4 Luglio 2025

Campo diocesano per i ragazzi della II e III media a Santa Maria dell’Acero (Velletri)

Campo diocesano per i ragazzi della II e III media a Santa Maria dell’Acero (Velletri).

Campo diocesano per gli adolescenti delle scuole superiori

Campo diocesano per gli adolescenti delle scuole superiori, a cura del Servizio per la pastorale giovanile.

Campagna Cei Uniti nel dono: le storie di due parrocchie romane

Don Stefano Meloni (foto della campagna Cei)

Due comunità parrocchiali della periferia sud di Roma – Magliana e Ottavo Colle – che vivono la loro quotidianità con criticità e risorse differenti, esprimendo delle risposte generative che le rendono due modelli virtuosi di quella solidarietà creativa che avvicina le persone e rende un servizio prezioso al territorio.

La parrocchia di San Gregorio Magno alla Magliana vive le difficoltà di un quartiere complesso e abitato da oltre 40mila persone di estrazione popolare, afflitto da anni di speculazione edilizia, e funestato da una situazione economica complicata per molte famiglie. Complicazioni acuite anche dalla presenza di insediamenti – sia abusivi che autorizzati – di campi rom. Una situazione di potenziale conflitto che l’amore di don Stefano Meloni e dei suoi volontari ha trasformato in ricchezza e valore per l’intera comunità parrocchiale.
“Cerchiamo di essere vicini a tutte quelle realtà di povertà che ci sono nel quartiere – spiega don Stefano a Cristian Gennari nel video “Preparate la via del Signore… (Mc 1,3)” che si può vedere al link https://www.youtube.com/watch?v=L9QFPoD6arw&t=221s – seguendo in particolare i rom. E lo riteniamo un processo particolarmente importante perché a volte subiscono dei pregiudizi, invece chiedono solo di essere ascoltati e così è nato un rapporto che supera le richiesti materiali e diventa conoscersi e stare assieme”.

Per don Stefano Meloni, 69 anni, operare con le comunità nomadi è una necessità dettata dalla volontà di ribaltare quei luoghi comuni che s’insinuano come ombre nella storia di queste popolazioni. Da ragazzo, prima di prendere la via del seminario, era stato volontario delle suore di Madre Teresa, poi sacerdote nel 1999 e da subito impegnato nel supporto alle famiglie del campo rom di via Luigi Candiani, alla Magliana Vecchia, che ospita circa 800 persone in grande difficoltà. Uno spirito di supporto che ha portato con sé a San Gregorio Magno, la parrocchia che guida dal 2019, dove ha trovato una grande risposta dai suoi volontari.

Dai corsi di alfabetizzazione, cinque professoresse volontarie e tre suore che fanno da insegnanti – come testimoniato da Deborah Foglia, responsabile del progetto e del centro di ascolto Caritas parrocchiale, su unitineldono.it -, all’ascolto, passando per il disbrigo pratiche che include anche l’iscrizione a scuola dei bambini fino ai beni materiali (vestiario, pacchi alimentari, persino le bombole del gas). Un’amicizia tra culture che viene celebrata con la Festa dei popoli che consente alle popolazioni romanì di rappresentare, con danze e canti, le loro tradizioni. “La nostra porta è sempre aperta a tutto il quartiere che aiutiamo in molti modi – conclude il don – però credo che sia molto importante sapere che quello che si fa all’esterno viene poi ritrovato in parrocchia, i volontari sono gli stessi che poi vengono da noi a condividere la gioia di aiutare gli altri”.

E un modo creativo di aiutare gli altri lo hanno sperimentato nella parrocchia di San Vigilio, zona di Ottavo Colle, una periferia decisamente diversa della Capitale rispetto alla Magliana. Ottomila abitanti, ceto medio o elevato, età media abbastanza alta, e grande vocazione ambientale manifestata da un ambiente curato e ricco di verde. La comunità, guidata da don Alfio Tirrò, 47 anni, che è qui dal 2017, sacerdote diocesano dal 2000, incarna alcuni degli inviti espressi da Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ dedicata alla cura del Creato.

“L’emergenza ambientale si avverte nella quotidianità, a noi, ad esempio, succede che la pioggia, trovandoci al di sotto del livello della strada, allaghi qualche locale della parrocchia – spiega don Alfio a Cristian Gennari nel video “Non vi trovi addormentati (Mc 13,36)” che si può vedere al link https://www.youtube.com/watch?v=ozQQINxLQmo&t=263s – e questo ci ha dato uno spunto di riflessione nella nostra comunità, pertanto ci è sembrato naturale far corrispondere una produzione di una energia sana e pulita con gli aspetti vantaggiosi dal punto di vista economico”.

Vantaggi economici che poi si declinano nella possibilità di poter aiutare, di più e meglio gli assistiti dalla parrocchia, oltre che prendersi cura della casa comune. L’elenco è particolarmente composito: c’è il risparmio derivato dall’installazione dei pannelli fotovoltaici – costi dell’energia abbattuti del 35% -, la sostituzione delle lampade alogene con quelle a Led, e poi ancora l’orto urbano di zona con le sue verdure fresche che vengono devolute alla struttura di accoglienza “Casa Betlemme” e il giardino parrocchiale con gli alberi da frutto e gli ulivi. Elementi che legano la comunità nell’arte della cura del creato in una dimensione materiale e spirituale con il coinvolgimento di tanti adolescenti e anche dei ragazzi del catechismo che in questi spazi verdi vengono a fare lezione.

Un messaggio di condivisione e di speranza che poi è anche un modello di sostenibilità economica, oltre che ambientale, che si può esportare. “Tutto questo – conclude don Alfio – non è solo un privilegio che si possono permettere parrocchie in una situazione economica più serena, perché per fare questo basta essere persone ed è sufficiente imparare dalla natura che quando ognuno si mette a disposizione dell’altro, tutti insieme fioriscono e formano bellezza”.

Questa sono solo due delle tantissime storie di salvezza e aiuto portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità. A sostegno delle offerte per i sacerdoti sarà programmata, fino a Natale, la campagna della Conferenza Episcopale Italiana, realizzata da Casta Diva Group e articolata tra spot tv, radio, web, social. Gli spot raccontano la “missione” dei sacerdoti, ripresi nella loro quotidianità all’interno delle comunità, luoghi in cui tutti noi possiamo sentirci accolti.

3 gennaio 2024

Campagna Caritas per sostenere le mense

Foto di Cristian Gennari

La Caritas di Roma lancia una campagna di crowdfunding a sostegno delle attività delle mense sociali.

Sin dai primi giorni della pandemia legata al diffondersi del Covid-19, l’impegno è stato quello di non lasciare sole le persone più fragili ed emarginate, quelle che tutto l’anno vivono una situazione di precarietà e di isolamento e che rischiano di pagare il conto più pesante. Per tutte queste ragioni la Caritas ha dovuto incrementare in maniera significativa il numero dei pasti offerti, non solo nelle mense, ma anche nei servizi a fronte di impegno economico imprevisto e notevole. «I pasti aggiuntivi che prevediamo di offrire fino a tutto ottobre 2022 – annuncia la Caritas – sono circa 20.000 e confidiamo nel vostro aiuto».

Per contribuire: http://www.caritasroma.it/crowdfunding/

19 aprile 2022

Cammino sinodale, tre esperienze di ascolto

Se nella sua etimologia il Sinodo richiama un cammino condiviso, dare voce ai racconti delle esperienze di riflessione sulla sinodalità stessa – cui la Chiesa è chiamata in questo speciale tempo, come auspicato da Papa Francesco –, può colorare e profumare la strada da percorrere, perché i semi che vengono gettati lasciano già intravedere nuove radici e piante pronte a sbocciare.

Sta fiorendo ad esempio «una singolare evangelizzazione che passa attraverso i piccoli» al centro di riabilitazione Casa Santa Maria della Provvidenza – Opera femminile Don Guanella, a via della Nocetta, come racconta la direttrice suor Michela Carrozzino. «Quando il vescovo Paolo Ricciardi mi ha comunicato che il cardinale vicario e la diocesi chiedevano il coinvolgimento della nostra struttura e delle nostre ospiti per pregare per il cammino sinodale – dice la religiosa – mi sono chiesta come e in che modo delle persone con disabilità fisica e cognitiva o con dei disturbi comportamentali avrebbero potuto partecipare, ma ho accolto piacevolmente la richiesta, felice che anche loro potessero sentirsi riconosciute, scelte e chiamate dalla Chiesa».

In particolare suor Michela ha «proposto questa sfida» ad un gruppo di giovani ospiti affette da un lieve disturbo cognitivo e comportamentale, introducendole all’esperienza del Sinodo. Così ogni pomeriggio Stefania, Claudia, Milva e Lucia guidano e animano la recita del Rosario, «facendo pregare con gioia ed entusiasmo le 148 ospiti del nostro centro e dimostrando che davvero nessuno può sentirsi escluso e può invece dare il proprio contributo – racconta ancora la direttrice –. Vedendo la bellezza di questa proposta, lo Spirito Santo mi ha poi suggerito un’altra iniziativa, per arrivare anche ai nostri 178 dipendenti ma non solo». Le ragazze, infatti, propongono un breve questionario con tre domande a chi frequenta il centro – dai medici e gli infermieri ai parenti in visita e fino ai fornitori –, «facendo così sapere a molti che è in corso un cammino sinodale e spiegando che cosa sia e che significato abbia, per far cogliere nella ferialità questo evento importante per la Chiesa».

Condivide questo aspetto della ferialità ed è infatti «aperto a tutte le realtà del territorio, anche quelle che lo vivono ogni giorno nell’impegno lavorativo», il cammino sinodale portato avanti dalla parrocchia Santissima Trinità a Lunghezza, come spiega il parroco don Juan Josè Arcilia Artega. «Alla celebrazione dello scorso 16 gennaio, che ha avviato il cammino sinodale anche per noi – dice il sacerdote di origine colombiana –, abbiamo invitato, andando ad incontrarli, quanti sono impegnati nei servizi della zona come la Asl o le scuole e i negozi. Ci hanno accolti piacevolmente, gradendo questo incontro personale. Per molti è stata una novità mentre altri erano già a conoscenza del Sinodo voluto dal Papa». In particolare la proposta parrocchiale, estesa pure «a coloro che hanno cultura o religione propria come cinesi o musulmani», prevede «un incontro assembleare mensile – dice don Arcilia Artega –, ogni secondo martedì del mese, in orario serale per favorire la partecipazione di un maggior numero di persone dopo gli impegni della giornata».

Anche alcuni dei 12 gruppi romani della Comunità di vita cristiana (Cvx), l’associazione laicale di ispirazione ignaziana, stanno vivendo il cammino sinodale della Chiesa «aderendo alla proposta diocesana fondata sull’ascolto, una scuola non estranea alla nostra realtà ma che si sposa invece benissimo con il nostro stile fatto di conversazione spirituale, condivisione e ascolto mai giudicante tanto che partecipano ai nostri incontri anche persone separate o divorziate e omosessuali», spiega Maria Letizia Damico, coordinatrice cittadina Cvx. «Nella mia comunità, per esempio – racconta – abbiamo cercato di leggere alcune esperienze di vita quotidiana alla luce della Parola, individuando ciascuno un brano biblico che potesse definire la nostra situazione», a dire che «per noi, sono le persone con le loro storie ed esperienze che fanno la comunità».

di Michela Altoviti da Roma Sette

21 febbraio 2022

Cammino sinodale, l’assemblea del settore Ovest

La sera di venerdì 30 settembre, si è svolta nella cornice della basilica di San Giuseppe al Trionfale, l’assemblea rivolta alle équipe pastorali e gli organi di partecipazione del settore Ovest, guidata dal vescovo ausiliare monsignor Baldassare Reina. L’oggetto dell’incontro era la presentazione e l’avvio del secondo anno di cammino sinodale della diocesi, presentata quest’anno nei vari settori, che ha per titolo “I cantieri di Betania”.

«Restare contemplativi nell’azione, misurare la quantità delle parole, allontanare la tentazione dell’invidia, l’essere salvi perché Dio è morto per me e non perché io muoio per i molti servizi!». Per prime risuonano le parole di don Giacomo Pavanello, parroco di San Giuseppe Cottolengo a Valle Aurelia, che spezza la Parola in una breve lectio divina. Il brano proclamato è, non a caso, l’episodio evangelico della duplice ospitalità delle sorelle di Betania che accolgono il Signore Gesù nella loro casa (Lc 10, 398-42). «Entrambe sono necessarie: Maria poiché simbolo di una nuova sponsalità e Marta emblema della diaconia. Marta, tuttavia, rischia di vivere il suo servizio dando tutto senza la capacità di farsi uno con l’altro. Occorre quindi capire qual è il bene che dobbiamo fare, quello che vuole il Signore!». Nella riflessione di don Giacomo la reazione di Marta è un metro utile a tutti per capire se si vive il proprio servizio e il proprio incarico secondo la logica di Dio, ovvero ricercando la comunione con Lui, oppure esclusivamente con il servizio stesso, e la parte “buona” scelta da Maria è quella che sa generare vita.

La parola passa poi a Miriam Fioravanti, coordinatrice dell’équipe sinodale diocesana, incaricata di illustrare la relazione stesa sulla base dell’ascolto delle 334 parrocchie di Roma e di tutte le realtà che insistono nel suo territorio come le associazioni, le famiglie religiose, le carceri e gli ospedali. «La Chiesa è in debito di ascolto nei confronti del popolo di Dio che chiede una Chiesa più povera e coerente, che sia più sale che dolcificante». Queste le prime parole che tratteggiano il volto che la Chiesa di Roma è chiamata ad assumere: una Chiesa alla quale è riconosciuta ancora l’autorità per parlare del mistero del dolore e per accompagnare nella sofferenza e che deve lavorare per costruire, nelle sue realtà particolari, relazioni autentiche e non esclusivamente funzionali.

È stato dato spazio all’ascolto delle voci dei giovani, che hanno sete di Dio ma che non riconoscono più nella Chiesa una interlocutrice valida; dei sacerdoti, che chiedono di essere sostenuti nel loro servizio, in quanto chiamati dai fedeli ad essere padri e punti di riferimento; dei laici, ai quali è necessario dare più spazio poiché portano la vita al centro; delle famiglie; degli anziani e dei malati: dei carcerati e delle comunità etniche. La relazione ha pertanto illustrato le istanze di tutto l’universo che compone la nostra compagine diocesana e si è conclusa con una presa di coscienza: «Sì, vi è una crisi di fede, ma bisogna prenderne atto solo per rialzarsi in quanto c’è un forte desiderio di abitare il cambiamento d’epoca e siamo chiamati a far fare esperienza di risurrezione anche ai lontani!».

Infine è la volta del vescovo monsignor Reina, chiamato a illustrare alle équipe del suo settore la via che dovranno intraprendere per lavorare nelle e insieme alle loro comunità specifiche. «Cosa ci si aspetta da questo anno? Non cose da fare… ma quali passi fare!», indica il vescovo, che articola il suo intervento in tre punti programmatici. Innanzitutto occorre «mantenere uno stile di ascolto e il desiderio di camminare insieme!». Occorre una attitudine costante all’ascolto: ascolto della Parola di Dio, del Popolo di Dio, del Magistero e delle storie di ognuno. In secondo luogo è necessaria «una riflessione a partire dal lavoro fatto l’anno scorso per arrivare ai ‘cantieri’ di quest’anno». L’immagine del cantiere è stata scelta proprio perché tiene conto della progettazione, richiede il reperimento dei materiali necessari, ed è una operosità corale in quanto richiede diverse maestranze per un unico obiettivo.

Il terzo punto dell’intervento del vescovo è il progetto del cammino sinodale diocesano di questo anno. Dall’episodio di Marta e Maria e dal lavoro svolto lo scorso anno sono stati individuati tre possibili cantieri da attuare nelle parrocchie: 1. Il cantiere “della strada e del villaggio”; 2. Il cantiere dell’“ospitalità e della casa”; 3. Il cantiere della “diaconia e della formazione”. Ogni cantiere può essere racchiuso in una parola chiave. Per il primo la parola è “Territorio” ed è il cantiere chiamato a conoscere la propria realtà territoriale, ad ascoltare chi vi lavora e chi vi abita e a discernere per capire qual è la migliore modalità di presenza. Per il secondo invece la parola è “Famiglia” e deve avere come obiettivo la maggiore fraternità delle comunità parrocchiali, una Chiesa famiglia di famiglie, dove tutti passano dall’essere collaboratori ad essere corresponsabili. Per il terzo, infine, la parola è “Formazione” e il suo compito sarà quello di porre l’accento sulla formazione degli operatori pastorali e di tutto il popolo alla preghiera, all’ascolto della Parola, alla vita spirituale.

La metodologia proposta ad ogni parrocchia è quella di scegliere un solo cantiere in una assemblea parrocchiale entro fine ottobre; in essa inoltre saranno definiti i confini del cantiere scelto al fine di poter approfondirlo e cominciare a costruire, alla luce del libro degli Atti degli Apostoli, scelto come immagine di Chiesa in costruzione. Entro il mese di marzo ogni parrocchia è chiamata a presentare una restituzione sul lavoro svolto che, racchiuso in una sintesi diocesana, sarà presentata a Papa Francesco alla Veglia di Pentecoste 2023 a fine maggio.

3 ottobre 2022

Cammino sinodale, incontro sull’ascolto degli anziani

L’ascolto degli anziani è il tema che fa da filo conduttore all’incontro di formazione a cura dell’équipe sinodale diocesana, che trasmesso sabato 12 febbraio dalle ore 10 sul canale televisivo Nsl e sulla pagina Facebook della diocesi di Roma.

Intervengono don Stefano Cascio, parroco di San Bonaventura e “nonno Francesco”, un anziano parrocchiano. Previsti dei contributi video, tra i quali un servizio sul Telefono Argento di Sant’Angese fuori le Mura. Don Fabio Rosini, direttore del Servizio vocazioni della diocesi, tiene un approfondimento biblico sulla figura di Nicodemo. In conclusione notizie sul cammino sinodale diocesano con Miriam Fioravanti e padre Davide Carbonaro.

7 febbraio 2022

Cammino sinodale, incontro formativo rinviato

Il sesto incontro formativo per i fedeli, le équipe pastorali e i gruppi in cammino sinodale previsto per sabato 9 aprile 2022 alle 10 sul NSL e sulla pagina Facebook della Diocesi di Roma, non andrà in onda per l’impossibilità ad intervenire da parte di alcuni partecipanti, dovuta a diversi motivi, tra cui esigenze di quarantena preventiva e di salute. La data della prossima puntata sarà comunicata appena possibile.

 

Cammino sinodale, il tavolo di ascolto con il mondo carcerario

Foto DiocesiDiRoma/Gennari

«A mia memoria, dovrebbe essere il primo incontro, in assoluto, tra la diocesi di Roma e le direzioni degli istituti di detenzione. Non penso di riuscire a esprimere pienamente con le parole il sentimento di gioia che mi abita dentro, per la possibilità di vivere insieme questo nostro incontro». Il cardinale vicario Angelo De Donatis ha accolto con un caloroso benvenuto Maurizio Veneziani, provveditore regionale Lazio-Abruzzo-Molise, Anna Maria Santoli, dirigente centrale per la giustizia minorile di Casal del Marmo, i direttori e i vicedirettori delle carceri romane, i comandanti della Polizia penitenziaria, i responsabili delle aree educative delle carceri di Roma, i cappellani carcerari. Tutti riuniti, giovedì 22 giugno, nella Sala degli Imperatori del Palazzo Lateranense, per quello che, come detto, è stato il primo incontro tra la diocesi e il mondo del carcere.

«L’occasione che ha generato l’idea di questo incontro è duplice – ha spiegato il cardinale –: il percorso sinodale che stiamo vivendo come Chiesa universale e Chiesa di Roma, anche grazie al magistero profetico del nostro vescovo Papa Francesco, e dall’altra parte l’istituzione nella nostra diocesi dell’Ufficio per la pastorale carceraria. Sia il primo che il secondo motivo hanno generato in noi il desiderio di incontrarvi e ascoltarvi».

L’appuntamento è stato anche l’occasione per ringraziare «di cuore» le istituzioni carcerarie per il loro servizio, «per ogni vostra azione e misura che applicate a beneficio dei nostri fratelli e sorelle che hanno sbagliato nella vita». Grazie «perché so che il vostro lavoro con le persone, come altri tipi di lavoro – ha proseguito – chiama a vivere il potere come servizio evitando ogni forma di abuso, cosa affatto scontata e sulla quale ci si trova costantemente invitati a vigilare». Ma il ringraziamento della diocesi va anche ai cappellani, che «favoriscono la cultura della riconciliazione e della rieducazione, di una nuova possibilità di vita per tutti».

L’auspicio per il futuro è quello di una sempre più proficua collaborazione con le istituzioni carcerarie, non solo mentre i detenuti stanno scontando la pena, ma anche quando si tratta di affrontare il reinserimento nella società civile, quando escono di prigione. Su quest’ultimo punto si è soffermato in particolare il vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per l’Ambito della diaconia della carità, che ha sottolineato anche l’importanza di sensibilizzare maggiormente il territorio e le parrocchie nell’accoglienza degli ex detenuti. Il vescovo ha anche lanciato alcune suggestioni ai presenti, attorno alle quali si è aperto il dibattito.

23 giugno 2023

Cammino sinodale, i gruppi di ragazzi in centro «una forte sfida pastorale»

«Il centro storico di Roma vede una massiccia concentrazione di giovani, soprattutto in alcuni luoghi particolari: Piazza del Popolo, Campo de’ Fiori, Ponte Sisto e Piazza Trilussa, Trastevere, Testaccio. Sono giovani che vengono in larga misura da aree diverse dal Centro, ma che rappresentano per noi una forte sfida pastorale». Il vescovo Daniele Libanori è ausiliare per il settore Centro della diocesi e per questo motivo ha promosso, in linea con il cammino sinodale, un incontro in cui mettersi in ascolto di alcuni responsabili delle forze dell’ordine per una presentazione della prevenzione degli ambienti giovanili e adolescenziali.

Ieri (giovedì primo dicembre) si sono dunque ritrovate, nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme, le diverse comunità e parrocchie del settore, per un approfondimento a cui hanno partecipato Emilia De Bellis, Procuratore Capo della Procura di Roma presso il Tribunale dei Minori; e Mauro Baroni, vicario del Questore di Roma, particolarmente impegnato in questo campo.

«I disagi del mondo giovanile hanno ragioni complesse – riflette il vescovo Libanori –. Non siamo specialisti, nessuno ha soluzioni facili e non c’è spazio per le illusioni. Ma restiamo persuasi che la Chiesa è esperta in umanità, come affermò Paolo VI, e dobbiamo cercare di conoscere meglio possibile la situazione del nostro territorio anche nei suoi aspetti critici per poterla “vivere” con responsabilità e creatività pastorale». In questo senso è molto importante «fare alleanza con le famiglie».

Padre Davide Carbonaro, parroco di Santa Maria in Campitelli, nel settore Centro, era presente all’appuntamento di giovedì. «Nel contesto dell’ascolto abbiamo contattato le istituzioni avviando delle collaborazioni per aiutare la gente a vivere bene – spiega –. Ci troviamo a vivere nel centro, la zona meno abitata ma più vissuta dal mondo giovanile. I giovani che si riunivano negli oratori e nelle parrocchie oggi vivono le piazze della movida e dobbiamo come intercettare i loro bisogni e la sete di felicità».

2 dicembre 2022

Cammino sinodale diocesano: ecco i frutti dell’ascolto

Il verbo “ripartire” è quello che meglio racchiude e sintetizza quanto emerso dalle attività di ascolto svolte nella diocesi di Roma, su più fronti e a più livelli, a partire dallo scorso ottobre in occasione del cammino sinodale della Chiesa italiana. «Non è stato semplice discernere e mettere insieme quello che abbiamo ritenuto maggiormente significativo – spiegano dall’équipe sinodale diocesana, che proprio in virtù dell’esperienza di sinodalità vissuta nel proprio lavoro di redazione di un documento di sintesi vuole coerentemente presentare i risultati di questa prima parte di attività in modo corale -. Sicuramente anche questo lavoro risulterà ancora mancante eppure il risultato è già sentirci a un punto di ri-partenza», perché «sentiamo che lo Spirito ci ha dato uno “scossone”, ci ha riaperto l’orecchio, rilevando la sete di tanti nell’essere veramente ascoltati».

L’ascolto vissuto nelle diverse realtà coinvolte – dalle scuole alle carceri, dagli ospedali alle comunità etniche – e nelle parrocchie romane, che nella quasi totalità hanno attivato processi di ascolto e per il 40% hanno già restituito i risultati di quanto vissuto, ha fatto emergere «il dato di una grande crisi di fede sia fuori che dentro alla Chiesa – sono ancora le parole degli incaricati diocesani -, ma grida più forte il desiderio di abitare il cambiamento d’epoca da testimoni di Cristo risorto, per ripartire dalla perenne novità della Pasqua, non temendo di metterci in dialogo e in discussione, consapevoli che il “camminare insieme” è lo stile della Chiesa, ricordando che la Via, la Verità e la Vita è Cristo stesso». A seguire, c’è l’evidenza di un «desiderio di umiltà e di comunità – fanno sapere i membri dell’équipe- e, ancora, l’esperienza del cammino ha aiutato le comunità a spostare l’attenzione dall’io al noi e agli altri, attraverso incontri concreti, personali, autentici e paritari».

Pur nella gioia generale della condivisione, «si è notata anche qualche fatica – sono ancora le considerazioni degli incaricati diocesani -, come la difficoltà a coinvolgere chi solitamente non frequenta la Chiesa, specialmente i più giovani, e a superare la logica del gruppo per vivere invece un percorso comunitario». La sintesi prodotta (e fatta pervenire alla Cei) – online sul sito della diocesi di Roma -, lungi «dal fornire un mero dato sociologico esprime piuttosto cosa il popolo di Dio ci sta dicendo, dai desideri alle criticità, ed è il frutto di un processo spirituale – sono le parole dei referenti dell’équipe sinodale diocesana -, rappresenta il risultato di un’attività di concordia: mettere insieme davvero ciò che passa dal cuore delle persone, che è dove parla lo Spirito Santo». Una considerazione importante nasce infatti «dalla constatazione che chi si è messo in gioco e ha preso davvero parte a questo cammino condiviso della Chiesa si è riunito dapprima intorno alla Parola per favorire poi un confronto spirituale – spiegano -. Questa è una novità sicuramente da incentivare e da imparare a vivere come stile», dato che «quando la Chiesa ascolta se stessa, ascolta ciò che lo Spirito Santo vuole comunicare». Non a caso «qualcuno avverte la necessità di imparare l’arte del discernimento per comprendere se alcune delle cose emerse siano effettivamente frutto dello Spirito che parla o di ideologie dettate dallo spirito del mondo», fanno sapere ancora i membri dell’équipe.

Da un punto di vista metodologico, gli incaricati diocesani evidenziano infine di aver «cercato di fare emergere i nuclei tematici più ricorrenti, scegliendo quelli che più risuonavano nelle risposte e nei contributi forniti», privilegiando «il sentire comune e la voce diretta delle persone, riportando spesso i loro virgolettati, anche a costo di sacrificare la forma linguistica», perché la sintesi prodotta «non è un testo teologico né accademico ma la tessitura delle voci della gente e non solo dei pastori ma di tutti, senza più neanche la distinzione tra “ad intra” e “ad extra”». (Michela Altoviti per Romasette.it)

Cammino di Santiago per i giovani, iscrizioni entro il 30 maggio

C’è tempo fino al 30 maggio per iscriversi al Cammino di Santiago per i giovani, promosso dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile in collaborazione con l’Opera romana pellegrinaggi. Un’esperienza di viaggio e di fede da non perdere, di cui è già pronto il programma.

I ragazzi partiranno il 29 luglio alle ore 18 in pullman da Roma, da piazza San Giovanni in Laterano, e arriveranno a Civitavecchia dove si imbarcheranno sulla nave Grimaldi e, attorno a mezzanotte, partiranno alla volta di Barcellona. La sistemazione è prevista in cuccette da quattro.

Il giorno seguente arriveranno a Barcellona, dove si trasferiranno in albergo. Potranno anche partecipare alla Messa alla Sagrada Familia. Sarà di nuovo il pullman, poi, a condurli a Ferrol, da cui, il primo di agosto, inizieranno il Cammino di Santiago. Percorreranno il cosiddetto Cammino Inglese, a piedi.

I giovani pellegrini toccheranno Pontedeume, Betanzos, Mesón do Vento, Ordes, Sigüeiro e infine Santiago. Prevista anche una escursione a Finisterre. L’8 agosto sarà di nuovo il pullman a condurli fino a Lourdes, dove trascorreranno un giorno e una notte. Il rientro a Roma è previsto il 10 agosto, nel tardo pomeriggio.

5 maggio 2022

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