30 Maggio 2025

Incontri su Leopardi: i testi della prima serata

“Pensiero LXVIII” e “Al Conte Carlo Pepoli”: sono questi i due testi che verranno letti e approfonditi durante la prima serata del ciclo “Ed io che sono?”, a cura di Franco Nembrini, professore e saggista, dedicato a Giacomo Leopardi e alle sue opere. Il primo appuntamento è in programma per mercoledì primo marzo, dalle 19 nella basilica di San Giovanni in Laterano.

Il “Pensiero LXVIII” fa parte della raccolta dei “Pensieri” ed è incentrato sulla noia, definito dal poeta di Recanati «il più sublime dei sentimenti umani». La poesia “Al Conte Carlo Pepoli” fu composta da Leopardi in occasione del compleanno dell’amico, poeta anche lui.

Pensiero LXVIII
La noia è in qualche modo il più sublime dei sentimenti umani. Non che io creda che dall’esame di tale sentimento nascano quelle conseguenze che molti filosofi hanno stimato di raccòrne, ma nondimeno il non poter essere soddisfatto da alcuna cosa terrena, né, per dir così, dalla terra intera; considerare l’ampiezza inestimabile dello spazio, il numero e la mole maravigliosa dei mondi, e trovare che tutto è poco e piccino alla capacità dell’animo proprio; immaginarsi il numero dei mondi infinito, e l’universo infinito, e sentire che l’animo e il desiderio nostro sarebbe ancora più grande che siì fatto universo; e sempre accusare le cose d’insufficienza e di nullità, e patire mancamento e vòto, e però noia, pare a me il maggior segno di grandezza e di nobiltà, che si vegga della natura umana. Perciò la noia è poco nota agli uomini di nessun momento, e pochissimo o nulla agli altri animali.

Al Conte Carlo Pepoli
Questo affannoso e travagliato sonno
Che noi vita nomiam, come sopporti,
Pepoli mio? di che speranze il core
Vai sostentando? in che pensieri, in quanto
O gioconde o moleste opre dispensi
L’ozio che ti lasciàr gli avi remoti,
Grave retaggio e faticoso? E’ tutta,
In ogni umano stato, ozio la vita,
Se quell’oprar, quel procurar che a degno
Obbietto non intende, o che all’intento
Giunger mai non potria, ben si conviene
Ozioso nomar. La schiera industre
Cui franger glebe o curar piante e greggi
Vede l’alba tranquilla e vede il vespro,
Se oziosa dirai, da che sua vita
E’ per campar la vita, e per se sola
La vita all’uom non ha pregio nessuno,
Dritto e vero dirai. Le notti e i giorni
Tragge in ozio il nocchiero; ozio il perenne
Sudar nelle officine, ozio le vegghie
Son de’ guerrieri e il perigliar nell’armi;
E il mercatante avaro in ozio vive:
Che non a se, non ad altrui, la bella
Felicità, cui solo agogna e cerca
La natura mortal, veruno acquista
Per cura o per sudor, vegghia o periglio.
Pure all’aspro desire onde i mortali
Già sempre infin dal dì che il mondo nacque
D’esser beati sospiraro indarno,
Di medicina in loco apparecchiate
Nella vita infelice avea natura
Necessità diverse, a cui non senza
Opra e pensier si provvedesse, e pieno,
Poi che lieto non può, corresse il giorno
All’umana famiglia; onde agitato
E confuso il desio, men loco avesse
Al travagliarne il cor. Così de’ bruti
La progenie infinita, a cui pur solo,
Nè men vano che a noi, vive nel petto
Desio d’esser beati; a quello intenta
Che a lor vita è mestier, di noi men tristo
Condur si scopre e men gravoso il tempo,
Nè la lentezza accagionar dell’ore.
Ma noi, che il viver nostro all’altrui mano
Provveder commettiamo, una più grave
Necessità, cui provveder non puote
Altri che noi, già senza tedio e pena
Non adempiam: necessitate, io dico,
Di consumar la vita: improba, invitta
Necessità, cui non tesoro accolto,
Non di greggi dovizia, o pingui campi,
Non aula puote e non purpureo manto
Sottrar l’umana prole. Or s’altri, a sdegno
I vóti anni prendendo, e la superna
Luce odiando, l’omicida mano,
I tardi fati a prevenir condotto,
In se stesso non torce; al duro morso
Della brama insanabile che invano
Felicità richiede, esso da tutti
Lati cercando, mille inefficaci
Medicine procaccia, onde quell’una
Cui natura apprestò, mal si compensa.
Lui delle vesti e delle chiome il culto
E degli atti e dei passi, e i vani studi
Di cocchi e di cavalli, e le frequenti
Sale, e le piazze romorose, e gli orti,
Lui giochi e cene e invidiate danze
Tengon la notte e il giorno; a lui dal labbro
Mai non si parte il riso; ahi, ma nel petto,
Nell’imo petto, grave, salda, immota
Come colonna adamantina, siede
Noia immortale, incontro a cui non puote
Vigor di giovanezza, e non la crolla
Dolce parola di rosato labbro,
E non lo sguardo tenero, tremante,
Di due nere pupille, il caro sguardo,
La più degna del ciel cosa mortale.

Altri, quasi a fuggir volto la trista
Umana sorte, in cangiar terre e climi
L’età spendendo, e mari e poggi errando,
Tutto l’orbe trascorre, ogni confine
Degli spazi che all’uom negl’infiniti
Campi del tutto la natura aperse,
Peregrinando aggiunge. Ahi ahi, s’asside
Su l’alte prue la negra cura, e sotto
Ogni clima, ogni ciel, si chiama indarno
Felicità, vive tristezza e regna.

Havvi chi le crudeli opre di marte
Si elegge a passar l’ore, e nel fraterno
Sangue la man tinge per ozio; ed havvi
Chi d’altrui danni si conforta, e pensa
Con far misero altrui far se men tristo,
Sì che nocendo usar procaccia il tempo.
E chi virtute o sapienza ed arti
Perseguitando; e chi la propria gente
Conculcando e l’estrane, o di remoti
Lidi turbando la quiete antica
Col mercatar, con l’armi, e con le frodi,
La destinata sua vita consuma.

Te più mite desio, cura più dolce
Regge nel fior di gioventù, nel bello
April degli anni, altrui giocondo e primo
Dono del ciel, ma grave, amaro, infesto
A chi patria non ha. Te punge e move
Studio de’ carmi e di ritrar parlando
Il bel che raro e scarso e fuggitivo
Appar nel mondo, e quel che più benigna
Di natura e del ciel, fecondamente
A noi la vaga fantasia produce
E il nostro proprio error. Ben mille volte
Fortunato colui che la caduca
Virtù del caro immaginar non perde
Per volger d’anni; a cui serbare eterna
La gioventù del cor diedero i fati;
Che nella ferma e nella stanca etade,
Così come solea nell’età verde,
In suo chiuso pensier natura abbella,
Morte, deserto avviva. A te conceda
Tanta ventura il ciel; ti faccia un tempo
La favilla che il petto oggi ti scalda,
Di poesia canuto amante. Io tutti
Della prima stagione i dolci inganni
Mancar già sento, e dileguar dagli occhi
Le dilettose immagini, che tanto
Amai, che sempre infino all’ora estrema
Mi fieno, a ricordar, bramate e piante.
Or quando al tutto irrigidito e freddo
Questo petto sarà, nè degli aprichi
Campi il sereno e solitario riso,
Nè degli augelli mattutini il canto
Di primavera, nè per colli e piagge
Sotto limpido ciel tacita luna
Commoverammi il cor; quando mi fia
Ogni beltate o di natura o d’arte,
Fatta inanime e muta; ogni alto senso,
Ogni tenero affetto, ignoto e strano;
Del mio solo conforto allor mendico,
Altri studi men dolci, in ch’io riponga
L’ingrato avanzò della ferrea vita,
Eleggerò. L’acerbo vero, i ciechi
Destini investigar delle mortali
E dell’eterne cose; a che prodotta,
A che d’affanni e di miserie carca
L’umana stirpe; a quale ultimo intento
Lei spinga il fato e la natura; a cui
Tanto nostro dolor diletti o giovi:
Con quali ordini e leggi a che si volva
Questo arcano universo; il qual di lode
Colmano i saggi, io d’ammirar sono pago.

In questo specolar gli ozi traendo
Verrò: che conosciuto, ancor che tristo,
Ha suoi diletti il vero. E se del vero
Ragionando talor, fieno alle genti
O mal grati i miei detti o non intesi,
Non mi dorrò, che già del tutto il vago
Desio di gloria antico in me fia spento:
Vana Diva non pur, ma di fortuna
E del fato e d’amor, Diva più cieca.

1 marzo 2023
TestiLeopardi

Incontri on line di formazione con la Caritas diocesana

Tre appuntamenti on line per le parrocchie promossi dalla Caritas diocesana di Roma, per approfondire tematiche quali “La carità al centro della vita ecclesiale per abitare con il cuore la città”, “La Caritas parrocchiale e la sua missione”, “La testimonianza della Caritas nelle parrocchie della Chiesa di Roma”. A parlarne saranno rispettivamente il vescovo ausiliare Gianpiero Palmieri, delegato diocesano per la carità; don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, e monsignor Enrico Feroci, già direttore della Caritas di Roma, in tre video incontri disponibili sul sito della Caritas romana.

«È un percorso – spiegano dalla Caritas – che si colloca in un tempo particolare, doloroso eppure propizio, in cui con la sollecitudine che ci deriva dall’emergenza – ascoltiamo il grido della città e ci attiviamo per darle segni di speranza – siamo chiamati ad alzare lo sguardo e immaginare una Caritas che con occhi nuovi guardi al futuro della Chiesa di Roma, come ci ha chiesto papa Francesco».

11 maggio 2020

Incontri formativi per la confraternite: si comincia con la carità

«Da sempre molte confraternite si sono occupate della dimensione caritatevole e ci sembrava quindi giusto cominciare da questo aspetto». Padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, annuncia così il primo di una serie di incontri di formazione dedicati alle confraternite, aperti anche a chi non ne fa strettamente parte ma è interessato a conoscerle meglio: si terrà il 5 dicembre alle ore 19 e sarà dedicato a “Confraternite e carità”; interverrà il vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per la Carità.

«Il percorso formativo proseguirà con altri due appuntamenti; tutti e tre si terranno on line per permettere – spiega ancora il direttore dell’Ufficio diocesano – una migliore fruizione dell’incontro, che si potrà anche seguire in differita, scaricando la registrazione». Dopo quello del 5, dunque, è sono in programma un approfondimento su “Confraternite e nuova evangelizzazione”, lunedì 6 febbraio con monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio cultura e università del Vicariato; e uno su “Confraternite e devozione popolare”, lunedì 6 marzo con il vescovo Baldo Reina, ausiliare della diocesi per il settore Ovest. A concludere l’itinerario sarà un ulteriore incontro, il 27 maggio 2023 nella basilica di San Giovanni in Laterano. Sempre nella cattedrale di Roma era partito il percorso delle confraternite in quest’anno pastorale, con la Messa di sabato 12 novembre dedicata a vescovi, presbiteri e diaconi della diocesi deceduti durante l’anno.

30 novembre 2022

Incontri formativi a San Martino I Papa

Parrocchia San Martino I Papa

Esodo
un cammino dalla liberazione alla libertà

Incontri formativi sul secondo libro del Pentateuco tenuti dal Parroco:
il biblista DON ANTONIO POMPILI

• Sab 26 gennaio
• Sab 23 febbraio
• Sab 30 marzo

Nel salone parrocchiale dalle 17 alle 19 con pausa caffé

“Anche noi possiamo nuovamente lasciarci illuminare dal paradigma dell’Esodo, che racconta proprio come il Signore si sia scelto ed educato un popolo al quale unirsi, per farne lo strumento della sua presenza nel mondo”.
(Papa Francesco, Incontro con la Diocesi di Roma, Basilica di San Giovanni in Laterano, Lunedì 14 maggio 2018)

 Gli incontri sono aperti a tutti.

 È opportuno portare con sé la Bibbia.

Incontri ebraico-cristiani, appuntamento il 13 febbraio

Sarà la Sala Baldini di piazza Campitelli 9 a ospitare il prossimo appuntamento del ciclo di incontri “Comprendere il tempo alla luce della Bibbia ebraica”, promossi dalla Comunità ebraica di Roma e dalla diocesi di Roma. Il 13 febbraio, dalle 18 alle 19.15, rifletteranno sul tema “I poveri amati da Dio” rav Benedetto Carucci Viterbi e monsignor Ambrogio Spreafico.

6 febbraio 2022

Incontri di settore di mattina (presbiteri e diaconi)

Incontri di settore di mattina (presbiteri e diaconi)

Incontri di settore di mattina (presbiteri e diaconi)

Incontri di settore di mattina (presbiteri e diaconi)

Incontri di settore al mattino (presbiteri e diaconi)

Incontri di settore al mattino (presbiteri e diaconi)

Incontri di formazione sulla riforma per le cause di nullità matrimoniale

Dopo l’esperienza dello scorso anno accolta favorevolmente, il Tribunale di Prima Istanza e il Tribunale di Appello del Vicariato di Roma, in collaborazione con il Coetus Advocatorum, propongono un nuovo ciclo di incontri di formazione sul tema: “Le regole procedurali per le cause di nullità matrimoniale: linee guida per un’azione pastorale nel solco della giustizia”.

Gli incontri avranno luogo presso la Sala degli Imperatori del Palazzo Apostolico Lateranense, il 17 gennaio, il 21 febbraio, il 21 marzo e l’11 aprile, alle ore 15.00.

3 aprile 2018

Incontri di formazione per le Religiose che operano nella Pastorale Sanitaria – ore 15.30 Sala Conferenze Pontifico Seminario Romano – Uff. Sanità

Incontri di formazione per le Religiose che operano nella Pastorale Sanitaria – ore 15.30 Sala Conferenze Pontifico Seminario Romano – Uff. Sanità

Incontri di formazione per le Religiose che operano nella Pastorale Sanitaria – ore 15.30 Sala Conferenze Pontifico Seminario Romano – Uff. Sanità

Incontri di formazione per le Religiose che operano nella Pastorale Sanitaria – ore 15.30 Sala Conferenze Pontifico Seminario Romano – Uff. Sanità

Incontri di Formazione Per i Cappellani – ore 10.00 Sala Card. Poletti Palazzo del Vicariato – Uff. Sanità

Incontri di Formazione Per i Cappellani – ore 10.00 Sala Card. Poletti Palazzo del Vicariato (i cappellani parteciperanno anche agli incontri della propria prefettura territoriale) – Uff. Sanità

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