17 Dicembre 2025

Il rito della Consecratio virginum sabato 25 a San Giovanni in Laterano

Foto diocesidiroma/Gennari

Danielle Domo, Maria Grazia Borgese, Rita Tomasi, Susanna Valotto. Quattro donne diverse per età, esperienza, storia, ma con la stessa fede e lo stesso proposito: sabato 25 marzo, alle 11, saranno consacrate secondo il rito della Consecratio virginum. Entreranno cioè a far parte dell’Ordo Virginum della diocesi di Roma. La celebrazione si terrà nella basilica di San Giovanni in Laterano e sarà presieduta dal vescovo ausiliare Paolo Ricciardi, delegato diocesano per l’Ordo Virginum.

Il rito della consacrazione delle vergini è l’azione liturgica con cui la Chiesa celebra la decisione (il propositum) di una vergine cristiana di consacrare a Cristo la propria verginità e, invocando su di lei il dono dello Spirito, la dedica per sempre al servizio del Signore e a una diaconia di amore in favore della comunità ecclesiale, pur restando nel suo ordinario contesto di vita. La consecratio virginum si caratterizza come solenne rito nuziale, in virtù del quale, la vergine «diventa persona consacrata, immagine della Sposa di Cristo», come precisano i Praenotanda al Rito di consacrazione.

Il carisma e l’impegno specifico della vergine è quindi anzitutto e al di sopra di tutto quello di tendere alla perfezione della santità (LG 40) nella castità perfetta, con la caratteristica della sponsalità che consente a quante sono chiamate in questo cammino di vivere, nella fede, quella realtà misteriosa che è la risposta all’amore nuziale e fecondo del Signore Gesù per la sua Chiesa e di anticipare così, nella fede e in un regime di segni, la vocazione ultima dell’umanità intera: la partecipazione alle nozze dell’Agnello. Nel senso più alto, l’unico servizio è quello a Cristo Signore; il servizio è lode, contemplazione, offerta, dedizione, imitazione, identificazione. Esso poi si specifica nelle diverse diaconie, nei vari ministeri. In una cultura spesso troppo presa dal fare piuttosto che dall’essere, la vergine consacrata ha come primo, fondamentale “obbligo”, quello di testimoniare nella vita la donazione totale a Colui nel quale possiede tutto, perché ha scelto Lui solo al di sopra di tutto, e che dev’essere per lei la gioia, l’onore e l’unico volere (Preghiera di consacrazione).

«Partecipare a questo sacramentale della Chiesa – dice il vescovo Ricciardi – nella solennità dell’Annunciazione del Signore, in cui contempliamo il concepimento del Verbo, l’Incarnazione di Dio nella nostra umanità, è gettare lo sguardo nella storia dell’alleanza fedele tra Dio e il suo popolo. Una relazione che ha radici lontane e che vuole sbocciare in una confessione pubblica di amore da far risuonare in ogni angolo della terra e da far risplendere in una vita consacrata al servizio di Dio e dei fratelli»

22 marzo 2023

Alla Casa Domus Aurea partecipa all’incontro dei parroci di prima nomina organizzato dall’Ufficio per la formazione permanente del clero

Alla Casa Domus Aurea partecipa all’incontro dei parroci di prima nomina organizzato dall’Ufficio per la formazione permanente del clero.

Nella basilica di San Giovanni in Laterano presiede il quarto incontro quaresimale su delle letture scelte di Giacomo Leopardi

Nella basilica di San Giovanni in Laterano presiede il quarto incontro quaresimale su delle letture scelte di Giacomo Leopardi.

Quaresimali con Franco Nembrini, i testi della quarta serata

Scarica il testo

Il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia sarà al centro della riflessione del quarto appuntamento dei Quaresimali 2023 a San Giovanni in Laterano con Franco Nembrini. Introduce l’incontro don Fabio Rosini, conclude con una meditazione il cardinale vicario Angelo De Donatis. Diretta streaming sul nostro canale YouTube dalle ore 19 del 22 marzo.

 

Canto notturno di un pastore errante dell’Asia

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?

Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
L’ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e più e più s’affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch’arriva
Colà dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso,
Ov’ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
E’ la vita mortale.

Nasce l’uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolar dell’esser nato.
Poi che crescendo viene,
L’uno e l’altro il sostiene, e via pur sempre
Con atti e con parole
Studiasi fargli core,
E consolarlo dell’umano stato:
Altro ufficio più grato
Non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perchè dare al sole,
Perchè reggere in vita
Chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura,
Perchè da noi si dura?
Intatta luna, tale
E’ lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
E forse del mio dir poco ti cale.

Pur tu, solinga, eterna peregrina,
Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
Questo viver terreno,
Il patir nostro, il sospirar, che sia;
Che sia questo morir, questo supremo
Scolorar del sembiante,
E perir dalla terra, e venir meno
Ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
Il perchè delle cose, e vedi il frutto
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l’ardore, e che procacci
Il verno co’ suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
Che son celate al semplice pastore.
Spesso quand’io ti miro
Star così muta in sul deserto piano,
Che, in suo giro lontano, al ciel confina;
Ovver con la mia greggia
Seguirmi viaggiando a mano a mano;
E quando miro in cielo arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l’aria infinita, e quel profondo
Infinito Seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?
Così meco ragiono: e della stanza
Smisurata e superba,
E dell’innumerabile famiglia;
Poi di tanto adoprar, di tanti moti
D’ogni celeste, ogni terrena cosa,
Girando senza posa,
Per tornar sempre là donde son mosse;
Uso alcuno, alcun frutto
Indovinar non so. Ma tu per certo,
Giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
Che degli eterni giri,
Che dell’esser mio frale,
Qualche bene o contento
Avrà fors’altri; a me la vita è male.

O greggia mia che posi, oh te beata,
Che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perchè d’affanno
Quasi libera vai;
Ch’ogni stento, ogni danno,
Ogni estremo timor subito scordi;
Ma più perchè giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all’ombra, sovra l’erbe,
Tu se’ queta e contenta;
E gran parte dell’anno
Senza noia consumi in quello stato.
Ed io pur seggo sovra l’erbe, all’ombra,
E un fastidio m’ingombra
La mente, ed uno spron quasi mi punge
Sì che, sedendo, più che mai son lunge
Da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
E non ho fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda o quanto,
Non so già dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
O greggia mia, nè di ciò sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
Dimmi: perchè giacendo
A bell’agio, ozioso,
S’appaga ogni animale;
Me, s’io giaccio in riposo, il tedio assale?

Forse s’avess’io l’ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando all’altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
E’ funesto a chi nasce il dì natale.

 

Scarica il testo

Meditazione in occasione del quarto incontro quaresimale ’23

Un libro e un incontro sul “Carcer Tullianum”

Foto diocesidiroma/Gennari

Il Carcere Mamertino, o Carcer Tullianum, è la più antica struttura di detenzione di Roma e si trova nel Foro Romano, sotto la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami. Qui l’apostolo Pietro visse i suoi ultimi giorni, prima di essere martirizzato. Consiste in due piani sovrapposti, realizzati alle pendici meridionali del Campidoglio. Ne racconta la storia il nuovo volume di Alfonsina Russo e Patrizia Fortini, che sarà presentato martedì 28 marzo alle 11 nella chiesa di San Giuseppe dei Falegnami, su iniziativa dell’Opera Romana Pellegrinaggi e del Parco Archeologico del Colosseo.

Interessata da importanti lavori di restauro dopo il crollo di parte del solaio, la basilica del Foro torna dunque a ospitare importanti eventi culturali. Interverranno monsignor Remo Chiavarini, responsabile dell’Opera Romana Pellegrinaggi; Alfonsina Russo, direttore del Parco Archeologico del Colosseo; monsignor Pasquale Iacobone, presidente della Pontificia Commissione di archeologia sacra; Fulvio Cairoli Giuliani, accademico dei Lincei e professore emerito di Rilievo e analisi tecnica dei monumenti antichi all’Università La Sapienza; Andrea Augenti, professore di Archeologia medievale all’Università di Bologna. Concluderà Patrizia Fortini, archeologa già funzionaria del Parco archeologico del Colosseo.

Dopo la presentazione del volume, i partecipanti – prenotazione ingresso gratuito su https://www.eventbrite.it/ – potranno visitare l’oratorio, il museo e l’area archeologica. L’incontro sarà trasmesso in diretta Facebook su facebook.com/parcocolosseo.

Il giorno seguente, mercoledì 29 marzo, alle 19.30, la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami ospiterà invece l’incontro del ciclo “Il cammino di Pietro”, l’iniziativa voluta dal cardinale Angelo De Donatis, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, e dal cardinale Mauro Gambetti, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, per riscoprire le trappe dell’apostolo nell’Urbe.

21 marzo 2023

Incontro équipe diocesana – Vicariato di Roma (Sala 14 – secondo piano) (Uff. Past. Sanitaria)

Incontro équipe diocesana – Vicariato di Roma (Sala 14 – secondo piano) (Uff. Past. Sanitaria)

Il ritiro per gli insegnanti di religione

Sarà il santuario mariano del Divino Amore a ospitare, sabato 25 marzo, il pomeriggio di spiritualità e fraternità in preparazione alla Pasqua promosso dall’Ufficio per la pastorale scolastica e l’insegnamento della religione cattolica della diocesi di Roma. L’appuntamento inizierà alle ore 16.30 ed è pensato in particolare per i docenti di religione cattolica, ma sono invitati a partecipare anche mogli, mariti, amici, colleghi.

Dopo l’accoglienza, nell’auditorium del santuario, prenderà la parola il direttore dell’Ufficio Rosario Chiarazzo; quindi si terrà una liturgia penitenziale, con la riflessione di don Fabio Rosini, direttore dell’Ufficio per le vocazioni della diocesi, e poi spazio alle confessioni o al raccoglimento personale. Alle ore 19 ci sarà la celebrazione eucaristica e poi un momento più conviviale, di scambio di auguri per la Pasqua. «Come è ormai consuetudine – scrivono nell’invito – per il brindisi augurale cercheremo di condividere quanto ognuno di noi, Ufficio compreso, si sentirà di portare per questo momento di gioia».

Per partecipare, compilare il modulo on line: https://forms.gle/ULer8njW893XxyG78

20 marzo 2023

Partecipa al Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana

Partecipa al Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana

Nella parrocchia dei Santi Protomartiri Romani celebra la Messa in occasione della visita pastorale

Nella parrocchia dei Santi Protomartiri Romani celebra la Messa in occasione della visita pastorale.

Nella parrocchia di Santa Maria ai Monti celebra la Messa in occasione della benedizione della stele commemorativa del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta

Nella parrocchia di Santa Maria ai Monti celebra la Messa in occasione della benedizione della stele commemorativa del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta.

Corso di formazione permanente: La preghiera – Monastero dei Santi Quattro Coronati (Uff. Catechistico)

Corso di formazione permanente: La preghiera – Monastero dei Santi Quattro Coronati (Uff. Catechistico)

Articoli recenti