Itinerario giovani e lavoro a cura dell’Ufficio per la pastorale sociale.
Dies academicus della Laterense, annunciato il nuovo ciclo di studi in Scienze della Pace
«Per essere mediatrice credibile davanti all’opinione pubblica mondiale la Chiesa è chiamata a favorire “la soluzione di problemi riguardanti la pace, la concordia, l’ambiente, la difesa della vita, i diritti umani e civili” (Esort. ap. Evangelii gaudium, 65). Un compito svolto anche attraverso l’azione che la Santa Sede conduce nella Comunità internazionale e nelle sue istituzioni operando con gli strumenti della diplomazia per superare i conflitti con i mezzi pacifici e la mediazione, la promozione e il rispetto dei diritti umani fondamentali, lo sviluppo integrale di Popoli e Paesi. Nel perseguimento di tale obiettivo ha un ruolo centrale il mondo universitario, luogo simbolo di quell’umanesimo integrale che necessita continuamente di essere rinnovato e arricchito, perché sappia produrre un coraggioso rinnovamento culturale che il momento attuale domanda». Sono parole di Papa Francesco, che ha scritto una lettera al cardinale vicario Angelo De Donatis, gran cancellieri della Pontificia Università Lateranense, in occasione del dies academicus dell’ateneo, celebrato questa mattina – lunedì 12 dicembre 2018 – nell’aula magna della struttura di piazza San Giovanni in Laterano.
Ed è stato proprio il Santo Padre, in questa missiva – letta durante la cerimonia dal sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Edgar Peña Parra – ad annunciare l’istituzione presso la Lateranense di un nuovo ciclo di studi in Scienze della Pace: «Animato dal desiderio di trasporre in ambito accademico e dotare di metodo scientifico questo patrimonio di valori e di azioni – scrive il Pontefice –, istituisco presso codesta Pontificia Università, che in modo specifico partecipa alla missione del Vescovo di Roma, un ciclo di studi in Scienze della Pace, quale percorso accademico a cui concorrono gli ambiti teologico, filosofico, giuridico, economico e sociale secondo il criterio della inter- e transdisciplinarità».
Il dies academicus ha visto anche la lectio magistralis sulla nuova Costituzione Apostolica Praedicate evangelium della Curia Romana tenuta dal vescovo di Albano Marcello Semeraro, Segretario del Consiglio di Cardinali (C9), che ha condiviso le novità di una riforma fortemente voluta da Papa Francesco, più volta richiamata nel suo Magistero. Per il Santo Padre, ha sottolineato Semeraro, «riforma» è «ben più di un qualunque mutamento strutturale. Si tratta, invece, di ciò che è necessario perché nel fluire del tempo e nel cambiamento delle situazioni la Chiesa conservi la sua “sacramentalità”, ossia la sua trasparenza nei riguardi di Dio che la fa esistere e in essa dimora. E questo vale anche per la Curia».
Ad aprire la mattinata è stato il cardinale De Donatis: «Sono particolarmente lieto di presenziare a questo solenne Atto, che – come ogni anno – segna l’inizio di un nuovo Anno accademico per la nostra Università: il 246°, per l’esattezza», ha esordito il porporato. «Iniziando il nuovo Anno accademico, permettetemi di invitarvi a far vostro (almeno in parte!) il cammino di questa Chiesa di Roma – ha proseguito –, che ha raccolto la richiesta del Santo Padre, il papa Francesco, a riconoscere e chiamare per nome quelle malattie spirituali che impediscono l’irradiazione del Vangelo, annunciato e accolto: l’accidia egoista, il pessimismo sterile, la mondanità spirituale, la guerra tra di noi». «Nessuno di noi può presumere di esserne immune – ha ammonito –. Nella vicenda delle sue tentazioni anche Cristo ha dovuto combattere un’intelligenza del male, capace di usare mezzi, obiettivi, progetti, che disegnano altre vie che non sono quelle della fede; vie che possono condurre a insanabili divisioni interiori, a misteriosi stati d’animo e a scelte che ci allontanano da Dio e dai fratelli. Per questo ci serve un’intelligenza della fede che ci apra sempre di nuovo all’azione liberatrice e redentrice di Gesù Cristo, che guarisca la nostra intelligenza e tutte le potenze del nostro spirito, e ci renda cooperatori della Verità nella carità. È, questo, un carisma proprio del lavoro universitario».
In conclusione della mattinata, è intervenuto il rettore dell’ateneo Vincenzo Buonomo.
Leggi il discorso integrale del cardinale vicario
Leggi la lettera del Santo Padre
12 novembre 2018
Il vicario a San Stanislao: «Proseguite su questo cammino»
Sono parole cariche di affetto e di incoraggiamento quello che il cardinale vicario Angelo De Donatis ha rivolto alla comunità di San Stanislao, che ha visitato domenica scorsa (11 novembre). La chiesa su viale Rolando Vignali, a due passi dagli studi cinematografici di Cinecittà, rappresenta un caso unico nella diocesi di Roma: è infatti affidata alle cure del diacono Andrea Sartori, che vive in canonica con sua moglie Laura e i 4 figli.
«È una gioia veramente grande per me oggi presiedere questa Eucarestia», ha esordito il porporato, che si è poi soffermato sul bravo evangelico del giorno, quello della vedova che dona al Tempio tutto quello che aveva, «affidandosi completamente a Dio».
«A volte – ha detto il cardinale De Donatis – si incontrano nella vita uomini e donne che nella loro trasparente umiltà, nel loro modo di vivere vero, semplice riescono a trasmettere l’intensità della loro relazione con Dio. Forse ognuno di noi ha incontrato queste persone nella propria vita che hanno testimoniato con tanta semplicità, con tanta bellezza come hanno vissuto e vivono la relazione con il Signore, e la cosa sorprendente è questa: che queste persone vivono tutto questo in una quotidianità disarmante. Veramente non si atteggiano mai a maestri di vita spirituale, semplicemente vivono dello Spirito, vivono del Vangelo e questo ci ricorda che il Vangelo non è prima di tutto un racconto scritto, il Vangelo prima di tutto è un racconto di vita, il racconto della vita di Gesù, un racconto che deve rivivere e continuare a vivere nella vita dei discepoli. Ecco perché quella povera vedova che lascia cadere furtivamente nel tesoro del Tempio due monetine, questa vedova è Vangelo per tutti noi».
12 novembre 2018
I giovani, presente e futuro della Chiesa
I giovani rappresentano il figlio già nato che come Madre interpella la Chiesa chiedendole di stargli vicino. È l’immagine evocata dal cardinale vicario Angelo De Donatis il quale ha brevemente descritto la sua prima esperienza al Sinodo dei vescovi paragonandola a due giovani sposi che prima di essere genitori affrontano solo discorsi teorici ma quando il figlio nasce li interroga per far emergere la rispettiva paternità e maternità. Occasione è stata, sabato 10 novembre, la presentazione del volume “Il futuro della fede. Nell’educazione dei giovani la Chiesa di domani”, edito da Vita e Pensiero, a cura di Rita Bichi, professoressa di Sociologia generale presso la facoltà di Scienze politiche e sociali dell’università Cattolica del Sacro Cuore, e Paola Bignardi, coordinatrice dell’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo.
L’incontro “Dopo il Sinodo, la sfida di educare i giovani”, svoltosi nella sala Tiberiade del Pontificio Seminario Romano Maggiore, è stato promosso dal Servizio per la Pastorale giovanile del Vicariato di Roma e moderato dal giornalista Fabio Zavattaro. Il libro di Bichi e Bignardi fa seguito all’indagine “Dio a modo mio. Giovani e fede in Italia”, condotta dalle stesse autrici nel 2013. Per questo testo sono stati interpellati 167 educatori in tutta Italia tra genitori, insegnanti, sacerdoti e catechisti. Chi educa alla fede? Si può parlare ancora di trasmissione della fede? Quali sono gli obiettivi e lo stile degli educatori? Queste alcune delle domande poste agli intervistati, dalle quali è emerso che il paradigma educativo tradizionale «è in crisi» e necessita di un rinnovamento perché «riproporlo serve solo a prolungare l’agonia di un modello superato», ha spiegato Paola Bignardi, secondo la quale il rapporto tra le domande dei giovani e le risposte degli educatori «è praticamente nullo». Questi ultimi devono essere al passo con i tempi e quindi autorevoli ma non autoritari, credibili, capaci di entrare in empatia con i ragazzi.
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Conclusi gli esercizi spirituali guidati dal cardinale De Donatis
Venerdì 9 novembre, presso la casa “Divin Maestro” di Ariccia, si sono conclusi gli esercizi spirituali per sacerdoti guidati dal cardinale Angelo De Donatis. Hanno partecipato i vescovi ausiliari della diocesi di Roma, i responsabili degli uffici diocesani e i membri del consiglio dei prefetti. Di seguito il racconto dell’esperienza di don Massimo Cautero, direttore dell’Ufficio clero del Vicariato, che ha partecipato a questa esperienza.
«La settimana di esercizi, si è svolta secondo lo schema della prima settimana degli Esercizi spirituali di sant’Ignazio, la settimana che -delle quattro previste- mira ad approfondire, in maniera personale, la conoscenza di Dio e di noi stessi attraverso il suo sguardo, del modo con cui Dio guarda (ama!) noi figli; è un percorso di purificazione e di esperienza diretta che ha come termine una rinnovata riconciliazione in Dio Padre che non smette mai di amare e perdonare i suoi figli, un’occasione di mettere a fuoco e rivitalizzare la vita nello spirito che nel quotidiano tende, purtroppo, a logorarsi e sbiadire.
Centro di tutti gli esercizi spirituali, come ha ricordato il cardinale vicario Angelo De Donatis, è fare l’esperienza concreta di Dio, attraverso la meditazione, la relazione nella preghiera ed il silenzio. Gli esercizi spirituali ignaziani, sviluppati proprio dall’esperienza di sant’Ignazio stesso, sono uno strumento valido ed efficace proprio per il metodo con cui vengono svolti. Importante per l’efficacia degli stessi sono le buone disposizioni d’animo e spirituali degli “esercitanti”, disposizioni che non sono certo mancate al gruppo dei partecipanti che, unanimemente, riportano un bilancio pienamente positivo di quanto vissuto».
12 novembre 2018
Al Teatro della Cometa un convegno sulla “Laudato si'”
L’ecologia integrale e gli altri temi dell’enciclica di Papa Francesco saranno al centro, martedì 13 novembre, di un convegno promosso dall’Ufficio per la pastorale sociale del Vicariato, dal tema “Laudato si’ di Papa Francesco: una conversione ecologica”. Appuntamento alle ore 16 al Teatro della Cometa (via del Teatro Marcello, 4).
«Tutti i dati delle organizzazioni internazionali – afferma l’incaricato dell’Ufficio, don Francesco Pesce – sottolineano l’urgenza di collaborare alla cura della casa comune, e la Chiesa di Roma vuole sollecitare a una presa di coscienza forte in vista di un impegno concreto».
Previsti gli interventi di padre Massimo Fusarelli,parroco di San Francesco a Ripa, su “Il Vangelo della creazione”; Flaminia Giovanelli, già sottosegretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, su “Laudato si’: uno sguardo d’insieme”; Stefano Marguccio, già consigliere diplomatico del Ministero dell’Ambiente, sull’impatto internazionale dell’enciclica; Monica Romano, docente di Scienze sociali alla Pontificia Università Gregoriana, sul tema “Biodiversità e povertà”. Conclusioni delvescovo ausiliare del settore Centro e segretario generale del Vicariato Gianrico Ruzza.
12 novembre 2018
Alla Pontificia Università Lateranense presiede l’inaugurazione dell’anno accademico
Alla Pontificia Università Lateranense presiede l’inaugurazione dell’anno accademico.
Celebra la Messa dalle Suore Dorotee di Venezia per il 50° di professione religiosa di quattro consorelle
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Inizio dei corsi per gli operatori di pastorale familiare
Inizio dei corsi per gli operatori di pastorale familiare, organizzati dal Centro diocesano per la pastorale familiare.
Partecipa in Vaticano all’Assemblea generale straordinaria della Conferenza episcopale italiana
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