. Padre Sebastian ha raccontato: «Quando sono arrivato a Roma mi sono stabilito prima ad Acilia e poi in un seminterrato nei pressi della stazione Termini. Poi trovai questo posto abbandonato, tra i baraccati – ce n’erano allora più di ottomila – a largo Preneste. All’inizio Madre voleva che restassi alla stazione Termini, poi una volta che riuscii a portarla qui, vide e fu contenta della mia scelta. Il cardinale vicario Poletti era titubante, perché la sede di largo Preneste era un edificio pericolante… ma mi ci sono stabilito comunque, prendendomi tutte le responsabilità. Era l’8 marzo 1979, e da allora sono rimasto qui». La struttura più grande e curata del complesso dove vivono i religiosi, rigorosamente a un piano, è “Casa Serena”, alloggio notturno che offre a oltre settanta indigenti un rifugio sicuro dove dormire, lavarsi e cibarsi di un piatto caldo, 365 giorni all’anno.

5 settembre 2022

La veglia a San Giovanni, nel segno dell’«umiltà»

Sabato sera, nella basilica di San Giovanni in Laterano, i fedeli ascoltavano attenti la voce di Papa Giovanni Paolo I: «Per me è legge di Dio che non si possa fare del bene a qualcuno, se prima non si vuole bene. Per questo, san Pio X, entrando patriarca a Venezia, in San Marco, aveva esclamato: “Cosa sarebbe di me, veneziani, se io non vi amassi?”. E ai romani io dico qualcosa di simile: posso assicurarvi che vi amo, che desidero solo entrare al vostro servizio e mettere a disposizione di tutti le mie povere forze, quel poco che ho e che sono». A diffonderla naturalmente erano gli altoparlanti, che hanno riproposto l’omelia pronunciata dal pontefice il 23 settembre 1978, in occasione della presa di possesso della Cathedra romana. Domenica è stato proclamato beato da Papa Francesco durante la Messa sul sagrato di San Pietro.

Sabato la veglia di preghiera nella basilica lateranense, guidata dal cardinale vicario Angelo De Donatis, ha voluto ricordare Papa Luciani e il suo pontificato, durato solo 34 giorni. Le letture scelte erano le stesse di quel 23 settembre di tanti anni fa; a ciascuna è seguito l’audio con il commento di Giovanni Paolo I stesso. Sugli schermi montanti nella basilica, intanto, scorrevano le immagini di quella celebrazione insieme a fotografie del Santo Padre, grazie alle clip realizzate dalla collaborazione tra la diocesi di Roma, la Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I e Telepace, che ha anche trasmesso in diretta il momento di preghiera.

Alle due letture e al Vangelo sono seguite tre toccanti testimonianze: quelle di Lina Petri, nipote di Albino Luciani; di suor Margherita Marin, delle Suore di Maria Bambina, che fu al servizio del Santo Padre nel suo breve pontificato; e di padre Juan José Dabusti, sacerdote dell’arcidiocesi di Buenos Aires che ha impetrato il miracolo per l’intercessione di Giovanni Paolo I a favore dell’allora undicenne Candela Giarda.

Alla fine ha preso la parola il cardinale De Donatis, presente anche alla Messa del 1978. «Anch’io partecipai all’Eucarestia in questa basilica gremitissima di fedeli e sacerdoti venuti per accogliere il nuovo vescovo – ha ricordato –. Ero un giovane seminarista prossimo all’ordinazione diaconale, ma ho un ricordo vivo della gioia dell’assemblea diocesana festante riunita in questa Cattedrale e del dolore che colpì tutti, solo pochi giorni dopo, in occasione della celebrazione del funerale di Papa Luciani, durante il quale ebbi l’onore di prestare servizio liturgico». Poi una breve meditazione su «una parola – ha proseguito il porporato –, che a mio avviso, racchiude meglio di altre, la testimonianza di santità di Albino Luciani, scelta non a caso nel suo motto episcopale: “Humilitas, Umiltà!” Egli nella sua vita ha saputo vivere autenticamente la virtù dell’umiltà, come dono dello Spirito, che gli ha permesso di fare spazio a Dio». L’invito è allora a «rivestirci tutti di umiltà», incoraggiati e guidati dalla testimonianza del beato Papa Giovanni Paolo I.

Il testo completo dell’omelia del cardinale De Donatis

5 settembre 2022

Giovanni Paolo I è beato: la Messa di Papa Francesco

di Roberta Pumpo

La pioggia battente su piazza San Pietro non ha contenuto la gioia dei fedeli: un lungo applauso ha coperto il fragore dei tuoni, quando l’immagine del beato Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani, è stata svelata subito dopo la lettura della formula con la quale Papa Francesco ieri, domenica 4 settembre, lo ha elevato agli onori degli altari. Alla liturgia, che ha visto circa 400 concelebranti tra cardinali, vescovi e sacerdoti, ha partecipato, tra gli altri, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il 263° Papa della Chiesa cattolica, ultimo italiano del ‘900 a salire sul soglio pontificio, sarà celebrato il 26 agosto, giorno in cui, 44 anni fa, fu eletto pontefice. Dalla loggia delle benedizioni il volto sorridente di Papa Luciani, ritratto dall’artista cinese Yan Zhang, si è “affacciato” sulla piazza gremita di fedeli provenienti da Canale D’Agordo, città natale di Giovanni Paolo I, Feltre, Belluno, Vittorio Veneto, di cui fu vescovo, e Venezia, di cui fu patriarca. Subito dopo la proclamazione, Lina Petri, nipote del nuovo beato, ha portato all’altare la reliquia: uno scritto autografo di Albino Luciani, un appunto su un foglio bianco risalente al 1956 sulle tre virtù teologali. «Con il sorriso, Papa Luciani è riuscito a trasmettere la bontà del Signore – ha detto Papa Francesco -. È bella una Chiesa con il volto lieto, sereno, sorridente, una Chiesa che non chiude mai le porte, che non inasprisce i cuori, che non si lamenta e non cova risentimento, non è arrabbiata, non è insofferente, non si presenta in modo arcigno, non soffre di nostalgie del passato cadendo nell’indietrismo».

Nell’omelia, Papa Francesco ha rimarcato come il nuovo beato abbia vissuto «nella gioia del Vangelo, senza compromessi, amando fino alla fine. Egli ha incarnato la povertà del discepolo, che non è solo distaccarsi dai beni materiali ma soprattutto vincere la tentazione di mettere il proprio io al centro e cercare la propria gloria. Al contrario, seguendo l’esempio di Gesù, è stato pastore mite e umile. Considerava se stesso come la polvere su cui Dio si era degnato di scrivere». Commentando il Vangelo, Bergoglio ha illustrato «lo stile di Dio» il quale non si comporta come «un astuto leader» in cerca solo di consensi. Ieri come oggi è facile farsi ammaliare da discorsi altisonanti e gesti eclatanti, «specialmente nei momenti di crisi personale e sociale – ha detto il vescovo di Roma -, quando siamo più esposti a sentimenti di rabbia o siamo impauriti da qualcosa che minaccia il nostro futuro, diventiamo più vulnerabili; e, così, sull’onda dell’emozione, ci affidiamo a chi con destrezza e furbizia sa cavalcare questa situazione, approfittando delle paure della società e promettendoci di essere il “salvatore” che risolverà i problemi, mentre in realtà vuole accrescere il proprio gradimento e il proprio potere, la propria figura, la propria capacità di avere le cose in pugno».

Ma lo “stile di Dio” è un altro: Lui «non strumentalizza i nostri bisogni, non usa mai le nostre debolezze per accrescere se stesso – ha proseguito Francesco -. Non vuole sedurci con l’inganno e non vuole distribuire gioie a buon mercato. A Lui non interessano le folle oceaniche. Non ha il culto dei numeri, non cerca il consenso, non è un idolatra del successo personale». Il Papa ha anche ammonito chi, anche «fra i cristiani», segue Gesù per ragioni «mondane. Dietro una perfetta apparenza religiosa – le parole di Bergoglio – si può nascondere la mera soddisfazione dei propri bisogni, la ricerca del prestigio personale, il desiderio di avere un ruolo, di tenere le cose sotto controllo, la brama di occupare spazi e di ottenere privilegi, l’aspirazione a ricevere riconoscimenti e altro ancora».

Seguire davvero Cristo significa «imparare l’amore, attingerlo dal Crocifisso» ha proseguito Francesco citando Papa Luciani, per il quale «siamo oggetto da parte di Dio di un amore intramontabile». E sempre citando il suo predecessore, ha spiegato che bisogna amare sempre «anche se costa la croce del sacrificio, del silenzio, dell’incomprensione, della solitudine, dell’essere ostacolati e perseguitati. Amare così, anche a questo prezzo, perché – diceva ancora il beato Giovanni Paolo I – se vuoi baciare Gesù crocifisso “non puoi fare a meno di piegarti sulla croce e lasciarti pungere da qualche spina della corona, che è sul capo del Signore”».

Al termine della Messa, durante la preghiera dell’Angelus, Francesco è tornato a chiedere l’intercessione della Vergine Maria «perché ottenga il dono della pace in tutto il mondo, specialmente nella martoriata Ucraina».

5 settembre 2022

A Genzano presso “Casa Versilia” celebra la Messa in occasione dell’esperienza formativa “Villaggio Oratorio” proposta dal Centro Oratori Romani

A Genzano presso “Casa Versilia” celebra la Messa in occasione dell’esperienza formativa “Villaggio Oratorio” proposta dal Centro Oratori Romani.

In Piazza San Pietro concelebra la Messa presieduta dal Santo Padre in occasione della Beatificazione del Venerabile Sommo Pontefice Albino Giovanni Paolo I

In Piazza San Pietro concelebra la Messa presieduta dal Santo Padre in occasione della Beatificazione del Venerabile Sommo Pontefice Albino Giovanni Paolo I.

Nella Basilica di San Giovanni in Laterano presiede la Veglia di Preghiera in preparazione della Beatificazione del Venerabile Sommo Pontefice Giovanni Paolo I

Nella Basilica di San Giovanni in Laterano presiede la Veglia di Preghiera in preparazione della Beatificazione del Venerabile Sommo Pontefice Giovanni Paolo I.

Celebra la Messa nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore in occasione del Corso di Formazione per i Vescovi ordinati negli ultimi dodici mesi organizzato dalla Congregazione per i Vescovi

Celebra la Messa nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore in occasione del Corso di Formazione per i Vescovi ordinati negli ultimi dodici mesi organizzato dalla Congregazione per i Vescovi.

Alle ore 18 nella basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio partecipa all’evento “Aeternum Albino Luciani: Papa Giovanni Paolo I: da uomo a beato”

Alle ore 18 nella basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio partecipa all’evento “Aeternum Albino Luciani: Papa Giovanni Paolo I: da uomo a beato”.

La veglia in preparazione alla beatificazione di Giovanni Paolo I

«Per me è legge di Dio che non si possa fare del bene a qualcuno, se prima non si vuole bene. Per questo, san Pio X, entrando patriarca a Venezia, in San Marco, aveva esclamato: “Cosa sarebbe di me, veneziani, se io non vi amassi?”. E ai romani io dico qualcosa di simile: posso assicurarvi che vi amo, che desidero solo entrare al vostro servizio e mettere a disposizione di tutti le mie povere forze, quel poco che ho e che sono». Sono le parole che Papa Giovanni Paolo I pronunciò il 23 settembre 1978, nell’omelia della celebrazione per la presa di possesso della Cathedra romana a San Giovanni in Laterano. Potranno essere ascoltate, dalla sua stessa voce registrata, sabato prossimo, dalle 18.30 in poi, in occasione della veglia di preghiera in preparazione alla beatificazione di Albino Luciani.

Il momento di preghiera sarà presieduto dal cardinale vicario Angelo De Donatis e parteciperanno i vescovi ausiliari della diocesi di Roma. Le letture scelte sono le stesse della Messa per la presa di possesso del 23 settembre 1978: la prima lettura dal libro del profeta Isaia (60, 1-6); la seconda lettura tratta dalla Lettera agli Ebrei (13, 7-8. 15-17. 20-21); quindi un brano dal Vangelo di Matteo (28, 16-20). A ciascuna seguirà il commento di Giovanni Paolo I, che verrà diffuso dagli altoparlanti; l’audio è tratto dagli Archivi Vaticani. Intanto, su alcuni maxischermi scorreranno immagini del “Papa del sorriso”, che mescolano fotografie sempre fornite dagli Archivi Vaticani a brevi frammenti video della visita di Papa Luciani a San Giovanni in Laterano, tra cui il saluto con l’allora sindaco di Roma Giulio Carlo Argan. Le clip sono state realizzate dalla collaborazione tra la diocesi di Roma, la Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I e Telepace.

Dopo ogni lettura e commento è prevista una diversa testimonianza. A parlare saranno Lina Petri, della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I, nipote del compianto pontefice; suor Margherita Marin, delle Suore di Maria Bambina, che fu al servizio del Santo Padre nel suo breve pontificato; e padre Juan José Dabusti, sacerdote dell’arcidiocesi di Buenos Aires che ha impetrato il miracolo per l’intercessione di Giovanni Paolo I a favore dell’allora undicenne Candela Giarda.

La veglia si aprirà con un lucernario che si svolgerà al portale della basilica; la processione con le lampade accese muoverà verso la confessione, dove si accenderanno i candelieri posti attorno al Vangelo che, portato in processione, sarà posto chiuso su un tronetto. Il cuore della veglia sarà l’ascolto prolungato della Parola.

Qui per scaricare il libretto della veglia

E’ entrato nella luce della Resurrezione padre Alberto Orsini

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

annunciano che ieri, 1° settembre,
è entrato nella luce della Resurrezione

il Rev.do
Padre Alberto Orsini, M.I.
di anni 85

Cappellano presso l’Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini
dal 2004 al 2017,
Cappellano presso l’Istituto Nazionale Malattie Infettive
Lazzaro Spallanzani dal 1999 al 2004,
Cappellano presso l’Ospedale San Giacomo in Augusta
dal 1998 al 1999,
per molti anni anche Cappellano presso l’Azienda ospedaliera
San Giovanni Addolorata,

e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,
lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio
e alla preghiera di suffragio dei fedeli,
invocando la pace e la gioia del Signore.

I funerali si svolgeranno domani, sabato 3 settembre 2022, alle ore 10.30,
presso la Cappella di Villa Sacra Famiglia
(Via Ottorino Respighi, 6)

2 settembre 2022

La beatificazione di Papa Luciani

Domenica 4 settembre Giovanni Paolo I sarà proclamato beato. La celebrazione, presieduta da Papa Francesco, si svolgerà in piazza San Pietro alle ore 10.30 e per accedere occorrerà richiedere i biglietti alla Prefettura della Casa Pontificia. In preparazione a questo significativo evento, sabato 3 settembre, alle ore 18.30, nella basilica di San Giovanni in Laterano, il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà una veglia di preghiera.

«La veglia si svolgerà nella basilica che custodisce la Cattedra del Vescovo di Roma, della quale Giovanni Paolo I prese possesso il 23 settembre 1978», ricorda il prelato segretario generale del Vicariato monsignor Pierangelo Pedretti. Il momento di preghiera sarà animato da canti e letture di brani del magistero di Giovanni Paolo I e per partecipare non saranno necessari biglietti. In coda è possibile scaricare la locandina dell’evento.

Un pontificato breve, quello di Giovanni Paolo I, appena 34 giorni, che tuttavia ha segnato un indirizzo ben preciso nella vita della Chiesa. Perché, come ha spiegato a Roma Sette Stefania Falasca, vicepostulatrice della causa di Albino Luciani e vicepresidente della Fondazione intitolata al prossimo beato, «il suo mandato episcopale coincide con l’applicazione del Concilio». Prima a Vittorio Veneto, poi a Venezia e infine nel suo pontificato. Ma qual è una delle caratteristiche principali di Papa Luciani? «Non è stato una meteora. Ha portato avanti la Chiesa nel solco di una tradizione antica», spiega Falasca. In altre parole, «ha saputo sintetizzare sacro e profano, un modo di trasmettere la fede che lo rende unico, nella fedeltà alla dottrina». Una fede «romana, cioè universale, perché a Roma si esercita il ministero petrino che si esplicita nel custodire la fede e provvedere alla carità, ai poveri che sono il tesoro della Chiesa».

Scarica la locandina

26 agosto 2022

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