14 Maggio 2025

Tre nuove consacrate per l’Ordo Viduarum

Foto di Cristian Gennari

Sabato 8 gennaio alle ore 10.30 nella basilica di Santa Cecilia in Trastevere si consacreranno tre vedove nell’Ordo Viduarum; si tratta di Gloria Giglietti, Paoletta Olivi, Monica Pallotta. Presiederà la celebrazione il vescovo Guerino Di Tora, delegato diocesano per l’Ordo Viduarum. Sarà presenta alla celebrazione padre Agostino Montan, già vicario episcopale per la vita consacrata.

Con loro la famiglia dell’Ordo viduarum, istituito nella diocesi di Roma il 24 novembre 2013, con decreto dell’allora cardinale vicario Agostino Vallini, conta oggi 36 vedove tra consacrate e in formazione. LA coordinatrice dell’Ordo è Angela Trigiani.

5 gennaio 2022

Tre nuove consacrate per l’Ordo Viduarum

Tre vedove sono state consacrate, sabato 7 gennaio, nell’Ordo viduarum della diocesi di Roma, dopo aver espresso la propria volontà di perseverare nel proposito della castità perpetua, di essere unite a Cristo con solenne rito nuziale nel servizio alle famiglie e alla Chiesa e di vivere in spirito di povertà e di obbedienza a Gesù, custodendo l’umiltà, la pazienza, e la mitezza. Si tratta di Gelmina Faggiana, 84 anni, vedova di Fernando da due anni e mezzo, Renata Gabellini, 79 anni, vedova di Carmine da sei anni, e Palma Enrica Pietrini, 69 anni, vedova di Fabio da tre. Con loro sale a 31 il numero delle vedevo consacrate nell’Ordine diocesano.

La celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo Guerino Di Tora, delegato diocesano dell’Ordo viduarum, si è tenuta nell’abside della basilica di San Giovanni in Laterano. Istituito nella diocesi di Roma il 24 novembre 2013 dall’allora cardinale vicario Agostino Vallini, l’Ordo viduarum non è nuovo nella Chiesa. «È un carisma laicale già presente nelle prime comunità cristiane e riscoperto dopo il Concilio Vaticano II», ha spiegato il presule, evidenziando come «la fedeltà alla vita cristiana vissuta nel matrimonio con lo sposo del passato, oggi continua nella fedeltà a Dio all’interno della Chiesa, la quale vi dà il mandato di una ministerialità tutta femminile». Di Tora si è quindi soffermato sul senso di incertezza e di solitudine generato dalla vedovanza. «Chi ha vissuto tanti anni accanto a una persona, vivendo in simbiosi totale, sa quanto sia difficile ritrovarsi soli – ha affermato -, fa esperienza di precarietà e di incertezza». Le vedove consacrate, ha proseguito, consapevoli che la sicurezza dimora nel Signore, possono essere «testimonianza a chi non ha più speranza». Chi nella propria vita ha incontrato Cristo può infondere speranza a chi non sa guardare al proprio futuro, a chi è solo, a chi vive fallimenti matrimoniali o dissidi familiari.

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10 gennaio 2023

Tre desideri nelle linee pastorali diocesane: «Uscire, incontrarci e abbracciarci»

«Entrare in relazione» ancora più stretta con le persone, in particolare con «le famiglie, i giovani e i soggetti più fragili». E «ascoltare con un cuore contemplativo le loro storie di vita». Ma soprattutto sostenerle con strumenti concreti: per le famiglie, ad esempio, ci saranno sussidi di preghiera domestica mensili; ai giovani verranno offerti spazi di ascolto e condivisione, anche sui social; mentre per aiutare i poveri e gli ammalati l’invito è ad alimentare il Fondo Gesù Divino Lavoratore. Il cardinale vicario Angelo De Donatis, nella solennità di san Giovanni Battista, ha celebrato i Vespri eccezionalmente nel cortile del Palazzo Apostolico Lateranense, all’aperto; qui, davanti ai parroci prefetti e a un rappresentante laico per ciascuna delle parrocchie romane, ha tracciato gli orientamenti pastorali per il prossimo anno 2020-2021. «Dalla pandemia del coronavirus, questo impegno ne esce rafforzato e non indebolito – ha detto il porporato –. Abbiamo sperimentato, infatti, quanto sia diffusa tra la gente la nostalgia di relazioni autentiche e profonde. Per questo diventa ancora più chiaro che una riforma della vita della Chiesa diocesana e della sua azione evangelizzatrice debba puntare sulla relazione, direi in particolare sul “tu per tu”, mettendoci davvero in ascolto di ciò che le persone pensano, sentono e vivono, prendendoci cura di loro».

Gli orientamenti per il prossimo anno non possono, infatti, prescindere da quanto accaduto negli ultimi mesi: dalla pandemia al prolungato lockdown, alla crisi economica e sociale che ne è seguita. «Papa Francesco nell’omelia della Messa di Pentecoste – ha ricordato il cardinale De Donatis – ha detto: “Peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi”. Ci siamo già chiesti, in queste ultime settimane: cosa abbiamo vissuto? Cosa stiamo vivendo? Che cosa vuole dirci il Signore? Cercando di interpretare “i segni dei tempi”, vogliamo ora verificare a quali scelte il Signore ci vuole portare, perché lo Spirito ci ha donato di vivere un kairòs, un momento opportuno e favorevole, una nuova partenza, come avvenne per gli Israeliti e le loro famiglie nella notte della fuga dall’Egitto».

In questo periodo, ricorda ancora il cardinale vicario, sono cresciuti in noi soprattutto tre desideri: «quello di uscire, di incontrarci e di abbracciarci, di cui mi sembra importante tener conto». «Perché sono così forti questi tre desideri e così comuni a tutti? – si è chiesto il vicario – Perché siamo fatti ad immagine di Dio-Trinità. Proprio perché Dio è mistero di unità e comunione, nella diversità delle Persone, non possiamo essere felici se non nell’uscire da noi stessi, per relazionarci con gli altri, in un rapporto che è respiro di Vita e fecondità nell’Amore. Si tratta di vivere veramente “un’estasi”. Creati ad immagine e somiglianza di Dio, noi uomini non giungiamo a compimento, non ci realizziamo, se non in un movimento d’amore di uscita da noi stessi, per incontrare l’altro e vivere la comunione con lui. Siamo chiamati a vivere questo in famiglia, in parrocchia e nei nostri quartieri».

L’impegno è dunque innanzitutto sul territorio, grazie anche alla mediazione delle équipe pastorali. Verso le famiglie, verso i giovani, verso gli anziani e gli ammalati. «Bisogna creare una mentalità di condivisione che non metta in comune il superfluo, ma parte del necessario – ha detto ancora il cardinale –: la spesa condivisa, la decima dello stipendio, gli affitti solidali; chi non ha avuto il proprio reddito intaccato dalla crisi, pensi a chi ha perso tutto. Alimentiamo il Fondo Gesù Divino Lavoratore, che è lo strumento con cui vogliamo aiutare più famiglie possibili». Nell’attesa di incontrare a settembre Papa Francesco, che «aiuterà ad approfondire ed illuminare ulteriormente queste prospettive pastorali», il cardinale De Donatis suggerisce di «organizzare un ritiro personale o in piccoli gruppi durante l’estate». Esorta inoltre a leggere alcuni testi: alcuni brani di Evangelii Gaudium; la lettera di Papa Francesco indirizzata alle Pontificie Opere Missionarie del 21maggio 2020; il libro intervista del Papa con Gianni Valente “Senza di me non potete far nulla”, Libreria Editrice Vaticana – San Paolo.

 

Leggi l’intervento del cardinale vicario

Leggi il libretto completo con la proposta di ritiro per l’estate

 

24 giugno 2020

Tre corsi in partenza con l’Ufficio liturgico

Il corso di liturgia per la pastorale, quello per nuovi ministri straordinari della Comunione e il percorso formativo per le guide turistiche “Arte nelle chiese. Da Costantino al V secolo”: sono le tre proposte dell’Ufficio liturgico diocesano in partenza in questo mese di novembre 2019.

Le lezioni del primo partiranno l’8 novembre presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo (piazza dei Cavalieri di Malta, 5), ma sono disponibili anche in e-learnign sul sito dell’Ufficio liturgico. Le lezioni si terranno ogni giovedì dalle 19 alle 20.30. Le prime cinque lezioni sono facoltative per chi si iscrive al secondo o al terzo anno del corso. Per le iscrizioni, consultare il sito internet.

Il corso per nuovi ministri straordinari della Comunione inizierà invece il 10 novembre; per chi fosse interessato ma non potesse partecipare, si terrà anche un altro corso analogo al via il 13 febbraio. Quello di novembre, dicembre e gennaio si terrà il sabato dalle 16.30 alle 18, nella Sala Tiberiade del Seminario Romano Maggiore. Per partecipare è necessario presentare modulo di richiesta firmato dal parroco. Il mandato verrà rilasciato a seguito della frequenza integrale del corso.

“Arte nelle chiese. Da Costantino al V secolo” è invece un corso pensato per le guide turistiche e promosso con l’Ufficio per le aggregazioni laicali e le confraternite e del Servizio per la cultura e l’università, con il patrocinio dell’Ufficio liturgico. Le lezioni inizieranno il 13 novembre presso la chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini (piazza dell’Orto, 1), dalle 17.30 alle 20. Per l’iscrizione, scaricare il modulo dal sito internet delle Confraternite. Il primo giorno, dalle ore 16, ogni partecipante potrà consegnare il modulo e ultimare le pratiche di iscrizione.

Per tutti e tre i corsi è previsto un piccolo contributo spese.

29 ottobre 2018

Tre appuntamenti per la Pastorale universitaria

Un incontro di approfondimento culturale e due ritiri spirituali sono i prossimi appuntamenti che avranno luogo in diocesi, a cura dell’Ufficio per la pastorale universitaria. Il primo, in programma venerdì 1 dicembre alle ore 19.45 nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva, sarà dedicato al celebre pittore Vincent Van Gogh. L’incontro si inserisce nel ciclo “Ascoltando i maestri” e vedrà la partecipazione di monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio diocesano, e della storica dell’arte Francesca Villanti.

Il 3 e il 6 dicembre, inoltre, si terranno due ritiri di Avvento, pensati rispettivamente per i docenti e per gli studenti universitari. Il primo, domenica dalle 9.30 alle 12.30, con celebrazione della Messa domenicale, avrà luogo nel Convento di Trinità dei Monti (piazza della Trinità dei Monti, 3) e sarà guidato dall’arcivescovo Rino Fisichella. L’appuntamento riservato agli studenti, invece, è previsto per mercoledì 6 alle ore 19 presso la parrocchia di San Tommaso Moro (via dei Ramni, 40) e sarà guidato padre Maurizio Botta.

Per ulteriori informazioni: ufficioculturaeuniversita@diocesidiroma.it

27 novembre 2023

Trasfigurazione del Signore

Trasfigurazione del Signore.

Tra solidarietà e preghiera il Natale della Caritas

All’insegna della spiritualità e della solidarietà le iniziative promosse per il periodo delle feste dalla Caritas diocesana. Centrale sarà la Messa di venerdì 24 dicembre, alle 17, all’ostello “Don Luigi Di Liegro” alla Stazione Termini, che sarà presieduta dal vescovo ausiliare Benoni Ambarus. Nel rispetto delle misure sanitarie adottate per l’emergenza Covid-19, potranno accedere solo gli ospiti e gli accompagnatori della struttura in possesso di Super Green pass.

Durante le festività natalizie sarà inoltre attiva la campagna “La porta è sempre aperta” il cui ricavato sosterrà l’accoglienza dei senza dimora, oltre 9mila solo a Roma. Con un’offerta minima di 3 euro si potrà acquistare un panettoncino e dare così un aiuto concreto alle iniziative portate avanti dall’organismo diocesano.

Vicino non solo ai senza dimora, ma a tutti coloro che vivono ai margini, come i carcerati: nei penitenziari di Regina Coeli, Rebibbia e Casal del Marmo sono stati distribuiti 3.500 piccoli panettoni.

Ancora, un pranzo di Natale all’insegna della cucina raffinata per gli ospiti delle mense di Caritas e di Sant’Egidio ai quali Carlo Petrini, fondatore di “Slow Food”, ha offerto, per il 25 dicembre, una produzione di pasta artigianale della migliore tradizione culinaria italiana.

Non solo cibo, ma anche spettacoli e momenti di svago sono in programma per gli assistiti Caritas. Il 5 e il 6 gennaio si farà festa nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, dove si terrà il tradizionale evento natalizio la “Chiarastella” con Ambrogio Sparagna, al quale è invitata una nutrita rappresentanza delle realtà caritative.

Il 5 gennaio, alle 18.30, in via Boccea, angolo via di Torrevecchia, è in programma invece lo spettacolo gratuito del Circo Rony Roller riservato ad adulti e bambini ospiti dei centri di accoglienza della Caritas di Roma, ai nuclei con minori segnalati dalle parrocchie romane e alle famiglie in difficoltà che fanno la spesa all’Emporio.

21 dicembre 2021

Tra musica e arte, per i delegati una serata al Palazzo Lateranense

Foto Gennari/diocesidiroma

Le note di Mozart, la sinfonia di Schubert e il cortile interno del Palazzo Lateranense in una inedita veste luminosa. È la sintesi dello scenario del concerto di musica classica “La gioia della musica” svoltosi ieri sera, 23 giugno, nella casa del vescovo di Roma. Eseguito dalla Form-Orchestra Filarmonica Marchigiana, compagine residente del Macerata Opera Festival, il concerto, a ingresso gratuito, è stato promosso dalla diocesi di Roma per i delegati delle Conferenze episcopali provenienti da vari Paesi e giunti a Roma in occasione del X Incontro mondiale delle famiglie.

Non solo le emozioni trasmesse dalla musica e dalla voce del soprano Francesca Benitez, che si è esibita nel mottetto “Exsultate, jubilate” composto da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1773, ai partecipanti sono state offerte anche visite guidate nella basilica di San Giovanni in Laterano e nel Palazzo Lateranense, l’antica residenza dei papi, eccezionalmente aperto fino alle 23. L’orchestra ha eseguito anche l’opera “Divertimento n. 1” sempre di Mozart, composta nel 1772, quando il compositore aveva solo 16 anni, e la “Sinfonia n. 5”, di Franz Schubert. Ad applaudire l’esibizione anche il cardinale vicario Angelo De Donatis e il segretario generale del Vicariato monsignor Pierangelo Pedretti.

Il concerto, la cui direzione è stata affidata al primo violino concertatore Alessandro Cervo, è stato presentato dalla conduttrice Rai Eleonora Daniele e da Andreas Thonhauser dell’emittente americana Ewtn, la stessa che, in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi, ha curato la mostra fotografica sulla famiglia allestita nella corte interna del Palazzo Lateranense.

«Non potevamo non accettare un invito così prestigioso» commenta Paolo Pinamonti, direttore artistico del Macerata Opera Festival (Mof). «In un momento storico così particolare in cui sono tante le difficoltà che accompagnano la vita quotidiana delle famiglie – aggiunge Pinamonti – è importante creare questi momenti di riflessione sulla famiglia». Per il direttore artistico del Mof vi sono tante analogie tra il nucleo famiglia e la musica. «La famiglia orchestrale – spiega – per fare musica deve condividere emozioni e contemporaneamente deve essere in grado di dialogare e ascoltare. Proprio come accade tra le pareti domestiche».

di Roberta Pumpo

24 giugno 2022

Tra condivisione e visite prosegue la settimana di fraternità sacerdotale a Soraga

La terza giornata della settimana di fraternità sacerdotale a Soraga di Fassa – organizzata dal Servizio per la formazione permanente del clero e guidata dal cardinale vicario Angelo De Donatis – prevede la visita della casa natale di san Giuseppe Freinademetz con la cappella e la chiesa. Il santuario affidato ai missionari Verbiti si trova a Oies, nome di una piccola frazione su un pendio nel paese di Badia, a 1500 metri di altezza sul livello del mare. Nel secolo scorso contava soltanto tre case abitate.

«Il tempo è brutto, così abbiamo pensato di visitare un santuario», spiega don Marco Fibbi, cappellano della Casa circondariale maschile nuovo complesso di Rebibbia, che festeggerà i 30 anni di sacerdozio il prossimo 16 novembre. «Questa vacanza in Val di Fassa è meravigliosa – racconta –, quando è possibile facciamo passeggiate bellissime, siamo accolti in una struttura che dal punto di vista dell’ospitalità è incredibile ed è un ambiente dove che si presta perfettamente a momenti di riflessione e di preghiera. Quello che mi colpisce – prosegue – è lo spirito di corpo di preti che durante l’anno fanno tanti lavori diversi e non si incontrano mai; ora, invece, abbiamo la possibilità di trascorrere del tempo insieme, anche di faticare insieme, in un’attività molto diversa da quella sedentaria che facciamo abitualmente. Per restare in tema di carcere, direi che l’evasione ci fa bene», conclude con una battuta.

Al centro delle riflessioni di questi giorni, il libretto “Usciamo dunque… essere prete a Roma oggi”, che raccoglie vari contributi al Consiglio presbiterale diocesano. Ma anche la condivisione e il confronto sulla nascita delle vocazioni dei sacerdoti partecipanti. «Emergono storie diverse – commenta ancora don Marco Fibbi – ed è bello per tutti noi tornare alla fiamma originale. La vocazione non ce la diamo noi, ma ce l’ha data il Signore, ce l’abbiamo nel cuore».

Sulla stessa linea monsignor Amedeo Ruggeri, anche lui in Val di Fassa per i suoi 30 anni di sacerdozio, giudice del Tribunale Interdiocesano di Prima Istanza per le Cause di nullità di matrimonio. «La vacanza è organizzata molto bene ed è l’occasione per conoscere tante persone che pur vivendo a Roma magari non si conoscono; ed è una opportunità per condividere le esperienze vocazionali. È una esperienza anche di crescita personale».

14 luglio 2021

Torpignattara, il vescovo Ricciardi: «Necessario vergognarsi per ciò che è accaduto, atti deplorevoli»

L'Acquedotto Alessandrino a Torpignattara

Di seguito la dichiarazione del vescovo Paolo Ricciardi, ausiliare per il settore Est della diocesi di Roma, in merito ai recenti fatti di cronaca accaduti a Torpignattara.

Ciò che è accaduto domenica sera nel parco Sangalli a Torpignattara – dove un gruppo di ragazzi romani ha insultato una comitiva di ragazzi e bambini indiani che giocava a pallone, con conseguenti atti violenti che hanno coinvolto anche adulti, sia italiani che stranieri – è deplorevole ed è necessario vergognarsi, perché minaccia la dignità di ogni persona. Allo stesso tempo questo episodio non può e non deve bruciare tutto un cammino di integrazione, di conoscenza, di convivenza pacifica, non privo di fatiche, ma che è segno dei tempi, di una città che preparandosi al Giubileo è invitata ad essere per tutti la città della speranza.

Sosteniamo con amicizia e rispetto le persone che hanno subito aggressioni verbali e fisiche (in particolare l’uomo di quaranta anni ferito alla gola da una scheggia di vetro di bottiglia) e ci auguriamo che questo episodio non sia occasione per cavalcare ideali e scelte di gruppi che invocano separazioni e integralismi.

Torpignattara, come anche altre zone di Roma, continui ad essere segno di vita e di vitalità, dove tutto il mondo può trovare accoglienza in un’unica casa.

È quartiere popolare e popoloso, pezzo di storia della nostra città, dove dall’inizio del ‘900 ai romani residenti si sono affiancati immigrati italiani di diverse regioni. Qui hanno abitato generazioni di famiglie, anche in mezzo alle prove della guerra, del dopoguerra e del vissuto quotidiano di ogni decennio e di ogni giorno.

Da tempo questo angolo di terra tra le due sponde della via Casilina, tra il Mandrione da una parte e il Pigneto dall’altra è crocevia di mondo, nazioni, culture, religioni diverse che danno un volto particolare a queste vie, dove la convivenza è un dato di fatto.

I palazzi, i negozi, le scuole, l’ospedale, il parco e i diversi luoghi di vita e di lavoro non hanno frontiere, non hanno dogane. Si vive insieme, crescendo nella reciproca conoscenza che, per chi ha il cuore aperto, è arricchimento, accoglienza, unità e unitarietà di intenti. I bambini che studiano insieme nelle scuole, insieme giocano, insieme vivono in amicizia.

Anche le comunità di questa zona – penso a San Barnaba, a Santa Giulia, come anche all’ospedale “Vannini” della Figlie di San Camillo – sono case aperte, dove si sta crescendo in un clima di attenzione allo scambio culturale e alla fraternità, come nella conoscenza delle diverse religioni.

Penso in particolare alla parrocchia di San Giuseppe Cafasso, che da due anni vede la presenza dei padri scalabriniani, la cui missione di evangelizzazione si unisce a quella della promozione della cultura dell’accoglienza, dell’incontro e dell’integrazione tra migranti, rifugiati e la comunità locale.

3 luglio 2024

Tornano i “Ritratti di Santi” a Santa Teresa d’Avila

Antoni Gaudì i Cornet

Tornano a Roma i “Ritratti di Santi”, itinerario quaresimale di quattro incontri, spunto di meditazione prima della Pasqua, che si svolgono nella basilica parrocchiale di Santa Teresa d’Avila (Corso d’Italia, 37) e si basano sugli scritti di padre Antonio Maria Sicari, teologo carmelitano, autore di più di cento biografie dedicate ai santi di ieri e di oggi e fondatore del Mec, Movimento Ecclesiale Carmelitano, organizzatore dell’evento.

Si comincia venerdì 23 febbraio, alle ore 20.30, con padre Roberto Marini che legge la vita del Servo di Dio Antoni Gaudì i Cornet (1852-1926), celebre architetto spagnolo di cultura catalana: sette delle sue opere a Barcellona figurano dal 1984 nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Dal 1914 fino alla morte si è dedicato esclusivamente alla costruzione della basilica della Sagrada Familia. Nel 1998 si è avviato il suo processo di beatificazione ed è stato dichiarato Servo di Dio.

Nella seconda lettura, venerdì 1° marzo, alle ore 20.30 padre Paolo De Carli legge la vita di Santa Maria di Gesù Crocifisso (al secolo Mariam Baouardy), (1846 – 1878), religiosa palestinese dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. È stata proclamata santa da Papa Francesco nel 2015. Nota per le sue manifestazioni mistiche, morì a soli 32 anni. La “piccola araba” viene considerata una luce in questo momento di tenebre che sta vivendo la Terra Santa.

Nel terzo appuntamento, venerdì 8 marzo, alle ore 20.30 padre Angelo Lanfranchi legge la vita di santa Benedetta della Croce (Edith Stein) (1891 – 1942), monaca di clausura dell’ordine delle Carmelitane Scalze di origini ebree, allieva del grande filosofo Husserl, si convertì al cristianesimo e prese i voti a ridosso della seconda guerra mondiale. Fu vittima della Shoah. Proclamata santa da Papa Giovanni Paolo II nel 1999 è divenuta patrona d’Europa.

L’ultimo appuntamento è in programma per venerdì 15 marzo, sempre alle ore 20.30. Protagonista è padre Luca Secchi che legge la vita del Beato Carlo Acutis (1991 – 2006). Fin da piccolo manifestò una fortissima fede, tanto che fece la Prima Comunione in anticipo, a sette anni. Oltre ad avere gli interessi tipici di un adolescente degli anni 2000 era appassionato di informatica ed organizzò una mostra sui miracoli Eucaristici che viene ancora ospitata nelle parrocchie di tutta Italia. Nel 2006 si ammala di leucemia fulminante. Per sua esplicita richiesta è stato sepolto nel cimitero di Assisi, in seguito, nel 2019 viene trasferito nel Santuario della Spogliazione, sempre ad Assisi.

Per ulteriori informazioni contattare Teresa Gentiloni, telefono 333.2512911, teresagentiloni@gmail.com oppure roma@mec-carmel.org

19 febbraio 2024

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