9 Settembre 2025

Convegno “La responsabilità della Speranza e il lavoro dello spirito” presso la basilica San Giovanni in Laterano

Convegno “La responsabilità della Speranza e il lavoro dello spirito” presso la basilica San Giovanni in Laterano

Convegno “La carità politica di Paolo VI”

Convegno “La carità politica di Paolo VI” presso Sant’Ivo alla Sapienza.

Convegno “L’uomo nasce e muore libero” – Sede San Paolo Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” (Centro Past. Sanitaria)

Convegno “L’uomo nasce e muore libero” – Sede San Paolo Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” (Centro Past. Sanitaria)

Convegno “Fede e letteratura: il caso Manzoni a 150 anni dalla morte” – Pontificia Università Lateranense (Aula Magna) (Uff. cultura, Uff. past. universitaria e Uff. past. scolastica)

Convegno “Fede e letteratura: il caso Manzoni a 150 anni dalla morte” – Pontificia Università Lateranense (Aula Magna) (Uff. cultura, Uff. past. universitaria e Uff. past. scolastica)

Convegno “Dalla parte delle vittime” – Pontificia Università Lateranense (Sala Pio XI) (Uff. Tutela Minori)

Convegno “Dalla parte delle vittime” – Pontificia Università Lateranense (Sala Pio XI) (Uff. Tutela Minori)

Contro la tratta, per restituire dignità a chi ne è stato privato

di Andrea Acali, da Romasette.it

Due ore di canti, colori, danza, testimonianze e preghiera. È stata tutto questo la veglia “Insieme contro la tratta di persone” che si è tenuta nella basilica di Sant’Antonio a via Merulana in occasione della memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, venerdì 8 febbraio. Un evento che ha poi avuto un seguito nella marcia che si è snodata ieri, domenica 10, da Castel Sant’Angelo a piazza San Pietro, dove i partecipanti hanno potuto ascoltare la preghiera e l’appello del Santo Padre all’Angelus.

Proprio il video della Rete mondiale di preghiera del Papa nel quale il Pontefice si è unito alla giornata di preghiera e riflessione per le vittime della tratta, della prostituzione forzata e della violenza ha aperto la veglia, presieduta da padre Michael Czerny, sottosegretario del dicastero per lo Sviluppo umano integrale, che si occupa di profughi e migranti. «Preghiamo perché il Signore scaldi i cuori, orienti gli occhi a vedere le catene, incoraggi i piedi ad avvicinarsi a chi soffre, dia energia alle mani di coloro che vogliono la guarigione e la liberazione di quanti sono schiavizzati e oppressi», ha detto il gesuita introducendo la veglia. Catene colorate sull’altare, a simboleggiare la schiavitù che ha affligge tutti e cinque i continenti, e una blu a circondarlo, emblema del lavoro “Insieme” di quanti sono impegnati a spezzare quelle inumane della tratta. E ancora, candele altrettanto colorate, giovani con una maschera bianca e scritte emblematiche a rappresentare le vittime senza volto e senza dignità, la danza semplice di cinque suore Figlie di Maria Ausiliatrice che hanno consegnato il libro del Vangelo a monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi.

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11 febbraio 2019

Contro la tratta una settimana di mobilitazione

Formazione, incontri, preghiera e riflessione. È ricca di iniziative la settimana di mobilitazione che conduce alla Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, che si celebra ogni anno l’8 febbraio, nella festa di santa Giuseppina Bakhita. “Ambasciatori di speranza. Insieme contro la tratta di persone”: questo il tema scelto per l’11ª edizione dell’appuntamento, istituito nel 2015 da Papa Francesco, che ne ha affidato la promozione all’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg) e all’Unione dei superiori generali (Usg) e il coordinamento a Talitha Kum, la rete internazionale anti-tratta che conta più di 6mila suore, amici e partner in tutto il mondo.

Nella diocesi di Roma, giovedì 6 febbraio alle ore 21, il vescovo Benoni Ambarus, delegato dell’Ambito della diaconia della carità, parteciperà alla veglia di preghiera nella parrocchia di San Gabriele dell’Addolorata, organizzata con diverse realtà tra cui la Casa Magnificat di suor Rita Giaretta che ha sede nel territorio parrocchiale. Mentre sabato 8 febbraio, nella parrocchia di Santa Maddalena di Canossa, alle ore 19, è in programma l’oratorio sacro per coro ed ensemble “El me Paron”, ispirato alla vita di santa Giuseppina Bakhita, con il coro e orchestra Fideles et Amati diretti da Tina Vasaturo, su musiche e testi di Marcello Bronzetti.

Ma le iniziative romane hanno preso il via ieri, con la partecipazione alla preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro insieme a Francesco. Oggi la delegazione dei giovani ambasciatori darà vita a un pellegrinaggio attraverso tre Porte Sante del Giubileo usando la app Walking in Dignity. Martedì 4 l’appuntamento è alle 16.30 con il flash mob contro la tratta in piazza Santa Maria in Trastevere; a seguire, alle 17.30, nella basilica di Santa Maria in Trastevere, veglia ecumenica di preghiera in inglese e italiano. Si continua mercoledì 5 febbraio, con attività di formazione e sensibilizzazione sul tema della tratta; giovedì 6, al mattino spazio al pellegrinaggio dei giovani attraverso le Porte Sante, mentre il pomeriggio, dalle 17 alle 19, all’Università Pontificia della Santa Croce si svolgerà l’evento “Appello alla speranza e alla guarigione”. Il 7 il Papa incontrerà la delegazione dei giovani ambasciatori, i sopravvissuti e i rappresentanti della rete delle organizzazioni promotrici della Giornata. Subito dopo ci sarà il pellegrinaggio online di preghiera e riflessione contro la tratta, su preghieracontrotratta.org. Sabato 8 febbraio, infine, i giovani ambasciatori si riuniranno per un giorno intero di dialogo e lavoro.

Secondo le Nazioni Unite, oggi si stima che 50 milioni di persone siano vittime della tratta a livello globale. Coloro che ne soffrono maggiormente le conseguenze sono donne, bambini, migranti e rifugiati. Una vittima su tre è un bambino, mentre il 79% delle vittime dello sfruttamento sessuale a livello globale sono donne e ragazze. Le persone costrette alla migrazione forzata sono circa 120 milioni. Guerre, conflitti, violenze, povertà, catastrofi ambientali li portano ad abbandonare le proprie case, rendendoli particolarmente vulnerabili alla tratta e allo sfruttamento per la pericolosità delle rotte e perché spesso si fa ricorso a trafficanti o al mercato nero per spostarsi da un Paese all’altro. A questo si aggiunge un’altra forma di tratta che è lo sfruttamento online.

3 febbraio 2025

Contrasto alla povertà educativa, incontro del cammino sinodale

Le Scuole della Pace della Comunità di Sant’Egidio. La parrocchia di San Bonaventura da Bagnoregio, dove ai ragazzi si offre anche il pranzo. Quella di San Filippo Neri alla Pineta Sacchetti, con corsi per settanta bambini e adolescenti in maggioranza stranieri. La comunità di San Felice da Cantalice, con le ripetizioni gratuite di matematica e italiano. I contributi del Centro Elis, della Caritas diocesana, delle Suore di Carità dell’Assunzione.

Sono tante le parrocchie e le realtà impegnate nel contrasto alla povertà educativa e nella gestione di attività di doposcuola, nella nostra diocesi. Si ritroveranno tutte insieme sabato prossimo, 6 maggio, a partire dalle 9:30, per l’assemblea sinodale, al Seminario Romano Maggiore. «Si tratterà di un’importante occasione di incontro, di libero ascolto, di conoscenza reciproca – sottolinea il referente, il vescovo Benoni Ambarus – per favorire l’intessersi della rete sul territorio, strumento fondamentale per lo sviluppo di buone prassi e di una testimonianza efficace e concreta».

La mattinata sarà aperta dalla relazione di Evelina Martelli sulla povertà educativa a Roma; seguiranno i lavori in gruppo e poi, attorno alle 11.45, l’intervento di monsignor Ambarus.

30 aprile 2023

Continua la formazione del clero in Val di Fassa

Dal 17 al 21 luglio un gruppo di sacerdoti di Roma si è raccolto per un momento di riflessione e ritiro a Soraga in Val di Fassa con il cardinale vicario Angelo De Donatis, il quale ha ritratto alcuni elementi caratterizzanti del prete romano: la vicinanza verso la vita delle persone, la vita in comune, il generare nella fede e ultimo ma non meno importante l’avere “buon umore”: «un cuore buono è costante nella festa».

Quest’ultima caratteristica non è la semplice arte di sdrammatizzare, o la capacità da mattatore sagace, ma è cifra dello spessore umano e spirituale, il quale possiede una visione della vita. Grazie al “buon umore”, gli spazi delle convinzioni precettistiche e degli statuti perentori cromati di bianco e nero, si fondono in una sfumatura di chiaro scuro dove vi si scorge la Sapienza di Dio che si fa compassione, misericordia e ascolto accogliente nelle situazioni vissute.

Questi giorni di riflessione e di ritiro che vivono preti e parroci di prima nomina hanno avuto il sapore dell’ascolto: dell’ascolto dei sacerdoti. I momenti di condivisione, alternati con momenti di trekking dolomitico, sono stati fecondati da una domanda originante: cosa significa per voi corresponsabilità? Come avviene di norma, la domanda è più interessante delle risposte, in questo caso nel quesito è palpabile il voler sollevare un approccio alla questione della sinodalità, del discernimento comunitario, di una partecipazione attiva del laicato nella vita ecclesiale e parrocchiale. Pur ammettendo, senza paura, che si è impreparati davanti a tale sfida, questa fragilità e difficoltà ha fatto emergere una forza tipica della Chiesa che trova nuova vita proprio dalle doglie del parto.

Se la Donna vestita di sole soffre e grida per i dolori di partoriente generante (cf. Ap 12,2), molte sono state le voci dei vari presbiteri che hanno informato la grandezza di un momento, di un evento, di un kairos che la Chiesa sta vivendo. Un tempo kariologico dove la corresponsabilità sinodale si rende fattiva nella passione e nel desiderio di servire la persona, nell’apertura a riconoscere nessuna attività o realtà come la proprietà del singolo, nel rendere la parrocchia ambiente di casa e di famiglia, nel percepire l’identità di gruppo secondo le coordinate dell’inclusione nel reciproco arricchimento, nell’istaurare una conversione relazionale per cui quando cambio il mio punto di vista sull’altro sono io che guarisco dal peso di pregiudizi e preconcetti. Questi segni performativi di Corresponsabilità e Partecipazione sono la forza del prete, non perché può rendere la parrocchia più produttiva grazie ad un gran numero di adepti, ma perché ognuno riconosce l’altro Co-Responsabile ossia capace di rispondere con abilità. Essere capaci di dire a chi si ha di fronte: mi fido di te.

Corresponsabilità e partecipazione sembrano condurci verso il fine del nostro vivere e agire: l’unità dello spirito con il vincolo della pace (cf. Ef 4,3). La comunione nell’unico Spirito, creatore di comunità e particolarità è la diottria con cui approcciarsi alla vita pastorale ed ecclesiale, la quale pur senza complessità, non deve mai smettere di orientarsi al positivo, scorgendo il bello originale: sapere di essere amati da Dio (cf. Is 62,4). La scelta saggia della presenza di alcuni laici, figure professionali già collaboratori con la Diocesi, ha contribuito nella proposizione di un metodo insolito, dove è il prete ad essere ascoltato e non viceversa, dove è lui ad essere accolto come uomo senza paura del proprio umano, fatto di emozioni, fatiche, aspettative, paure e speranze. Ripartire dall’umano, darsi il permesso di essere uomini fino in fondo, rende il sacerdote attento alle istanze di ognuno che bussa alla propria porta e realizza il popolo sacerdotale espressione di comunione. Nel ventaglio dei sacrifici veterotestamentari vi erano gli zebah hashelammyim (cf. Lv 7,11) ossia i sacrifici di comunione, letteralmente i sacrifici pacifici. Tali modi di officiare il culto avevano l’intento di significare la comunione tra Dio e l’uomo poiché la vittima in parte era offerta e in parte consumata dai fedeli. Questo era espressione del senso del sacrificio chiarito dal verbo ebraico qarab avvicinare, da cui qorban offerta (cf. Mc 7,11): l’offerta del sacrificio rende vicini e prossimi. Il risultato di ogni azione pastorale non si esaurisce nel successo di numeri e statistiche, ma genera vicinanza che in questi giorni di condivisione ha assunto uno dei volti della poliedrica dimensione della sinodalità: l’amicizia.

Volere il bene e il porsi con tono amicale genera partecipazione attiva tra tutti i battezzati nel loro precipuo stato di vita, nella consapevolezza che la Chiesa non è un’azienda da portare aventi ma una famiglia da amare.

di don Andrea Valori

20 luglio 2023

Continua il percorso per gli adoratori

Continua il percorso di formazione per gli adoratori, dal titolo “A Betania con Maria ai piedi di Gesù. Adorare per camminare insieme”. Il prossimo appuntamento si terrà il 4 febbraio su “Parola & Eucaristia”, nella Sala Tiberiade del Seminario Romano Maggiore dalle 10 alle 12. La catechesi sarà affidata al vescovo Paolo Ricciardi, a cui seguiranno alcune testimonianze e il lavoro in gruppi.

30 gennaio 2023

Consulta Pace – Ufficio in Vicariato – (Uff. past. sociale)

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Consulta Lavoro – Ufficio in Vicariato (Uff. past. sociale)

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