20 Dicembre 2025

La morte di Ayedi, la denuncia della Caritas

Foto di Stefano Montesi

In una città messa a lustro e blindata per accogliere i capi di stato e di governo del G20 si è consumato l’ennesimo dramma dell’emarginazione. Nel fine settimana tra il 29 e il 31 ottobre c’è stata la morte di Ayedi, un senza dimora di 52 anni, in circostanze che la Caritas di Roma definisce «non più tollerabili»: dimesso da un ospedale romano pur essendo gravemente malato e impossibilitato ad avere un riparo e cure adeguate.

Un caso che l’organismo diocesano denuncia in occasione della Giornata mondiale del povero per far conoscere il fenomeno sempre più diffuso di persone gravemente malate che vivono in strada.

«È arrivato poco dopo 18.30 del venerdì sera – spiegano gli operatori del Poliambulatorio della Caritas alla Stazione Termini – preceduto da un suo amico, lo stesso che era venuto a chiedere per lui una sedia a rotelle qualche giorno prima». Il medici raccontano i momenti drammatici: «non riusciva a stare in piedi, emaciato e scavato in volto, itterico, tremante per il freddo, con una scarpa da gesso e una da ginnastica poggiate sui piedi, perché in entrambi aveva medicazioni fatte da solo per ulcere da diabete con amputazione di due dita». Ayedi era conosciuto da tempo nella struttura sanitaria per le sue varie patologie croniche non controllate, situazione che si era aggravata una volta uscito da ogni circuito di accoglienza. «È stato ricoverato per un mese – spiegano -, e, pure se in gravissime condizioni, da dieci giorni viveva in strada. L’infermiera della medicheria e la studentessa di medicina che la supportava non si sono tirate indietro di fronte alla richiesta di medicarlo». La situazione si presentava grave e i sanitari hanno subito chiamato il 112. Purtroppo, forse a causa degli imponenti mezzi dispiegati per il G20, l’ambulanza è arrivata dopo quattro ore. «Non ho paura di morire, ma di soffrire. Credo in Dio, ma non mi ascolta. Gli chiedo di morire, perché nella mia vita c’è troppo dolore, ma lui non mi ascolta» ha detto Ayedi ai volontari che attendevano con lui. «La domenica mattina chiamando il Pronto soccorso abbiamo saputo che era da poco deceduto».

A seguito di questo tragico evento, il direttore della Caritas, il diacono Giustino Trincia, ha chiesto un incontro urgente con la Regione Lazio e il Comune di Roma, scrivendo agli assessori competenti per la Sanità e le Politiche sociali.

Un testo per «denunciare, rappresentare e condividere le gravissime condizioni nelle quali con sempre maggiore frequenza vengono a trovarsi le persone fragili in generale e, nello specifico i senza dimora, una volta dimessi dalle strutture ospedaliere».

«La drammatica vicenda – scrive Trincia – ci obbliga ad alzare forte la nostra voce e ad affermare l’urgenza di una iniziativa da parte delle istituzioni pubbliche che hanno doveri e responsabilità non declinabili ad altri». «Non ci si può rassegnare alla perdita di una vita umana, al primato degli automatismi delle procedure e dei processi organizzativi e al primato del paradigma economico nella gestione di servizi essenziali».

La Caritas non chiede il prolungamento della degenza nelle strutture ospedaliere «anche se ribadiamo che in certi casi non è giusto dimettere senza alcuna considerazione» ma chiede un tavolo tecnico con la definizione di un Protocollo di gestione delle dimissioni delle persone socialmente fragili «che preveda con precisone le procedure da attuare ogni qual volta l’ente ospedaliero si trova a dover effettuare delle dimissioni protette di persone fragili». A questo va aggiunta l’individuazione e la realizzazione di strutture che mettano a disposizione l’accoglienza e la loro professionalità nell’accompagnare la persona fragile al superamento della malattia.

«Tra la fase acuta di una malattia e la guarigione ci sono tutta una serie di attenzioni verso la persona che non sono solo di natura farmacologica ma anche e soprattutto di natura umana. Dalle malattie non si guarisce all’improvviso, per questo bisogna garantire alle persone fragili la possibilità di poter trascorrere la cosiddetta convalescenza in strutture apposite che possano accoglierle e accompagnarle nella lenta riemersione dai fondali della sofferenza».

15 novembre 2021

A San Giovanni la Messa per i pastori defunti

In questo mese dedicato in modo particolare alla memoria dei defunti, il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà una celebrazione eucaristica per tutti i pastori e i fedeli della diocesi scomparsi durante l’anno. L’appuntamento è per venerdì 19 novembre alle ore 17.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano.

«La diocesi si ritrova in cattedrale per ricordare i pastori e i fedeli che sono tornati alla Casa del Padre, ed è importante ritrovarsi insieme per la preghiera», osserva padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano. «È un appuntamento annuale – ricorda – che viviamo insieme nella fede».

Durante la preghiera dei fedeli, verranno ricordati i nomi di tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi che sono morti nell’anno.

10 novembre 2021

Esercizi spirituali per i parroci aperti a tutti i sacerdoti, guidati da don Gabriele Faraghini, alla Fraterna Domus di Sacrofano; a cura del Servizio per la formazione permanente del clero

Esercizi spirituali per i parroci aperti a tutti i sacerdoti, guidati da don Gabriele Faraghini, alla Fraterna Domus di Sacrofano; a cura del Servizio per la formazione permanente del clero.

Incontro per i catecumeni del secondo anno, nella Sala Tiberiade del Pontificio Seminario Maggiore, a cura del Servizio per il catecumenato

Incontro per i catecumeni del secondo anno, nella Sala Tiberiade del Pontificio Seminario Maggiore, a cura del Servizio per il catecumenato.

Nella parrocchia dei Santi Aquila e Priscilla celebra la Messa in occasione del 50° anniversario dell’erezione

Nella parrocchia dei Santi Aquila e Priscilla celebra la Messa in occasione del 50° anniversario dell’erezione.

Giornata mondiale dei poveri

Giornata mondiale dei poveri.

Giornata di Avvenire e dei media diocesani

Giornata di Avvenire e dei media diocesani.

Nella parrocchia di Sant’Alberto Magno celebra la Messa in occasione della visita pastorale

Nella parrocchia di Sant’Alberto Magno celebra la Messa in occasione della visita pastorale.

Incontro di formazione per le équipe pastorali, in diretta su Nsl e sulla pagina Facebook della diocesi

Incontro di formazione per le équipe pastorali, in diretta su Nsl e sulla pagina Facebook della diocesi

“Venite in disparte per affinare l’ascolto”: una testimonianza sugli esercizi spirituali

Negli stessi giorni in cui si sono svolti gli Esercizi Spirituali per il consiglio episcopale, i parroci prefetti e i direttori del Vicariato si stava vivendo il Pellegrinaggio della diocesi in Terra Santa; non è stata una coincidenza ma una provvidenza. Noi qui sul mare di Santa Severa per ascoltare la Parola, altri nella terra dove la Parola si è fatta carne ed è venuta ad abitare in mezzo a noi.

Insieme facciamo un tratto prezioso del cammino sinodale, perché l’ascolto incomincia sempre dal silenzio e dalla contemplazione. Ogni volta che mi capita di vedere come in questi giorni vissuti, gli altri che pregano, contemplano, passeggiano lungo il mare, oppure guardare dal treno i contadini nel silenzio dei campi, sento forte un nuovo slancio verso la vita. Guardo e basta. Mi sembra importante questo; la prima violenza è quella dell’occhio ci dicono tante volte i vangeli, ma lo sguardo di Gesù ci può purificare tutti. Abbiamo bisogno di sguardi purificati, spirituali.

È dal seme della spiritualità e dell’interiorità che germogliano l’amore e la carità. Senza i piccoli semi della Parola di Dio, si fa fatica, non solo nel lavoro di ogni giorno, nel matrimonio e come genitori, ma anche nella vita consacrata. Si rischia di vivere una vocazione spesso senza più radici autentiche, più facilmente preda della ricerca del potere, dell’egoismo, della mondanità e del clericalismo, vivendo un celibato e un ministero sacerdotale non come dono della Grazia, ma come un vincolo senza felicità, senza amore e senza gioia. Non dobbiamo aver paura dei nostri occhi malati o del nostro ascolto a volte parziale, perché nel momento in cui facciamo esperienza di tutto questo, si manifesta la potenza di Dio che non ci lascia soli, e fa germogliare e crescere il seme.

Quando potremo gustare frutti maturi? La risposta più semplice e più vera è, ogni giorno. Ci vengono offerti in tanti modi diversi, dalle persone che incontriamo. Per gustarli però bisogna fare un lavoro di rinuncia, eliminare tanti preconcetti, buttare via tanta zavorra, per restare quasi a mani vuote, cioè libere per accogliere il dono, anzi il donatore. Gesù ce lo ha detto chiaramente: «non portate borsa né sacca né sandali» (Lc 10,4). Non lasciamoci mai condizionare dai mezzi che abbiamo in mano; andiamo prima di tutto con la forza della fede incontro al dolore di ogni uomo che attende una Parola di Speranza.

“L’angelo del Signore tornò una seconda volta, lo toccò, e disse: Alzati e mangia, perché il cammino è troppo lungo per te”.( 1 Re19,7) Abbiamo pregato in questi giorni , con questo bel testo prima di ogni meditazione. Che sia per ognuno di noi esperienza quotidiana tornando nel servizio attivo del nostro ministero. Ci basta il tocco di Gesù, come quello della mamma che sveglia il suo bambino, alzati, sorgi che è giunta l’ora. Ci basta la Sua Parola che si fa cibo.

Don Francesco Pesce

12 novembre 2021

Il 21 novembre la Gmg diocesana

Foto DiocesiDiRoma/Gennari

“Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto!” (cfr. At 26,16). È un invito speciale per i giovani a dare il tema alla accompagna la Gmg diocesana, in programma domenica 21 novembre, solennità di Cristo Re. Per l’occasione Papa Francesco invita tutti gli adolescenti e i giovani della diocesi di Roma a partecipare alla Messa delle ore 10 nella basilica di San Pietro.

Il Servizio diocesano per la pastorale giovanile risponde all’appello «con grande gioia», sottolinea il direttore don Alfredo Tedesco. «La Gmg diocesana – osserva – è una splendida occasione per mettere in evidenza la ricchezza della Chiesa locale, includendo anche i giovani meno presenti e meno attivi nelle strutture pastorali consolidate. Vogliamo che tutti si sentano “invitati speciali”, attesi e ben voluti, amati, nella loro irripetibile unicità e ricchezza umana e spirituale. Vuole essere un’occasione per stimolare e accogliere anche tutti quei giovani che sono alla ricerca di un loro posto nella Chiesa e che ancora non hanno trovato. La celebrazione diocesana, che noi abbiamo la grazia di vivere col Santo Padre è un momento privilegiato di incontro con le nuove generazioni, uno strumento di evangelizzazione del mondo dei giovani e di dialogo con loro, a cui non possiamo assolutamente sottrarci».

Per quanti lo desiderano, oltre che partecipare alla Messa con il Santo Padre, il Servizio per la pastorale giovanile propone anche un cammino a piedi. «Partiremo in pellegrinaggio a piedi, alle ore 6.45 da piazza San Giovanni in Laterano – annuncia don Tedesco – e arriveremo dopo un’oretta a piazza San Pietro, in attesa di entrare in basilica».

Per partecipare alla Messa del Santo Padre è necessario avere il biglietto, gratuito. Le iscrizioni possono essere effettuate tramite un link realizzato dal Servizio diocesano, e poi ritirare i biglietti presso la portineria del Vicariato, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13. Per chi invece sceglierà di partecipare al pellegrinaggio da San Giovanni ci sarà la possibilità di ricevere i biglietti direttamente domenica mattina alla partenza.

5 novembre 2021

Corso di formazione di base per i catechisti dell’iniziazione cristiana dei bambini modalità on line; a cura dell’Ufficio catechistico

Corso di formazione di base per i catechisti dell’iniziazione cristiana dei bambini modalità on line; a cura dell’Ufficio catechistico.

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