Fiabaday, il 6 ottobre la giornata per l’abbattimento delle barriere architettoniche

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Fiabaday, la XVII edizione

Istituita nel 2003 da Fiaba Onlus in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e con il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, torna il prossimo 6 ottobre Fiabaday, la giornata nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Come nelle precedenti edizioni, dalle ore 9.00 alle 13.30 di domenica, Palazzo Chigi aprirà le porte alle visite guidate di gruppi di persone con disabilità e loro eventuali accompagnatori. A piazza Colonna, invece, fino alle ore 19.00, si terranno spettacoli e dibattiti per grandi e bambini.

Il Fiabaday proseguirà nel mese di ottobre con eventi organizzati su tutto il territorio nazionale. fiabaday, barriere architettoniche(Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.fiaba.org).

Obiettivo è quello di diffondere la cultura delle pari opportunità, rendere la città davvero accessibile, consentire cioè a tutte le persone, disabili e non, di muoversi con qualità. Una fiaba, dunque, che si spera possa diventare presto realtà.

Fiabaday: 30 anni dalla legge 13/1989

«Questa continuità, ormai siamo alla 17esima edizione presso il Consiglio dei Ministri,  – ha detto ai nostri microfoni il presidente di Fiaba onlus Giuseppe Trieste – ci ha dato l’opportunità di lavorare affinché il tema delle barriere architettoniche venga preso nella giusta considerazione. Non è un problema di una categoria di persone (generalmente tutti pensano alle persone con disabilità, in carrozzina) ma della comunità tutta.

Di tutte le persone che si trovano in uno stato di «ridotta mobilità che può essere temporanea, per qualche giorno, fiabaday, barriere architettonichequalche mese, o causata semplicemente da quello sto facendo (trasportare un bambino nel passeggino per una mamma, salire su un autobus per una persona anziana, salire sul treno con bagagli ingombranti anche per i più giovani)».

Quest’anno l’evento si terrà in concomitanza dei 30 anni dall’emanazione della legge 13/1989 denominata “Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”. Cosa è cambiato da allora?

«In realtà non è cambiato molto perché allora, negli anno ’80/’90, si pensava che le barriere architettoniche fossero un problema per le persone con disabilità, per cui si è andato avanti sempre con questo pensiero: “Dobbiamo fare lo scivolo per persone disabili, dobbiamo abbattere le barriere architettoniche e mettere un montascale per le persone disabili”.

No. Non si mette un montascale, ma un’ascensore che dà pari opportunità a tutti di servirsene senza chiedere niente a nessuno. Se noi andiamo in una stazione della metropolitana e troviamo un montascale, tutti gli altri passeggeri vengono esclusi dal potersene servire e, quando serve, magari non c’è un addetto che possa metterlo in funzione».

 Fiabaday: La città che vorrei

Titolo di questa edizione è “La città che vorrei”. Qual è l’obiettivo?

«Stiamo lavorando sulla sensibilizzazione, (infatti il titolo non a caso è La città che vorrei),  che faccia capire che la comunità tutta è a ridotta mobilità in alcuni momenti della vita quotidiana. Pensiamo alle persone sorde e non vedenti, (non ci sono solo quelle riconosciute da una commissione medica, ma anche tante che hanno problemi di vista e di udito in genere. Più si va avanti con l’età, più si ha difficoltà ad ascoltare gli altri).

Le nostre città devono essere pensate, progettate, realizzate in funzione di quello che è la comunità quotidianamente, che è mutevole. Infatti noi proponiamo ai sindaci di iniziare un processo con una cabina di regia» fiabaday, anzianiin modo da coordinare le varie azioni di assessori ed esperti nei vari settori.

Quindi questo è l’obiettivo del Fiabaday: rendere «le nostre città  confortevoli».

«È utile a tutti quanti e dà pari opportunità, sia ai cittadini che ai turisti. Molti dei nostri alberghi ancora non rispondono al bisogno di tutti i clienti. Se c’è rispetto per gli altri, anche gli altri mi rispettano».

Fiabaday: le “barriere mentali”

Come abbattere le barriere mentali? 

«Da otto anni tutti gli studenti per gli istituti per geometri hanno un concorso per Universal Design, cioè per l’accessibilità a tutti. A inizio anno scolastico individuano una struttura che ha una difficoltà, studiano e stilano un progetto da consegnare ai Comuni che molte volte lo realizzano anche.

Così, gli studenti di nuove generazioni «sono già formati all’Universal Design e gli iscritti ad albi da decenni stanno cambiando la loro mentalità a forza di accompagnare gli allievi. È dalle scuole che dobbiamo partire, dalle elementari, medie e superiori».

Lo sport come l’educazione civica

Lo sport come veicolo per trasmettere messaggi quali il rispetto reciproco e il superamento delle barriere…

fiabaday, sport«La persona con disabilità è prima di tutto una persona e in quanto tale ha diritto a fare attività fisica perché è salute. Anzi, più le persone hanno difficoltà a livello fisico, più hanno necessità di fare attività sportiva per avere una qualità della vita migliore.

Poi lo sport è quasi un’educazione civica: è il senso del rispetto dell’altro, è lo stare assieme, è il divertirsi. L’importanza dello sport è vitale per l’essere umano». Così come lo è l’accessibilità stessa ai centri sportivi. «Non dobbiamo creare il centro sportivo per disabili ma tutti i centri devono essere accessibili a tutti i cittadini, ognuno nella propria diversità».

Ascolta l’intervista integrale al presidente di Fiaba Onlus, Giuseppe Trieste, nella puntata odierna di Radiopiù Sport: