25 Agosto 2025

Incontra alcune associazioni

Incontra alcune associazioni

Incidente sul lavoro all’Atac, monsignor Pesce: «Fatto inaccettabile»

Di seguito la dichiarazione di mons. Francesco Pesce, incaricato dell’Ufficio per la Pastorale Sociale, del Lavoro e della Custodia del Creato della Diocesi di Roma, in merito all’incidente sul lavoro di via di Tor Vergata.

La notizia della morte di Maurizio, un impiegato Atac, caduto in una fossa per la manutenzione dei mezzi di trasporto all’interno del deposito in via di Tor Vergata, ci lascia tutti attoniti; mentre le indagini sono in corso, per ricostruire la dinamica esatta dell’accaduto, la Diocesi di Roma si stringe in preghiera ai familiari e agli amici di Maurizio e a tutta la comunità civile di Roma.

La morte è il segno più eloquente della fragilità della nostra vita davanti alla quale curviamo il capo ed eleviamo lo Spirito. Morire sul luogo di lavoro è sempre inaccettabile e ci richiama a sempre più urgente corresponsabilità, non solo a livello istituzionale ma prima ancora sociale, come cittadini costruttori di morale sociale.

Non cada nella indifferenza questa ennesima tragedia. L’indifferenza è un problema culturale, e la cultura dell’indifferenza è l’opposto dell’amore di Dio e nessuno di noi può essere sicuro di rimanere immune da questa malattia morale e spirituale. L’indifferenza è un demone molto insidioso perché come un serpente si insinua a poco a poco, giorno dopo giorno, spesso si maschera anche di bene, e ti fa dire: io non c’entro, non mi riguarda, non è colpa mia. L’indifferenza ci ruba l’anima, ci disumanizza e ci trasforma da cittadini, ad egoistiche ed egocentriciche maschere .

Inchiesta “super miro” per la Beata Clelia Merloni

Foto di Cristian Gennari

Clelia Merloni, fondatrice delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù, nacque a Forlì il 10 marzo 1861. A 161 anni di distanza, giovedì 10 marzo, verrà avviata l’inchiesta diocesana su un presunto miracolo di scampato pericolo di morte ottenuto per la intercessione della Beata Clelia Merloni. A mezzogiorno, nell’Aula Magna del Tribunale ordinario del Vicariato, saranno presenti il cardinale vicario Angelo De Donatis, il delegato episcopale monsignor Giuseppe D’Alonzo; il promotore di giustizia don Andrea De Matteis; il notaio attuario Marcello Terramani e il notaio aggiunto Giancarlo Bracchi. Ci saranno inoltre il postulatore della causa monsignor Paolo Rizzi e le Apostole del Sacro Cuore.

«Il 21 dicembre 2016 Papa Francesco ha firmato il Decreto di venerabilità e il 26 gennaio 2018 il Decreto di riconoscimento del miracolo di guarigione, ottenuto nel 1951 da un medico brasiliano – ricordano le religiose –. Conclusa la fase romana del processo di beatificazione, il 3 novembre 2018, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, è stata solennemente celebrata la Messa di beatificazione. In risposta alle necessità della Chiesa e ai segni dei tempi, il carisma di Madre Clelia è oggi presente nel mondo in 4 continenti e in 15 nazioni con circa 850 religiose e da 25 anni impegna 5000 laici di cui 300 nella diocesi di Roma che si raccolgono intorno alla Grande Famiglia del Sacro Cuore».

8 marzo 2022

Incentrata sull’ascolto la settimana in Val di Fassa

Ascoltare se stessi, ascoltare gli altri, ma soprattutto «ascoltare la voce del Signore senza indurire il nostro cuore». E ascoltare i suoni della natura, passeggiando lungo i sentieri della Val di Fassa. Come sta facendo il gruppo di sacerdoti che partecipa alla settimana di ritiro a Soraga, promossa dal Servizio per la formazione permanente del clero e guidata dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Al centro delle giornate il tema dell’ascolto, declinato attraverso escursioni, celebrazioni eucaristiche, momenti di riflessione e preghiera personale. A scandire la settimana anche occasioni di scambio e di fraternità per i partecipanti, che festeggiano il decimo, ventesimo o trentesimo anniversario di ordinazione.

«Quando pensiamo alla conversione, la intendiamo sempre in senso morale – ha detto il cardinale De Donatis in una delle sue omelie – si tratta di cambiare il proprio modo di vivere, di liberare le nostre azioni dalle tante ombre, dai peccati, dalle negligenze. La chiave è quasi sempre quella morale. Tutto questo appartiene al cammino di conversione ma non è il cuore. Prima che per la dimensione etica la conversione si caratterizza per una dimensione teologica». Deve trasformarsi «il nostro modo di relazionarci con il Signore». È soltanto «la luce dell’amore di Gesù a dare significato a tutta la vita – sono ancora le parole del vicario –. Qui c’è la vita felice a cui aneliamo, che non è conquistata dai nostri sforzi, ma è dono, una eredità che ha impresso in sé il sigillo di quell’amore a cui nulla va anteposto».

Del gruppo fa parte il vescovo Daniele Salera e poi tanti sacerdoti che vivono esperienze diverse, dai parroci ai missionari. Don Francesco Donega è rettore del Collegio diocesano missionario Redemptoris Mater: «Trovo molto stimolante sentire i vari interventi e i commenti degli altri – riflette –. Ieri abbiamo fatto una salita su un altopiano e c’erano un po’ di nuvole, e questo ci ha portato ad articolarci in vari gruppi, chi si sentiva di camminare di più, chi meno. È sempre importante ascoltare gli altri».

Concorda don Damiano Marino, parroco a San Patrizio, al ventesimo di ordinazione. «Sta andando tutto benissimo, siamo in relax, in buona compagnia – racconta –. Le Dolomiti sono meravigliose, e mancavo da questa zona da tanti anni. Ogni mattina andiamo in giro, facendo percorsi diversi. Ma soprattutto è bello lo stare insieme, il poterci ritrovare, vivere questa settimana come un’occasione di fraternità. Io conoscevo i sacerdoti del mio stesso anno, ma molti altri no, anche perché ce ne sono diversi che prestano servizio fuori diocesi».

Per don Massimo Cautero, direttore dell’Ufficio Clero del Vicariato, il ritiro in Val di Fassa dà la possibilità di «fare il punto sul cammino sacerdotale, per conoscersi meglio, incontrare preti che provengono da altre realtà, che hanno frequentato altri seminari. Condividere le esperienze è un dono prezioso. Dobbiamo cercare di riallacciare questi rapporti e riflettere insieme sulle esigenze della pastorale. Ogni anno è bello ritrovarsi in questo clima di serenità e pace».

13 luglio 2022

Incapacità matrimoniale, corso del Tribunale e di Coetus Advocatorum

Tornano a partire dal 26 gennaio i corsi di formazione promossi dal Tribunale di Prima Istanza del Vicariato di Roma con Coetus Advocatorum. In particolare, il percorso formativo in partenza verterà su “Incapacità matrimoniale e società moderna”. Gli incontri avranno luogo presso il Palazzo Apostolico Lateranense alle ore 15; nel rispetto della normativa Covid, sarà possibile accedere soltanto esibendo il Green pass rafforzato; fortemente consigliato l’utilizzo di mascherine Ffp2. Sarà possibile seguire gli eventi soltanto in presenza. A motivo della capienza ridotta, è richiesta la prenotazione obbligatoria entro dieci giorni dall’evento all’indirizzo email: formazionetribunali@diocesidiroma.it.

«Gli incontri di formazione nascono nel 2015, organizzati dal Tribunale di Prima Istanza e di Appello – spiega don Luca Sansalone, vicario giudiziale del Tribunale interdiocesano di prima istanza –, con l’intento di dare innanzitutto la possibilità agli operatori dei due Tribunali di curare la propria preparazione e riflettere insieme ai relatori invitati su tematiche di diritto sostanziale e processuale. Sin da subito l’iniziativa ha raccolto un evidente interesse che ha portato alla collaborazione organizzativa, a partire dall’anno 2017, con il Coetus Advocatorum. Gli incontri hanno visto in questi anni un’ampia partecipazione di avvocati e giudici di diversi Tribunali ecclesiastici, ministri dei Tribunali apostolici, professori e studenti di università pontificie e statali, grazie all’eccellenza dei relatori e dei moderatori che hanno dato in questi anni la loro disponibilità a presenziare gli incontri. Quest’anno, dopo la tematica di diritto penale dell’ultimo ciclo di incontri, si è tornati a quella matrimoniale, sulla relazione tra l’incapacità matrimoniale e la società moderna, ossia in che modo le categorie giuridiche dell’incapacità matrimoniale siano declinabili nel vivere odierno».

Primo appuntamento, come detto, mercoledì 26 gennaio; interverranno monsignor Alejandro Arellano Cedillo, della Rota Romana, su “La giurisprudenza rotale” e monsignor Pavel Malecha, della Segnatura Apostolica, su “La giurisprudenza dei tribunali locali”. Modera monsignor Filippo Iannone, del Pontificio Consiglio dei testi legislativi.

Il 23 febbraio saranno ospiti monsignor Giordano Caberletti, della Rota Romana, su “Il difetto di discrezione di giudizio: aspetti giuridici” e la professoressa Orietta Grazioli, della Pontificia Università Lateranense, che parlerà di “Il difetto di discrezione di giudizio: aspetti filosofici-antropologici-psicologici”. Modera il professor Jesus Miñambres, della Pontificia Università della Santa Croce.

Il 23 marzo sarà invece il professor Luigi Sabbarese, della Pontificia Università Urbaniana, a condurre l’incontro che vedrà protagonisti monsignor Davide Salvatori, della Rota Romana, su “L’incapacità di assumere gli oneri coniugali: aspetti giuridici” e il professor Luigi Bonfrate, dell’Università Gregoriana, su “L’incapacità di assumere gli oneri coniugali: aspetti filosofici-antropologici-psicologici”.

La conclusione del corso il 27 aprile con padre Gaetano Piccolo, della Pontificia Università Gregoriana, che rifletterà su “Relativismo religioso e società” e la professoressa Beatrice Serra, della Sapienza, il cui intervento verterà su “La tutela dei dati sensibili e i rapporti tra Chiesa e Stato”. Farà da moderatore il professor Ulrich Rhode, della Pontificia Università Gregoriana.

12 gennaio 2022

Inaugurazione della Casa di semi autonomia per donne vulnerabili

Inaugurazione della Casa di semi autonomia per donne vulnerabili

Inaugurazione del Polo della carità “Don Pino Puglisi”

Foto Caritas Roma

Sarà dedicato al beato Don Pino Puglisi, prete ed educatore, martire di giustizia ucciso dalla mafia per il suo forte impegno per la legalità, il nuovo “Polo della carità” che la Caritas diocesana inaugurerà martedì 11 giugno, alle ore 17, nel quartiere di Tiburtino III (in via Venafro, 28).

In un territorio carente di spazi socio-culturali, questa struttura rappresenta un importante luogo di aggregazione e di accoglienza giovanile, nonché un punto di riferimento per le famiglie, offrendo diversi servizi: un centro di accoglienza in semi-autonomia per neo-maggiorenni; il servizio “Officina delle Opportunità” dedicato all’inserimento o al re-inserimento lavorativo delle persone in difficoltà che si rivolgono alle comunità parrocchiali e ai centri di ascolto della diocesi; il progetto “Ferite Invisibili” per la presa in carico e la cura di persone straniere vittime di violenza intenzionale e di tortura; un servizio di supporto psicologico per persone vulnerabili; un ufficio dedicato al lavoro pastorale e di comunità nel settore Nord della diocesi di Roma e uno spazio dedicato alle attività di formazione.

Nel mese di aprile sono giunti a conclusione gli importanti lavori di ristrutturazione e riqualificazione, realizzati grazie alla generosità di molte persone e aziende per un’opera-segno che intende conciliare l’accoglienza, l’inclusione sociale e l’ecosostenibilità. Gli interventi effettuati garantiscono infatti sia la sostenibilità energetica che il superamento delle barriere architettoniche, rendendo così accessibili tutti i piani di una struttura che è al servizio del territorio.

Alla cerimonia interverranno monsignor Daniele Salera, vescovo ausiliare per il settore Nord della diocesi; monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare responsabile dell’Ambito della diaconia della carità; Giustino Trincia, direttore della Caritas diocesana di Roma; e i rappresentanti delle istituzioni.

7 giugno 2024

Inaugurazione Anno Accademico ISSR “Ecclesia Mater”

Inaugurazione Anno Accademico ISSR “Ecclesia Mater”

Inaugurata la nuova piazza San Giovanni in Laterano

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Fontane a raso con zampilli e nebulizzatori, sanpietrini, strisce di prato. E’ stata inaugurata oggi (sabato 28 dicembre 2024), alle ore 16, la nuova piazza San Giovanni in Laterano, dopo i lavori di risistemazione iniziati ad aprile e durati diversi mesi. La piazza è stata inaugurata alla vigilia dell’apertura della Porta Santa nella basilica di San Giovanni in Laterano, che avverrà domani mattina alle ore 10.

Ad aprirla sarà il cardinale vicario Baldo Reina, che ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione di oggi pomeriggio; presenti anche il pro prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione l’arcivescovo Rino Fisichella, il sindaco Roberto Gualtieri, l’assessora ai Lavori pubblici Ornella Segnalini, la soprintendente speciale di Roma Daniela Porro, il presidente del VII Municipio Francesco Laddaga.

L’intervento di piazza San Giovanni interessa una superficie di 18mila metri quadri e ha un costo complessivo di 15 milioni di euro, grazie ai finanziamento dei fondi giubilari. Il progetto è stato realizzato dalla società di architettura OneWorks e prevede una ripavimentazione che richiama i motivi cosmateschi della basilica. Inaugurata anche la nuova illuminazione artistica della facciata della cattedrale, curata da Areti.

Il nuovo volto della piazza antistante alla basilica è «un’immagine che ci stimola – ha affermato il cardinale Reina -. Ricorda il nostro essere Chiesa sulla soglia. Una piazza aperta alla città è un appello al nostro essere Chiesa attenta a tutti coloro che la vivono». Con la nuova pavimentazione la piazza, vista da lontano, sembra aprirsi come due braccia che accolgono. Proprio come la Porta Santa di San Giovanni che è l’immagine «delle braccia aperte di Dio», ha aggiunto il vicario riflettendo sul fatto che il Giubileo si è aperto al termine del percorso sulle (Dis)uguaglianze promosso dalla diocesi di Roma in occasione dei 50 anni del convegno sui “mali di Roma”. «È provvidenziale – ha aggiunto -. È l’invito ad essere attenti alle tante disuguaglianze della nostra città. L’apertura della Porta Santa di San Giovanni non può essere solo un gesto legato alla pietà di ognuno ma un gesto al quale corrispondere con una apertura reale della nostra vita e del nostro cuore».

Per il sindaco Gualtieri: «Ora abbiamo una piazza più adeguata a una basilica storica come San Giovanni in Laterano, una piazza con splendide pavimentazioni in marmo, con l’acqua, con del verde, un intervento che chiuderemo in anticipo sul cronoprogramma nella sua configurazione finale: era previsto per marzo ma chiuderemo a febbraio. Nonostante lo stop per i ritrovamenti archeologici, siamo riusciti ad aprire la piazza per l’apertura della Porta Santa: un risultato altro straordinario che testimonia la validità del metodo Giubileo».

28 dicembre 2024

Inaugurata la Casa per detenuti “Ricominciamo”

È stata inaugurata venerdì sera in via della Pisana la Casa di accoglienza “Ricominciamo”, una struttura promossa dall’associazione Vic (Volontari italiani in carcere) della Caritas di Roma, assieme ai cappellani di Rebibbia. Posizionata in un istituto delle Congregazione delle suore Figlie di Cristo Re, è nata per aiutare le persone detenute e senza un domicilio a poter uscire dal carcere con le misure straordinarie previste per l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di coronavirus, offrendo un luogo di accoglienza a quei detenuti che, pur avendone diritto, non possono beneficiare delle misure alternative. Presenti all’inaugurazione i cappellani di Rebibbia ed il loro coordinatore don Marco Fibbi, il direttore della Caritas di Roma don Benoni Ambarus e il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere apostolico, arrivato guidando un pulmino carico di doni alimentari e di rosari inviati da Papa Francesco per gli ospiti della struttura.

Attualmente la casa ospita tre persone in detenzione domiciliare, cinque in permesso premio e tre che hanno terminato la pena e stanno cercando un alloggio definitivo. Altre decine di accoglienze sono già state date e la casa è in attesa di ulteriori ospiti. Lo spirito della Casa “Ricominciamo” è racchiuso nella Parola di Dio: «Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo accolse voi» (Rm. 15,7). Il nome “Ricominciamo” esprime l’idea di ripartire da uno stato di emergenza e di crisi per intraprendere un cammino nuovo nello spirito della carità.

«Dobbiamo dire grazie – ha sottolineato don Ambarus – anche alle Suore Figlie del Cristo Re, che hanno messo a disposizione i locali per realizzare il progetto “Ricominciamo”. La struttura accoglierà i detenuti agli arresti domiciliari senza casa, ma anche ex carcerati e i loro familiari che non sanno dove alloggiare. Ovviamente non diamo solo un tetto e del cibo, ma cerchiamo di portare avanti un progetto di vita per ognuno di loro, che andrà messo in pratica una volta che avranno scontato la pena. Al 40% si tratta di persone non italiane, ma noi trattiamo tutti come esseri umani al di là della provenienza geografica, etnica o religiosa».

«Papa Francesco vi è vicino e vi ricorda di pregare per lui» così il cardinale Krajewski, elemosiniere apostolico, ha salutato i detenuti ospiti di Casa “Ricominciamo”.

28 settembre 2020

Inaugura un centro di accoglienza per senza fissa dimora presso la parrocchia Mater Dei

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In Vicariato, interviene alla conferenza stampa “A World of 3 Zeros”

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