30 Aprile 2025

Campo diocesano per i ragazzi della II e III media a Santa Maria dell’Acero (Velletri)

Campo diocesano per i ragazzi della II e III media a Santa Maria dell’Acero (Velletri).

E’ entrato nella luce della Resurrezione padre Nicola Boccuzzo

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,

il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

annunciano che è entrato nella luce della Resurrezione

il Rev.do

P. Nicola Boccuzzo, O. de M.,

di anni 76,

Parroco della Parrocchia di Santa Maria della Mercede e Sant’Adriano,

Parroco della Parrocchia di San Ferdinando Re dal 2003 al 2006

e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,

lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio

e alla preghiera di suffragio dei fedeli,

invocando la pace e la gioia del Signore.

I funerali si svolgeranno domani, sabato 11 luglio 2020, alle ore 11.00,

presso la Parrocchia di Santa Maria della Mercede e Sant’Adriano

(Viale Regina Margherita, 68)

 

10 luglio 2020

Marco Di Tommasi nominato presidente dell’Azione cattolica diocesana di Roma

Marco Di Tommasi

Marco Di Tommasi è il nuovo presidente dell’Azione cattolica di Roma. A nominarlo, tra una terna di candidati presentati dall’assistente diocesano don Sergio Paolo Bonanni, il cardinale vicario Angelo De Donatis. Il porporato rivolge al nuovo responsabile «congratulazioni e auguri per il lavoro importante che si troverà a svolgere per la direzione dell’Associazione diocesana in chiave di collegialità e di unitarietà, coadiuvato dalla Presidenza e dal Consiglio diocesani».

«Come si sa la diocesi ha indicato alle parrocchie la costituzione di équipe pastorali – ricorda il cardinale De Donatis –, come strumenti operativi e propositivi, allo scopo di attuare la prospettiva pastorale della presenza significativa e testimoniante ed evangelizzante delle comunità ecclesiali all’interno del tessuto cittadino, così come si esprime e vive nei quartieri differenti. L’11 maggio scorso ho inviato una scheda ai parroci per invitarli a riflettere insieme agli altri sacerdoti della parrocchia, ai collaboratori pastorali per avviare in modo solidale la piena ripresa della vita parrocchiale». Poi prosegue: «Sono convinto del ruolo che l’Azione cattolica può avere sia nell’offrire la disponibilità ai singoli soci alla eventuale richiesta personale di collaborazione da parte dei parroci sia il convinto sostegno al lavoro che l’équipe svolgerà per promuovere la consapevolezza attiva dell’intera comunità parrocchiale in chiave di evangelizzazione e di testimonianza del Signore».

Marco Di Tommasi, della parrocchia San Mattia Apostolo, 62 anni, sposato con Anna Luisa e papà di due figli, è presidente parrocchiale. È stato vicepresidente diocesano per il settore adulti. È ministro straordinario della comunione. In ambito lavorativo è dirigente di un ente pubblico. «Assumo la presidenza dell’Azione cattolica diocesana di Roma con timore e tremore – dichiara –, con un sottile senso di indegnità e di inadeguatezza, ma con la ferma convinzione che non sarò solo nel servizio e che la gioia sarà superiore alla fatica. Vi porto tutti nel cuore e nella mia preghiera davanti al Signore, e vi chiedo di sostenermi con la vostra preghiera».

Leggi la lettera del cardinale vicario a don Sergio Paolo Bonanni

10 luglio 2020

Rinnovata illuminazione per il Pantheon

Stavolta è il turno del Pantheon: Roma Capitale e Acea vogliono per i monumenti della Città eterna una «illuminazione artistica e d’accento», con diversi piani di allineamento per non «appiattire» il risultato finale. Al Pantheon, venerdì 10 luglio sarà inaugurato l’ammodernamento dell’impianto di illuminazione pubblica che riguarda, così si legge nella relazione, «l’intero impianto architettonico con una illuminazione d’accento che enfatizza alcune parti ed elementi d’arredo architettonico presenti».

Sono così sottolineate le superfici verticali e gli elementi di marmo in via della Palombella, ma la vera novità è la nuova illuminazione del piano di calpestio del pronao, ovvero del pavimento: l’obiettivo è restituire l’intero volume del Pantheon a una forte visibilità notturna. I tecnici della Società Areti, in piena sicurezza sanitaria, nella notte dell’8 luglio sono saliti nello spazio terrazzato accessibile dalla cosiddetta basilica di Nettuno per il puntamento dei proiettori in vista dell’inaugurazione. Venerdì sera saranno presenti il sindaco di Roma, Virginia Raggi; Michaela Castelli, presidente del Consiglio di amministrazione di Acea; Daniela Porro, a capo della Soprintendenza speciale archeologia, belle arti e paesaggio di Roma; Edith Gabrielli, alla guida della Direzione dei Musei statali della città di Roma; monsignor Daniele Micheletti, arciprete rettore della basilica del Pantheon.

«Tutti i romani, in ogni epoca, dall’antichità a oggi – riflette monsignor Micheletti –, sono particolarmente legati al Pantheon, che è sempre stato per ogni generazione un punto di riferimento centrale per la città. In un momento come quello attuale, dove il futuro è più incerto che mai, come ha già detto il parroco per Santa Maria in Trastevere in una occasione similare, “la nuova illuminazione potrà contribuire a indicare la porta di ingresso fisica e spirituale verso un luogo di culto che emana speranza, carità e solidarietà”».

Ogni anno milioni di visitatori entrano nella basilica del Pantheon: «Alcuni non sanno neppure che è una chiesa cristiana – dichiara ancora il rettore –. Alcuni non sono cristiani. Molti non sono neppure donne o uomini con una qualche fede religiosa. Sono turisti. Turisti dai mille volti, spesso distratti, quasi portati dal flusso delle altre persone e delle cose. Si avvicinano al Pantheon per visitare un monumento di Roma antica. Il Pantheon invece ha ancora una sua vita, parla al presente e ha un futuro. Il Pantheon risuona ancora di canti e di inni a Dio. È un luogo di raccoglimento e di ricerca, di domanda e di risposta, è ancora uno spazio sacro». La rinnovata illuminazione, è la conclusione del sacerdote, «ci inviterà nella notte ad alzare lo sguardo, non soltanto per vedere ma per osservare. Pietre, statue, marmi colorati, una cupola poderosa aperta al cielo… Perché ogni uomo diventi viaggiatore e pellegrino di se stesso».

9 luglio 2020

“Un giorno al Laterano”, un documentario per scoprire le bellezze del complesso lateranense

Perché la “sedia stercoraria”, custodita nel chiostro della basilica di San Giovanni in Laterano, si chiama così? Quando fu realizzato l’organo “Luca Blasi” all’interno della cattedrale di Roma? E cos’era il Sancta Sanctorum, in cima alla Scala Santa? Sono alcune delle curiosità che si possono scoprire guardando il documentario “Un giorno al Laterano”, realizzato dal Servizio per la cultura e l’università della diocesi di Roma e dall’Ufficio per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport della diocesi di Roma.

«Vuole essere un viaggio virtuale alla scoperta della storia e della bellezza di uno dei luoghi più suggestivi di Roma: il complesso del Laterano di cui fanno parte anche la Pontificia Università Lateranense e la Biblioteca Beato Pio IX», spiega monsignor Andrea Lonardo, direttore del Servizio per la cultura e l’università e “guida”, nel documentario, all’interno del Laterano. Ad accompagnare gli spettatori in questo viaggio, oltre al sacerdote, diversi ospiti, a cominciare dal cardinale vicario Angelo De Donatis. E ancora: dall’attore Giovanni Scifoni all’organista Giandomenico Piermarini, dall’architetto Riccardo Roselli al sottosegretario Linda Ghisoni, del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, solo per citarne alcuni.

Linda Ghisoni
Riccardo Roselli

«L’idea originale – fa sapere monsignor Lonardo – era di fare un percorso aperto, reale. Sarebbe stata una giornata dalle 10 del mattino fino a mezzanotte con gruppi di universitari, professori, che avrebbero accolto le persone in tutti quanti i luoghi. Ma abbiamo deciso di rimandare all’anno prossimo la versione reale e di fare almeno una piccola visita virtuale».

Monsignor Lonardo è autore e narratore di “Un giorno al Laterano”, mentre don Francesco Indelicato, direttore dell’Ufficio per la pastorale del tempo libero, ha curato riprese e montaggio; Francesco d’Alfonso è direttore di produzione e curatore delle musiche; mentre Claudio Tanturri si è occupato delle riprese e della segreteria di produzione con Annalisa Ceravolo, che ha anche realizzato tutte le fotografie di backstage e non solo (anche le bellissime immagini che accompagnano questo testo sono di Annalisa Ceravolo).

“Un giorno a Laterano” è disponibile sul canale YouTube del Servizio per la cultura e l’università nonché sul sito internet del Servizio diocesano.

9 luglio 2020

«Un vero artista e un uomo amabile»: il vescovo Libanori ricorda l’amico Ennio Morricone

SCUOLA-006

Aveva chiesto un «funerale in forma privata» nel necrologio scritto di suo pugno, il maestro Ennio Morricone. E così è stato: le esequie si sono tenute lunedì 6 luglio nella cappella del Campus Bio Medico di Roma, dove il compositore Premio Oscar era ricoverato a seguito di una caduta che gli aveva causato la rottura del femore, e dove si è spento nella notte tra domenica e lunedì. Presenti solo i familiari più stretti: la moglie Maria, i figli, i nipoti. Qualche amico, come il regista Giuseppe Tornatore e l’avvocato Giorgio Assumma, ma nessun altro. «Non voglio disturbare», aveva scritto il maestro. E così è stato. A celebrare il funerale, il vescovo ausiliare del settore Centro della diocesi padre Daniele Libanori.

Amico lui stesso di Morricone, che conobbe quando era ancora rettore della Chiesa del Gesù e il compositore abitava poco lontano. «Ogni mattina presto usciva di casa, andava a comprare il giornale e poi veniva in chiesa a pregare – racconta il vescovo –; partecipava anche alla Messa con la signora Maria. Poi, per i duecento anni della ricostituzione della Compagnia di Gesù, io lo avvicinai, una mattina d’estate, e gli chiesi se fosse disposto a scrivere una Messa; aggiunsi subito che non avrei mai potuto dargli un compenso e lui, con la generosità che gli era propria, rispose di sì». Immediatamente, ricorda monsignor Libanori, «cominciò a pensare a un’orchestra, a un coro, come se ci stesse pensando da chissà quanto tempo. Ma poi – prosegue – di lì a una settimana mi chiamò e mi disse di andarlo a trovare, e una volta giunto a casa sua, dove c’era anche la signora Maria, e mi chiese di scioglierlo dall’impegno, perché proprio non riusciva nell’intento. Io lo tranquillizzai, dicendo che l’ispirazione quando viene viene… E sta di fatto che di lì a due mesi avevamo la Messa».

Da allora tra il gesuita e il compositore iniziò una frequentazione assidua. «Lo andavo a trovare spesso, era un uomo molto piacevole – rievoca il presule –. Era una sorta di divo antidivo, è rimasto se stesso nonostante fosse un uomo di fama mondiale, con la sua semplicità e immediatezza. Aveva un carattere sanguigno ma anche una affettuosità grande». In poche parole, «un vero artista», come monsignor Libanori ha sottolineato anche durante il funerale. «L’ho detto nell’omelia: gli artisti muoiono ma lasciano in mezzo a noi la loro anima, perché lasciano la loro musica», dice il vescovo.

Commosso, ricorda i momenti passati insieme. «Era una persona che non amava farsi condizionare; quando accettava una committenza voleva sempre metterci del suo. È sempre stato estremamente riservato riguardo la sua fede, ma la sua è stata una fede semplice e schietta, era uomo dai sentimenti profondi. Ha sempre vissuto in maniera molto discreta. Se da una parte calcava i palcoscenici più famosi del mondo, quando rientrava a Roma viveva geloso della sua intimità, con la compagnia dei figli e dei nipoti». All’insegna della riservatezza decise di celebrare anche il sessantesimo anniversario di matrimonio con l’amata Maria. A presiedere la cerimonia c’era, anche allora, l’amico “padre Daniele”. «Quello fu davvero un momento molto bello per tutti noi. Ha vissuto con grande intensità e grande sobrietà. Il mio è il ricordo di un uomo al quale ho voluto bene».

Giulia Rocchi

8 luglio 2020

Gli spazi delle parrocchie a disposizione delle scuole per favorirne l’apertura a settembre

SCUOLA-006

Aule del catechismo e spazi parrocchiali a disposizione delle scuole romane per favorire a settembre la ripresa delle attività scolastiche. Mentre ci si interroga su didattica a orario ridotto o su come distanziare i banchi nelle classi, la diocesi di Roma lancia una iniziativa concreta per far sì che i ragazzi romani possano tornare a scuola in sicurezza. A spiegarla è, in una lettera inviata oggi a tutti i parroci, il prelato segretario generale del Vicariato monsignor Pierangelo Pedretti. «Seguendo le indicazioni del nostro cardinale vicario, abbiamo avviato un’iniziativa, coordinata dal vescovo ausiliare monsignor Paolo Selvadagi, con il supporto dell’Ufficio per la pastorale scolastica e l’insegnamento della religione cattolica e dell’Ufficio giuridico del Vicariato – si legge nella lettera – per aiutare le scuole di Roma a riprendere l’attività didattica il prossimo mese di settembre mettendo a disposizione, ove possibile, alcuni spazi parrocchiali».

Si parte dunque con una sorta di ricognizione, di quali e quante aule o locali siano disponibili in ogni parrocchia. «Per avere maggior contezza di tali necessità e per gestire in modo efficace questa importante iniziativa – scrive infatti il prelato segretario –, anche in relazione alle Istituzioni civili di riferimento con cui stiamo studiando una possibile intesa, vi chiediamo di far pervenire all’indirizzo e-mail di questa Segreteria Generale tutte le istanze ricevute sull’argomento e di provvedere a segnalare, sempre a mezzo di posta elettronica, le richieste che avete già ricevuto e la vostra eventuale disponibilità ad offrire alcuni spazi anche a prescindere dalle richieste ricevute».

7 luglio 2020

Campo diocesano per i ragazzi delle scuole superiori a Santa Maria dell’Acero (Velletri)

Campo diocesano per i ragazzi delle scuole superiori a Santa Maria dell’Acero (Velletri)

“L’amore familiare: vocazione e via di santità”

Il tema del prossimo Incontro mondiale delle famiglie, in programma a Roma a giugno 2022, è: “L’amore familiare: vocazione e via di santità”. «Nel quinto anniversario dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia e a tre anni dalla promulgazione di Gaudete et exsultate – si legge in un comunicato del dicastero per i Laici, la famiglia e la vita, diffuso dalla Sala Stampa vaticana -, esso intende far risaltare l’amore familiare come vocazione e via di santità, per comprendere e condividere il senso profondo e salvifico delle relazioni familiari nella vita quotidiana».

Il meeting sarà organizzato dalla diocesi di Roma e dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e si svolgerà nel sesto anniversario di Amoris Laetitia e a quattro anni da Gaudete et Exsultate.

Nel dare forma all’esperienza concreta dell’amore, spiega un comunicato del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, «matrimonio e famiglia manifestano il valore alto delle relazioni umane, nella condivisione di gioie e fatiche, nello svolgersi della vita quotidiana, orientando le persone all’incontro con Dio. Questo cammino, quando vissuto con fedeltà e perseveranza, rafforza l’amore e realizza quella vocazione alla santità, propria di ogni persona, che si concretizza nei rapporti coniugali e familiari. In questo senso, la vita familiare cristiana è vocazione e via di santità, espressione del “volto più bello della Chiesa” (Gaudete et Exsultate 9)».

 

L’Incontro mondiale delle famiglie di Roma rinviato al 2022

Come riportato dal Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede dello scorso 10 aprile 2020, “a causa dell’attuale situazione sanitaria e delle sue conseguenze sullo spostamento e l’aggregazione di giovani e famiglie, il Santo Padre, insieme al Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha ritenuto di posporre di un anno il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie, in programma a Roma nel giugno del 2021 a giugno 2022”. Rinviata anche la Giornata mondiale della Gioventù. 

Le famiglie si incontreranno a Roma a giugno 2022, anziché nel 2021. A spiegare nei dettagli i motivi di questo rinvio, in un’intervista tratta da Vatican News, è il cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita:

R. – Questi due appuntamenti sono due eventi internazionali, allora nella situazione in cui ci troviamo in questo momento, è molto difficile sapere come sarà la nostra vita dopo questa pandemia. L’Incontro mondiale della Famiglie era stato fissato a giugno dell’anno prossimo, ma ora certamente bisognava portare avanti tutte le questioni di tipo organizzativo e anche logistico per preparare questo evento. Adesso però non abbiamo la certezza di come saranno nel prossimo anno la situazione economica e la situazione delle persone e delle famiglie e non è sicuro che sarebbero molti a venire qui a Roma dall’estero per questo evento l’anno prossimo. E così il Santo Padre e noi del Dicastero, dopo aver consultato le persone del Vicariato qui a Roma e i referenti del Portogallo, abbiamo pensato che la miglior cosa sarebbe aspettare un anno prima di iniziare questi eventi internazionali. Così si è deciso che l’appuntamento con le famiglie sarà il 2022 a Roma e quello per i giovani a Lisbona il 2023. C’è la preoccupazione per il futuro come sarà. Speriamo che possiamo ritornare alla normalità della nostra vita di tutti i giorni, ma questo non è realismo. Io credo che tante persone pensino che ci vorranno perlomeno due o tre anni per il ritorno alla normalità.

Questi incontri internazionali prevedono la possibilità per un numero consistente di persone di spostarsi e viaggiare. Non sappiamo quali saranno le prospettive per il futuro: come state pensando di operare?

R. – Quasi tutte le diocesi del mondo organizzano eventi anche nella propria nazione e ci sono incontri per le famiglie e i giovani. Noi continuiamo a lavorare per aiutare tutti i vescovi a promuovere nelle diocesi la vita familiare e anche il lavoro con i giovani. Speriamo che avremo sempre questi incontri mondiali internazionali, ma come ho detto non è realistico pensare che la gente possa viaggiare nei prossimi due anni. Il nostro lavoro non è soltanto organizzare questi due eventi, c’è anche il lavoro di tutti i giorni che dobbiamo fare per continuare a promuovere la vita familiare e anche la vita cristiana e dei giovani.

ll lockdown che abbiamo vissuto in tanti Paesi del mondo ci invita a guardare all’essenziale e a una centralità della famiglia. Quale insegnamento possiamo trarre da questa situazione?

R. – Io credo che il Papa tutti i giorni abbia dato un messaggio a tutte le persone del mondo: la famiglia è il luogo centrale della nostra vita, ci insegna tanto. L’obbligo che abbiamo di vivere in questi giorni così uniti in famiglia, ci insegna tante cose, come a vivere senza egoismo. Ciò che noi abbiamo vissuto è stata un’opportunità che il Signore ci ha dato per imparare a lasciare l’egoismo fuori dalla porta, a vedere ogni persona come un fratello o una sorella. Una cosa che noi abbiamo potuto imparare in quei giorni è che la famiglia è anche un luogo dove possiamo conoscerci, perché ci sono così tante cose nella vita di ognuno di noi ogni giorno che non riusciamo alle volte a vedere le necessità delle persone che abbiamo accanto, perché siamo preoccupati tanto di noi stessi. Allora è un momento per imparare a lasciare l’egoismo fuori della nostra vita e a preoccuparci di guardare gli altri.

 

 

 

Nuova illuminazione per Santa Maria in Trastevere

Nuova luce sulla basilica di Santa Maria in Trastevere grazie a un intervento di Roma Capitale e Acea. Sono stati posizionati 51 proiettori a led di ultima generazione, in modo tale da evidenziare il profilo architettonico della facciata, il portico, i preziosi mosaici e il campanile, per la prima volta illuminato in ogni suo lato. La tonalità della luce è calda e con un’alta resa cromatica. L’impianto di illuminazione è dotato, inoltre, di un sistema digitale di controllo che permette, attraverso una rete wi-fi bluetooth, di controllare ciascun punto luce, misurandone la giusta intensità per valorizzare ogni elemento architettonico. Completa l’illuminazione la presenza di un palo innovativo, progettato da Acea, che sostiene 9 punti luce diretti sulla facciata e sul campanile e che riduce l’impatto visivo dei fari nel contesto artistico della piazza.

«Tutti i romani, e in particolare i trasteverini, sono innamorati perdutamente di questa basilica, che è sempre stata un punto di riferimento nella complessità di un quartiere come il nostro e lo è ancora di più in un momento come quello attuale, dove il futuro è più incerto che mai», ha commentato il parroco monsignor Marco Gnavi. La nuova illuminazione, ha aggiunto, potrà contribuire a indicare la «porta di ingresso fisica e spirituale» verso un luogo di culto che emana «speranza, carità e senso di fratellanza».

6 luglio 2020

Vacanza in Val di Fassa per i sacerdoti della diocesi

Una settimana in Val di Fassa, precisamente a Soraga, da trascorrere tra preghiera e passeggiate, a contatto con la natura e con i confratelli nel sacerdozio. Questa l’iniziativa promossa dal Servizio diocesano per la formazione permanente del clero nei giorni dal 12 al 18 luglio, pensata i presbiteri della diocesi che compiono il decimo, il ventesimo e il trentesimo anniversario di ordinazione, guidata e voluta dal cardinale vicario Angelo De Donatis.

Sarà «un tempo da vivere insieme ai tuoi compagni sacerdoti per ringraziare il Signore per il dono del ministero – scrive il cardinale nella lettera di invito – e per confrontarci sul nostro lavoro così come sul progetto pastorale della Diocesi. Saranno anche giorni di riposo nello splendido ambiente delle valli con diverse opportunità di escursioni a piedi».

Ai partecipanti è richiesto, pertanto, anche il giusto equipaggiamento, come sottolinea il responsabile del Servizio diocesano don Paolo Asolan. «Occorrerà portare scarpe comode o scarponi per le escursioni del mattino, e camice con stola bianca per la celebrazione della Messa comunitaria – anticipa il sacerdote –. Non esiste un programma rigido della settimana, se non una scansione generale delle giornate che prevede riposo o gite e svago la mattina, e momenti di riflessione nel pomeriggio». Come da normativa vigente, la sistemazione sarà in stanze singole e «anche durante i momenti comunitari, come le celebrazioni e i pasti, saranno rispettate le distanze di sicurezza», precisa don Asolan.

La settimana di ritiro in montagna per i sacerdoti che festeggiamo gli anniversari di ordinazione si ripete ormai da qualche anno. «Sono momenti importanti per i sacerdoti – riflette il direttore dell’Ufficio clero della diocesi don Massimo Cautero – che hanno così modo di raccontare al vicario il proprio cammino fino a raggiungere una delle tappe giubilari». Tre passaggi significativi, «che fanno parte della crescita umana e spirituale del sacerdote», ma non solo, «tre momenti che possono dire molto riguardo alla vita personale di ciascuno di loro ma anche, più in generale, che parlano della vita comunitaria della diocesi».

6 luglio 2020

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