15 Maggio 2025

La «luce della Parola» faro per questo «momento buio»: la lettera del cardinale vicario alla comunità diocesana

«Sentiamo tutti il bisogno di fermarci, in questo momento buio, e accendere la luce della Parola di Dio, per riflettere e comprendere». Vuole condividere riflessioni e pensieri, il cardinale vicario Angelo De Donatis, con tutta la comunità diocesana. Come faro la Scrittura e le parole pronunciate da Papa Francesco in questo ultimo periodo, nelle sue omelia. L’obiettivo, scrive il cardinale, è «riflettere con voi sul tempo che abbiamo vissuto. Tutto è stato così imprevisto e improvviso! Come sapete, anch’io sono stato malato e in ospedale: una ferita che mi ha permesso di sentire profonda comunione con chi è stato toccato a vari livelli dalla pandemia del coronavirus».

«Come il Papa ci ha detto nella Veglia – scrive il vicario –, ci troviamo anche noi chiusi, sbarrati in casa, come gli apostoli: siamo la Chiesa nel Cenacolo del Sabato Santo. Siamo la Chiesa che, sbigottita di fronte al dolore della morte improvvisa di tante persone, si è blindata in casa, spinta anche dalla paura di incontrare gli altri». Paura degli altri ma anche del futuro: «La pandemia detta tempi lunghi al ritorno alla normalità della vita sociale e la crisi economica già sta facendo sentire i suoi effetti devastanti».

Sembra «tutto finito», sembra non ci siano «strade che possano aprirsi, se non quella del ritorno alla vita “senza Gesù”, come nel caso dei discepoli di Emmaus». Eppure è proprio in frangenti come questo che «l’azione dello Spirito fa germogliare cose inedite e insperate», sostiene il cardinale De Donatis. Infatti, prosegue, abbiamo vissuto una Quaresima «straordinaria», fatta di «spoliazione e digiuno», in cui abbiamo dato prova di «capacità di resilienza e di cambiamento». Ma «c’è un livello molto più profondo – si legge ancora nella lettera – in realtà abbiamo vissuto radicalmente il Mistero Pasquale di Morte e di Resurrezione. Lo abbiamo toccato con mano. Siamo stati messi con forza davanti alla realtà della morte, molto concretamente alla possibilità della “mia” morte e di quella delle persone che amo. E ancora adesso siamo di fronte al pericolo che a morire sia un’intera realtà sociale ed economica, almeno nelle forme con cui l’abbiamo vissuta finora».

«Ci troviamo ad avere vissuto – tutti insieme e contemporaneamente – un’esperienza che ci mette in grado di renderci conto della scommessa che la fede è, della novità entrata nel mondo con Gesù: passare dalla morte alla vita. Stiamo vivendo in un prolungato stato di attesa che succeda qualcosa di liberatorio; di qualcuno che ci annunci che possiamo uscire a tornare a vivere senza preoccuparci di non morire. Ecco: questo è esattamente il senso del termine Vangelo. Questo è il compito che ci eravamo dati come diocesi: annunciare il Vangelo dentro alla vita concreta della nostra gente».

Tra i «frutti importanti» di questa Pasqua, quello di aver riscoperto la dimensione della preghiera all’interno delle famiglie, ma anche la «comunione universale», da intendere «con una intensità diversa, alla luce dell’esperienza di questo tempo, nel quale ci è stato dato di sentire con più verità che siamo realmente fratelli, che la vita degli altri ci interessa e dipende anche dalla nostra, e che nessuno può salvarsi da solo».

Queste considerazioni portano anche a ripensare dal punto di vista pratico alcune attività pastorali: ad esempio, ogni parrocchia potrebbe offrire alle famiglie materiale per vivere al meglio i momenti di preghiera domestica. Il modello, suggerisce il vicario, è quello dei «cerchi concentrici»: ci sono dunque le famiglie, poi le équipe pastorali, chiamate a riprendere il loro cammino e a individuare nuove proposte, grazie anche a nuove schede che la diocesi invierà nei prossimi giorni. Infine, il terzo cerchio potrebbe essere quello delle «piattaforme internet, che saranno almeno all’inizio l’unico luogo possibile, ma progressivamente che riprenderemo ad incontrarci fisicamente con tutte le necessarie misure di sicurezza, cercheremo di realizzare questo ascolto nelle case o in parrocchia». Quando? «Per adesso non siamo in grado di prevederlo, possiamo solo sperare che avvenga al più presto».

L’invito è a «non aspettare da inerti questo momento – suggerisce il vicario –: nei modi che ci sono possibili (e sono tanti) continuiamo la missione di evangelizzare e servire i nostri fratelli, di comunicare loro la speranza del Vangelo, a partire da una crescita interiore, nostra, che vada di pari passo, che ci riguarda e che non possiamo trascurare».

Leggi il testo integrale della lettera

20 aprile 2020

Papa Francesco: non dimenticare chi è rimasto indietro

«La misericordia non abbandona chi rimane indietro. Ora, mentre pensiamo a una lenta e faticosa ripresa dalla pandemia, si insinua proprio questo pericolo: dimenticare chi è rimasto indietro». Papa Francesco celebra la Messa nella Domenica della Divina Misericordia nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, che ne ospita il santuario – come voluto da san Giovanni Paolo II – nel ventesimo anniversario della canonizzazione di suor Faustina Kowalska. Come di consueto in queste ultime settimane, la celebrazione avviene senza la presenza di fedeli, che hanno potuto seguirla in streaming e in diretta televisiva.

«Il rischio – prosegue il Santo Padre – è che ci colpisca un virus ancora peggiore, quello dell’egoismo indifferente. Si trasmette a partire dall’idea che la vita migliora se va meglio a me, che tutto andrà bene se andrà bene per me. Si parte da qui e si arriva a selezionare le persone, a scartare i poveri, a immolare chi sta indietro sull’altare del progresso. Questa pandemia ci ricorda però che non ci sono differenze e confini tra chi soffre. Siamo tutti fragili, tutti uguali, tutti preziosi. Quel che sta accadendo ci scuota dentro: è tempo di rimuovere le disuguaglianze, di risanare l’ingiustizia che mina alla radice la salute dell’intera umanità!»

Prendendo spunto dal Vangelo del giorno, Papa Francesco si sofferma sulla figura dell’apostolo Tommaso, che ha bisogno di toccare il corpo di Gesù per credere alle sue parole. «Nella prova che stiamo attraversando – osserva il Pontefice –, anche noi, come Tommaso, con i nostri timori e i nostri dubbi, ci siamo ritrovati fragili. Abbiamo bisogno del Signore, che vede in noi, al di là delle nostre fragilità, una bellezza insopprimibile. Con Lui ci riscopriamo preziosi nelle nostre fragilità. Scopriamo di essere come dei bellissimi cristalli, fragili e preziosi al tempo stesso. E se, come il cristallo, siamo trasparenti di fronte a Lui, la sua luce, la luce della misericordia, brilla in noi e, attraverso di noi, nel mondo».

Leggi l’omelia di Papa Francesco

19 aprile 2020

II Domenica di Pasqua. Festa della Divina Misericordia

II Domenica di Pasqua. Festa della Divina Misericordia

Il cardinale Agostino Vallini compie 80 anni: gli auguri della diocesi di Roma

S.Em. CARD. AGOSTINO VALLINI

Il cardinale Agostino Vallini, vicario emerito per la diocesi di Roma, compirà 80 anni domani, 17 aprile. Il cardinale vicario Angelo De Donatis formula gli auguri a nome di tutta la comunità diocesana di Roma.

«Eminenza – scrive il porporato –, sono lieto di rivolgerLe, a nome di tutta la comunità diocesana di Roma, gli auguri per un sereno e felice compleanno. Vorrei farlo condividendo con Lei alcune parole del Salmo Responsoriale della Messa del venerdì dell’Ottava di Pasqua che bene esprimono le ragioni della nostra gratitudine: “Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Dica Israele: “Il suo amore è per sempre”. Dicano quelli che temono il Signore: “Il suo amore è per sempre” (Sal 117, 1-4).

Questi versetti rivelano la certezza fondamentale della nostra vita e ci esortano a riporre sempre la nostra fiducia nel Suo amore misericordioso, come ci testimonia Lei, con la sua esistenza donata a Cristo e al servizio della Sua Chiesa. Ci uniamo con affetto e riconoscenza alla sua azione di grazie, nel benedire il Signore per il dono della Sua vita, per il Suo sacerdozio e per gli anni del Suo ministero svolto nella Chiesa di Roma.

Nella luce del Risorto che illumina e infonde speranza in questo nostro tempo, in spirito di comunione filiale, Le assicuriamo la nostra vicinanza spirituale e il nostro assiduo ricordo nella preghiera. Ad multos annos!»

Il cardinale Vallini è stato vicario generale per la diocesi di Roma dal 27 giugno 2008 – successe al cardinale Camillo Ruini – fino al 26 maggio 2017, quando Papa Francesco ha accolto la sua rinuncia all’incarico per sopraggiunti limiti di età, nominando al suo posto De Donatis. Tra gli incarichi ricoperti nell’ultimo periodo, quella di legato pontificio per le basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli in Assisi, di membro della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, della Congregazione per i vescovi, della Congregazione per le Chiese Orientali, della Congregazione per le cause dei santi, del Pontificio Consiglio per i testi legislativi e dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica.

16 aprile 2020

Gli auguri della diocesi a Benedetto XVI che compie 93 anni

Auguri e un caro ricordo nella preghiera al nostro vescovo emerito Benedetto XVI, che oggi, giovedì 16 aprile, compie 93 anni.

Nato a Marktl, in Baviera, nel 1927, Joseph Ratzinger stato Pontefice dal 19 aprile 2005 al 28 febbraio 2013. Attualmente dimora nel Monastero Mater Ecclesiae all’interno della Città del Vaticano.

16 aprile 2020

E’ tornato alla casa del Padre Giuseppe, padre di don Gabriele Bruscagin

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,
sono vicini al dolore di don Gabriele Bruscagin,
Parroco del Sacro Cuore a Ponte Mammolo
per la morte del suo caro papà

Giuseppe

e, assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,
ricco di misericordia, perché conceda a Giuseppe il premio
della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

15 aprile 2020

Nei centri di ascolto Caritas il sostegno per richiedere i buoni spesa

I centri di ascolto Caritas aiutano nella compilazione delle domande per richeidere i “buoni spesa” del Comune. Roma Capitale ha infatti indetto un un avviso pubblico per l’assegnazione del contributo economico a favore di persone o famiglie in condizione di disagio economico e sociale causato dalla situazione emergenziale in atto. Possono richiedere il contributo economico le persone e le famiglie in condizione di assoluto o momentaneo disagio.

La platea dei beneficiari sarà individuata tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali, con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico. Possono beneficiare del contributo anche i cittadini non residenti impossibilitati a raggiungere il proprio luogo di residenza.

Ogni beneficiario potrà richiedere i “buoni spesa” per l’acquisto dei generi alimentari e/o di prima necessità, in forma cartacea, con consegna all’indirizzo indicato nella domanda, oppure con accredito sul proprio cellulare/smartphone installando l’app fornita dalla società Edenred.

I centri di ascolto della Caritas sono a disposizione per fornire consulenza nella presentazione della domanda entro il 16 aprile. I cittadini italiani e stranieri – residenti e non residenti – possono contattare i Centri di ascolto telefonicamente: Centro di ascolto diocesano per italiani, 06.88815250, serviziopsicosociale@caritasroma.it; Centro di ascolto diocesano per stranieri, 06.88815300, centro.stranieri@caritasroma.it; Centro di ascolto di Ostia, 06.56347328, cdaostia@caritasroma.it.

14 marzo 2020

La lettera ai catechisti: occasione per «riscoprire il nostro rapporto con Dio» e «ripensare la catechesi»

«Nessuno di noi ha mai vissuto una Pasqua così povera di liturgia e di segni della festa. Eppure, sappiamo per fede che è la Pasqua che il Signore ha voluto per noi. Sembra che quest’anno tutta l’Italia, credente e non credente, sia stata costretta a vivere la Quaresima, il tempo austero della privazione. Raramente capita di vivere un’esperienza collettiva così forte, che coinvolge tutti indistintamente». Inizia così la lettera che l’Ufficio catechistico diocesano ha scritto a tutti i catechisti della diocesi in occasione della Pasqua.

Il direttore don Andrea Cavallini, la responsabile del catecumenato suor Pina Ester De Prisco, e i collaboratori Maria Teresa e Domenico firmano la missiva che dà indicazioni pratiche sulla «catechesi in questo tempo» e «su cosa puntare». A tutti, scrivono, «chiediamo di fare attenzione a due atteggiamenti estremi, che sono da evitare: quello di non fare nulla e quello di fare troppo. Qualcuno potrebbe prendere questo tempo come una “vacanza”. Qualcun altro potrebbe, al contrario, cercare di trasferire totalmente in forma digitale quello che è un normale periodo di catechesi in parrocchia, lasciandosi prendere dalla frenesia delle attività, proponendo in continuazione spunti, preghiere, video, pagine da leggere o riempire, ecc., rischiando di intrattenere più che educare».

«La catechesi – si legge ancora – non è un’attività o una somma di attività, ma una relazione educativa nella fede, una relazione di guida e fraternità con le persone che vi sono affidate. Questa che stiamo vivendo è certamente una grande occasione di conversione e di evangelizzazione. Potete aiutare le persone a leggere con occhi cristiani questo tempo particolare. Potete aiutarli ad ascoltare se stessi, il cuore, lo Spirito, rileggendo l’esperienza che vivono restando a casa. Potete aiutare qualcuno a imparare a pregare, a leggere la Scrittura o a fare gesti di semplice carità. Nel venir meno dell’ordinario abbiamo tutti tanto da scoprire del nostro rapporto con Dio».

L’invito è quindi a cogliere questo tempo anche come un’occasione propizia per rivedere alcuni aspetti della catechesi: «Sarebbe davvero miope, come cristiani e come uomini, vivere questo tempo semplicemente aspettando che passi, nell’attesa di riprendere a vivere come vivevamo prima. Per quel che riguarda la catechesi, sarebbe triste perdere l’occasione di ripensarla».

14 aprile 2020

E’ entrato nella luce della Resurrezione don Sanin Becerra Perez

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,
annunciano che il 12 aprile
è entrato nella luce della Resurrezione

don Sanin Becerra Perez,
alunno del seminario Redemptoris Mater di Roma, ordinato presbitero l’11 maggio 2003,
già vicario parrocchiale a Santa Maria Regina dei Martiri a Dragona,
attualmente in missione nella diocesi di Bucaramanga in Colombia,

e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,
lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio
e alla preghiera di suffragio dei fedeli,
invocando la pace e la gioia del Signore.

13 aprile 2020

Lunedì dell’Angelo

Lunedì dell’Angelo

Nel messaggio Urbi et Orbi il «contagio della speranza» della Buona Notizia

Non è questo il tempo dell’«indifferenza», dell’«egoismo», delle «divisioni», della «dimenticanza». Sia invece un tempo in cui «tutto il mondo deve ritrovarsi unito nel fronteggiare la pandemia», in cui porre «finalmente termine alla guerra in Siria, al conflitto in Yemen e alle tensioni in Iraq». Commuovo le parole di Papa Francesco nell’Urbi et Orbi, pronunciate per la prima volta nella basilica di San Pietro vuota, dove ha appena finito di celebrare la Messa di Pasqua. Con lui il Crocifisso di San Marcello al Corso e l’icona di Maria Salus Populi Romani. Un rito essenziale, trasmesso in diretta televisiva e in streaming sui social (anche sulla pagina Facebook della nostra diocesi) in questo tempo di emergenza sanitaria.

«Il mio pensiero va soprattutto a quanti sono stati colpiti direttamente dal coronavirus», dice Papa Francesco con il pensiero alle centinaia di migliaia di malati sparsi nei cinque continenti, a quanti hanno perso la vita a causa della pandemia, ai loro familiari. «Per molti – scandisce il Santo Padre –è una Pasqua di solitudine, vissuta tra i lutti e i tanti disagi che la pandemia sta provocando, dalle sofferenze fisiche ai problemi economici. Questo morbo non ci ha privato solo degli affetti, ma anche della possibilità di attingere di persona alla consolazione che sgorga dai Sacramenti, specialmente dell’Eucaristia e della Riconciliazione. In molti Paesi non è stato possibile accostarsi ad essi, ma il Signore non ci ha lasciati soli! Rimanendo uniti nella preghiera, siamo certi che Egli ha posto su di noi la sua mano, ripetendoci con forza: non temere!»

Parole di «affetto» e di «gratitudine» anche per i medici e gli operatori sanitari, per tutti coloro che lavorano per garantire i servizi essenziali, per le forze dell’ordine. Un pensiero per «i fratelli più deboli, i poveri: non facciamo loro mancare i beni di prima necessità, più difficili da reperire ora che molte attività sono chiuse».

Per i politici, che abbiano davvero a cuore il bene comune. «Non è questo il tempo degli egoismi, perché la sfida che stiamo affrontando ci accomuna tutti e non fa differenza di persona». Allora, lo «speciale pensiero» di Papa Francesco va all’Europa, un continente che, dopo il secondo conflitto mondiale, è «potuto risorgere grazie a un concreto spirito di solidarietà». E ancora: «Oggi l’Unione Europea ha di fronte a sé una sfida epocale, dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello del mondo intero. Non si perda l’occasione di dare ulteriore prova di solidarietà, anche ricorrendo a soluzioni innovative. L’alternativa è solo l’egoismo degli interessi particolari e la tentazione di un ritorno al passato, con il rischio di mettere a dura prova la convivenza pacifica e lo sviluppo delle prossime generazioni».

Ma lo sguardo di Francesco abbraccia il mondo intero. Parla delle guerre dimenticate, della situazione in Venezuela, del traffico di armi, dei migranti e dei rifugiati «molti dei quali sono bambini, che vivono in condizioni insopportabili», del debito internazionale. Per tutti, Cristo è risorto. In questo mondo «già alle prese con sfide epocali ed ora oppresso dalla pandemia», serve «un altro “contagio”, che si trasmette da cuore a cuore, perché ogni cuore umano attende questa Buona Notizia. È il contagio della speranza: Cristo, mia speranza, è risorto!».

12 aprile 2020

Pasqua di Resurrezione

Pasqua di Resurrezione

Articoli recenti