27 Agosto 2025

Tra solidarietà e preghiera il Natale della Caritas

All’insegna della spiritualità e della solidarietà le iniziative promosse per il periodo delle feste dalla Caritas diocesana. Centrale sarà la Messa di venerdì 24 dicembre, alle 17, all’ostello “Don Luigi Di Liegro” alla Stazione Termini, che sarà presieduta dal vescovo ausiliare Benoni Ambarus. Nel rispetto delle misure sanitarie adottate per l’emergenza Covid-19, potranno accedere solo gli ospiti e gli accompagnatori della struttura in possesso di Super Green pass.

Durante le festività natalizie sarà inoltre attiva la campagna “La porta è sempre aperta” il cui ricavato sosterrà l’accoglienza dei senza dimora, oltre 9mila solo a Roma. Con un’offerta minima di 3 euro si potrà acquistare un panettoncino e dare così un aiuto concreto alle iniziative portate avanti dall’organismo diocesano.

Vicino non solo ai senza dimora, ma a tutti coloro che vivono ai margini, come i carcerati: nei penitenziari di Regina Coeli, Rebibbia e Casal del Marmo sono stati distribuiti 3.500 piccoli panettoni.

Ancora, un pranzo di Natale all’insegna della cucina raffinata per gli ospiti delle mense di Caritas e di Sant’Egidio ai quali Carlo Petrini, fondatore di “Slow Food”, ha offerto, per il 25 dicembre, una produzione di pasta artigianale della migliore tradizione culinaria italiana.

Non solo cibo, ma anche spettacoli e momenti di svago sono in programma per gli assistiti Caritas. Il 5 e il 6 gennaio si farà festa nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, dove si terrà il tradizionale evento natalizio la “Chiarastella” con Ambrogio Sparagna, al quale è invitata una nutrita rappresentanza delle realtà caritative.

Il 5 gennaio, alle 18.30, in via Boccea, angolo via di Torrevecchia, è in programma invece lo spettacolo gratuito del Circo Rony Roller riservato ad adulti e bambini ospiti dei centri di accoglienza della Caritas di Roma, ai nuclei con minori segnalati dalle parrocchie romane e alle famiglie in difficoltà che fanno la spesa all’Emporio.

21 dicembre 2021

Tra musica e arte, per i delegati una serata al Palazzo Lateranense

Foto Gennari/diocesidiroma

Le note di Mozart, la sinfonia di Schubert e il cortile interno del Palazzo Lateranense in una inedita veste luminosa. È la sintesi dello scenario del concerto di musica classica “La gioia della musica” svoltosi ieri sera, 23 giugno, nella casa del vescovo di Roma. Eseguito dalla Form-Orchestra Filarmonica Marchigiana, compagine residente del Macerata Opera Festival, il concerto, a ingresso gratuito, è stato promosso dalla diocesi di Roma per i delegati delle Conferenze episcopali provenienti da vari Paesi e giunti a Roma in occasione del X Incontro mondiale delle famiglie.

Non solo le emozioni trasmesse dalla musica e dalla voce del soprano Francesca Benitez, che si è esibita nel mottetto “Exsultate, jubilate” composto da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1773, ai partecipanti sono state offerte anche visite guidate nella basilica di San Giovanni in Laterano e nel Palazzo Lateranense, l’antica residenza dei papi, eccezionalmente aperto fino alle 23. L’orchestra ha eseguito anche l’opera “Divertimento n. 1” sempre di Mozart, composta nel 1772, quando il compositore aveva solo 16 anni, e la “Sinfonia n. 5”, di Franz Schubert. Ad applaudire l’esibizione anche il cardinale vicario Angelo De Donatis e il segretario generale del Vicariato monsignor Pierangelo Pedretti.

Il concerto, la cui direzione è stata affidata al primo violino concertatore Alessandro Cervo, è stato presentato dalla conduttrice Rai Eleonora Daniele e da Andreas Thonhauser dell’emittente americana Ewtn, la stessa che, in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi, ha curato la mostra fotografica sulla famiglia allestita nella corte interna del Palazzo Lateranense.

«Non potevamo non accettare un invito così prestigioso» commenta Paolo Pinamonti, direttore artistico del Macerata Opera Festival (Mof). «In un momento storico così particolare in cui sono tante le difficoltà che accompagnano la vita quotidiana delle famiglie – aggiunge Pinamonti – è importante creare questi momenti di riflessione sulla famiglia». Per il direttore artistico del Mof vi sono tante analogie tra il nucleo famiglia e la musica. «La famiglia orchestrale – spiega – per fare musica deve condividere emozioni e contemporaneamente deve essere in grado di dialogare e ascoltare. Proprio come accade tra le pareti domestiche».

di Roberta Pumpo

24 giugno 2022

Tra condivisione e visite prosegue la settimana di fraternità sacerdotale a Soraga

La terza giornata della settimana di fraternità sacerdotale a Soraga di Fassa – organizzata dal Servizio per la formazione permanente del clero e guidata dal cardinale vicario Angelo De Donatis – prevede la visita della casa natale di san Giuseppe Freinademetz con la cappella e la chiesa. Il santuario affidato ai missionari Verbiti si trova a Oies, nome di una piccola frazione su un pendio nel paese di Badia, a 1500 metri di altezza sul livello del mare. Nel secolo scorso contava soltanto tre case abitate.

«Il tempo è brutto, così abbiamo pensato di visitare un santuario», spiega don Marco Fibbi, cappellano della Casa circondariale maschile nuovo complesso di Rebibbia, che festeggerà i 30 anni di sacerdozio il prossimo 16 novembre. «Questa vacanza in Val di Fassa è meravigliosa – racconta –, quando è possibile facciamo passeggiate bellissime, siamo accolti in una struttura che dal punto di vista dell’ospitalità è incredibile ed è un ambiente dove che si presta perfettamente a momenti di riflessione e di preghiera. Quello che mi colpisce – prosegue – è lo spirito di corpo di preti che durante l’anno fanno tanti lavori diversi e non si incontrano mai; ora, invece, abbiamo la possibilità di trascorrere del tempo insieme, anche di faticare insieme, in un’attività molto diversa da quella sedentaria che facciamo abitualmente. Per restare in tema di carcere, direi che l’evasione ci fa bene», conclude con una battuta.

Al centro delle riflessioni di questi giorni, il libretto “Usciamo dunque… essere prete a Roma oggi”, che raccoglie vari contributi al Consiglio presbiterale diocesano. Ma anche la condivisione e il confronto sulla nascita delle vocazioni dei sacerdoti partecipanti. «Emergono storie diverse – commenta ancora don Marco Fibbi – ed è bello per tutti noi tornare alla fiamma originale. La vocazione non ce la diamo noi, ma ce l’ha data il Signore, ce l’abbiamo nel cuore».

Sulla stessa linea monsignor Amedeo Ruggeri, anche lui in Val di Fassa per i suoi 30 anni di sacerdozio, giudice del Tribunale Interdiocesano di Prima Istanza per le Cause di nullità di matrimonio. «La vacanza è organizzata molto bene ed è l’occasione per conoscere tante persone che pur vivendo a Roma magari non si conoscono; ed è una opportunità per condividere le esperienze vocazionali. È una esperienza anche di crescita personale».

14 luglio 2021

Torpignattara, il vescovo Ricciardi: «Necessario vergognarsi per ciò che è accaduto, atti deplorevoli»

L'Acquedotto Alessandrino a Torpignattara

Di seguito la dichiarazione del vescovo Paolo Ricciardi, ausiliare per il settore Est della diocesi di Roma, in merito ai recenti fatti di cronaca accaduti a Torpignattara.

Ciò che è accaduto domenica sera nel parco Sangalli a Torpignattara – dove un gruppo di ragazzi romani ha insultato una comitiva di ragazzi e bambini indiani che giocava a pallone, con conseguenti atti violenti che hanno coinvolto anche adulti, sia italiani che stranieri – è deplorevole ed è necessario vergognarsi, perché minaccia la dignità di ogni persona. Allo stesso tempo questo episodio non può e non deve bruciare tutto un cammino di integrazione, di conoscenza, di convivenza pacifica, non privo di fatiche, ma che è segno dei tempi, di una città che preparandosi al Giubileo è invitata ad essere per tutti la città della speranza.

Sosteniamo con amicizia e rispetto le persone che hanno subito aggressioni verbali e fisiche (in particolare l’uomo di quaranta anni ferito alla gola da una scheggia di vetro di bottiglia) e ci auguriamo che questo episodio non sia occasione per cavalcare ideali e scelte di gruppi che invocano separazioni e integralismi.

Torpignattara, come anche altre zone di Roma, continui ad essere segno di vita e di vitalità, dove tutto il mondo può trovare accoglienza in un’unica casa.

È quartiere popolare e popoloso, pezzo di storia della nostra città, dove dall’inizio del ‘900 ai romani residenti si sono affiancati immigrati italiani di diverse regioni. Qui hanno abitato generazioni di famiglie, anche in mezzo alle prove della guerra, del dopoguerra e del vissuto quotidiano di ogni decennio e di ogni giorno.

Da tempo questo angolo di terra tra le due sponde della via Casilina, tra il Mandrione da una parte e il Pigneto dall’altra è crocevia di mondo, nazioni, culture, religioni diverse che danno un volto particolare a queste vie, dove la convivenza è un dato di fatto.

I palazzi, i negozi, le scuole, l’ospedale, il parco e i diversi luoghi di vita e di lavoro non hanno frontiere, non hanno dogane. Si vive insieme, crescendo nella reciproca conoscenza che, per chi ha il cuore aperto, è arricchimento, accoglienza, unità e unitarietà di intenti. I bambini che studiano insieme nelle scuole, insieme giocano, insieme vivono in amicizia.

Anche le comunità di questa zona – penso a San Barnaba, a Santa Giulia, come anche all’ospedale “Vannini” della Figlie di San Camillo – sono case aperte, dove si sta crescendo in un clima di attenzione allo scambio culturale e alla fraternità, come nella conoscenza delle diverse religioni.

Penso in particolare alla parrocchia di San Giuseppe Cafasso, che da due anni vede la presenza dei padri scalabriniani, la cui missione di evangelizzazione si unisce a quella della promozione della cultura dell’accoglienza, dell’incontro e dell’integrazione tra migranti, rifugiati e la comunità locale.

3 luglio 2024

Tornano i “Ritratti di Santi” a Santa Teresa d’Avila

Antoni Gaudì i Cornet

Tornano a Roma i “Ritratti di Santi”, itinerario quaresimale di quattro incontri, spunto di meditazione prima della Pasqua, che si svolgono nella basilica parrocchiale di Santa Teresa d’Avila (Corso d’Italia, 37) e si basano sugli scritti di padre Antonio Maria Sicari, teologo carmelitano, autore di più di cento biografie dedicate ai santi di ieri e di oggi e fondatore del Mec, Movimento Ecclesiale Carmelitano, organizzatore dell’evento.

Si comincia venerdì 23 febbraio, alle ore 20.30, con padre Roberto Marini che legge la vita del Servo di Dio Antoni Gaudì i Cornet (1852-1926), celebre architetto spagnolo di cultura catalana: sette delle sue opere a Barcellona figurano dal 1984 nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Dal 1914 fino alla morte si è dedicato esclusivamente alla costruzione della basilica della Sagrada Familia. Nel 1998 si è avviato il suo processo di beatificazione ed è stato dichiarato Servo di Dio.

Nella seconda lettura, venerdì 1° marzo, alle ore 20.30 padre Paolo De Carli legge la vita di Santa Maria di Gesù Crocifisso (al secolo Mariam Baouardy), (1846 – 1878), religiosa palestinese dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. È stata proclamata santa da Papa Francesco nel 2015. Nota per le sue manifestazioni mistiche, morì a soli 32 anni. La “piccola araba” viene considerata una luce in questo momento di tenebre che sta vivendo la Terra Santa.

Nel terzo appuntamento, venerdì 8 marzo, alle ore 20.30 padre Angelo Lanfranchi legge la vita di santa Benedetta della Croce (Edith Stein) (1891 – 1942), monaca di clausura dell’ordine delle Carmelitane Scalze di origini ebree, allieva del grande filosofo Husserl, si convertì al cristianesimo e prese i voti a ridosso della seconda guerra mondiale. Fu vittima della Shoah. Proclamata santa da Papa Giovanni Paolo II nel 1999 è divenuta patrona d’Europa.

L’ultimo appuntamento è in programma per venerdì 15 marzo, sempre alle ore 20.30. Protagonista è padre Luca Secchi che legge la vita del Beato Carlo Acutis (1991 – 2006). Fin da piccolo manifestò una fortissima fede, tanto che fece la Prima Comunione in anticipo, a sette anni. Oltre ad avere gli interessi tipici di un adolescente degli anni 2000 era appassionato di informatica ed organizzò una mostra sui miracoli Eucaristici che viene ancora ospitata nelle parrocchie di tutta Italia. Nel 2006 si ammala di leucemia fulminante. Per sua esplicita richiesta è stato sepolto nel cimitero di Assisi, in seguito, nel 2019 viene trasferito nel Santuario della Spogliazione, sempre ad Assisi.

Per ulteriori informazioni contattare Teresa Gentiloni, telefono 333.2512911, teresagentiloni@gmail.com oppure roma@mec-carmel.org

19 febbraio 2024

Tornano i “Ritratti di Santi” a Santa Maria della Vittoria

Tornano i “Ritratti di Santi” nella chiesa di Santa Maria della Vittoria: tre letture, spunto di meditazione prima della Pasqua, dedicate alla santità e affidate alla voce di attori. Nella prima lettura, lunedì 25 marzo, alle ore 21, il regista e attore Giulio Base legge la vita di Oreste Benzi (1925-2007), il sacerdote di Rimini sempre in prima linea nella battaglia contro la prostituzione e la tratta delle schiave e fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII. La lettura sarà intervallata dalle musiche di Katia Catarci.

Nel secondo incontro, lunedì 1° aprile, sempre alle 21, l’attrice Claudia Koll legge la vita di Chiara Lubich (1920-2008), fondatrice del movimento dei focolari diffuso in tutto il mondo. La lettura sarà intervallata dalle musiche di Irene Callieri.

Nella terza lettura, lunedì 8 aprile, con inizio sempre alle 21, l’attore Vincenzo Bocciarelli legge la vita di Giancarlo Rastelli (1933 – 1970), cardiochirurgo che con le sue tecniche ha salvato la vita di centinaia di bambini poveri con problemi cardiaci. La lettura sarà intervallata dalle musiche di Armonia Antiqua.

Tutti gli incontri si svolgono nella chiesa di via XX Settembre, 17, e si basano sugli scritti di padre Antonio Maria Sicari, teologo carmelitano, autore di più di cento biografie dedicate ai santi di ieri e di oggi e fondatore del Mec, Movimento ecclesiale carmelitano, organizzatore dell’evento.

25 marzo 2019

Tornano i “pellegrinaggi di speranza” in Terra Santa

L’Opera Romana Pellegrinaggi annuncia il ritorno in Terra Santa. Il primo “pellegrinaggio di speranza” – così sono chiamati i nuovi percorsi proposti – partirà da Roma il 10 marzo e vedrà come primi pellegrini una delegazione di sacerdoti e religiosi romani, accompagnati da suor Rebecca Nazzaro, direttrice dell’Opera Romana Pellegrinaggi. A scandirne i tempi, gli incontri con la comunità cristiana locale a Betlemme, Gerusalemme e Gerico, per rinnovare la comunione tra la Chiesa di Roma e la Chiesa Madre di Gerusalemme. Rispondendo, così, all’appello lanciato dal custode di Terra Santa padre Francesco Patton e dal patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa: «È tempo di sostenere la Chiesa di Gerusalemme, di ritornare in Terra Santa e riportare in vita l’altro polmone di questa Chiesa che è il pellegrinaggio e la presenza dei pellegrini».

In questo anno del Giubileo della Speranza, inoltre, il pellegrinaggio diventa un’importante opportunità per vivere l’esperienza di fede, visitando i luoghi in cui visse Gesù. «La ripartenza dei pellegrinaggi verso Gerusalemme è un segno di speranza e di unità per tutta la Chiesa – afferma suor Rebecca Nazzaro –. Vogliamo che ogni pellegrino possa sentirsi parte delle comunità che incontra, contribuendo al contempo al sostegno dei nostri fratelli e sorelle cristiani in Terra Santa. Così attraverso i pellegrinaggi potremo rafforzare la fede comune nella comunione».

Don Giovanni Biallo, assistente spirituale di Orp e guida in Terra Santa, aggiunge: «I pellegrinaggi verso Gerusalemme sono un viaggio che diventa un cammino dell’anima, un’esperienza nello spirito per una rinnovata conoscenza di Cristo. È una gioia poter annunciare una ripartenza a cui tutti sono inviati ad unirsi con fede e spirito di solidarietà. I pellegrini potranno condividere con i cristiani di Terra Santa la speranza e la testimonianza dell’Amore di Gesù».

Opera Romana Pellegrinaggi ha già diverse proposte per la Terra Santa con partenze da Pasqua in poi, e date calendarizzate per tutto il 2025. Queste le prossime partenze da Roma e dai principali aeroporti italiani in collaborazione con ITA Airways:
• Pasqua in Terra Santa 18-22 aprile
• Terra Santa 5 giorni con Gerusalemme, Betlemme e Masada, 30 aprile – 4 maggio
• Terra Santa 8 giorni con Galilea, Giudea e Masada, 22 – 29 maggio
• Terra Santa e Giordania 8 giorni, 26 maggio – 2 giugno
• Terra Santa 5 giorni con Galilea e Giudea, 25 – 29 giugno

Per ulteriori informazioni sulle proposte di pellegrinaggio consultare il sito internet dell’Orp

7 marzo 2025

Tornano “I Ritratti di Santi”

Tornano a Roma “I Ritratti di Santi”: quattro letture, spunto di meditazione prima della Pasqua, dedicate alla santità. Nella prima lettura, venerdì 10 marzo alle ore 20.30 sarà letta da padre Angelo Lanfranchi la vita della Serva di Dio Chiara Corbella Petrillo (1984-2012) (nella foto), la “giovane santa della maternità”, che dopo aver portato a termine le gravidanze di due bambini destinati a morire appena nati, scopre di avere un tumore e durante la terza gravidanza rinuncia a curarsi per far nascere sano il suo piccolo.

Nella seconda lettura, venerdì 17 marzo alle ore 20.30, padre Paolo De Carli leggerà la vita di san Charbel Makhlouf, (1828 – 1898) monaco cristiano e presbitero libanese, proclamato santo da Paolo VI nel 1977. Cattolico, monaco dell’Ordine libanese maronita e taumaturgo, la sua fama è legata ai numerosi miracoli attribuitigli dopo la sua morte, tra cui la riabilitazione di una donna emiplegica apparendole e operandola in sogno e la guarigione di una cieca.

Nella terza lettura, venerdì 24 marzo sempre alle ore 20.30, padre Roberto Marini leggerà la vita di santa Teresa di Los Andes (1900 – 1920), religiosa cilena, vergine, carmelitana scalza nel monastero dell’Espíritu Santo di Los Andes e proclamata santa da Papa Giovanni Paolo II nel 1993 per i miracoli attribuitile post mortem.

Nella quarta lettura, venerdì 31 marzo ore 20.30, padre Iacopo Iadarola leggerà la vita del beato Maria Eugenio (1894 – 1967), carmelitano scalzo, sacerdote, vicario generale dell’Ordine e fondatore dell’Istituto Secolare Nostra Signora della Vita a Venasque in Francia. È stato beatificato nel 2016.

Gli incontri si svolgono nella basilica parrocchiale di Santa Teresa d’Avila (Corso d’Italia 37) e si basano sugli scritti di padre Antonio Maria Sicari, teologo carmelitano, autore di più di cento biografie dedicate ai Santi di ieri e di oggi e fondatore del Mec, Movimento Ecclesiale Carmelitano, organizzatore dell’evento.

6 marzo 2023

Torna sul palco il fascino di Dante

Nuovo allestimento per “La Divina Commedia Opera”, il musical voluto dieci anni da un immaginoso monsignor Marco Frisina, direttore della Cappella musicale Lateranense. Con un nuovo look, lo spettacolo tratto dal grande capolavoro della letteratura italiana debutta così il 19 gennaio al Teatro Brancaccio. Le musiche portano la firma dello stesso Frisina, mentre la regia è di Andrea Ortis che ha scritto anche i testi insieme a Pagano. La voce narrante è quella, magistrale, di Giancarlo Giannini.

Era il 2007 quando Frisina, che dirige anche il Coro della diocesi, riuscì nella titanica impresa di portare Dante su un palco per farne il protagonista di uno spettacolo in cui ai versi del poeta si affiancano il ballo acrobatico, la musica e proiezioni in 3D. Da allora sono state messe in cantiere alcune novità. «La principale – racconta Frisina – è che ci sono molti più versi recitati, e Giannini accompagna tutto lo spettacolo perché sia ancora più evidente il tema del viaggio. In più, sono stati aggiunti due nuovi brani, come quello che presenta Catone permettendo così di affrontare la passione sociale di Dante, un aspetto che mancava a questo spettacolo». Nemico di Cesare e difensore della libertà politica, al punto di sacrificare la propria vita per essi, Catone è il custode del Purgatorio. Qui, nel primo canto, Virgilio gli si rivolge e introduce Dante: «Or ti piaccia gradir la sua venuta: libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta», alludendo al fatto che lo stesso Catone è morto suicida per difendere gli ideali repubblicani. «Quella di Dante è una vita spesa alla ricerca del senso dell’esistenza umana e della libertà, che non è – sottolinea il compositore – fare ciò che si vuole ma è operare per il bene».

Oggi, come nel 1300, resta intatto il senso della Commedia dantesca: il Vate «racconta un viaggio interiore, dall’oscurità alla luce di Dio, il cammino dell’uomo che vuole dare un senso alla storia, a se stesso e a ciò che lo circonda. Una ricerca che avviene in tre fasi. La prima, all’Inferno, con gli uomini che distruggono la propria esistenza per scelte sbagliate. La seconda fase è il Purgatorio, con la ricerca della purificazione. L’ultima è il Paradiso con la bellezza del perdono». La meta del viaggio, che contempla anche il dolore, è infine quell’amore «che move il mondo e le altre stelle».

Chiamato a studiare un restyling del musical, il regista racconta invece il suo intervento: «Dante per me non è un genio in posizione ascetica, distante dagli uomini, ma è soprattutto uno scrittore e “La Divina Commedia” è un libro». Per chiarire, Ortis prende spunto dall’arte: «Di un quadro, ad esempio la “Vergine delle Rocce”, si apprezza l’opera, perfetta e senza tempo. Ma se si osservano gli schizzi si vedono molte più cose perché l’atto della creazione, con i ripensamenti di Leonardo, è ancora più straordinario. Così ho pensato al backstage della Commedia». Lo spettacolo comincia da qui: Dante anziano che ricorda quando, a 35 anni, ebbe l’idea della Commedia. Si immagina nel suo studiolo. Fantastica su come debbano essere le scene e ciò che scrive all’improvviso diventa realtà: «Ha inizio il viaggio».

Il regista chiarisce pure la necessità di riequilibrare uno sbilanciamento tutto a favore della cantica infernale: «Noi tutti conosciamo l’Inferno perché ha più appeal, anche perché il Paradiso è visto come irraggiungibile. Invece per me il Paradiso è qui sulla terra ed è reale. È la vetta che si raggiunge dopo una passeggiata nei boschi. È la natura incontaminata. È un bambino appena nato, tenuto tra le braccia. La stessa Beatrice non è angelicata ma è una donna che a Dante “fa tremar le vene e i polsi”. Certo non è Beatrice il fine, così come non lo è Virgilio, un uomo che ha tutte le risposte ma che si morde anche le mani per aver creduto alla sola ragione. Con Dante costruirà una relazione. Il maestro qui non è sempre uno, e comunque – conclude Ortis – anche il maestro sbaglia».

Torna la mostra dei 100 presepi in Vaticano

C’è il presepe in carta di giornale, quello realizzato con materiali di recupero, quello in terracotta e la Natività trasportata in una zona di guerra. Sono allestimenti originali e diversi tra loro quelli che si possono ammirare sotto il colonnato del Bernini in piazza San Pietro, grazie all’Esposizione Internazionale 100 Presepi in Vaticano, giunta alla quinta edizione. Inaugurata giovedì 8 dicembre, resterà aperta per cinque settimane, fino all’8 gennaio, dalle 10 alle 19.30 con ingresso gratuito.

«La mostra – illustrano dal Dicastero per l’evangelizzazione, che la organizza – raccoglie opere realizzate da artisti di tutto il mondo, che hanno espresso la propria creatività nella rappresentazione delle scene della Natività. Lo scenario unico di piazza San Pietro inserisce i numerosi presepi, vere opere d’arte, in una cornice che invita ancor di più il visitatore a stupirsi davanti alla tradizionale scena della Natività di Gesù».

In tutto saranno esposti 120 presepi, provenienti da vari Paesi europei, come Ucraina, Ungheria, Malta, Slovenia, Slovacchia, Croazia, e del mondo, come Taiwan, Venezuela e Guatemala. Molte di queste nazioni sono rappresentate dalle rispettive ambasciate presso la Santa Sede, che si sono incaricate di promuovere l’evento nei propri Paesi.

Anche quest’anno partecipano con originali presepi diversi enti, come Atac S.p.A., che ha rappresentato la Natività all’interno del tipico autobus rosso. L’Asl Roma 2, con il Centro diurno riabilitativo “La fabbrica dei sogni”, invece, ha proposto un presepe realizzato con materiali di riciclo. All’iniziativa hanno aderito, come ogni anno, anche diverse scuole del Lazio, con colorati manufatti composti dai bambini.

In tante delle rappresentazioni riecheggiano le sfide e le crisi dell’attualità: dal presepe realizzato in Ucraina da suor Teodosia Polotniuk, dell’esarcato di Donetsk, che ambienta la nascita di Gesù nei sotterranei di una struttura che ricorda lo stabilimento metallurgico di Azovstal’, a Mariupol, a quelli che riportano in primo piano l’emergenza climatica e la tragedia delle migrazioni nel Mediterraneo, come quello realizzato dalla fondazione romana Villa Maraini onlus, per il recupero di ragazzi tossicodipendenti. Saranno presenti anche alcune statue di un presepe monumentale proveniente da Viterbo e opere prodotte da diverse associazioni italiane di presepisti.

12 dicembre 2022

Torna la mostra “Gli altri siamo noi”

Un percorso interattivo con giochi, strumenti e idee per una società interculturale. Dal 10 aprile al 3 maggio 2024 presso la Cittadella della Carità, in via Casilina Vecchia 19, torna la mostra interattiva “Gli altri siamo noi”. Rivolta a tutti i cittadini, ma pensata principalmente a ragazzi e ragazze dai 10 ai 16 anni, l’esposizione per il 2024 vedrà il coinvolgimento degli studenti di 32 classi di istituti scolastici, di un gruppo di giovani dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e diversi gruppi giovanili delle parrocchie.

La mostra è pensata come un “viaggio”, attraverso un labirinto diviso in 8 sezioni che stimola a porsi delle domande, a riflettere sui meccanismi che portano ai pregiudizi, al capro espiatorio e alla discriminazione, ad esprimere le proprie opinioni e a cercare soluzioni. Si visita a coppie, ognuno riceve un passaporto che sarà la guida durante il percorso. Partendo da giochi di illusioni ottiche si comincia ad imparare a mettersi nei panni degli altri, immaginare percorsi, vite e emozioni che forse non vediamo proprio per capire che spesso gli altri siamo noi.

Per chi volesse visitarla individualmente o con gruppi giovanili, il pomeriggio dopo le 14:30 o il sabato mattina, può telefonare al numero 342.3527840 per prenotare.

27 marzo 2024

Torna la Festa dei Popoli

Foto di Cristian Gennari

All’inizio era un momento di incontro conviviale tra i religiosi stranieri della Capitale, nella parrocchia del Santissimo Redentore a Val Melaina. Poi è cresciuta tanto da arrivare a piazza San Giovanni in Laterano, con il giardino davanti alla basilica pieno di stand e bandiere. Il prossimo fine settimana, dopo due anni di sospensione a causa della pandemia, torna la Festa dei Popoli e cambia di nuovo volto, trasformandosi in un evento diffuso in tutta la città, dislocato nelle diverse prefetture in cui è suddiviso il territorio diocesano. Ma il cuore e gli obiettivi di questa manifestazione, organizzata dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma, rimangono gli stessi: «Favorire la conoscenza tra i fedeli sul territorio e l’incontro tra sacerdoti e cappellani», come sottolinea il vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per la Carità e per i Migranti. Lo ribadisce anche il direttore dell’Ufficio Migrantes, monsignor Pierpaolo Felicolo: «Riprendiamo dopo due anni e ribadiamo il concetto che sta dietro a questa Festa, cioè promuovere la preghiera e l’incontro rispettando la ricchezza della diversità. Fedeli al messaggio di Papa Francesco di quest’anno, vogliamo costruire il futuro con i migranti e con i rifugiati, nei luoghi dove vivono, insieme».

Sabato 28 e domenica 29 maggio, dunque, in tantissime parrocchie romane verranno celebrate Messe con le comunità etniche, con canti e preghiere in diverse lingue, a cui spesso seguiranno momenti di condivisione, con musica e degustazione di piatti tipici. Il cardinale vicario Angelo De Donatis celebrerà a Santa Maria Regina Pacis a Ostia Lido sabato alle 19, mentre il vescovo Ambarus sarà lo stesso giorno a Santa Emerenziana alle 18.30 e domenica 29 al Santissimo Redentore alle 11.30. Nella parrocchia dei Santi XII Apostoli la celebrazione per la Festa dei Popoli sarà presieduta dal vescovo Daniele Libanori, il 29 alle 18.30; il vescovo Guerino Di Tora celebrerà a Sant’Atanasio sabato alle 18.30; mentre il vescovo Dario Gervasi a Nostra Signora di Lourdes a Tor Marancia, sempre il 28 alle 18.30. Ancora, sabato alle 18, nel Santuario della Madonna del Divino Amore presiederà la Messa il cardinale Enrico Feroci; a Sant’Antonio da Padova, il 28 alle 18.30, ci sarà invece il vicario generale dei Padri Rogazionisti, padre José Maria Ezpeleta.

«A Roma, su quasi seicentomila stranieri, circa la metà sono cristiani – riprende monsignor Ambarus, originario della Romania –. È una città cosmopolita, e prenderne consapevolezza come Chiesa di Roma significa rafforzare la nostra vocazione universale». Questo è il senso del tema scelto per la Festa dei Popoli 2022, “Uniti nella stessa fede”. «La struttura del contesto sociale ed ecclesiale in cui viviamo, particolarmente accentuata nella nostra città – riflette don Pietro Guerini, vicedirettore dell’Ufficio Migrantes diocesano –, è profondamente multiculturale in ragione della compresenza di etnie, di tradizioni e forme culturali differenti. Vivere l’unità, in nome della fede comune, è compito specifico della Chiesa all’interno di questo contesto». Celebrare la Messa con le comunità etniche in tante parrocchie diocesane vuole dire «vivere un momento prezioso, fondato sull’ascolto reciproco e comunitario – aggiunge –, per rendere grazie e lodare il Signore per la varietà delle persone e delle culture che arricchiscono la nostra Chiesa, con spirito marcatamente sinodale».

A Roma sono circa 120 le comunità etniche con i centri pastorali sparsi sul territorio diocesano, con una quarantina di preti responsabili a cui si associano preti studenti per celebrazioni sul territorio e per aiuto concreto nella catechesi e nell’accompagnamento spirituale. I più numerosi sono i filippini, che contano circa 43mila fedeli e sono presenti in più di 60 comunità nella diocesi; seguono i latinoamericani, con 12 centri nazionali. Ci sono poi comunità meno numerose ma molto attive e vivaci, come quella Ucraina, che negli ultimi mesi si è data da fare per l’accoglienza dei profughi e per mandare aiuti a chi è rimasto nel Paese.

In allegato l’elenco delle parrocchie coinvolte
FestaPopoliAllegato

23 maggio 2022

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