LETTERA AI CAPPELLANI OSPEDALIERI E
AI SACERDOTI IMPEGNATI NELLA PASTORALE DELLA SALUTE
«VERRÒ E LO GUARIRÒ» Mt 8,5
(Lunedì della I Sett. di Avvento)
Carissimi confratelli nel sacerdozio,
all’inizio di questo Avvento e in questo tempo particolare della mia vita, il mio pensiero costante siete voi, cappellani ospedalieri e sacerdoti impegnati nella pastorale della salute. Conosco già alcuni di voi da tempo, altri li sto conoscendo in questo periodo, molti li conoscerò, ma con tutti, da quando il Papa e il suo Vicario mi hanno chiesto di essere vescovo in questo ambito vasto e delicato della nostra Diocesi, sento già un legame forte e profondo.
Mi accosto a voi nella discrezione e nella semplicità di cui sono capace, grato a Dio per la testimonianza che mi date nel vostro essere con e per i sofferenti e gli ammalati. Con i miei tanti limiti umani desidero attingere alla ricchezza del vostro ministero e mi impegno quotidianamente ad offrire, d’ora in poi, con il pane e il vino della Messa, la mia preghiera per ciascuno di voi e per quanti siete chiamati ad assistere.
Vorrei esservi accanto come fratello e padre – nonostante la mia giovane età – impegnando i prossimi mesi primariamente ad ascoltarvi e visitarvi, sperando di arrivare a tutti, rendendomi disponibile per tutti. Vi chiedo solamente pazienza perché io entro in un contesto pastorale che mi sembra molto più ampio delle mie capacità. E in questo senso di smarrimento e di debolezza, ritrovo, con e grazie a voi, la forza nel Signore Gesù. Quando sono debole è allora che sono forte.
In tanti anni di vita parrocchiale ho avuto costantemente l’impegno e il dono di essere vicino ai sofferenti nel corpo e nello spirito. Ho trovato in molti di loro e nelle loro famiglie una testimonianza di fede e di santità, provando io ad essere per tutti il volto e la carezza del Signore.
E ho anche, in particolare – soprattutto in questi tempi in cui si fa fatica a creare e mantenere relazioni umane – sperimentato la bellezza e l’importanza della fraternità sacerdotale come segreto per la comunione parrocchiale e per la credibilità del nostro servizio agli altri. Lì dove vivete già in due o in comunità, vi esorto a trovare sempre nella fraternità un punto di forza, con tutte le fatiche umane e le differenze che conosciamo. E soprattutto per chi si ritrova solo in un contesto pastorale, cercheremo di offrire maggiori occasioni di scambio e di incontro, ed offrire quel respiro umano necessario per vivere con più serenità il nostro ministero.
In attesa di incontrarvi insieme, vi auguro di prepararvi con gioia al Santo Natale. Vi chiedo di pregare per me e vi aspetto, se potete, alla Celebrazione della mia ordinazione episcopale, sabato 13 gennaio alle 16 nella Basilica di San Giovanni.
Vi benedico con affetto, chiedendovi di portare questa benedizione ai vostri assistiti.
d. Paolo