17 Agosto 2025

Pastorale giovanile, tavola rotonda con Paola Bignardi

“Niente sarà più come prima, oltre l’emergenza della pandemia”: questo il tema della tavola rotonda sulla condizione giovanile a Roma, promossa dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile, in programma questa sera (venerdì 21 maggio) alle ore 20 sui canali della Pastorale giovanile.

Interverranno il vicegerente monsignor Gianpiero Palmieri; Paola Bignardi, coordinatrice dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo; Veronica Mammì, assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale di Roma Capitale; Alessandro Ricci della Pontificia Università Salesiana; Alessandro Ciamei, responsabile della Pastorale giovanile francescana di Roma; Giuseppe Rolli, responsabile del progetto Orientamento Giovani. Ancora, due giovani come Cristina Cecilia, laureata in Scienze Politiche alla Sapienza, e Tommaso Filippi, diplomando al liceo Amaldi di Roma. Modererà gli interventi il direttore del Servizio diocesano don Alfredo Tedesco.

21 maggio 2021

La Madonna del Divino Amore “fa le grazie a tutte l’ore”

a cura delle Missionarie della Divina Rivelazione

In località Castel di Leva, tra la via Ardeatina e la via Appia Antica, sorge un luogo tanto caro alla devozione dei romani, il Santuario della Madonna del Divino Amore. Ogni sabato, a partire dal primo sabato dopo Pasqua, si svolge il pellegrinaggio notturno lungo 14 Km; la processione di fedeli parte da porta Capena e si snoda attraverso la via Appia Antica fino al Quo Vadis, poi imbocca la via Ardeatina per arrivare al Santuario. Mano a mano che si esce dalla città, le strade si fanno più oscure e tortuose, ma tra lo scorrere delle “Ave Maria” del santo Rosario, si ode il ritornello gioioso, strillato a squarciagola dai pellegrini: “Ave e sempre Ave, la Madonna del Divino Amore, fa le grazie a tutte l’ore e noi l’andiamo a visitar”.

La storia del Santuario è legata a un’antica immagine mariana, che mostra la Vergine in trono con il Bambino Gesù; la Madre e il Figlio si guardano teneramente, tra due angeli in alto adoranti con il turibolo, mentre in alto la colomba dello Spirito Santo stende le sue ali per avvolgerli con la sua Grazia. Il dipinto, che si trovava su un’alta torre di cinta del Castello dei Leoni (nel tempo detto Castel di Leva), fu realizzato dalla scuola romana di Pietro Cavallini tra il XIII e il XIV secolo d.C.. La zona, che era di proprietà dell’abbazia di San Paolo, nel 1295 passò alla famiglia dei Savelli, che fece costruire il castello.

Per molti secoli la “Madonna del Divino Amore” stette in silenzio, nella brulla e desolata campagna romana. Ogni sera, ai piedi della torre, i pastori si riunivano per recitare il Santo Rosario.

Il primo miracolo avvenne in un pomeriggio di primavera del 1740. Un pellegrino si era smarrito nella desolata campagna romana, appena vide la torre, con passo veloce cercò di entrare nel centro abitato, ma all’improvviso, mentre già si trovava all’ombra della torre, la sua corsa fu arrestata da una turba di cani inferociti, che lo circondarono, pronti a sbranarlo. Il pellegrino, angosciato, alzò lo sguardo al cielo e i suoi occhi incontrarono gli occhi della Vergine, posta sulla torre, ed egli, come un misero condannato a morte, gridò la sua supplica accorata: “Madonna mia, grazia!”. Le bestie inferocite, pronte a straziare la loro preda, quasi obbedendo a un comando misterioso, di colpo si arrestarono, risparmiando la vita al povero pellegrino. Finalmente accorsero i pastori e attoniti videro il prodigio accaduto, il pellegrino gioioso riprese la strada per Roma. Non si sa il nome del miracolato, ma il fatto prodigioso ben presto si diffuse in tutta Roma e iniziarono fin da subito i pellegrinaggi di numerose folle, che accorrevano notte e giorno a Castel di Leva, per gridare anche loro la propria accorata supplica alla Madonna del Divino Amore: “Madonna mia, grazia!”.

Nel 1742, accertata la veridicità dell’indole miracolosa dell’effige, fonte di miracoli e grazie, si decise di staccare l’affresco dalla torre per riporlo in una chiesa. Ben presto, nel 1745 fu costruito un santuario ad opera dell’architetto campano, Filippo Raguzzini.

La chiesa e l’altare maggiore furono solennemente dedicati al Divino Amore, il 31 maggio del 1750, durante il Giubileo. Intervenne per la solenne celebrazione, il Vescovo di Padova, il Cardinale Carlo Rezzonico, che nel 1758 salirà al soglio pontificio, con il nome di Clemente XIII.

Per il santuario si alternarono anni di vitalità e di decadenza. Fu don Umberto Terenzi, prete romano, figlio spirituale di Don Orione che, dal 1930 fino al 1974, si prodigò per fare di quel luogo mariano il cuore della vita spirituale e sociale degli abitanti dell’agro romano, segnato dalla miseria e dalla malaria. Ben presto, grazie alla sua fede furono realizzate tante opere: un asilo, la stazione ferroviaria sulla linea Roma-Napoli, un ufficio postale, una stazione dei carabinieri, un presidio sanitario. Nel 1937, per l’accoglienza e la cura delle bambine orfane, prese vita la famiglia religiosa delle Figlie della Madonna del Divino Amore; anni dopo vide la luce anche la famiglia maschile degli Oblati figli della Madonna del Divino Amore. Oggi, sia i sacerdoti che le religiose del Divino amore sono presenti a Roma e in tante parti del mondo.

Nella primavera del 1944, i romani supplicarono la Vergine del Divino Amore perché la città fosse risparmiata dalla devastazione della guerra, in cambio promettevano di vivere secondo gli insegnamenti della Chiesa e di realizzare un nuovo santuario a Castel di Leva. Nel 1999 fu il Papa San Giovanni Paolo II a consegnare alla Madonna del Divino Amore la nuova Chiesa del Divino Amore.

Don Umberto Terenzi è stato dichiarato Servo di Dio dal Cardinale Ruini nel 1992 e nel 2004 si è aperta la causa di beatificazione. Egli ci lascia un insegnamento davvero semplice ed efficace per chi desidera mettersi al servizio dello Spirito Santo, ossia il Divino Amore, l’unica cosa da fare è «conoscere e far conoscere, amare e far amare la Madonna, costi quello che costi».

 

21 maggio 2021

Al via il Premio giornalistico Fratelli Tutti

Un premio giornalistico regionale ispirato ai contenuti dell’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”, intesa come un manifesto per un futuro modellato dall’interdipendenza e dalla corresponsabilità nell’intera famiglia umana. È questo il senso del Premio “Fratelli tutti” promosso dal Comitato regionale per le Comunicazioni del Lazio (Corecom Lazio) con il patrocinio della diocesi di Roma, dell’Aiart- Associazione Cittadini Mediali, dell’Ordine dei giornalisti del Lazio e dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom).

Il Premio selezionerà articoli cartacei e digitali pubblicati da organi di stampa del Lazio che promuovano la solidarietà e la sussidiarietà come strumenti privilegiati per superare gli squilibri sociali nel mondo post-Covid e che trasmettano una informazione di qualità ed inclusiva, priva di pregiudizi e di odio.

«In considerazione della particolare attenzione verso le fasce deboli dimostrata dal Corecom Lazio lo scopo dell’iniziativa è promuovere la comunicazione delle tematiche legate all’esclusione ed all’inclusione sociale, alla povertà, alla pacificazione sociale e generazionale, al volontariato, anche al fine di evidenziarne i risvolti sulle dinamiche socio-economiche che caratterizzano il contesto regionale. Saranno anche presi in considerazione progetti di innovazione massmediale digitale e on-line realizzate dalle start-up di impresa nell’ambito dell’innovazione sociale», ha spiegato Maria Cristina Cafini, presidente del Corecom Lazio.

Al premio potranno concorrere giornalisti professionisti o pubblicisti, iscritti all’ordine regionale del Lazio, collaboratori a testate o free lance. Per i partecipanti sono previste 6 categorie: 4 per articoli giornalistici diffusi tramite carta stampata, web, radio e televisione; una categoria per documentari e cortometraggi multimediali; una categoria riservata a community social o app di servizi destinati alla promozione dell’inclusione sociale.

I riconoscimenti saranno assegnati da una Giuria designata dal Corecom Lazio che individuerà personalità di riconosciuta autorevolezza e competenza del mondo accademico, del contesto socio-culturale della regione e del settore delle comunicazioni multimediali. Per il regolamento completo: https://www.corecomlazio.it/; www.consiglio.regione.lazio.it.

21 maggio 2021

Partecipa al ritiro spirituale del Consiglio episcopale

Partecipa al ritiro spirituale del Consiglio episcopale.

Incontra il Collegio dei Coadiutori del Capitolo Lateranense

Incontra il Collegio dei Coadiutori del Capitolo Lateranense.

Al Pontificio Seminario Romano Maggiore incontra i sacerdoti dal 6° al 10° anno di ordinazione

Al Pontificio Seminario Romano Maggiore incontra i sacerdoti dal 6° al 10° anno di ordinazione.

Sabato 22 la Veglia di Pentecoste a San Giovanni

Si terrà sabato 22 maggio, alle 19.30, la Veglia di Pentecoste: a presiederla sarà il cardinale vicario Angelo De Donatis a San Giovanni in Laterano (i biglietti, gratuiti, sono disponibili nella portineria del Vicariato e all’ufficio della Pastorale Giovanile – secondo piano – rispettivamente negli orari di apertura dell’ufficio e del Palazzo). Si potrà assistere alla celebrazione sia sul canale Facebook della Diocesi di Roma, sia su Telepace (canale 73 e 214 in hd; 515 di Sky). Nei giorni scorsi, il cardinale vicario ha inviato una meditazione in preparazione alla solennità di domenica 23 maggio. Il testo è ispirato alla Seconda Lettera di san Paolo ai Corinzi al capitolo 6, «un brano fondamentale – si legge nella missiva inviata a sacerdoti, religiose e religiosi e membri delle équipe pastorali –, caro ad ogni cristiano che scopre la sua chiamata a essere discepolo evangelizzatore, perché descrive quella gioia e quell’ebbrezza che si prova quando si è a servizio dell’annuncio del Vangelo».

Al centro, infatti, c’è l’invito ad «accogliere il dono dell’evangelizzazione». La Pentecoste è il momento giusto per farlo. «Mentre il nostro sguardo rimane sempre attento alla vita concreta delle persone che abitano i nostri quartieri – scrive il vicario del Papa per la diocesi di Roma –, anche attraverso l’attività della mappatura affidata alle équipe pastorali, sentiamo forte il desiderio, suscitato e alimentato dallo Spirito della Pentecoste, di condividere con tutti il kerigma che è l’incontro con il Signore Risorto. È lui che si fa costantemente vicino ad ogni uomo, è Lui che per mezzo del suo Spirito ci spinge ad accostarci agli altri perché vuole realizzare in Sé quella fraternità universale che è il regno del Padre».

Leggi qui l’articolo sulla meditazione del cardinale sulla Pentecoste.

 

https://www.facebook.com/diocesiroma/videos/813443256044224/

 

19 maggio 2021

La celebrazione diocesana del malato

Si terrà sabato 22 maggio al Santuario della Madonna del Divino Amore la celebrazione diocesana del malato. «Vuole essere un segno di rinascita e di speranza in questo tempo segnato dalla pandemia di Covid-19, e anche un modo per ringraziare tutti coloro che sono stati e sono ogni giorno al servizio dei malati»: così il vescovo Paolo Ricciardi, delegato diocesano per Pastorale sanitaria, spiega il senso dell’iniziativa in programma per sabato prossimo. La diocesi di Roma non aveva infatti promosso nessuna speciale liturgia lo scorso 11 febbraio, Giornata mondiale del malato, a causa delle restrizioni imposte dalla situazione sanitaria; ma organizza ora una celebrazione dedicata in particolare ai malati, ai loro familiari, ai medici, agli infermieri, ai volontari ospedalieri.

Alle 9.30 ci sarà la recita del Rosario, durante il quale porterà la sua testimonianza di malattia e di fede la giornalista Rai Isabella Di Chio; quindi, alle 11, la Messa presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis, che potrà essere seguita in diretta streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma. Le iniziative sono organizzate dal Centro diocesano per la pastorale sanitaria con l’Opera romana pellegrinaggi e con l’Unitalsi, che come sempre provvederà ad accompagnare alcuni malati alla liturgia. Mentre l’associazione Fratres sarà presente con un’autoemoteca per quanti vorranno donare il sangue.

«Abbiamo scelto la data del 22 maggio – spiega il vescovo Ricciardi – in quanto è la vigilia di Pentecoste e rientra nella festa del santuario, perché il Divino Amore non è altro che lo Spirito Santo». Maggio è anche il mese mariano, dedicato in particolare quest’anno alla preghiera per la fine della pandemia, come voluto da Papa Francesco: per questo, al termine della celebrazione, ci sarà l’affidamento di tutti i malati alla Madonna del Divino Amore. La celebrazione avrà come filo conduttore il versetto 12 del Salmo 30: “Hai trasformato il mio lamento in danza”.

17 maggio 2021

#Mapparoma, due incontri con Salvatore Monni

Il quadrante nord-est di Roma, da Fidene a Tor Bella Monaca, è quello su cui grava la maggior parte degli alloggi popolari. Le strade più interessate da incidenti sono la via Prenestina e la via Casilina fuori dal Gra, la Cristoforo Colombo, l’Aurelia. Gli impianti sportivi sono dislocati soprattutto lungo il Tevere, dai confini comunali a nord passando per il Foro Italico e per l’Eur, fino al litorale di Ostia. Queste e altre informazioni interessanti sulla concentrazione dei servizi e sulle differenze negli stili di vita nei diversi quartieri romani sono fornite dal progetto #Mapparoma – Le mappe della disuguaglianza. L’iniziativa è nata nel 2016 da un’idea di Salvatore Monni, professore associato presso il Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi Roma Tre, Keti Lelo, ricercatrice di storia economica presso il Dipartimento di Economia aziendale dell’Università degli Studi Roma Tre, e Federico Tomassi, dirigente all’Agenzia delle entrate ed esperto del Comitato economico e sociale europeo a Bruxelles.

Monni sarà protagonista di due incontri on line promossi dalla diocesi e pensati per i parroci e i membri delle équipe pastorali, in programma il 21 e il 28 maggio, alle ore 19, sulla piattaforma Zoom. I dati e le cartine di #Mapparoma, in continuo aggiornamento, «mostrano con un livello di dettaglio territoriale molto fine le caratteristiche urbanistiche, demografiche, sociali, economiche e politiche della città», spiega. Lo scopo di questo lavoro, prosegue il professore, è quello di «fornire chiavi di lettura su come cambia la città e i romani che la vivono, a tutti coloro che amano e desiderano conoscere meglio Roma, agli amministratori che devono pensare e disegnare le politiche, ai ricercatori che studiano in dettaglio le dinamiche urbane, ai giornalisti per approfondire le notizie di cronaca». E naturalmente ai sacerdoti e agli operatori pastorali, chiamati a prestare servizio in una determinata zona della città, con caratteristiche proprie.

«Credo che visitare questo sito possa essere utile a ciascuna comunità parrocchiale della diocesi, come strumento aggiuntivo che consenta di leggere il proprio territorio urbanistico, in continuo cambiamento», sottolinea il vicegerente della diocesi, l’arcivescovo Gianpiero Palmieri. E invita a partecipare a uno dei due incontri programmati, suggerendo di «individuare all’interno di ciascuna parrocchia uno o due persone, preferibilmente appartenenti all’équipe pastorale, per potersi collegare in una delle due date proposte, per avere indicazioni su come scaricare e utilizzare al meglio il materiale presentato, e per poter generare un report del proprio territorio, da poter condividere con l’équipe pastorale e da diffondere all’interno di ciascuna comunità».

18 maggio 2021

Cantate Inni con Arte: torna il Festival dei cori parrocchiali

Annullato a causa della pandemia da Covid-19 nel 2020, torna quest’anno, conservando lo spirito originario di fede e condivisione, “Cantate Inni con Arte”, il festival dei cori parrocchiali, promosso dall’Ufficio per la Pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport della diocesi di Roma, in collaborazione con Radiopiù Roma e con il patrocinio dell’Ufficio liturgico. L’appuntamento per i dodici finalisti è per sabato 6 novembre 2021, a partire dalle ore 20, nella basilica di San Giovanni Bosco, alla presenza del vicegerente della diocesi monsignor Gianpiero Palmieri.

Le iscrizioni al Festival, rivolto ai cori delle parrocchie della diocesi di Roma e di quelle suburbicarie, sono già aperte. Ogni coro potrà presentare entro il prossimo 27 settembre un brano liturgico edito (cioè della consolidata tradizione liturgica) o inedito (scritto e musicato, laddove previsto, direttamente dal coro). In lingua italiana o latina, e concepito esplicitamente per la celebrazione eucaristica, dovrà avere la durata massima di 5 minuti. Per ulteriori informazioni consultare il sito http://www.utsroma.diocesidiroma.it/.

La giuria sarà formata da figure di rilevanza nazionale e internazionale esperte in campo musicale: Carlo Donadio, direttore d’orchestra, Teatro dell’Opera di Roma; Alvaro Vatri, presidente dell’Associazione cori del Lazio; Francesco d’Alfonso, critico musicale dell’Ufficio per la Cultura e Università del Vicariato di Roma. A presiederla, anche per il 2021, monsignor Marco Frisina che, nel corso delle varie edizioni del Festival, ha più volte messo in evidenza «l’importanza di un momento bellissimo – come quello di “Cantate Inni con Arte” – in cui scambiare le proprie esperienze».

18 maggio 2021

Riapre il Mercatino dei “Valori ritrovati”

Sabato 22 maggio, dalle ore 10 alle ore 13.30, la Cittadella della carità (via Casilina vecchia, 19) ospiterà il Mercatino dei “Valori Ritrovati” promosso dalla Caritas di Roma con Poste Italiane Spa. L’iniziativa, proposta nell’ambito del progetto “Valori ritrovati”, verrà realizzata con i “pacchi anonimi”, che non sono stati recapitati e non vengono reclamati, che Poste Italiane ha ceduto all’organismo diocesano.

Verranno esposti libri, giocattoli, cd, piccoli elettrodomestici, oggettistica, computer, cellulari, accessori di informatica, oggetti per la casa. Il ricavato contribuirà alla creazione di un fondo di solidarietà che ha l’obiettivo di sostenere l’inclusione lavorativa di adulti in difficoltà.

17 maggio 2021

Al Pontificio Seminario Romano Maggiorie incontra i sacerdoti dal 1° al 5° anno di ordinazione

Al Pontificio Seminario Romano Maggiorie incontra i sacerdoti dal 1° al 5° anno di ordinazione.

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