22 Giugno 2025

Dal 25 giugno chiude il San Giuseppe Market

Chiude il 25 giugno il San Giuseppe Market, nato nella parrocchia di San Giuseppe al Trionfale per venire incontro alle esigenze di tante famiglie che si sono trovate in difficoltà economica a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Per questo motivo dalla data del 12 giugno 2020 sarà sospesa la spesa solidale presso i supermercati aderenti e terminerà altresì la raccolta fondi a sostegno del progetto. Dal primo luglio tornerà attivo il servizio della Caritas parrocchiale.

«Con la collaborazione dell’Oratorio e del Comitato Trionfalmente17, ma soprattutto grazie alla risposta della cittadinanza unitamente alla generosità di alcuni esercenti – sottolinea il parroco don Wladimiro Bogoni – il San Giuseppe Market dal 1 aprile 2020 ha dato sostentamento a 130 famiglie sparse nel territorio della parrocchia e non solo, ricevendo il plauso della Caritas diocesana e dell’amministrazione capitolina. Nei mesi di servizio i volontari con le donazioni raccolte, oltre la spesa solidale, hanno distribuito carne, uova, frutta, verdura, acquistato medicine e prodotti sanitari e, laddove è stato necessario, il pagamento delle utenze. Grazie alla generosità di una benefattrice – conclude il sacerdote –, nelle prossime settimane, agli assistiti saranno distribuite mascherine chirurgiche a tutela della salute personale e pubblica».

8 giugno 2020

Consiglio dei prefetti

Consiglio dei prefetti nell’Aula degli imperatori al primo piano del Vicariato.

Liturgia penitenziale per le confessioni dei neo-battezzati a San Giovanni in Laterano

Liturgia penitenziale per le confessioni dei neo-battezzati a San Giovanni in Laterano, a cura del Servizio per il catecumenato.

Pellegrinaggio per le religiose a cura del Centro per la pastorale sanitaria

Pellegrinaggio per le religiose a cura del Centro per la pastorale sanitaria.

Il Papa scrive all’Ordo Virginum nel 50° anniversario. Le consacrate a Roma

Sono passati esattamente cinquant’anni – era il 31 maggio 1970 – dalla promulgazione da parte della Congregazione del Culto Divino del nuovo Rito della Consacrazione delle vergini, voluto da Paolo VI. Papa Montini recepiva così la volontà dei Padri conciliari, che avevano chiesto di ripristinare questo rito in uso fin dai primi secoli della Chiesa. Per celebrare l’anniversario, Papa Francesco ha inviato una lettera alle consacrate dell’Ordo Virginum. «La vostra chiamata – dice il Santo Padre – mette in luce l’inesauribile e multiforme ricchezza dei doni dello Spirito del Risorto che fa nuove tutte le cose. Al tempo stesso essa è un segno di speranza».

Ricordando che «la pandemia ancora in corso ha costretto a rinviare l’incontro internazionale per festeggiare questo importante anniversario», il Pontefice evidenzia che «la fedeltà del Padre ancora oggi pone nel cuore di alcune donne il desiderio di essere consacrate al Signore nella verginità vissuta nel proprio ordinario ambiente sociale e culturale, radicate in una Chiesa particolare, in una forma di vita antica e al tempo stesso nuova e moderna». Di qui l’invito del Papa a proseguire «in questo cammino», e a collaborare con i vescovi perché «vi siano seri percorsi di discernimento vocazionale e di formazione iniziale e permanente».

Proprio nella diocesi di Roma avvenne la prima consacrazione con il nuovo rito: nel 1973, con Rosella Barbieri. Le vergini consacrate attualmente presenti in diocesi sono trentanove, mentre una ventina sono le donne in formazione; a guidarle è il vescovo delegato monsignor Paolo Ricciardi, mentre l’assistente è don Concetto Occhipinti. «L’Ordo Virginum è una realtà in cui l’antico e il nuovo si intrecciano e prendono la forma dell’oggi – riflette Cecilia Caiazza, vergine consacrata della nostra diocesi -. Forma antica perché affonda le sue radici nei tempi apostolici, nella originalità della vita evangelica, e nuova per la sua rifioritura all’indomani del Vaticano II, quando si stabilì anche il rito della consacrazione delle vergini fosse rivisto».

«Con il cuore abitato dallo Spirito di Dio – osserva ancora Caiazza – e dall’intimità con Cristo Gesù fino ad assumerne “gli stessi sentimenti”, potremo abitare col cuore la città, come “lampade accese” che scrutano, vegliano, vigilano, ascoltano, soffrono e offrono, amano, ed accendere la fiamma della fede con l’olio della carità, della tenerezza, della maternità, fino “a dare la vita per un amore più grande”».

2 giugno 2020

«Grazie Santità»: la lettera del cardinale vicario Angelo De Donatis a Papa Francesco

«Santo Padre, a nome del Consiglio Episcopale e di tutti i presbiteri della Chiesa di Roma, intendo esprimerLe un sincero ringraziamento per la Lettera indirizzata ai sacerdoti della nostra Diocesi, perché “tutte queste cose” che Lei “ha pensato e sentito durante questo tempo di pandemia”, le ha volute “condividere fraternamente” con noi». Ieri, sabato 30 maggio, Papa Francesco ha scritto una lettera al clero della diocesi di Roma. Una missiva affettuosa, ricca di incoraggiamenti e di riflessioni, alla quale oggi, domenica 31 maggio, solennità di Pentecoste, il cardinale vicario Angelo De Donatis risponde con altrettanto affetto perché, sottolinea, «le vogliamo bene».

La lettera del Santo Padre «è un dono prezioso che giunge al compimento del cammino pasquale, ai Primi Vespri della Solennità della Pentecoste, in cui riviviamo l’effusione dello Spirito sulla Chiesa nascente», scrive il cardinale De Donatis. «Le siamo riconoscenti per la testimonianza di paternità e di vicinanza nei confronti di noi sacerdoti e del popolo santo fedele di Dio – prosegue –, che ha dimostrato anche in questo difficile tempo di pandemia. Abbiamo trovato grande conforto e sostegno nel poter pregare con Lei e nell’ascoltarLa spezzare il pane della Parola nella messa quotidiana e nelle catechesi settimanali. Nel silenzio assordante delle nostre strade e delle nostre piazze, le Sue parole e i Suoi gesti di portata profetica, hanno risuonato nel mondo intero trasmettendo speranza e fiducia anche a tanti non credenti».

Rievocando la meditazione dello scorso 27 marzo, pronunciata da Papa Francesco sul sagrato della basilica di San Pietro illuminato dalle fiaccole, il vicario riprende il racconto biblico della barca in balia della tempesta. «Al timone di questa imbarcazione, agitata dalle onde – si legge infatti –, oltre alla presenza del Maestro, abbiamo riconosciuto la guida paterna e rassicurante del Successore di Pietro che ci ha confermato nella fede in un momento di disorientamento. Grazie per aver raccolto le confidenze, gli sfoghi e le richieste dei nostri presbiteri e per averle presentate al Signore nella Sua preghiera di supplica e di ringraziamento».

«Confidiamo nella Sua guida saggia e ispirata dallo Spirito», sono ancora le parole del cardinale DE DONATIS, «Seguendo la Sua esortazione – conclude –, ci lasceremo “sorprendere anche dal nostro popolo fedele e semplice, tante volte provato e lacerato, ma anche visitato dalla misericordia del Signore. Che questo popolo ci insegni a plasmare e temperare il nostro cuore di pastori con la mitezza e la compassione, con l’umiltà e la magnanimità della resistenza attiva, solidale, paziente e coraggiosa, che non resta indifferente, ma smentisce e smaschera ogni scetticismo e fatalismo”. Grazie Santità, perché ci invita a guardare al futuro con quella fiducia che nasce dallo sguardo di fede».

Leggi il testo integrale della lettera del cardinale

31 maggio 2020

«Avete visto arrivare il lupo e non siete fuggiti né avete abbandonato il gregge»: Papa Francesco scrive ai sacerdoti della diocesi di Roma

Foto Cristian Gennari

«Pensavo di incontrarvi e celebrare insieme la Messa crismale. Non essendo possibile una celebrazione di carattere diocesano, vi scrivo questa lettera». Esordisce con semplicità, con tono colloquiale, il vescovo di Roma rivolgendosi ai suoi sacerdoti, il clero della diocesi di Roma. Oggi, sabato 30 maggio, Papa Francesco scrive infatti ai presbiteri romani «perché voglio essere più vicino a voi – dichiara – per accompagnare, condividere e confermare il vostro cammino».

«Vi scrivo guardando alla prima comunità apostolica – sono ancora le parole del Santo Padre, che fa un paragone con questo tempo di pandemia –, che pure visse momenti di confinamento, isolamento, paura e incertezza. Trascorsero cinquanta giorni tra l’immobilità, la chiusura, e l’annuncio incipiente che avrebbe cambiato per sempre la loro vita». Un po’ come è successo a tutti noi nei mesi scorsi. «Abbiamo patito la perdita repentina di familiari, vicini, amici, parrocchiani, confessori, punti di riferimento della nostra fede. Abbiamo visto i volti sconsolati di coloro che non hanno potuto stare vicino e dire addio ai propri cari nelle loro ultime ore. Abbiamo visto la sofferenza e l’impotenza degli operatori sanitari che, sfiniti, si esaurivano in interminabili giornate di lavoro preoccupati di soddisfare così tante richieste. (…) Abbiamo sperimentato la nostra stessa vulnerabilità e impotenza».

«La complessità di ciò che si doveva affrontare – si legge ancora – non tollerava ricette o risposte da manuale; richiedeva molto più di facili esortazioni o discorsi edificanti, incapaci di radicarsi e assumere consapevolmente tutto quello che la vita concreta esigeva da noi. Il dolore della nostra gente ci faceva male, le sue incertezze ci colpivano (…). Nessuno è estraneo a tutto ciò che accade». Più avanti, riflette il Pontefice, «la pandemia non conosce aggettivi, confini e nessuno può pensare di cavarsela da solo». Eppure, «in mezzo alle contraddizioni e all’incomprensibile che ogni giorno dobbiamo affrontare, sommersi e persino storditi da tante parole e connessioni, si nasconde la voce del Risorto che ci dice: “Pace a voi!”. È confortante prendere il Vangelo e contemplare Gesù in mezzo al suo popolo, mentre accoglie e abbraccia la vita e le persone così come si presentano».

Parole di incoraggiamento e di ringraziamento per i sacerdoti romani: «Come comunità presbiterale – scrive il Papa – non siamo stati estranei a questa realtà e non siamo stati a guardarla alla finestra; inzuppati dalla tempesta che infuriava, voi vi siete ingegnati per essere presenti e accompagnare le vostre comunità: avete visto arrivare il lupo e non siete fuggiti né avete abbandonato il gregge».

Il faro da cui farsi guidare è sempre il Signore. «La fede ci permette una realistica e creativa immaginazione – scrive Papa Francesco ai sacerdoti romani –, capace di abbandonare la logica della ripetizione, della sostituzione o della conservazione; ci invita ad instaurare un tempo sempre nuovo: il tempo del Signore. Se una presenza invisibile, silenziosa, espansiva e virale ci ha messo in crisi e ci ha sconvolto, lasciamo che quest’altra Presenza discreta, rispettosa e non invasiva ci chiami di nuovo e ci insegni a non avere paura di affrontare la realtà. Se una presenza impalpabile è stata in grado di scompaginare e ribaltare le priorità e le apparentemente inamovibili agende globali che tanto soffocano e devastano le nostre comunità e nostra sorella terra, non temiamo che sia la presenza del Risorto a tracciare il nostro percorso, ad aprire orizzonti e a darci il coraggio di vivere questo momento storico e singolare».

«La Risurrezione – è la conclusione – è l’annuncio che le cose possono cambiare. Lasciamo che sia la Pasqua, che non conosce frontiere, a condurci creativamente nei luoghi dove la speranza e la vita stanno combattendo, dove la sofferenza e il dolore diventano uno spazio propizio per la corruzione e la speculazione, dove l’aggressività e la violenza sembrano essere l’unica via d’uscita. Come sacerdoti, figli e membri di un popolo sacerdotale, ci spetta assumere la responsabilità per il futuro e proiettarlo come fratelli. Mettiamo nelle mani piagate del Signore, come offerta santa, la nostra fragilità, la fragilità del nostro popolo, quella dell’umanità intera».

Leggi il testo integrale della lettera di Papa Francesco

30 maggio 2020

“Cercatori di profezia”, incontro della Pastorale giovanile

Roma, Parco degli Acquedotti, al tempo del Corona Virus Covid-19 (Coronavirus)

Si terrà giovedì 4 giugno in videoconferenza l’incontro “Cercatori di profezia”, che conclude il cammino del Servizio diocesano per la pastorale giovanile per questo anno pastorale. L’appuntamento è alle ore 20.30 sulla piattaforma Zoom https://us02web.zoom.us/j/82677267785; Meeting ID: 826 7726 7785); sarà relatore Fabrizio Carletti, docente e formatore.

«Dopo aver vissuto con i vescovi ausiliari quattro serate di ascolto e di condivisione tra noi educatori su come abbiamo vissuto il nostro servizio ai ragazzi in questi mesi – spiega il direttore del Servizio diocesano don Antonio Magnotta – ho pensato insieme e all’equipe diocesana, incoraggiati anche dalla vostra domanda, di concludere la formazione vissuta in questo anno pastorale nelle prefetture. A fine febbraio, infatti, avevamo concluso, con soddisfazione, quasi in tutti i territori. Desideriamo sostare un momento, continuare a riflettere e a condividere».

Quello che aspetta i partecipanti non è una conferenza, ma un vero incontro di condivisione e confronto, grazie alle possibilità offerte dalla piattaforma, al termine del quale verrà presentata al traccia di un campo estivo “originale”, da vivere in piccoli gruppi nei propri quartieri. «Abbiamo pensato – spiega don Magnotta – che non vogliamo privare i ragazzi di un’esperienza di fraterna amicizia. È vero che i campi classici sono per ora sconsigliati, ma comunque si possono sostituire con attività in piccoli gruppi (per gli adolescenti si può fino a dieci ragazzi con l’animatore) ed offrire per loro una possibilità di incontro e di condivisione».

Per il responsabile diocesano, infatti, è «più che mai urgente – prosegue – attivare una fase di narrazione: lasciarli raccontare come hanno vissuto questo tempo, far sentire il calore della nostra presenza e soprattutto la forza della Parola. È un’estate in cui non vogliamo lasciarli soli».

29 maggio 2020

Il 29 giugno i sacramenti per i catecumeni

«Il nostro cardinale vicario Angelo De Donatis ha stabilito lunedì 29 giugno, Solennità dei Santi Pietro e Paolo, patroni della città di Roma, come data per la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana». A comunicarlo sono suor Pina Ester De Prisco, responsabile diocesana del catecumenato, e don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano. Ciascun catecumeno riceverà i sacramenti nella propria parrocchia di appartenenza, insieme alla propria comunità. Il cardinale vicario presiederà invece la Messa nella basilica di San Giovanni in Laterano alle ore 10.30 e impartirà i sacramenti ai catecumeni appartanenti alle comunità estere.

«In questo tempo il materiale che vi abbiamo inviato – sottolineano suor Pina e don Andrea – vi ha permesso di pregare e mettervi in ascolto della Parola, ma è necessario che prima del Battesimo facciate dei riti in parrocchia. Tra qualche giorno invieremo ai parroci e ai catechisti lo schema da seguire per la celebrazione degli esorcismi, le consegne del Credo e del Padre nostro e i riti delle unzioni prebattesimali da celebrare prima del 29 giugno». Per questi passaggi le date stabilite sono:

Domenica 7 giugno
– SS. Trinità: Primo esorcismo e Consegna del Simbolo
Domenica 14 giugno – SS. Corpo e Sangue di Cristo: Secondo esorcismo e Consegna del Padre nostro
Domenica 21 giugno – XXII del Tempo Ordinario: Terzo esorcismo, riconsegna del Simbolo e unzioni prebattesimali
Lunedì 29 giugno (oppure domenica sera 28 giugno): Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana
Domenica 5 luglio: Deposizione della veste bianca

29 maggio 2020

E’ entrato nella luce della Resurrezione Sergio, padre di don Paolo Corsi

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,

il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

sono vicini al dolore di Don Paolo Corsi,

Direttore della Casa Diocesana del Clero San Gaetano,

per la morte del suo caro papà

Sergio

di anni 89

e, assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,

ricco di misericordia, perché conceda a Sergio il premio

della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

I funerali si svolgeranno domani, giovedì 28 maggio 2020, alle ore 11.00,

presso la Parrocchia di Dio Padre Misericordioso

(Largo Terzo Millennio, 8)

 

27 maggio 2020

La nuova nota sugli oratori estivi

Venerdì 22 maggio la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, con il supporto degli Uffici di prevenzione dei Dipartimenti di Sanità, ha pubblicato l’aggiornamento e l’integrazione alle “Linee guida per la riapertura delle Attività Economiche e Produttive” e in particolare delle Linee guida elaborate dal Dipartimento per le politiche della Famiglia con riferimento ai centri estivi. Il documento della Conferenza delle Regioni riporta una serie di schede, l’ultima delle quali dedicata ai “Servizi per l’infanzia e per l’adolescenza”. Nuove disposizioni che incidono sull’organizzazione degli oratori estivi, e sono state quindi recepite dalla diocesi di Roma, in particolare dall’Ufficio catechistico e dal Servizio per la pastorale giovanile, che hanno inviato ai parroci una nuova nota relativa a queste iniziative, tanto care sia ai ragazzi che alle loro famiglie.

In particolare, si specifica che non si potranno iniziare le attività degli oratori estivi prima del 15 giugno. Tra le novità, anche il coordinamento con le Asl di appartenenza. «Si ricorda inoltre – si legge infine – che è necessario fornire un’adeguata informazione per i genitori, bambini ed educatori e che venga sottoscritto un accordo tra la parrocchia, gli educatori ed i genitori, per il rispetto delle regole di gestione. È bene predisporre quindi un testo in cui tutte le regole e le procedure messe in atto dalla parrocchia siano conosciute e firmate dai genitori».

Leggi il testo aggiornato della nota diocesana

26 maggio 2020

Il ritiro di Pentecoste: le lettere del cardinale De Donatis e lo schema per la preghiera

La veglia di Pentecoste 2019

Riconoscere, interpretare, scegliere. Sono i tre verbi del discernimento, indicati da Papa Francesco in Evangelii Gaudium. Sono i tre verbi che accompagneranno e condurranno le riflessioni dei partecipanti alla tre giorni di ritiro prima di Pentecoste, proposto dal cardinale vicario Angelo De Donatis a sacerdoti, diaconi, rettori di Seminari, religiosi e religiose lo scorso 11 maggio. Il vicario del Papa per la diocesi di Roma torna a scrivere per concentrarsi meglio su come sarà strutturato questo ritiro. Sarà «un tempo prolungato di silenzio, di ascolto della Parola, di condivisione fraterna, di discernimento», da vivere nelle giornate di mercoledì, giovedì e venerdì. Da questo confronto «emergeranno straordinarie convergenze, poiché – assicura il vicario – è lo Spirito Santo che guida la Chiesa».

Ed è anche Papa Francesco a guidare la comunità dei credenti. «Il Papa ci invita a entrare nella storia che stiamo vivendo – scrive il cardinale De Donatis citando Evangelii Gaudium – con uno sguardo di fede che non si accontenti solo di letture sociologiche ma che colga le cose dall’interno, lì dove agisce e opera lo Spirito Santo. Noi pastori siamo certamente chiamati a essere uomini impregnati di Spirito Santo per continuare a “ungere” il Popolo con quell’olio denso e sano di cui ha davvero bisogno, olio che guarisce, rafforza, illumina ed indica la strada da percorrere insieme».

Di ispirazione per le riflessioni sarà anche la figura di Mosè. «Come lui – si legge ancora nella lettera del cardinale –, ci lasciamo coinvolgere dallo Spirito, per entrare anche noi nella tenda a contatto con il Volto di Dio per ascoltare la sua parola e parlare con lui da amico, “faccia a faccia”». Come Mosè, prosegue, «sentiamo il dovere di lavorare su noi stessi per diventare sempre più discepoli. Vogliamo anche noi vivere il paradigma dell’esodo da uomini liberi, da discepoli della Parola e del Volto».

Leggi la lettera con schema di preghiera per il clero

Leggi la lettera con schema di preghiera per le religiose

25 maggio 2020

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