US Acli, la decima edizione del torneo “San Giovanni Paolo II”
Sono aperte le iscrizioni alla decima edizione del torneo interparrocchiale di calcio a 5 “San Giovanni Paolo II” organizzato dall’US Acli Roma, in collaborazione con le Acli di Roma.
Il mese prossimo ci sarà la presentazione ufficiale. Il torneo dovrebbe iniziare con ogni probabilità a fine aprile per concludersi nella prima decade di luglio. In palio per chi raggiunge il primo posto la coppa classica riproduzione della Champions League. Un’altra, di uguali dimensioni, sarà assegnata alla parrocchia che otterrà il maggior punteggio di classifica fair play. Ne abbiamo parlato con Luca Serangeli, presidente provinciale dell’Unione Sportiva Acli Roma che ha ripercorso un po’ le tappe di questo, ormai, storico appuntamento.
Le tappe
“Abbiamo cominciato un po’ in sordina, con 20 parrocchie della Diocesi di Roma. Poi anno, dopo anno, il torneo ha preso più corpo arrivando a 40 iscrizioni. Abbiamo nel corso degli anni allargato inserendo delle Università come Roma Tre, la squadra degli Ercolini, (che sono ragazzi dei campi rom di Roma)”. Non solo. “Abbiamo provato anche un’esperienza di squadra integrata con i ragazzi disabili della Tevere Remo. Poi, negli 3/4 anni partecipano i ragazzi dello Sprar (Sistema di Protezione per richiedenti asilo e
A chi è aperto dunque il torneo? Quale fascia di età vi prende parte?
“È aperto ai giovani dai 17 anni in su. Diciamo fino a 40/45 anni. Abbiamo scelto questa fascia di età in un rapporto di collaborazione e ‘non belligeranza’ con il Centro Sportivo Italiano che, con l’Oratorio Cup, si occupa già della fascia giovanile”.
Obiettivo è quello di attirare proprio quella fascia di età che, una volta finite le attività in parrocchia (catechismo, oratorio, etc,) viene un po’ messa da parte. Da qui l’idea di andare anche oltre le parrocchie. “Dall’anno scorso abbiamo anche il patrocinio della Comunità Ebraica”.
L’integrazione
Quindi, a luce di ciò, quali obiettivi si pone il torneo San Giovanni Paolo II?
Sicuramente l’integrazione. “Partendo dalle parrocchie – racconta ancora Serangeli – siamo riusciti a mettere insieme altri ‘pezzi’: dai ragazzi disabili, ai rom, agli immigrati. Abbiamo anche una squadra dell’Isola Solidale dove vengono gestiti dei detenuti a fine pena”. Non solo, al torneo “ha partecipato anche la parrocchia ortodossa, composta da ragazzi romeni” .
L’altra peculiarità è la maglia con cui si scende in campo. Sul petto, “anziché il classico logo di qualche sponsor, c’è una frase dal Vangelo o di un Santo che la stessa parrocchia sceglie”.
E, a proposito di integrazione, sabato scorso si è svolta la sesta edizione di “Carnevale in…sieme” torneo di calciotto al quale hanno preso parte dieci squadre romane, ma soprattutto tanti ragazzi con disabilità. Come è andata?
“C’è stata una grande adesione. È stata una mattinata di festa. Non c’è stato un vincitore. Sono state consegnate 10 coppe tutte uguali. L’importante era far divertire i ragazzi. Tanto è che alcuni, ci raccontavano i genitori, non avevano dormito per l’ansia della ‘diversità’ di fare un torneo, lontano dalla loro routine quotidiana.”
Ascolta l’intervista integrale:
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