5 Luglio 2025

Buon 11mo anniversario di pontificato, Papa Francesco!

Foto Cristian Gennari

Santità, La comunità diocesana ricorda con gioia l’undicesimo anniversario della Sua elezione al ministero petrino.

Ci sentiamo onorati e privilegiati per averLa come nostro Vescovo e pastore. Le siamo grati perché in tutti questi anni non ha mai smesso di aprirci prospettive spirituali e pastorali di ampio respiro, essendoci testimone, stimolo a muoverci.

Le siamo grati perché non ha mai dimenticato di manifestare sempre la parte degli ultimi, dei diseredati e per essere strenuo difensore della pace.

Santità, lo sappiamo e lo vediamo quanto Lei lavori senza risparmiarsi; ed anche in questo ci è di esempio. Il Popolo santo di Dio che è in Roma, e di cui lei è padre, lo vede e rimane sempre edificato.

Nel porgerLe gli auguri per questo anniversario, Le rinnoviamo la nostra vicinanza e Le assicuriamo la nostra costante preghiera.

Card. Angelo De Donatis
Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma

Bullismo viaggia nei social e prospera con l’arroganza del sistema

Sempre più spesso all’attenzione dei servizi di psicologia e di neuropsichiatria infantile giungono ragazzi e ragazze che sono stati oggetto di vessazioni, in genere da parte di coetanei, nelle forme più svariate, il più delle volte nell’ambiente scolastico, o comunque in esso originate, talvolta al di là della stessa immaginazione, come si fosse protagonisti di un videogioco.

È un prodotto del tempo che viviamo, che si nutre ormai abitualmente della realtà virtuale (ossimoro per eccellenza!) che tende a far credere che ogni cosa sia possibile… e ciò forse è vero nella misura in cui ogni cosa si muova all’interno della propria dimensione. Purtroppo nel nostro tempo accade con sempre maggior frequenza che il mondo bidimensionale salti fuori dal monitor per invadere gli spazi reali, fino a prenderne il sopravvento e a determinare uno stravolgimento dell’esame di realtà da parte di chi non ha ancora sufficienti strumenti per distinguere il falso dal vero, parafrasando Guccini.

Sotto il termine “bullismo” si possono raggruppare comportamenti che ormai vengono considerati parte della cosiddetta normalità, perché nel mondo virtuale il bullo assume le stesse caratteristiche del furbo, si muove cioè sotto false credenziali, diventando così un modello cui aspirare, un esempio di pragmatismo cibernetico. E si sa che nel web non c’è spazio né per sentimentalismi né per moralismi.

Qui risiede la differenza fra il bullismo moderno e quello di una volta… un sempre maggiore assottigliamento dell’area affettiva, fino alla trasparenza, per usare una metafora radiologica. Il ritrovarsi cioè di fronte a una generazione con un progressivo indebolimento della capacità di criticare il proprio operato, perché viene sempre più a mancare la palestra del moralismo, sia esso pratico o puro.

Il bullo tradizionale, invece, era raggiungibile, aveva ben efficiente la capacità di confrontarsi con le proprie azioni, ed era proprio sul terreno del pragmatismo che poteva mostrare le proprie qualità sottostanti, alle quali agganciarsi per costruire un’alternativa, un percorso direzionato verso l’integrazione sociale.

Oggi il fenomeno bullismo viaggia attraverso i neo-social e fa proselitismo grazie all’arroganza del sistema, concepito in termini algoritmicamente verticistici, per cui uno solo può amministrare l’espressione del gruppo nascondendosi dietro l’omertà informatica, più bieca e cinica di quella conosciuta dalla mia generazione. Chi viene attaccato, infatti, non possiede appigli, non può far leva sulla dialettica e sulla razionalità, se viene circondato non trova nessuno su cui appoggiarsi… e se oggi questo accerchiamento avviene fisicamente, per la strada, gli altri, quelli onesti, non sono più abituati a frapporsi, a fare da scudo contro l’ingiustizia e la stupidità, come se si stesse perdendo sul piano epigenetico la capacità spontanea di proteggere gli individui della specie esposti a un rischio contingente nel contesto sociale.

Il fatto preoccupante è che attualmente gli insegnanti, ultimo baluardo da frapporre fra i bulli e le loro vittime, sono in seria difficoltà, non avendo la piena autorevolezza che veniva riconosciuta come insita nel loro ruolo, venendo addirittura non infrequentemente sconfessati dagli stessi genitori. In questo stravolgimento dei tradizionali ruoli sociali, un intervento dell’insegnante rischia di attivare meccanismi di rinforzo da parte dei genitori stessi, fino a poter precludere l’efficacia educativa di un deciso richiamo alle regole di convivenza e di reciproco rispetto.

Ciononostante, proprio gli insegnanti possono configurarsi come l’anello di congiunzione tra le parti in gioco, potendo agire sia sui precursori del bullismo, cioè sul vuoto antecedente che favorisce l’attecchimento del gioco sadico che seleziona la vittima e la offre in pasto al carnefice, sia sugli eventi successivi all’episodio di bullismo, laddove solo l’intervento di un arbitro adulto consente di stroncare l’aggressione prima che incida sull’equilibrio di chi subisce, fino a determinare effetti in alcuni casi devastanti.

Di fronte alla prepotenza del “disimpegno morale”, occorre riaffermare il primato delle regole basate sul rispetto e sulla responsabilità individuale, presupposto imprescindibile per la costruzione di una società giusta e solidale. Albert Einstein, in modo acuto, osserva: «Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di chi compie azioni malvagie, ma di quelli che osservano senza dire nulla». (Roberto Rossi, neuropsichiatra dell’età evolutiva)

 

10 novembre 2017

Bullismo ed accettazione – Signa Veritatis

Bruno Forte a San Tommaso Moro

Mercoledì 22 maggio alle ore 20 nella parrocchia di San Tommaso Moro (via dei Marrucini) monsignor Bruno Forte, arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto, presenterà il suo libro “Gerusalemme, città della pace, crocevia di conflitti”. Interverranno Oren David, ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede, e il giornalista Gian Guido Vecchi, vaticanista del Corriere della Sera, che modererà l’incontro.

«Sarà un’occasione – auspica il parroco don Andrea Celli – per confrontarsi su un argomento di attualità, e favorire il dialogo interreligioso».

15 maggio 2019

Benedizione dei bambinelli in piazza San Pietro

Benedizione dei bambinelli in piazza San Pietro, a cura del Centro oratori romani.

Benedizione dei Bambinelli a San Pietro (Cor)

Benedizione dei Bambinelli a San Pietro (Cor)

Benedizione dei Bambinelli a San Pietro (COR)

Benedizione dei Bambinelli a San Pietro (COR)

Benedice i lavori di restauro della Rettoria di San Lorenzo in Palatio ad Sancta Sanctorum (Scala Santa)

Benedice i lavori di restauro della Rettoria di San Lorenzo in Palatio ad Sancta Sanctorum (Scala Santa).

Benedetto XVI: le indicazione per i sacerdoti che desiderano concelebrare i funerali

Giovedì 5 gennaio 2023, alle ore 9.30, in Piazza San Pietro, il Santo Padre Francesco presiederà la Messa esequiale per il defunto Sommo Pontefice Emerito Benedetto XVI.

L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha comunicato che i presbiteri potranno concelebrare muniti di apposito biglietto da richiedere sul sito biglietti.liturgiepontificie.va/ e si dovranno trovare, entro le ore 8.30, direttamente nel settore loro riservato in Piazza San Pietro, dove indosseranno l’amitto, il camice, il cingolo e la stola rossa che avranno portato con sé.

Per tutti gli altri fedeli l’accesso in Piazza San Pietro sarà libero non essendo previsto un biglietto.

2 gennaio 2023

Benedetto XVI: la biografia

Joseph Aloisius Ratzinger era nato il 16 aprile 1927, Sabato Santo, a Marktl, in Baviera. Terzogenito di Maria Rieger e Joseph Ratzinger senior, fu battezzato lo stesso giorno. I due fratelli maggiori erano Maria (1921-1991) e Georg (1924-2020), a cui fu particolarmente legato fino alla fine, tanto che l’ultimo viaggio da Papa emerito fu per andare a trovare il fratello ormai in fin di vita.

Nel 1939 si iscrisse al seminario di Traunstein, chiuso nel 1942. Fu costretto a iscriversi alla Gioventù hitleriana per non ricevere sanzioni nelle tasse scolastiche ma grazie a un insegnante di matematica riuscì a non partecipare alle riunioni. A 16 anni fu arruolato nell’esercito tedesco, da cui disertò nelle ultime settimane di guerra, senza aver mai partecipato ad alcuna battaglia. Nel 1947 si iscrisse al seminario interdiocesano di Monaco. Il 29 giugno 1951, fu ordinato presbitero assieme al fratello Georg dal cardinale Michael von Faulhaber, arcivescovo di Monaco e Frisinga.

Professore universitario, partecipò al Concilio Vaticano II prima come consulente teologico del cardinale di Colonia Frings, poi come perito. Il 24 marzo 1977 fu nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga da papa Paolo VI. Fu consacrato il 28 maggio. Come motto episcopale scelse l’espressione Cooperatores veritatis.

Il 27 giugno 1977 Paolo VI lo creò cardinale, del titolo presbiterale di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino.

Nel 1978 partecipò ai due conclavi che elessero Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. Quest’ultimo il 25 novembre 1981 lo nominò prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il 27 novembre 2002 fu eletto decano del Sacro Collegio.

Fu eletto Pontefice il 19 aprile 2005. L’11 febbraio 2013, durante il concistoro per alcune canonizzazioni, annunciò la sua libera rinuncia al ministero petrino. Il 28 febbraio alle 20 si ritirò nel palazzo apostolico di Castelgandolfo, dando inizio alla sede vacante che portò all’elezione di Francesco.

31 dicembre 2022

Benedetto XVI: il testamento spirituale

Scritto il 29 agosto 2006, è stato diffuso dopo la morte del Papa emerito il suo testamento spirituale. Un testo che pubblichiamo integralmente.

Il mio testamento spirituale

Se in quest’ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto. Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene.

Ringrazio i miei genitori, che mi hanno donato la vita in un tempo difficile e che, a costo di grandi sacrifici, con il loro amore mi hanno preparato una magnifica dimora che, come chiara luce, illumina tutti i miei giorni fino a oggi. La lucida fede di mio padre ha insegnato a noi figli a credere, e come segnavia è stata sempre salda in mezzo a tutte le mie acquisizioni scientifiche; la profonda devozione e la grande bontà di mia madre rappresentano un’eredità per la quale non potrò mai ringraziare abbastanza. Mia sorella mi ha assistito per decenni disinteressatamente e con affettuosa premura; mio fratello, con la lucidità dei suoi giudizi, la sua vigorosa risolutezza e la serenità del cuore, mi ha sempre spianato il cammino; senza questo suo continuo precedermi e accompagnarmi non avrei potuto trovare la via giusta.

Di cuore ringrazio Dio per i tanti amici, uomini e donne, che Egli mi ha sempre posto a fianco; per i collaboratori in tutte le tappe del mio cammino; per i maestri e gli allievi che Egli mi ha dato. Tutti li affido grato alla Sua bontà. E voglio ringraziare il Signore per la mia bella patria nelle Prealpi bavaresi, nella quale sempre ho visto trasparire lo splendore del Creatore stesso. Ringrazio la gente della mia patria perché in loro ho potuto sempre di nuovo sperimentare la bellezza della fede. Prego affinché la nostra terra resti una terra di fede e vi prego, cari compatrioti: non lasciatevi distogliere dalla fede. E finalmente ringrazio Dio per tutto il bello che ho potuto sperimentare in tutte le tappe del mio cammino, specialmente però a Roma e in Italia che è diventata la mia seconda patria.

A tutti quelli a cui abbia in qualche modo fatto torto, chiedo di cuore perdono.

Quello che prima ho detto ai miei compatrioti, lo dico ora a tutti quelli che nella Chiesa sono stati affidati al mio servizio: rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Spesso sembra che la scienza — le scienze naturali da un lato e la ricerca storica (in particolare l’esegesi della Sacra Scrittura) dall’altro — siano in grado di offrire risultati inconfutabili in contrasto con la fede cattolica. Ho vissuto le trasformazioni delle scienze naturali sin da tempi lontani e ho potuto constatare come, al contrario, siano svanite apparenti certezze contro la fede, dimostrandosi essere non scienza, ma interpretazioni filosofiche solo apparentemente spettanti alla scienza; così come, d’altronde, è nel dialogo con le scienze naturali che anche la fede ha imparato a comprendere meglio il limite della portata delle sue affermazioni, e dunque la sua specificità. Sono ormai sessant’anni che accompagno il cammino della Teologia, in particolare delle Scienze bibliche, e con il susseguirsi delle diverse generazioni ho visto crollare tesi che sembravano incrollabili, dimostrandosi essere semplici ipotesi: la generazione liberale (Harnack, Jülicher ecc.), la generazione esistenzialista (Bultmann ecc.), la generazione marxista. Ho visto e vedo come dal groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede. Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita — e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo.

Infine, chiedo umilmente: pregate per me, così che il Signore, nonostante tutti i miei peccati e insufficienze, mi accolga nelle dimore eterne. A tutti quelli che mi sono affidati, giorno per giorno va di cuore la mia preghiera.

Benedictus PP XVI

Articoli recenti