16 Maggio 2025

La Nota pastorale sulle misure da applicare in ambito ecclesiale per contribuire a fronteggiare l’emergenza epidemiologica

«Dobbiamo essere molto attenti alle prescrizioni delle autorità, sia le autorità politiche che le autorità sanitarie, per difenderci da questa pandemia. Offriamo al Signore questa distanza tra noi, per il bene di tutti e pensiamo, pensiamo tanto agli ammalati, a coloro che entrano negli ospedali già come scarti, pensiamo ai medici, agli infermieri, le infermiere, ai volontari, a tanta gente che lavora con gli ammalati». Parte da queste parole di Papa Francesco – pronunciate all’udienza generale del 4 novembre 2020 – e dalle disposizioni contenute nell’ultimo dpcm – del 3 novembre scorso – la Nota pastorale relativa alle misure da applicare in ambito ecclesiale per contribuire a fronteggiare l’emergenza epidemiologica, firmata ieri dal vicegerente della diocesi monsignor Gianpiero Palmieri. Il documento contiene alcune indicazioni per ciò che riguarda i profili liturgici e sacramentali, la formazione catechetica e altri profili pastorali.

Dal punto di vista dalla liturgia, al momento nella nostra diocesi – parte di una Regione classificata come “gialla” – non cambia sostanzialmente nulla, ma rimane in vigore quanto previsto dal protocollo sottoscritto dal Governo e dalla Conferenza episcopale italiana il 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico. Bisogna continuare «a garantire che l’accesso ai luoghi di culto avvenga con modalità volte a evitare ogni forma di assembramento e tali da garantire ai presenti la possibilità di rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro». Ancora, per quanto riguarda i sacramenti che prevedono unzioni, queste si possono compiere usando un batuffolo di cotone per ogni fedele; mentre le benedizioni di abitazioni vanno compiute restando sulla porta.

Per gli incontri di catechesi, la Nota si attiene a quanto previsto dall’ultimo dpcm in ambito scolastico. A partire dai gruppi giovanili post-Cresima sino ai gruppi degli anziani, bisognerà dunque «avvalersi della possibilità della modalità “a distanza” – precisa l’arcivescovo Palmieri –. Eventuali incontri occasionali “in presenza” dovranno avvenire nella scrupolosa osservanza di tutte le misure previste e con ogni prudenza. Per i bambini e dei ragazzi che seguono gli itinerari di preparazione ai sacramenti dell’Eucaristia e della Confermazione, si potrà far ricorso alla modalità “in presenza”, in linea con quello che avviene nella scuola fino alla terza media».

Per quanto riguarda invece altri profili pastorali, la Nota ricorda che in linea con la normativa italiana, sono sospesi pellegrinaggi e gite; sono da rimandare concerti in chiesa al di fuori della liturgia; le feste patronali andranno limitate alle sole celebrazioni liturgiche. «I bambini e i ragazzi – si legge ancora – possono accedere agli spazi ecclesiali destinati allo svolgimento di attività ricreative ed educative, al chiuso o all’aria aperta, con l’ausilio dei genitori o di educatori volontari e con l’obbligo di adottare tutte le misure appropriate. In base alle norme vigenti è precluso lo svolgimento degli sport di contatto e delle competizioni ad essi connesse; sul piano prudenziale è bene, più in generale, sospendere ogni forma di attività sportiva, individuale o di gruppo, organizzata dall’ente ecclesiale nei propri spazi o ivi svolte dai soggetti terzi».

Leggi il testo integrale della Nota

7 novembre 2020

Incontro per le équipe pastorali in modalità on line

Incontro per le équipe pastorali in modalità on line.

Nella basilica di San Giovanni in Laterano celebra la Messa per i presbiteri e diaconi della diocesi di Roma defunti nell’anno 2020

Nella basilica di San Giovanni in Laterano celebra la Messa per i presbiteri e diaconi della diocesi di Roma defunti nell’anno 2020.

Celebra la Messa nella parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio in occasione dell’apertura dell’anno sociale del Centro oratori romani

Celebra la Messa nella parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio in occasione dell’apertura dell’anno sociale del Centro oratori romani.

Catechesi per i missionari di ambiente a Santa Maria ai Monti

Catechesi per i missionari di ambiente a Santa Maria ai Monti, a cura dell’Ufficio per la pastorale sociale.

Inizio corso di liturgia per la pastorale

Inizio corso di liturgia per la pastorale, a cura dell’Ufficio liturgico.

Rinviato il corso per ministri straordinari della Comunione

L’Ufficio liturgico della diocesi di Roma informa che, a causa dell’emergenza sanitaria è sospeso il corso di formazione dei nuovi ministri straordinari della Comunione.

Inoltre i ministri straordinari della comunione che hanno il mandato scaduto, con il permesso del parroco o del cappellano ospedaliero possono continuare a esercitare il loro ministero per un anno.

4 novembre 2020

Il sussidio Cei sul nuovo Messale

Foto di Cristian Gennari

La nuova edizione del Messale verrà utilizzata nelle diocesi del Lazio a partire da domenica 29 novembre, prima domenica di Avvento. In vista di questa data, l’Ufficio liturgico nazionale e l’Ufficio catechistico nazionale della Cei hanno preparato un sussidio, «strumento prezioso e utile – lo definiscono – con il quale desideriamo aiutare i ministri ordinati, gli animatori liturgici delle nostre comunità, i catechisti e tutti i fedeli a conoscere meglio il Messale e le sue potenzialità».

«Anche in questo tempo di difficoltà e di limitazioni per la vita liturgica e pastorale – riflettono – può essere propizia una riflessione attente sul dono di poter celebrare e di ben celebrare che risplende nell’esperienza dell’Eucaristia, sorgente della comunione ecclesiale e nutrimento della vita cristiana». Il sussidio Cei sarà in vendita nelle librerie e fruibile on line su https://www.chiesacattolica.it/.

Al nuovo Messale l’Ufficio liturgico diocesano sta dedicando vari approfondimenti, tra i quali un corso on line in collaborazione con il Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo. «Lo scopo non è solo conoscere i riti o le rubriche – spiega padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio diocesano –, ma la teologia liturgica che è racchiusa nel libro liturgico, per valorizzare tutte le opportunità di adeguamento del testo alla comunità che celebra e per far sì che la liturgia sia davvero l’incontro della comunità con il Risorto».

4 novembre 2020

E’ tornata alla casa del Padre Rhodora, mamma di don De Leon

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,

il Consiglio Episcopale della Diocesi

e tutta la famiglia del Vicariato di Roma,

sono vicini al dolore di don Joseph Alexander De Leon

Parroco della Parrocchia Santi Elisabetta e Zaccaria

per la morte della cara mamma


Rhodora

di anni 82

e, assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,

ricco di misericordia, perché conceda a Rhodora il premio

della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

 

4 novembre 2020

La chiesa di Santa Maria dell’Orazione e della Morte, nata per seppellire i defunti abbandonati

Alla fine di via Giulia, tra l’arco Farnese e l’adiacente Palazzo Falconieri, si erge maestosa la chiesa di Santa Maria dell’Orazione e della Morte. La chiesa fu costruita nel 1575 e poi riedificata nel 1738 dall’architetto Ferdinando Fuga, che chiese come ricompensa per il suo lavoro il diritto di sepoltura nella chiesa per sé e la sua famiglia.

Nel XVI secolo, la sepoltura dei cadaveri abbandonati era lasciata all’iniziativa di persone caritatevoli, che provvedevano con mezzi propri o chiedendo le elemosine ai passanti. Nel 1538, un gruppo di persone animate da fede e carità cristiana, pensarono di istituire «in Roma una compagnia sotto il titolo della Morte, la quale per particolare instituto facesse quest’opera di misericordia» (dagli Statuti della Ven. Arciconfraternita della Morte ed Oratione). Nel 1552, Papa Giulio III approvò la Confraternita, concedendole numerose indulgenze, e volle che fosse aggiunto il titolo dell’“Orazione”, in aggiunta a quello della “Morte”, i confratelli, infatti, oltre a seppellire i cadaveri, si preoccupavano di offrire in suffragio alle anime preghiere e sante Messe, mentre ogni terza Domenica del mese veniva offerta l’Adorazione Eucaristica sotto forma di Quarant’ore: tutto il popolo di Dio veniva coinvolto dinanzi al Santissimo Sacramento; quest’appuntamento diventava importante per la crescita nella fede del popolo romano. Sotto il pontificato di Papa Paolo IV Carafa, con la bolla Divina providente clementia del 17 novembre 1560, il sodalizio venne eretto ad Arciconfraternita.

I membri dell’Arciconfraternita erano conosciuti come i “fratelli della morte”, essi avevano un grande zelo nel prodigarsi con grande carità nel recupero delle salme abbandonate, anche nei luoghi più lontani e malsani e in qualunque stagione, di giorno, di notte. Ci voleva tanta abnegazione e coraggio per trasportare sulle spalle, anche per diversi chilometri, un cadavere rimasto insepolto per vari giorni, soprattutto durante l’estate. Questa missione durò fino alla fine del XIX secolo, quando, in seguito all’unità d’Italia, furono le istituzioni pubbliche ad assumersi l’incarico della sepoltura dei defunti. Da allora l’Arciconfraternita finì per occuparsi solo del compito di suffragare le anime dei defunti. Ancora oggi, i membri dell’Arciconfraternita continuano in questa opera di misericordia spirituale, nella consapevolezza che la morte è semplicemente l’ingresso alla Vita eterna. Quest’opera risulta oggi tanto necessaria nella nostra società materialista, che vive con disagio la realtà della sofferenza e della morte.

Nella cripta sotto la chiesa, sorge il cimitero dell’Arciconfraternita, nel passato molto grande, oggi ridotto ad un solo ambiente adibito ad esposizione delle ossa. L’interno della chiesa si presenta a pianta ovale longitudinale, con l’asse maggiore perpendicolare alla facciata. Sull’ovale si aprono quattro cappelle laterali. La facciata della chiesa è rettilinea, si compone di due ordini sovrapposti. La porta principale è arricchita da festoni, teschi alati e un timpano curvilineo che racchiude un’edicola con una clessidra alata, è simbolo dell’incessante scorrere del tempo verso la morte, in un continuo cambiamento di stato. Nelle ali laterali sono presenti in basso le cassette per le elemosine, in particolare nella cassetta sulla sinistra, è raffigurato uno scheletro alato recante un cartiglio con il motto: “HODIE MIHI/ CRAS TIBI” (Oggi a me / domani a te). La sommità della facciata è incorniciata da vasi, dai quali escono delle fiamme vive, simbolo dell’olio della preghiera che mantiene viva la speranza della Vita eterna.

L’interno della chiesa è caratterizzato da un continuo alternarsi di campate concave e convesse, che guidano l’occhio dell’osservatore direttamente all’altare maggiore, dove la pala, dipinta da Ciro Ferri (1634 -1689), rappresenta uno splendido Gesù in croce. Il Crocifisso, ritto ed alto, si staglia su di un lontano paesaggio di pianura che, con intersezioni di alberi e basse colline, si perde nell’ombra dello sfondo. Il Corpo di Cristo risulta cinto entro un alone luminoso, che contrasta con le dense nuvole nere, che ben lasciano immaginare le tenebre che avvolsero il mondo, mentre il Redentore moriva in croce. Lo sguardo di Gesù è rivolto verso l’alto nell’attimo prima di reclinare il capo ed emettere l’ultimo respiro. Forte è il richiamo alla preghiera per gli agonizzanti per cui l’unico sostegno è l’abbandono fiducioso nelle mani del Padre.

La seconda cappella a destra è dedicata a san Michele Arcangelo, rappresentato nella pala d’altare mentre fende la sua spada contro il demonio incatenato a cui schiaccia la testa. Si tratta di una copia del 1750, che riproduce il noto quadro di Guido Reni, realizzato per la chiesa di Santa Maria della Concezione. San Michele è il protettore degli agonizzanti dagli assalti del demonio. Sull’altare è posto il tondo con l’effige miracolosa della Vergine e il Bambino, donata dal duca Cesare Glorieri, nel 1577, per ornare l’altare maggiore della primitiva chiesa. Sulla spalla della Madre di Dio, è impressa una stella, simbolo della Sua perpetua Verginità. Il bambino Gesù protende la destra al collo della Mamma, avvolgendola in uno sguardo dolcissimo, mentre nella mano sinistra stringe un cardellino, presagio della Sua futura morte in croce. La Vergine china teneramente la testa verso il Bimbo, ma gli occhi sono rivolti verso di noi per ricordarci che dopo la morte ci accoglierà l’Amore e si aprirà per noi la Vita Eterna.

a cura delle Missionarie della Divina Rivelazione

4 novembre 2020

Corso su Amoris Laetitia a cura dell’Ufficio catechistico

Corso su Amoris Laetitia a cura dell’Ufficio catechistico.

Incontro su “Guida alla pratica matrimoniale”

Incontro su “Guida alla pratica matrimoniale”, a cura dell’Ufficio matrimoni.

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