19 Dicembre 2025

Al Museo Lateranense saluta i partecipanti alla Giornata delle Arti dal titolo “La via della bellezza”

Al Museo Lateranense saluta i partecipanti alla Giornata delle Arti dal titolo “La via della bellezza”.

“Una donna forte chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore” (Pr 31,10) – Percorso per ragazze sul carisma-vocazione della femminilità in collaborazione con le monache agostiniane e con la dott.ssa Lugli, referente diocesana e coordinatrice regionale del Lazio per la tutela dei minori – Monastero dei SS. Quattro Coronati -Uff. Vocazioni

“Una donna forte chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore” (Pr 31,10) – Percorso per ragazze sul carisma-vocazione della femminilità in collaborazione con le monache agostiniane e con la dott.ssa Lugli, referente diocesana e coordinatrice regionale del Lazio per la tutela dei minori – Monastero dei SS. Quattro Coronati – Uff. Vocazioni

A San Giovanni in Laterano cinque incontri su “Pinocchio”

 

«C’era una volta… “Un re!” diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno». Comincia così “Le avventure di Pinocchio”, celebre romanzo di Carlo Collodi, scritto alla fine dell’Ottocento e diventato famoso in tutto il mondo. Alla storia del burattino sarà dedicato il percorso quaresimale “Le avventure di Pinocchio. Ovvero il dramma della libertà”, di Franco Nembrini: cinque mercoledì, dal 21 febbraio al 20 marzo, dalle 19 alle 20.30, nella basilica di San Giovanni in Laterano. Ogni incontro sarà aperto da una introduzione di don Fabio Rosini, direttore dell’Ufficio per le vocazioni della diocesi di Roma; seguirà la riflessione di Nembrini, professore e saggista, mentre le conclusioni saranno affidate al cardinale vicario Angelo De Donatis. L’organista Andrea Coen suonerà alcuni brani di accompagnamento.

Dopo “I Promessi Sposi” e le poesie di Leopardi, Nembrini torna dunque a proporre un classico della letteratura italiana. Ma qual è il legame di Pinocchio con la Quaresima? «L’ateo Collodi ha raccontato una fiaba che riprende la storia dell’umanità e di ciascuno di noi – spiega – rileggendola alla luce della tradizione cristiana. Si parte con una creazione da parte di un falegname di nome Geppetto, che sta per “Giuseppetto”, cioè Giuseppe… come un falegname di nome Giuseppe era il padre di Gesù. Il cammino di Pinocchio è il faticoso cammino dell’uomo che cerca di tornare alla casa del padre attraverso il deserto, delle prove, degli errori. Per questo Pinocchio racconta anche la Quaresima». Il professore conosce molto bene il romanzo di Collodi: per San Paolo Edizioni è uscito anche un suo commento al testo, capitolo per capitolo, con le illustrazioni di Gabriele Dell’Otto, che ha disegnato anche la locandina dell’iniziativa della diocesi di Roma. «Sono colpito sempre da una cosa – aggiunge Nembrini –, dal fatto che Collodi avesse interrotto la scrittura del suo romanzo al capitolo 15 con la morte di Pinocchio ma che poi, su insistenza dell’editore, abbia proseguito la storia. Storia che, in sintesi, ha una creazione all’inizio, una morte e resurrezione al centro e una trasformazione finale che avviene nell’abbraccio de Padre. È la storia della salvezza intera. Mi commuove che l’ateo Collodi, nemico della Chiesa, ha in realtà scritto la più grande apologia del cristianesimo nella letteratura per l’infanzia». Si tratta di «una fiaba, non una riflessione, ma è un racconto pieno di immagini fantasiossime, la cui morale è immediatamente percepibile. Una lettura leggera e profondissima allo stesso tempo».

La prima serata, quella di mercoledì prossimo, avrà per tema “Un burattino meraviglioso” e sarà dedicata alla presentazione dell’opera e alla lettura del capitolo 1, con riflessioni sulla posizione da avere di fronte alla vita e la proposta di un cammino per ritrovare se stessi. I capitoli dal 2 al 4, sulla fedeltà del Padre, la ribellione dell’uomo, il rifiuto e la fuga da casa, saranno invece al centro della serata del 28 febbraio, intitolata “Ormai è tardi”. Si proseguirà il 6 marzo con “Le trappole lungo il cammino”, con racconto dei famosi episodi del Gatto e la Volpe, il campo dei miracoli, l’osteria del gambero rosso, il Paese dei Balocchi, con a tema l’uomo che, alla ricerca di se stesso, cade e si confonde. Il 13 marzo sarà la volta de “Il mistero del male”, sull’uomo ridotto a bestia, degradato e per contrasto la fedeltà di Dio che lo riprende attraverso la Fata turchina, cioè la Chiesa. Ultimo appuntamento, infine, il 20 marzo, con “figli dei propri figli”: al centro ci sarà il ribaltamento dei ruoli che nessuno si aspetta e conosce: il figlio diventa padre, Pinocchio salva Geppetto dalla pancia del Pescecane e diventa un bambino vero.

La partecipazione agli incontri è libera e gratuita, e consentita fino ad esaurimento dei posti disponibili, dopo essersi sottoposti ai consueti controlli di sicurezza. Gli incontri saranno trasmessi in diretta su Telepace (canale 75) e sul canale YouTube della diocesi di Roma (@diocesidiromaofficial).

 

15 febbraio 2024

“(Dis)uguaglianze”: la sintesi della lettera alla città del cardinale De Donatis

«Ha la Chiesa qualcosa da dire alla società di oggi? Ha da dire che il mondo attuale è inaccettabile, e che l’uomo ha la vocazione di trasformarlo e di ordinare l’orientamento del suo divenire personale e collettivo».

Così si espresse il 25 ottobre 1973 il Vicario di Roma dell’epoca, il Cardinal Ugo Poletti, nella conferenza stampa che aprì il percorso che condusse alla celebrazione del Convegno “La responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di carità e giustizia nella città di Roma” che si svolse dal 12 al 15 febbraio 1974.
Di quel Convegno, che ha rappresentato una pagina fondamentale nella crescita della nostra Diocesi, sentiamo necessario fare memoria in occasione del 50° della sua celebrazione, con un evento che si terrà il 19 febbraio p.v. nella Sala della Conciliazione in Vicariato.

Ma quella domanda – nonostante i decenni trascorsi – la Chiesa di Roma continua ad avvertirla come propria ed essenziale per tutte le persone che vivono nella nostra città e che amiamo considerare come sorelle e fratelli. Al loro fianco sentiamo di essere chiamati a trasformare la realtà che ci circonda e che ci continua ad apparire inaccettabile.

Tra il Cammino Sinodale e la preparazione dell’Anno Santo 2025 quella domanda può essere l’opportuno interrogativo che accompagni un confronto capace di coinvolgere tutta la Città nel ripensare il ruolo, la vocazione e le prospettive di Roma.

È un richiamo alla responsabilità dei cristiani ma, come quei giorni del 1974, vogliamo rivolgerci anche ai cittadini, alle associazioni e alle istituzioni che formano la comunità urbana di Roma, ponendoci, anzitutto, nuovamente in loro ascolto.

La consapevolezza di fondo è che piuttosto di una commemorazione, ci si presenti oggi l’occasione per guardare al presente e al futuro di Roma con il contributo di tutti. «Roma avrà un futuro, se condivideremo la visione di città fraterna, inclusiva, aperta al mondo» ci ha ricordato papa Francesco, nel messaggio per le celebrazioni dei 150 anni di Roma Capitale.

La Roma di oggi è molto cambiata. Le attese di carità e giustizia sono in parte le medesime e in parte nuove, ma tutte in attesa di risposta. È oggi una città con, all’incirca, la stessa popolazione di cinquant’anni fa ma diversa è la sua composizione: l’età media supera i 46 anni diminuendo man mano che ci si allontana dal centro. Le famiglie monocomponente sono il 46%; nel centro storico sfiorano il 60%. L’incidenza della popolazione straniera, che arriva al 14%, è quasi il doppio della media nazionale.
Roma partecipa, seppur in forma relativamente attenuata, dell’inverno demografico italiano: popolazione stabile, invecchiamento, diradamento dei legami famigliari. Vive invece in modo più accentuato i fenomeni migratori.

L’ultimo Rapporto povertà della Caritas romana – “Le Città Parallele” (2023), permette di dare uno sguardo aggiornato che va oltre i valori medi per cogliere le differenze e pesare le diseguaglianze sul piano dell’accessibilità ai servizi; della distribuzione della ricchezza; delle opportunità di cura e di assistenza. Disuguaglianze che finiscono per assumere tre dimensioni caratteristiche: territoriale, con i Municipi del centro che si differenziano dalle periferie; generazionale, con le classi più anziane che percepiscono quote di reddito maggiori; di nazionalità, con i cittadini stranieri che presentano redditi di molto inferiori.

Dentro questo quadro squilibrato sono presenti attese che diventano a volte vere e proprie “grida di dolore”. Prendiamo quattro ambiti centrali che rappresentano ora come nel 1974 essenziali “beni” della vita sui quali si fonda la dignità delle persone e l’effettività dei loro diritti di cittadinanza: lavoro, casa, salute, scuola. E tutti questi ambiti sono attraversati dal un grido silenzioso della solitudine.
“I poveri hanno bisogno più di persone che di cose”. È una frase di Mons. Luigi Di Liegro un protagonista del Convegno del 1974.
La Roma odierna vede l’allentarsi e sovente lo spezzarsi del tessuto delle relazioni famigliari e sociali. La solitudine diventa così un perfido moltiplicatore del dolore per chi si trova in condizioni di fragilità economica, di debolezza educativa, di disagio mentale.

Ricordare il Convegno e riproporne l’approccio è un’occasione per la comunità cristiana di riconsiderare e rinnovare la propria vocazione alla carità. Ma è anche un’offerta di collaborazione e un richiamo alla corresponsabilità rivolto all’insieme della comunità urbana. Roma condivide con tutte le grandi città un ruolo ambivalente. Esse sono i luoghi dove si concentrano le risorse finanziarie, le competenze, le imprese, il lavoro. Ma sono anche gli spazi dove sono più forti diseguaglianze e marginalità, tensioni e conflitti. Accanto ad essi ci sono però nella Città – ed ecco i motivi di speranza – tanti segni di energia positiva, di solidarietà, di ben operare nelle dimensioni pubbliche, private e sociali, dalle quali poter partire per riconciliare, per ricostruire e per riparare, laddove vi sono ferite aperte e contraddizioni e disuguaglianze non più accettabili.

Andare oltre il ricordo significa oggi coltivare la speranza, impegnarsi tutti per far diventare Roma “città della speranza”, come Papa Francesco ci invitava a prepararla a diventare, il 31 dicembre scorso nella preghiera del Te Deum di ringraziamento per l’anno trascorso. La Chiesa di Roma chiama i suoi figli, tutti, vicini e lontani, perché possano ritrovarsi e dialogare, per il bene di tutti e particolarmente dei più poveri, per ritrovare insieme quella speranza e lavorare per quella città che non c’è ancora ma che possiamo e dobbiamo costruire insieme.

Angelo card. De Donatis
vicario generale di Sua Santità
per la diocesi di Roma

Ritiro spirituale per gli operatori della carità (Caritas)

Ritiro spirituale per gli operatori della carità (Caritas)

“Sii forte e mostrati uomo” (1Re 2,2) – Percorso per giovani ragazzi sul carisma/vocazione della virilità – Seminario Romano Maggiore sala Tiberiade – Uff. Vocazioni

“Sii forte e mostrati uomo” (1Re 2,2) – Percorso per giovani ragazzi sul carisma/vocazione della virilità – Seminario Romano Maggiore sala Tiberiade – Uff. Vocazioni

“(Dis)uguaglianze”: la diocesi di Roma in ascolto della città a 50 anni dai “Mali di Roma”

«Ha la Chiesa di Roma qualcosa da dire alla società di oggi? Ha da dire che il mondo attuale è inaccettabile, e che l’uomo ha la sua vocazione di trasformarlo e di ordinare l’orientamento del suo divenire personale e collettivo». Così si espresse nel 1973 l’allora cardinale vicario Ugo Poletti, nella conferenza stampa di apertura del percorso che condusse poi al convegno “La responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di carità e giustizia nella città di Roma”, meglio noto come convegno sui “Mali di Roma”, dal 12 al 15 febbraio 1974. Cinquant’anni dopo, per fare memoria dell’evento e continuare a interpellare la città, la diocesi di Roma organizza il convegno “(Dis)uguaglianze”, in programma il 19 febbraio nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Apostolico Lateranense alle ore 16.

L’evento sarà aperto dai saluti del cardinale vicario Angelo De Donatis, del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e del sindaco di Roma Roberto Gualtieri; seguiranno gli interventi di don Federico Corrubolo, docente di Storia moderna e contemporanea all’Istituto Ecclesia Mater; Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio; Giuseppe De Rita, sociologo e fondatore del Censis; Luigina Di Liegro, segretario generale della Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro; Pierciro Galeone, vicepresidente della Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro; Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma. Il convegno è a ingresso libero e gratuito, fino a esaurimento posti. Verrà inoltre trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube della diocesi di Roma.

È in programma anche una conferenza stampa di presentazione dell’appuntamento, che si terrà venerdì 16 febbraio nella Sala degli Imperatori del Palazzo Apostolico Lateranense alle ore 12.15. Moderati da padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali della diocesi, interverranno il vescovo Baldo Reina, vicegerente della diocesi di Roma; monsignor Giuseppe Lorizio, teologo e direttore dell’Ufficio per la Cultura della diocesi di Roma; Luigina Di Liegro; Augusto D’Angelo, professore di Storia contemporanea a La Sapienza Università di Roma; Giustino Trincia. Durante la conferenza verrà diffusa una lettera alla città, che sia “sale e lievito” in vista del convegno del 19 febbraio e di altri quattro appuntamenti, che nei prossimi mesi – da marzo a giugno – si svolgeranno in diversi luoghi della Capitale su temi specifici: scuola, salute, lavoro, casa.

Il cardinale De Donatis afferma: «Ricordare il Convegno e riproporne l’approccio è un’occasione per la comunità cristiana di riconsiderare e rinnovare la propria vocazione alla carità. Ma è anche un’offerta di collaborazione e un richiamo alla corresponsabilità rivolto all’insieme della comunità urbana. Roma condivide con tutte le altre grandi città un ruolo ambivalente. Esse sono i luoghi dove si concentrano le risorse finanziarie, le competenze, le imprese, il lavoro. Ma sono anche gli spazi dove sono più forti diseguaglianze e marginalità, tensioni e conflitti sociali. Le diseguaglianze sono i mali del nostro tempo».

 

10 febbraio 2024

Consulta Giustizia Sociale – Ufficio in Vicariato – (Uff. past. sociale)

Consulta Giustizia Sociale – Ufficio in Vicariato – (Uff. past. sociale)

In Vicariato presiede la Commissione “De Promovendis ad Ordines” dei prossimi candidati presbiteri della Diocesi

In Vicariato presiede la Commissione “De Promovendis ad Ordines” dei prossimi candidati presbiteri della Diocesi.

Nella Basilica di San Giovanni in Laterano presiede la Liturgia Penitenziale del Clero in occasione dell’inizio della Quaresima

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Nella Basilica di San Paolo fuori le Mura presiede la Messa con l’imposizione delle ceneri insieme alla Comunità del Movimento di Comunione e Liberazione di Roma

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