12 Settembre 2025

Dialogo ebraico-cristiano, incontro alla Sala Baldini – Segui la diretta streaming

Proseguono gli incontri ebraico – cristiani organizzati dall’Ufficio per l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e i nuovi culti e dalla Comunità Ebraica di Roma, su “Comprendere il tempo alla luce della Bibbia ebraica”. Il prossimo appuntamento è in programma lunedì 12 febbraio, dalle 18 alle 19.15, presso la Sala Baldini di piazza Campitelli 9, e vedrà la partecipazione di rav Benedetto Carucci Viterbi e di Armand Puig i Tarrech, che parleranno di “Unità nella differenza”.

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8 febbraio 2024

Dialogo ebraico-cristiano, appuntamento l’11 al Pitigliani

Torna l’appuntamento con il ciclo di studio sul dialogo ebraico-cristiano intitolato “Comprendere il tempo alla luce della Bibbia ebraica”. Promosso dall’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e i nuovi culti, l’evento è in programma lunedì 11 dicembre alle 18 presso il centro ebraico italiano “Il Pitigliani” e vedrà il confronto tra rav Ariel Di Porto e il vescovo Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale del Lazio e biblista, sul tema “Il creato tra caos e armonia”. Per partecipare, è necessario segnalare la propria presenza entro il 7 dicembre a ufficioecumenismo@diocesidiroma.it.

Questo è il secondo incontro dei sei in programma fino a maggio del prossimo anno, tutti incentrati su tematiche diverse ma con uno spirito comune: incentivare un cammino di crescita, di dialogo e conoscenza reciproca riscoprendo la ricchezza del Primo Testamento. Il prossimo incontro vedrà, il 12 febbraio, il dialogo tra rav Benedetto Carucci Viterbi e Armand Puig i Terrach sul tema “Unità nella differenza”; l’11 marzo “L’ira di Dio” vedrà le riflessioni di rav Ariel Di Porto e Daniele Garrone; di “Fragilità, libertà e forza: le donne della Bibbia ebraica” parleranno invece, il 15 aprile, rav Benedetto Carucci Viterbi e Donatella Scaiola e infine, il 27 maggio, rav Riccardo Di Segni e Armand Puig i Terrach chiuderanno il ciclo di incontri con la riflessione su “Storie di fratelli”.

30 novembre 2023

Dialogo ebraico cristiano, la Giornata il 16 gennaio

“Pellegrini di speranza”. Il motto del Giubileo è il tema – scelto dal Rabbinato d’Italia e dalla Conferenza episcopale italiana – che farà da filo conduttore alla 36 ª Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei. La riflessione sul Giubileo verrà portata avanti nell’incontro promosso per il 16 gennaio alle ore 17 presso la Pontificia Università Lateranense (piazza San Giovanni in Laterano, 4 – Aula 300), organizzato in collaborazione con l’Istituto superiore di scienze religiose Ecclesia Mater.

Il pomeriggio sarà aperto dai saluti di Claudia Caneva, preside dell’Ecclesia Mater; di Rosario Chiarazzo, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale scolastica e l’insegnamento della religione cattolica, e Simone Caleffi, docente di Teologia del dialogo interreligioso. Interverranno poi rav Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma; Ruth Dureghello, già presidente della Comunità ebraica di Roma; monsignor Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Cei; e Donatella Scaiola, biblista.

Gli interventi saranno moderati da monsignor Marco Gnavi, responsabile dell’Ufficio per l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e i nuovi culti della diocesi di Roma. Animerà l’incontro il gruppo musicale “Progetto Davka” diretto da Maurizio Di Veroli. Per quanti non potranno partecipare, sarà possibile seguire l’evento anche on line, sul canale YouTube della diocesi di Roma.

«In questo momento storico così difficile e complesso risulta ancor più opportuno partecipare all’appuntamento»: questo l’invito del vescovo Paolo Ricciardi, responsabile dell’Ambito della Chiesa ospitale e “in uscita”.

7 gennaio 2025

Dialogo ebraico cristiano, incontro a tre voci

“Paura e speranza, quando l’essere umano è minacciato”. Quanto mai attuale il tema scelto per il l’incontro in programma lunedì 15 aprile dalle 18 alle 19.15 nella Sala Baldini di piazza Campitelli 9. L’appuntamento fa parte del ciclo di approfondimento del dialogo ebraico cristiano su “Comprendere il tempo alla luce della Bibbia ebraica”, promossi dall’Ufficio per l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e i nuovi culti della diocesi di Roma e la Comunità Ebraica di Roma.

L’incontro del 15 aprile avrà un format un po’ diverso rispetto ai precedenti. I relatori infatti saranno tre: rav Ariel Di Porto, tra gli ideatori del percorso; il professor Salvatore Maurizio Sessa, biblista e docente presso Istituto di Teologia della Vita Consacrata Claretianum e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Apollinare; e il professor Daniele Garrone, biblista e docente presso la Facoltà Valdese di Teologia a Roma. Gli incontri sono a ingresso libero e gratuito e sono disponibili anche sul canale YouTube della diocesi di Roma.

9 aprile 2024

Dialogo ebraico cristiano, appuntamento il 21 maggio

Si conclude il ciclo di incontri di dialogo ebraico cristiano dedicati a “Comprendere il tempo alla luce della Bibbia ebraica”. L’ultimo appuntamento si terrà martedì 21 maggio dalle 18 alle 19.15 nella Sala Conferenze di Santa Maria in Trastevere (via della Paglia 14/B). “Storie di fratelli” è il tema che sarà al centro della serata, alla quale interverranno rav Riccardo Di Segni e Armand Puig i Tarrech.

16 maggio 2024

Destinazione Trieste, al centro la democrazia

La strada da percorre porta a Trieste. Il luogo da scoprire è “Al centro della democrazia”. La Settimana sociale dei cattolici che si terrà dal 3 al 10 luglio mette quest’anno al centro del suo lavoro l’esigenza di invitare i partecipanti e chi ha a cuore una testimonianza di impegno, la capacità di essere cittadini responsabili capaci di avviare processi democratici e partecipati nella prospettiva di una società equa e solidale.

«È un processo che non limita alla accomodazione di buone intenzioni e alla ripetizione di parole vuote – dichiara Oliviero Bettinelli, vice direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale, il lavoro e la custodia del Creato della diocesi di Roma – ma richiede una presenza consapevole all’interno dei nostri mondi sociali. La democrazia non è un regalo. La democrazia esige di essere curata, sviluppata, costruita, difesa e custodita. Tutto questo richiede un lavoro a livello personale e collettivo molto profondo, rigoroso e sincero».

«La democrazia vive di esercizi quotidiani di confronto, conoscenza, scambio e condivisione di visioni – prosegue –. Non si nutre di ideologie ma si incarna nei segni dei tempi con l’obiettivo di aprire orizzonti che possono capire orizzonti sul presente per dare speranza al futuro. Per avvicinarci alla nostra destinazione, il centro della democrazia, occorre mettersi in moto e lo faremo con un serie di tappe lungo le quali troveremo il modo dir recuperare forze e idee».

Il primo appuntamento è il 23 febbraio alle 16 in Vicariato, presso la Sala Cardinale Ugo Poletti, per parlare di “Democrazia è… giustizia sociale”. Interverrà Francesco Vignarca, della Rete disarmo, sul tema “Commercio delle armi tra profitto e violenza”; Mikhail Maslernnikov, Oxfam Italia, parlerà di “Potere e ricchezza al servizio di pochi”; mentre Giulio Marcon, Campagna “Sbilanciamoci”, parlerà di “Una finanza diversa è possibile”.

Il 4 marzo, sempre in Vicariato, si ragionerà invece di “Democrazia è… responsabilità” con don Luigi Ciotti, presidente di Libera, e Toni Mira, giornalista di Avvenire. Il 14 marzo sarà invece oggetto di riflessione il tema “Democrazia è… informazione”. Previsti gli interventi di Marco Damilano, giornalista già direttore del “L’Espresso”, Maurizio Di Schino, giornalista e inviato di TV200, e padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Il 21 marzo, poi, tutti invitati alla grande manifestazione nazionale promossa da Libera in ricordo delle vittime della mafia per ribadire che “Democrazia è… libertà”.

Si tratta di «un piccolo percorso di avvicinamento all’incontro di Trieste – conclude Bettinelli – che continuerà nei mesi successivi con l‘obiettivo di continuare a declinare la democrazia nelle sue forme più vere. Al centro della democrazia ci deve essere la dignità di ogni persona e non possiamo farci irretire da parole dolci e un può abusate con le quali camuffiamo la nostra difficoltà a rendere ognuno protagonista della nostra storia. Siamo in viaggio. Il passo da tenere sarà quello della partecipazione. Il luogo da esplorare è il centro della democrazia. La destinazione è Trieste. La certezza che abbiamo è che non sarà la tappa finale ma una tappa da cui è necessario ripartire».

17 marzo 2023

Desiderio desideravi, Viola: nella liturgia evitare estremismi e protagonisti

Se avessimo la consapevolezza piena di ciò che siamo chiamati a celebrare e a vivere non si genererebbero gli orrori di cui siamo stati testimoni anche questa estate». Ogni sacerdote deve avere l’intima certezza e cognizione di ciò che accade sull’altare durante la celebrazione eucaristica per «evitare estremismi e protagonismi, tentazioni che inducono a pensare» che sia il celebrante «la novità e la bellezza della liturgia, con il suo modo di fare e la sua affabilità».

Una meditazione a tratti pungente e provocatoria, quella dell’arcivescovo Vittorio Francesco Viola, segretario del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti che questa mattina, giovedì 3 novembre, nella basilica di San Giovanni in Laterano ha guidato la riflessione sulla lettera apostolica “Desiderio desideravi” di Papa Francesco sulla formazione liturgica del Popolo di Dio. L’arcivescovo ha tenuto a rimarcare che «non deve essere il celebrante a sostituirsi a Cristo perché questo sarebbe devastante anche per la comunità»… continua a leggere su Romasette.it

3 novembre 2022

Desiderio Desideravi, l’incontro con Viola e il percorso al Sant’Anselmo

«La Liturgia non dice “io” ma “noi” e ogni limitazione all’ampiezza di questo “noi” è sempre demoniaca. La Liturgia non ci lascia soli nel cercare una individuale presunta conoscenza del mistero di Dio, ma ci prende per mano, insieme, come assemblea, per condurci dentro il mistero che la Parola e i segni sacramentali ci rivelano». La lettera apostolica di Papa Francesco “Desiderio Desideravi” è stata diffusa lo scorso 29 giugno ed è dedicata alla formazione liturgica del Popolo di Dio. Per approfondire la riflessione su questo testo pontificio, la diocesi di Roma organizza per giovedì 3 novembre, alle ore 10, nella basilica di San Giovanni in Laterano, un incontro a cui parteciperà l’arcivescovo Vittorio Francesco Viola, segretario del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. L’appuntamento è riservato ai sacerdoti e ai diaconi della diocesi di Roma.

Il presule sarà anche protagonista, giovedì 20 ottobre, con il direttore dell’Ufficio liturgico diocesano padre Giuseppe Midili, del primo appuntamento del corso dedicato a Desiderio Desideravi, promosso dal Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo e dall’Ufficio liturgico della diocesi. «La lettera apostolica Desiderio Desideravi, che il Santo Padre Francesco ci ha indirizzato il 29 giugno scorso è la felice occasione per promuovere ancora una volta il delicato tema dell’approfondimento teologico, pastorale, spirituale della liturgia e proseguire l’attuazione della riforma avviata dal Concilio», spiegano dal Sant’Anselmo.

L’obiettivo di questo nuovo percorso formativo è quello di aiutare presbiteri e comunità a «ritornare alle fonti della teologia liturgica – chiarisce una nota dell’Istituto –, per individuare gli aspetti della riforma che devono essere approfonditi, studiati, meditati e conformare ad essi la prassi celebrativa. Il corso, partendo dalle indicazioni della Lettera, offre ai partecipanti criteri di analisi della situazione pastorale della liturgia nella realtà ecclesiale che frequentano, perché in comunione con i pastori, divengano promotori di un autentico rinnovamento e di una riscoperta della bellezza della liturgia per il proprio percorso di fede». Il corso prenderà il via il prossimo 20 ottobre e si concluderà il 19 gennaio 2023; le lezioni si terranno il giovedì dalle 19 alle 20.30 e potranno essere seguite in presenza nella sede del Pontificio Istituto di piazza dei Cavalieri di Malta, oppure on line o scaricando i video.

Per informazioni e iscrizioni: anselmianum.com

17 ottobre 2022

Description of the Logo

The logo designed for the X World Meeting of Families recalls the oval shape of Bernini’s colonnade in St. Peter’s Square, the place which defines the Catholic Church par excellence, and it refers back to its original meaning that is the welcoming and inclusive embrace of the Mother Church of Rome and of her Bishop, extending it to every man and woman throughout time.

The human images under the dome, barely visible, and the cross hanging above them, represent husband, wife, children, grandparents and grandchildren. They want to recall the image of the Church as a “family of families” proposed by Amoris Laetitia (n. 87) in which “The experience of love in families is a perennial source of strength for the life of the Church” (n. 88). The cross of Christ that looms up towards the sky and the walls of protection seem almost upheld by the families, who are authentic living stones of the ecclesiastical construction. On the left, along the thin line representing the colonnade, we notice the presence of a family that is in the same position as the statues of the saints placed on the columns of the square. These remind us that the vocation to holiness is a possible goal for everyone. They are meant to emphasize how it is possible to live holiness in the essentiality of ordinary life.

The family on the left, which appears behind the line of the colonnade, also indicates all the non-Catholic families, distant from the faith and outside the Church, who are watching the Church event that is taking place from the outside. The ecclesial community has always looked to these with attention. One can notice how dynamic the figures that are moving toward the right are. They are moving outwards. They are outgoing families, witnesses of a non-self-referential Church. They go in search of other families in an attempt to bring them closer and share with them the experience of God’s mercy.

The predominant yellow and red are a clear reference to the blazoning colors of the city of Rome, in a graphic design intended to express an intense bond with the community.

2nd July 2021

Description du Logo

Le logo conçu pour la X Rencontre Mondiale des Familles rappelle la forme elliptique de la colonnade du Bernin sur la place Saint-Pierre, lieu d’identification par excellence de l’Église catholique, et renvoie à sa signification originale, qui est l’étreinte accueillante et inclusive de l’Église Mère de Rome et de son Évêque adressée à tous les hommes et à toutes les femmes de tous les temps.

Les figures humaines sous la coupole, à peine citée, et la croix qui domine, représentent le mari, la femme, les enfants, les grands-parents et les petits-enfants. Elles sont destinées à rappeler l’image de l’Église comme « famille de familles » proposée par Amoris Laetitia (AL 87) dans laquelle « l’amour vécu dans les familles est une force constante pour la vie de l’Église » (AL 88). La croix du Christ qui se dresse vers le ciel et les murs qui la protègent semblent presque soutenus par les familles, authentiques pierres vivantes de la construction ecclésiale. Sur le côté gauche, sur la ligne fine de la colonnade, on remarque la présence d’une famille dans la même position que les statues des saints placées sur les colonnes de la place. Elles nous rappellent que la vocation à la sainteté est un objectif possible pour chacun. Elles veulent souligner qu’il est possible de vivre la sainteté dans l’essentialité de la vie ordinaire.

La famille de gauche, qui apparaît derrière la ligne de la colonnade, indique également toutes les familles non catholiques, éloignées de la foi et en-dehors de l’Église, qui regardent de l’extérieur l’événement ecclésial qui se déroule. La communauté ecclésiale les a toujours considérées avec attention. On remarque également un dynamisme des personnages qui se déplacent vers la droite. Ils se déplacent vers l’extérieur. Ce sont des familles en sortie, témoins d’une Église non autoréférentielle. Elles partent à la recherche d’autres familles pour tenter de les approcher et de partager avec elles l’expérience de la miséricorde de Dieu

Les couleurs prédominantes, le jaune et le rouge, sont une référence claire au blason de la ville de Rome, dans une ligne graphique qui veut exprimer un lien intense avec la communauté.

2 juillet 2021

Descripción del Logotipo

El logotipo diseñado para el X Encuentro Mundial de las Familias recuerda la forma elíptica de la columnata de Bernini en la Plaza de San Pedro, lugar de identificación por excelencia de la Iglesia católica, y hace referencia a su significado original, que es el abrazo acogedor e inclusivo de la Madre Iglesia de Roma y su Obispo dirigido a todos los hombres y mujeres de todos los tiempos.

Las figuras humanas que se encuentran bajo la cúpula, apenas perceptibles, y la cruz en la parte superior, representan al marido, la mujer, los hijos, los abuelos y los nietos. Se trata de evocar la imagen de la Iglesia como “familia de familias” propuesta por Amoris Laetitia (AL 87) en la que “el amor vivido en las familias es una fuerza constante para la vida de la Iglesia” (AL 88). La cruz de Cristo que se alza hacia el cielo y los muros que protegen parecen casi sostenidos por las familias, auténticas piedras vivas de la construcción eclesial. En el lado izquierdo, en la delgada línea de la columnata, se observa la presencia de una familia en la misma posición que las estatuas de los santos colocadas en las columnas de la plaza. Éstos nos recuerdan que la vocación a la santidad es una meta posible para todos. Quieren destacar cómo es posible vivir la santidad en la esencialidad de la vida ordinaria.

La familia de la izquierda, que aparece detrás de la línea de la columnata, indica también a todas las familias no católicas, alejadas de la fe y ajenas a la Iglesia, que miran desde fuera el acontecimiento eclesial que está teniendo lugar. A ellas la comunidad eclesial ha mirado siempre con atención. También se observa un dinamismo de las figuras que se mueven hacia la derecha. Se mueven hacia el exterior. Son familias en salida, testigos de una Iglesia no autorreferencial. Van en busca de otras familias para intentar acercarse a ellas y compartir con ellas la experiencia de la misericordia de Dios.

Los colores predominantes, amarillo y rojo, son una clara referencia al blasón de la ciudad de Roma, en una línea gráfica que quiere expresar un intenso vínculo con la comunidad.

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