21 Dicembre 2025

Giovanni Paolo I è beato: la Messa di Papa Francesco

di Roberta Pumpo

La pioggia battente su piazza San Pietro non ha contenuto la gioia dei fedeli: un lungo applauso ha coperto il fragore dei tuoni, quando l’immagine del beato Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani, è stata svelata subito dopo la lettura della formula con la quale Papa Francesco ieri, domenica 4 settembre, lo ha elevato agli onori degli altari. Alla liturgia, che ha visto circa 400 concelebranti tra cardinali, vescovi e sacerdoti, ha partecipato, tra gli altri, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il 263° Papa della Chiesa cattolica, ultimo italiano del ‘900 a salire sul soglio pontificio, sarà celebrato il 26 agosto, giorno in cui, 44 anni fa, fu eletto pontefice. Dalla loggia delle benedizioni il volto sorridente di Papa Luciani, ritratto dall’artista cinese Yan Zhang, si è “affacciato” sulla piazza gremita di fedeli provenienti da Canale D’Agordo, città natale di Giovanni Paolo I, Feltre, Belluno, Vittorio Veneto, di cui fu vescovo, e Venezia, di cui fu patriarca. Subito dopo la proclamazione, Lina Petri, nipote del nuovo beato, ha portato all’altare la reliquia: uno scritto autografo di Albino Luciani, un appunto su un foglio bianco risalente al 1956 sulle tre virtù teologali. «Con il sorriso, Papa Luciani è riuscito a trasmettere la bontà del Signore – ha detto Papa Francesco -. È bella una Chiesa con il volto lieto, sereno, sorridente, una Chiesa che non chiude mai le porte, che non inasprisce i cuori, che non si lamenta e non cova risentimento, non è arrabbiata, non è insofferente, non si presenta in modo arcigno, non soffre di nostalgie del passato cadendo nell’indietrismo».

Nell’omelia, Papa Francesco ha rimarcato come il nuovo beato abbia vissuto «nella gioia del Vangelo, senza compromessi, amando fino alla fine. Egli ha incarnato la povertà del discepolo, che non è solo distaccarsi dai beni materiali ma soprattutto vincere la tentazione di mettere il proprio io al centro e cercare la propria gloria. Al contrario, seguendo l’esempio di Gesù, è stato pastore mite e umile. Considerava se stesso come la polvere su cui Dio si era degnato di scrivere». Commentando il Vangelo, Bergoglio ha illustrato «lo stile di Dio» il quale non si comporta come «un astuto leader» in cerca solo di consensi. Ieri come oggi è facile farsi ammaliare da discorsi altisonanti e gesti eclatanti, «specialmente nei momenti di crisi personale e sociale – ha detto il vescovo di Roma -, quando siamo più esposti a sentimenti di rabbia o siamo impauriti da qualcosa che minaccia il nostro futuro, diventiamo più vulnerabili; e, così, sull’onda dell’emozione, ci affidiamo a chi con destrezza e furbizia sa cavalcare questa situazione, approfittando delle paure della società e promettendoci di essere il “salvatore” che risolverà i problemi, mentre in realtà vuole accrescere il proprio gradimento e il proprio potere, la propria figura, la propria capacità di avere le cose in pugno».

Ma lo “stile di Dio” è un altro: Lui «non strumentalizza i nostri bisogni, non usa mai le nostre debolezze per accrescere se stesso – ha proseguito Francesco -. Non vuole sedurci con l’inganno e non vuole distribuire gioie a buon mercato. A Lui non interessano le folle oceaniche. Non ha il culto dei numeri, non cerca il consenso, non è un idolatra del successo personale». Il Papa ha anche ammonito chi, anche «fra i cristiani», segue Gesù per ragioni «mondane. Dietro una perfetta apparenza religiosa – le parole di Bergoglio – si può nascondere la mera soddisfazione dei propri bisogni, la ricerca del prestigio personale, il desiderio di avere un ruolo, di tenere le cose sotto controllo, la brama di occupare spazi e di ottenere privilegi, l’aspirazione a ricevere riconoscimenti e altro ancora».

Seguire davvero Cristo significa «imparare l’amore, attingerlo dal Crocifisso» ha proseguito Francesco citando Papa Luciani, per il quale «siamo oggetto da parte di Dio di un amore intramontabile». E sempre citando il suo predecessore, ha spiegato che bisogna amare sempre «anche se costa la croce del sacrificio, del silenzio, dell’incomprensione, della solitudine, dell’essere ostacolati e perseguitati. Amare così, anche a questo prezzo, perché – diceva ancora il beato Giovanni Paolo I – se vuoi baciare Gesù crocifisso “non puoi fare a meno di piegarti sulla croce e lasciarti pungere da qualche spina della corona, che è sul capo del Signore”».

Al termine della Messa, durante la preghiera dell’Angelus, Francesco è tornato a chiedere l’intercessione della Vergine Maria «perché ottenga il dono della pace in tutto il mondo, specialmente nella martoriata Ucraina».

5 settembre 2022

A Genzano presso “Casa Versilia” celebra la Messa in occasione dell’esperienza formativa “Villaggio Oratorio” proposta dal Centro Oratori Romani

A Genzano presso “Casa Versilia” celebra la Messa in occasione dell’esperienza formativa “Villaggio Oratorio” proposta dal Centro Oratori Romani.

In Piazza San Pietro concelebra la Messa presieduta dal Santo Padre in occasione della Beatificazione del Venerabile Sommo Pontefice Albino Giovanni Paolo I

In Piazza San Pietro concelebra la Messa presieduta dal Santo Padre in occasione della Beatificazione del Venerabile Sommo Pontefice Albino Giovanni Paolo I.

Nella Basilica di San Giovanni in Laterano presiede la Veglia di Preghiera in preparazione della Beatificazione del Venerabile Sommo Pontefice Giovanni Paolo I

Nella Basilica di San Giovanni in Laterano presiede la Veglia di Preghiera in preparazione della Beatificazione del Venerabile Sommo Pontefice Giovanni Paolo I.

Celebra la Messa nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore in occasione del Corso di Formazione per i Vescovi ordinati negli ultimi dodici mesi organizzato dalla Congregazione per i Vescovi

Celebra la Messa nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore in occasione del Corso di Formazione per i Vescovi ordinati negli ultimi dodici mesi organizzato dalla Congregazione per i Vescovi.

Alle ore 18 nella basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio partecipa all’evento “Aeternum Albino Luciani: Papa Giovanni Paolo I: da uomo a beato”

Alle ore 18 nella basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio partecipa all’evento “Aeternum Albino Luciani: Papa Giovanni Paolo I: da uomo a beato”.

La veglia in preparazione alla beatificazione di Giovanni Paolo I

«Per me è legge di Dio che non si possa fare del bene a qualcuno, se prima non si vuole bene. Per questo, san Pio X, entrando patriarca a Venezia, in San Marco, aveva esclamato: “Cosa sarebbe di me, veneziani, se io non vi amassi?”. E ai romani io dico qualcosa di simile: posso assicurarvi che vi amo, che desidero solo entrare al vostro servizio e mettere a disposizione di tutti le mie povere forze, quel poco che ho e che sono». Sono le parole che Papa Giovanni Paolo I pronunciò il 23 settembre 1978, nell’omelia della celebrazione per la presa di possesso della Cathedra romana a San Giovanni in Laterano. Potranno essere ascoltate, dalla sua stessa voce registrata, sabato prossimo, dalle 18.30 in poi, in occasione della veglia di preghiera in preparazione alla beatificazione di Albino Luciani.

Il momento di preghiera sarà presieduto dal cardinale vicario Angelo De Donatis e parteciperanno i vescovi ausiliari della diocesi di Roma. Le letture scelte sono le stesse della Messa per la presa di possesso del 23 settembre 1978: la prima lettura dal libro del profeta Isaia (60, 1-6); la seconda lettura tratta dalla Lettera agli Ebrei (13, 7-8. 15-17. 20-21); quindi un brano dal Vangelo di Matteo (28, 16-20). A ciascuna seguirà il commento di Giovanni Paolo I, che verrà diffuso dagli altoparlanti; l’audio è tratto dagli Archivi Vaticani. Intanto, su alcuni maxischermi scorreranno immagini del “Papa del sorriso”, che mescolano fotografie sempre fornite dagli Archivi Vaticani a brevi frammenti video della visita di Papa Luciani a San Giovanni in Laterano, tra cui il saluto con l’allora sindaco di Roma Giulio Carlo Argan. Le clip sono state realizzate dalla collaborazione tra la diocesi di Roma, la Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I e Telepace.

Dopo ogni lettura e commento è prevista una diversa testimonianza. A parlare saranno Lina Petri, della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I, nipote del compianto pontefice; suor Margherita Marin, delle Suore di Maria Bambina, che fu al servizio del Santo Padre nel suo breve pontificato; e padre Juan José Dabusti, sacerdote dell’arcidiocesi di Buenos Aires che ha impetrato il miracolo per l’intercessione di Giovanni Paolo I a favore dell’allora undicenne Candela Giarda.

La veglia si aprirà con un lucernario che si svolgerà al portale della basilica; la processione con le lampade accese muoverà verso la confessione, dove si accenderanno i candelieri posti attorno al Vangelo che, portato in processione, sarà posto chiuso su un tronetto. Il cuore della veglia sarà l’ascolto prolungato della Parola.

Qui per scaricare il libretto della veglia

E’ entrato nella luce della Resurrezione padre Alberto Orsini

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

annunciano che ieri, 1° settembre,
è entrato nella luce della Resurrezione

il Rev.do
Padre Alberto Orsini, M.I.
di anni 85

Cappellano presso l’Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini
dal 2004 al 2017,
Cappellano presso l’Istituto Nazionale Malattie Infettive
Lazzaro Spallanzani dal 1999 al 2004,
Cappellano presso l’Ospedale San Giacomo in Augusta
dal 1998 al 1999,
per molti anni anche Cappellano presso l’Azienda ospedaliera
San Giovanni Addolorata,

e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,
lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio
e alla preghiera di suffragio dei fedeli,
invocando la pace e la gioia del Signore.

I funerali si svolgeranno domani, sabato 3 settembre 2022, alle ore 10.30,
presso la Cappella di Villa Sacra Famiglia
(Via Ottorino Respighi, 6)

2 settembre 2022

La beatificazione di Papa Luciani

Domenica 4 settembre Giovanni Paolo I sarà proclamato beato. La celebrazione, presieduta da Papa Francesco, si svolgerà in piazza San Pietro alle ore 10.30 e per accedere occorrerà richiedere i biglietti alla Prefettura della Casa Pontificia. In preparazione a questo significativo evento, sabato 3 settembre, alle ore 18.30, nella basilica di San Giovanni in Laterano, il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà una veglia di preghiera.

«La veglia si svolgerà nella basilica che custodisce la Cattedra del Vescovo di Roma, della quale Giovanni Paolo I prese possesso il 23 settembre 1978», ricorda il prelato segretario generale del Vicariato monsignor Pierangelo Pedretti. Il momento di preghiera sarà animato da canti e letture di brani del magistero di Giovanni Paolo I e per partecipare non saranno necessari biglietti. In coda è possibile scaricare la locandina dell’evento.

Un pontificato breve, quello di Giovanni Paolo I, appena 34 giorni, che tuttavia ha segnato un indirizzo ben preciso nella vita della Chiesa. Perché, come ha spiegato a Roma Sette Stefania Falasca, vicepostulatrice della causa di Albino Luciani e vicepresidente della Fondazione intitolata al prossimo beato, «il suo mandato episcopale coincide con l’applicazione del Concilio». Prima a Vittorio Veneto, poi a Venezia e infine nel suo pontificato. Ma qual è una delle caratteristiche principali di Papa Luciani? «Non è stato una meteora. Ha portato avanti la Chiesa nel solco di una tradizione antica», spiega Falasca. In altre parole, «ha saputo sintetizzare sacro e profano, un modo di trasmettere la fede che lo rende unico, nella fedeltà alla dottrina». Una fede «romana, cioè universale, perché a Roma si esercita il ministero petrino che si esplicita nel custodire la fede e provvedere alla carità, ai poveri che sono il tesoro della Chiesa».

Scarica la locandina

26 agosto 2022

L’incontro della Conferenza episcopale laziale

Si sono svolti questa mattina (giovedì primo settembre) a Greccio, vicino Rieti, i lavori della Conferenza episcopale laziale, presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis.

«Ciò che più ci appartiene, ed è davvero nostro, è proprio il legame a Cristo, l’appartenere a Lui e in questo modo dimorare con Lui e come Lui nel Padre, nel suo amore, nel suo mistero, nella sua pace – ha detto il porporato –. Questa la vera sapienza: nel fondare la nostra vita, la nostra speranza, tutto il nostro essere, in questa comunione esistenziale».

E ancora: «È l’appartenenza a Lui a restituirci ogni cosa, ora trasformata al punto da diventare veramente nostra, perché quella rete piena altro non è che la metafora di una vita che ritrova la pienezza del proprio significato»

1 settembre 2022

A Greccio (Rieti) presiede i lavori della Conferenza Episcopale Laziale

A Greccio (Rieti) presiede i lavori della Conferenza Episcopale Laziale.

La Giornata per la custodia del creato

Sarà celebrata il primo settembre, come indicato dalla Cei, la Giornata per la custodia del creato. Inoltre, a partire dal 2015, Papa Francesco ha indicato per la stessa data la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. Un tema sul quale la diocesi di Roma è impegnata grazie al lavoro dell’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del creato. Sul sito internet dell’Ufficio si trovano anche i testi di riferimento.

Di seguito la riflessione sulla Giornata di quest’anno di monsignor Francesco Pesce, direttore dell’Ufficio diocesano.

Ogni anno facciamo memoria della bellezza della Creazione. Ricordati è l’invito di Mosè per sapere quello che avevi nel cuore. Ricordare il bene ricevuto, una bella storia, non solo personale. Il Tempo del Creato ci aiuterà a riflettere che non è solo Memoria, perché è facile dimenticare la storia ma un Memoriale, cioè un cibo, un pane nel quale c’è lui con il sapore del Suo amore; l’Eucarestia sostiene la nostra memoria a volte delusa, e ingannata.

Celebrare l’eucaristia ci ricorda Il più antico testo sull’Eucaristia – la Lettera ai Corinzi, vuole insegnarci come vivere. Si vive consegnandosi, consegnando ogni giorno a Lui la propria storia, senza difendersi, come ha fatto Gesù, come hanno fatto gli apostoli.

Il Tempo del Creato ci può aiutare a tener saldo il rapporto tra l’Eucaristia e la carità. I discepoli, di fronte alla fame della moltitudine sono stati tentati di far finta di niente, tentati di allontanare il problema, che erano persone, volti, storie concrete. Deturpare il Creato si può fare in tanti modi: quando facciamo finta di non vedere ciò che poi abbiamo sotto gli occhi, quando per tacitare la nostra coscienza, diciamo tanto è impossibile cambiare le cose, quando ci chiudiamo dentro il nostro benessere. Accogliamo con fiducia quello che scrivono i vescovi italiani nel loro messaggio: “La condivisione così può diventare stile di cittadinanza, della politica nazionale e internazionale, dell’economia: da quel pane donato può prendere forma la civiltà dell’amore”.
.

30 settembre 2022

Articoli recenti