We run together. Dall’8 giugno l’asta sportiva di beneficenza promossa dal Papa

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We run together: la corsa con il cuore

Correre insieme, non con le gambe, ma con il cuore. Rispondere concretamente a un momento di difficoltà, isolamento e paura. È questo lo spirito di We run togher, l’asta sportiva di beneficenza che, attiva dall’8 giugno sulla piattaforma CharityStars.com., è volta a sostenere due ospedali che si sono particolarmente distinti nella gestione della pandemia da Covid-19: il Papa Giovanni XXIII di Bergamo e la Fondazione Poliambulanza di Brescia.

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La bici messa all’asta da Francesco. Foto Specialized Italia

Una “gara” online che, almeno, per ora, sostituirà l’importante incontro di  Castelporziano in cui campioni olimpici avrebbero dovuto correre al fianco di atleti paralimpici, sportivi con disabilità mentali, rifugiati, migranti e carcerati.

Sostenitore speciale dell’iniziativa organizzata da Athletica Vaticana, il gruppo sportivo Fiamme Gialle della Guardia di Finanza, il “Cortile dei Gentili” e Fidal Lazio, lo stesso Papa Francesco che, per l’occasione, metterà all’asta la bicicletta Specialized personalizzata, donatagli dal campione del mondo Peter Sagan.

Ma non solo. In palio anche una maglia della Roma in edizione limitata e la fascia di capitano, entrambe autografate da Francesco Totti, il body da gara autografato di Filippo Tortu e allenamento e cena con l’atleta a Milano, il costume e la cuffia di Federica Pellegrini autografati, gli scarponi da gara autografati della campionessa di sci Sofia Goggia. E ancora, una visita per due persone alla base logistica di Luna Rossa a Cagliari e la maglia del team autografata da tutto l’equipaggio, una cena a Castellammare di Stabia in compagnia dei fratelli Abbagnale e la maglia che Alex Zanardi ha indossato alle Olimpiadi di Rio nel 2016.

We run together: all’asta anche una cena a casa di Valerio Aspromonte

Metteranno all’asta una cena per due nella loro casa anche i campioni di scherma Carolina Erba e Valerio Aspromonte. «We run together è un progetto molto ambizioso. Obiettivo è quello di aiutare questi ospedali che in questi momenti si sono trovati in enormi difficoltà» racconta ai nostri microfoni l’atleta delle Fiamme Gialle, Medaglia d’oro nel torneo di fioretto a squadre ai giochi olimpici di Londra nel 2012. «Il generale Vincenzo Parrinello ha voluto che tutti noi atleti, chi più chi meno, come voleva e poteva, contribuisse in qualche modo.

Io ho gentilmente offerto una cena a casa mia, con la mia famiglia, mia moglie e mio figlio. Penso che sia un bel gesto cercare di condividere un momento così conviviale, come una cena in casa, con delle persone sconosciute ma che stanno facendo un’opera di bene. E poi sono un ottimo cuoco».


Valerio, non è la prima volta che diciamo apri le porte della tua casa. Già durante il lockdown hai proposto degli esercizi fisici dal tono ironico e leggero…

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Valerio Aspromonte – Foto Fiamme Gialle

«Siamo stati costretti a rimanere a casa. L’aspetto psicologico non era dei migliori quindi mi è stata piacevolmente offerta la possibilità di creare un video con degli esercizi, molto semplici ma che facessero tenere in movimento, produrre endorfine, far fare anche due risate.

È un’occasione che ho colto al volo. Io sono dell’idea che se tutti quanti noi atleti, vip, personaggi dello mondo delle spettacolo in generale, contribuissimo allo star bene delle persone potremmo davvero fare qualcosa di buono».

Ed è un po’ il messaggio che ha lanciato lo stesso Papa Francesco promuovendo We run together ricordando come lo sport sia un ponte di pace, di solidarietà, di inclusione..

«Io credo che il Papa abbia colpito nel segno. Penso che lo sport sia davvero un elemento importantissimo per cercare di creare unione tra i popoli, le persone, i bambini, socializzazione. È importante non solo dal punto di vista fisico ma mentale, psicologico. Educa i bambini alle regole, allo spirito di sacrificio, al rispetto dell’avversario, dell’arbitro. Sono cose che noi sportivi ci portiamo sempre dietro nella nostra vita.

Pensiamo ai cinque cerchi, al simbolo delle olimpiadi: i cinque continenti uniti nell’unico scopo di festeggiare insieme un evento importante e parlare una lingua comune a tutti. Pensiamo alle olimpiadi antiche: venivano fatte venivano annullate tutte le guerre per festeggiare e fare un dono agli dei.

È normale che ci siano tifoserie, sfottò tra una tribuna ed un’altra, tra una nazione e un’altra. Quello fa parte del gioco. Ma la cosa più importante è quella di unire più persone dentro lo stesso stadio, dentro la stessa pedana, dentro lo stesso palazzetto, condividere dei momenti di felicità e di gioia. Questo è il messaggio che dovrebbe essere sempre attaccato alla parola sport».

We run together – Il messaggio di Papa Francesco