Cura evangelica, prossimità empatica, ascolto paziente. Sono questi gli antidoti alla paura, scatenata dalla pandemia da coronavirus, suggeriti dal Vicariato di Roma in una nota pastorale pubblicata nella giornata di oggi.
Ma non solo. Diverse anche le misure misure da applicare, in ambito ecclesiale, sulla base del DPCM 3 novembre, per contribuire a fronteggiare l’emergenza epidemiologica.
Parrocchie e attività: cosa cambia?
Nessuna novità, rispetto alla nota precedente, per quanto riguarda l’accesso in chiesa e lo svolgimento delle celebrazioni liturgiche.
Cosa cambia invece per le altre attività? Fermo restando che è preclusa, sulla base della normativa vigente, ogni attività sportiva di contatto, «sul piano
E ancora stop ai pellegrinaggi, alle feste patronali (dovranno limitarsi alle sole celebrazioni liturgiche), alle esecuzioni musicali in chiesa al di fuori della liturgia. Sì ai ritiri spirituali e alle attività ricreative ed educative di bambini e ragazzi, al chiuso o all’aperto, con l’ausilio di genitori o educatori volontari, nel pieno rispetto delle misure di cautela.
Gli incontri “a distanza”

“Facciamo nostre le parole di Papa Francesco”
«Facciamo nostre le parole di Papa Francesco all’Udienza Generale del 4 novembre». È inoltre l’invito del
«Offriamo al Signore questa distanza fra noi, per il bene di tutti e pensiamo, pensiamo tanto agli ammalati, a coloro che entrano già come scarti. Pensiamo ai medici, agli infermieri e alle infermiere, ai volontari, a tanta gente che lavora con i malati in queste ore. Rischiano la vita ma lo fanno per amore, per amore del prossimo».