17 Luglio 2025

Incentrata sull’ascolto la settimana in Val di Fassa

Ascoltare se stessi, ascoltare gli altri, ma soprattutto «ascoltare la voce del Signore senza indurire il nostro cuore». E ascoltare i suoni della natura, passeggiando lungo i sentieri della Val di Fassa. Come sta facendo il gruppo di sacerdoti che partecipa alla settimana di ritiro a Soraga, promossa dal Servizio per la formazione permanente del clero e guidata dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Al centro delle giornate il tema dell’ascolto, declinato attraverso escursioni, celebrazioni eucaristiche, momenti di riflessione e preghiera personale. A scandire la settimana anche occasioni di scambio e di fraternità per i partecipanti, che festeggiano il decimo, ventesimo o trentesimo anniversario di ordinazione.

«Quando pensiamo alla conversione, la intendiamo sempre in senso morale – ha detto il cardinale De Donatis in una delle sue omelie – si tratta di cambiare il proprio modo di vivere, di liberare le nostre azioni dalle tante ombre, dai peccati, dalle negligenze. La chiave è quasi sempre quella morale. Tutto questo appartiene al cammino di conversione ma non è il cuore. Prima che per la dimensione etica la conversione si caratterizza per una dimensione teologica». Deve trasformarsi «il nostro modo di relazionarci con il Signore». È soltanto «la luce dell’amore di Gesù a dare significato a tutta la vita – sono ancora le parole del vicario –. Qui c’è la vita felice a cui aneliamo, che non è conquistata dai nostri sforzi, ma è dono, una eredità che ha impresso in sé il sigillo di quell’amore a cui nulla va anteposto».

Del gruppo fa parte il vescovo Daniele Salera e poi tanti sacerdoti che vivono esperienze diverse, dai parroci ai missionari. Don Francesco Donega è rettore del Collegio diocesano missionario Redemptoris Mater: «Trovo molto stimolante sentire i vari interventi e i commenti degli altri – riflette –. Ieri abbiamo fatto una salita su un altopiano e c’erano un po’ di nuvole, e questo ci ha portato ad articolarci in vari gruppi, chi si sentiva di camminare di più, chi meno. È sempre importante ascoltare gli altri».

Concorda don Damiano Marino, parroco a San Patrizio, al ventesimo di ordinazione. «Sta andando tutto benissimo, siamo in relax, in buona compagnia – racconta –. Le Dolomiti sono meravigliose, e mancavo da questa zona da tanti anni. Ogni mattina andiamo in giro, facendo percorsi diversi. Ma soprattutto è bello lo stare insieme, il poterci ritrovare, vivere questa settimana come un’occasione di fraternità. Io conoscevo i sacerdoti del mio stesso anno, ma molti altri no, anche perché ce ne sono diversi che prestano servizio fuori diocesi».

Per don Massimo Cautero, direttore dell’Ufficio Clero del Vicariato, il ritiro in Val di Fassa dà la possibilità di «fare il punto sul cammino sacerdotale, per conoscersi meglio, incontrare preti che provengono da altre realtà, che hanno frequentato altri seminari. Condividere le esperienze è un dono prezioso. Dobbiamo cercare di riallacciare questi rapporti e riflettere insieme sulle esigenze della pastorale. Ogni anno è bello ritrovarsi in questo clima di serenità e pace».

13 luglio 2022

Per la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani la Messa con il cardinale De Donatis

Foto di Cristian Gennari

«La Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani è un’occasione per dire ancora una volta, con gioia, che la Chiesa vuole far festa insieme a coloro che il Signore ha “saziato di giorni”. Celebriamola insieme! Vi invito ad annunciare questa Giornata nelle vostre parrocchie e comunità; ad andare a trovare gli anziani più soli, a casa o nelle residenze dove sono ospiti. Facciamo in modo che nessuno viva questo giorno nella solitudine. Avere qualcuno da attendere può cambiare l’orientamento delle giornate di chi non si aspetta più nulla di buono dall’avvenire; e da un primo incontro può nascere una nuova amicizia. La visita agli anziani soli è un’opera di misericordia del nostro tempo!».

L’invito di Papa Francesco nel messaggio per la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che sarà celebrata il prossimo 24 luglio, risuona nelle parole del cardinale vicario Angelo De Donatis, che presiederà per mandato del Santo Padre la celebrazione nella basilica di San Pietro delle ore 10. La partecipazione è libera e gratuita; si accede tramite biglietto, come da indicazioni disponibili nella sezione Diocesi dell’Archivio Documenti del nostro sito internet. “Nella vecchiaia daranno ancora frutti” (Sal 92, 15) è il tema scelto per celebrare la Giornata, che cade nella domenica più prossima alla memoria liturgica dei santi Gioacchino e Anna, genitori di Maria e nonni di Gesù.

A una ventina di giorni dalla ricorrenza, dunque, il porporato scrive ai parroci della diocesi e a tutte le persone avanti con gli anni che risiedono nella Città Eterna. «Nel tempo estivo si interrompono tante attività, ma molti anziani non vanno in vacanza. Rimangono in città, nei nostri quartieri e a volte si sentono ancora più abbandonati. Sarebbe bello quindi, in occasione di questa giornata – è l’auspicio del cardinale vicario -, pensare ad un momento semplice e significativo per gli anziani. Diverse parrocchie, l’anno scorso hanno proposto una messa serale all’aperto (il sabato o la domenica), con la benedizione degli anziani e, a seguire, un intrattenimento musicale e la condivisione della cena. Per questa occasione vi esorto a visitare gli anziani in casa o nelle case di riposo. Semplici gesti di attenzione compiuti con amore e carità pastorale daranno coraggio e luce a tante persone sole»..

Leggi la lettera per i nonni e gli anziani

Leggi la lettera per i parroci

Leggi le indicazioni per partecipare alla celebrazione del 24 luglio

8 luglio 2022

È entrata nella luce della Resurrezione Maria Luisa, madre di mons. Segundo Tejado Muñoz

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

sono vicini al dolore di Mons. Segundo Tejado Muñoz,
Assistente del Collegio Diocesano Missionario Redemptoris Mater,
per la morte della sua cara mamma

Maria Luisa
di anni 98

e, assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,
ricco di misericordia, perché conceda a Maria Luisa
il premio della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

I funerali si svolgeranno oggi, martedì 12 luglio 2022,
alle ore 18.00, ad Avila (Spagna)

Le Feste Musicali Jacopee 2022

Le Feste Musicali Jacopee 2022 nella basilica di San Giacomo in Augusta, con la Cappella Musicale di San Giacomo diretta da Flavio Colusso, si aprono sabato 23 luglio alle ore 19 con l’appuntamento “Labyrinthus” quest’anno dedicato ad Antonio Canova nel bicentenario della morte. La basilica è attigua alla vasta area che fu occupata dallo Studio di Canova tra via delle Colonnette, via Canova, via del Babuino. Nel “Labyrinthus”, il cui simbolo rappresenta il pellegrinaggio, il cammino vissuto come esperienza del corpo e dello spirito, i testi dello stesso Canova e dei suoi contemporanei recitati dal giovane attore Edoardo Coen – i diari, le lettere, il testamento dell’artista – e le musiche coeve – il celebre “Requiem” di Nicolò Jommelli che fu eseguito al funerale dell’artista, le «Suonate» di maestri come Cimarosa, del quale lo scultore realizzò un busto nel 1808, di Paisiello – compositore preferito da Napoleone – dell’Abate Santini – animatore del movimento sul recupero esecutivo della “Musica antica”, parallelo al Neoclassicismo – intrecciano una drammaturgia ispirata alla vita, all’arte e alla spiritualità del Canova. L’evento è inoltre occasione per una visita ai “luoghi canoviani” del Rione.

Gli appuntamenti proseguono domenica 24 luglio alle ore 17.30 con la Messa solenne della Vigilia di San Giacomo, con musiche di Colusso e gregoriano e, a seguire, il Concerto d’organo con Alessandro Albenga che propone brani di rara esecuzione di Albrechtsberger, Czerny, De Rossi, Guglielmi, Paisiello, Pelli, compositori attivi tra Settecento e primo Ottocento.

Lunedì 25 luglio alle ore 18.30, Messa solenne della Festa di San Giacomo con musiche della tradizione jacopea e una prima moderna, la Missa Paradisi Portas à 8 voci di Orazio Benevoli di cui ricorre il 350° della morte: grande polifonista della scuola romana del Seicento, artefice di monumentali costruzioni musicali, Benevoli fu Maestro di cappella in San Giacomo tra il 1650 e il 1653.

La storia della Cappella Musicale di San Giacomo e del suo prezioso organo è legata a quella della Chiesa e dell’Ospedale “degli incurabili”, fondato nel 1339 e il cui importante ampliamento e ristrutturazione furono realizzati tra il 1592 e il 1600 dal cardinale Antonio Maria Salviati, ivi sepolto sotto l’altare maggiore.

L’ospedale e la chiesa di San Giacomo in Augusta occupano un posto importante nella storia dell’umanità: qui trovarono la conferma della loro vocazione ed esercitarono il loro carisma, tra gli altri, grandi santi come Gaetano Thiene, Filippo Neri, Camillo de Lellis. Hanno contribuito alla bellezza del luogo celebri artisti come Francesco Capriani da Volterra, Bartolomeo Grillo, Sangallo il Giovane, Carlo Maderno, Pomarancio, Pierre Legros; musicisti come Ruggero Giovannelli, Orazio Benevoli e Alessandro Scarlatti furono tra gli antichi Maestri di cappella.

Particolarmente significativo per il “cammino” culturale abbracciato dalla attuale istituzione musicale, diretta dal 1990 da Flavio Colusso, è il tema del pellegrinaggio rappresentato dal simbolo del Labirinto, del cammino vissuto come esperienza del corpo e dello spirito, che si estende da sempre al concetto di accoglienza e di cura dei viandanti e dei pellegrini nel contesto degli antichi Hospitali.

12 luglio 2022

Il ritiro in Val di Fassa per i sacerdoti

La casa natale di Albino Luciani a Canale d'Agordo

Sarà ancora una volta la casa di spiritualità La Lum de Roisc di Soraga, in Val di Fassa, a ospitare nei prossimi giorni il tradizionale viaggio estivo in montagna del cardinale vicario Angelo De Donatis con i sacerdoti della diocesi di Roma, promosso dal Servizio diocesano per la formazione permanente del clero. Il primo gruppo, composto principalmente dai presbiteri che festeggiano il decimo, il ventesimo o il trentesimo anno di ordinazione, partirà domenica e si tratterrà in Trentino fino al 16 luglio. Quindi, dal 17 al 22 luglio, partiranno soprattutto i parroci di prima nomina. La casa di spiritualità appartiene all’Associazione mariana Figli della Luce.

La settimana di ritiro tra preghiera e passeggiate, a contatto con la natura, è un momento importante dell’anno, e assume un significato particolare per i sacerdoti che festeggiamo gli anniversari di ordinazione, in quanto hanno così modo di raccontare al vicario il proprio cammino fino a raggiungere una delle tappe giubilari.

Durante il soggiorno in Val di Fassa, inoltre, non mancherà, come negli anni passati, una visita a Canale d’Agordo, in provincia di Belluno, in Veneto, località dove il 17 ottobre del 1912 nacque Papa Giovanni Paolo I. Una escursione che quest’anno è ancora più significativa, in vista della celebrazione con il rito di beatificazione di Albino Luciani, che avrà luogo il 4 settembre a San Pietro. A Canale d’Agordo è possibile visitare la casa natale del pontefice e della sua famiglia, aperta al pubblico dal 2019, grazie alla diocesi di Vittorio Veneto che l’ha acquistata dagli eredi del prossimo beato.

8 luglio 2022

Prestito di soccorso, rinnovata convenzione tra Mediolanum e Fondazione Salus Populi Romani

È stato firmato giovedì 7 luglio il rinnovo triennale della convenzione, avviata nel 2019, tra Banca Mediolanum, Fondazione Mediolanum Onlus e la Fondazione Salus Populi Romani Onlus, espressione della diocesi di Roma, per facilitare l’erogazione di finanziamenti a favore di persone con difficoltà di accesso al credito e in condizioni di indigenza residenti in tutta la regione Lazio dove dal 2019 sono state già aiutate 52 famiglie. Il 66% delle persone che richiedono l’intervento sono donne. L’accordo è stato siglato da Giustino Trincia, presidente Fondazione Salus Populi Romani Onlus e Giovanni Pirovano, presidente di Banca Mediolanum.

Nell’attuale contesto economico in cui sono sempre più vaste le aree di vulnerabilità e con l’obiettivo di prevenire il ricorso all’usura e facilitare l’inclusione finanziaria, Banca Mediolanum e Fondazione Mediolanum Onlus confermano l’impegno sottoscritto dal 2009 a fianco di fondazioni e associazioni antiusura, associate alla Consulta Nazionale Giovanni Paolo II, attive sul territorio nazionale con progetti sociali orientati al sostegno finanziario delle fasce più deboli della popolazione.

«È necessario che le banche ascoltino il territorio – dichiara Giovanni Pirovano, presidente di Banca Mediolanum e Membro del Comitato di Presidenza ABI con deleghe a Innovazione e Sostenibilità – e che tornino a svolgere un ruolo sociale nel prevenire il ricorso all’usura e facilitare l’inclusione finanziaria di famiglie perbene, ma definite non bancabili. Con questo impegno la Banca ha rinnovato l’odierna convenzione, riconoscendo l’importanza di farsi carico delle necessità della comunità. Definiamo il “prestito di soccorso” un processo di indebitamento responsabile che può aiutare il soggetto a rientrare a pieno titolo nel circolo virtuoso della vita, restituendogli la dignità civica e sociale».

«Per noi – spiega Giustino Trincia, presidente della Fondazione Salus Populi Romani – il prestito di soccorso è molto importante per la sua concretezza: dimostra che è possibile l’accesso al credito alle persone e alle famiglie più fragili altrimenti escluse dal sistema finanziario; che è possibile prevenire i disastri causati dal sovraindebitamento e ancora di più dall’usura, facendo leva sul senso di responsabilità della Banca; sulla capacità di ascolto e di accompagnamento delle persone in difficoltà da parte di una Fondazione che si ispira al Vangelo e alla Dottrina Sociale della Chiesa ed opera in stretta collaborazione con le comunità parrocchiali e religiose di Roma; e, infine, che sono possibili interventi non assistenziali ma promozionali delle risorse delle persone beneficiarie, per una loro piena responsabilizzazione.”

Il plafond a disposizione
Banca Mediolanum metterà a disposizione della Fondazione Salus Populi Romani Onlus di Roma una linea di credito rotativa, con plafond aumentato da 300.000 a 500.000 euro, che verrà utilizzata per accordare prestiti con rimborso rateale a soggetti in difficoltà, individuati grazie all’attento lavoro della Fondazione e all’ausilio di volontari qualificati nel settore finanziario. Con il rinnovo della convenzione la Banca si impegna ad erogare prestiti rateali a soggetti considerati non bancabili con durata massima di 5 anni (60 mesi) – nei limiti del plafond rotativo sopra indicato – per un importo massimo per ogni singolo finanziamento di euro 15.000.

Il profilo dei beneficiari
Sono 52 i prestiti concessi a individui e famiglie nell’arco dei tre anni, da luglio 2019 a giugno 2022 per un ammontare complessivo pari a circa 400.000,00 euro di finanziamenti erogati. Si tratta dell’11% delle 477 richieste di aiuto complessivamente trattate dalla Fondazione nel complesso delle sue attività nel citato triennio. L’importo medio del prestito è di circa 9.000 euro mentre le difficoltà per la loro restituzione si è avuta in 7 pratiche (14,3%): 4 per un ritardo nei pagamenti delle rate e 3 perché dichiarato credito irrecuperabile. I beneficiari del contributo di età media superiore ai 50 anni, si tratta perlopiù di “capifamiglia” (53% del totale): molti sono i nuclei monogenitoriali con un solo genitore – sia con figli minori che maggiorenni non occupati – (20% del totale, 38,4% delle famiglie). Allo stesso modo è un dato rilevante il numero dei beneficiari che vivono soli (monoparentale) (27% del totale).

11 luglio 2022

La bellezza e la forza della liturgia: intervista a padre Midili

Foto di Cristian Gennari

Con l’intento di essere compreso da ciascun fedele, perché «desidero raggiungere tutti», Papa Francesco al numero 16 della lettera apostolica sull’attuazione della riforma liturgica Desiderio desideravi – emanata lo scorso 29 giugno – esplicita l’intento di questo nuovo documento: «Invitare tutta la Chiesa a riscoprire, custodire e vivere la verità e la forza della celebrazione cristiana» affinché «la bellezza del celebrare cristiano» non venga «deturpata da una superficiale e riduttiva comprensione del suo valore o, ancor peggio, da una sua strumentalizzazione a servizio di una qualche visione ideologica, qualunque essa sia».

Padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano e docente di Liturgia pastorale al Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo, sottolinea come Desiderio desideravi «non è né un manuale né un direttorio, ma piuttosto una meditazione che aiuta a comprendere la bellezza della verità della celebrazione liturgica, della quale tutti i battezzati sono protagonisti», a dire che «la liturgia è opera di tutto il popolo di Dio». Infatti l’icona evangelica richiamata all’inizio del documento – da cui deriva il titolo – è quella dell’Ultima Cena (Lc 22,15), che Gesù tanto desiderò mangiare con i suoi apostoli e della quale, dice ancora il Papa, «l’Eucarestia non è una rappresentazione sacra» ma è, invece, «il luogo dell’incontro con Cristo vivo e Risorto», cui tutti siamo chiamati e invitati, «attratti dal suo infinito desiderio di ristabilire quella comunione con noi, che era e che rimane il progetto originario». Per riscoprire il valore della celebrazione eucaristica e il suo «senso teologico» occorre allora riconoscere che «l’incontro con Dio non è frutto di una individuale ricerca interiore di Lui ma è un evento donato», sono ancora le parole di Francesco, che richiama alla necessità dell’atteggiamento dello «stupore per il mistero pasquale, che si rende presente nella concretezza dei segni sacramentali».

Midili spiega come «il Papa introduce la categoria dello stupore per dire come il rito non debba essere ritualistico e per distinguere il celebrare dal fare cerimonie», manifestando la consapevolezza della Chiesa che «la riforma liturgica non è completa, sebbene molti buoni risultati siano stati raggiunti e laddove si registra comunque un certo entusiasmo da parte del popolo di Dio». Tuttavia «si rilevano anche una certa stanchezza e una fatica nell’organizzazione e nella preparazione della liturgia, in alcuni casi diventata routinaria – sottolinea ancora il direttore dell’Ufficio diocesano –. Da qui l’importanza e il richiamo alla formazione e alla responsabilità dei pastori, che fin dal Concilio Vaticano II con la costituzione “Sacrosanctum Concilium” sono state centrali per la Chiesa e riprese da Paolo VI, passando per Giovanni Paolo II e fino a Benedetto XVI, e ora con Papa Francesco, che con questa sua lettera apostolica ci provoca ancora con più slancio».

A questa esigenza di formazione «alla e dalla liturgia», come scrive il Pontefice in Desiderio desideravi, rispondono i corsi curati dall’Ufficio liturgico diocesano, che per queste attività formative «collabora fin dal 1975 con il Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo», fa sapere Midili, spiegando che «a Roma c’è una lunga tradizione di formazione liturgica». Cinque le proposte in calendario per settembre «affidate a docenti esperti di liturgia e ad alcuni parroci – illustra ancora – e rivolte a presbiteri, diaconi, accoliti, catechisti e ministri straordinari della Comunione». Un primo corso riguarda la musica per la pastorale liturgica e l’animazione della liturgia attraverso il canto, un secondo è relativo alla proclamazione della Parola mentre il terzo è di Liturgia per la pastorale e ha durata triennale. Ancora, un corso relativo all’attuazione dei contenuti teologici nella prassi della celebrazione e infine «stiamo organizzando un corso per spiegare e presentare bene il testo dell’ultima lettera del Papa», conclude Midili.

di Michela Altoviti da Roma Sette

11 luglio 2022

Partecipa in Val di Fassa alla settimana di fraternità organizzata dal Servizio per la Formazione Permanente per i sacerdoti al 10°, 20°, 30° anno di ordinazione

Partecipa in Val di Fassa alla settimana di fraternità organizzata dal Servizio per la Formazione Permanente per i sacerdoti al 10°, 20°, 30° anno di ordinazione.

Omelia in occasione dell’ordinazione episcopale dei mons. Lamba, Salera e Reina

I giovani di Santa Lucia e di Veroli in vacanza con le famiglie ucraine

In santuario della Madonna di Canneto (Fr)

I ragazzi di Santa Lucia, i giovani di Veroli e le famiglie ucraine. In vacanza insieme, all’insegna dell’amicizia e della condivisione. La parrocchia romana e quella di Santa Maria del Giglio di Veroli (Frosinone) hanno avviato da tempo un progetto congiunto di accoglienza di mamme e bambini fuggiti dalla guerra in Ucraina. Ma con l’inizio dell’estate, racconta il parroco di Santa Lucia don Alessandro Zenobbi, «le famiglie ucraine hanno iniziato a vedere che quelle romane partivano per le vacanze. Abbiamo allora deciso di farle partecipare al campo dove sarebbero andati i ragazzi delle nostre due parrocchie».

Dall’11 al 16 luglio partiranno saranno 60 bambini, ai quali si aggiungono i due parroci – don Zenobbi e don Stefano Di Mario di Veroli, due sacerdoti collaboratori, 4 suore della Congregazione delle Carmelitane di San Giuseppe, 10 animatori e con l’aiuto e il sostegno di tre interpreti e don Sviatoslav, un sacerdote dell’Esarcato apostolico ucraino in Italia. «C’è grande attesa ed entusiasmo nel preparare questi sei giorni da trascorrere insieme tra la corona dei Monti della Valle di Canneto in Settefrati (Fr), ospiti della Casa del Pellegrino del Santuario della Madonna Bruna – dice don Zenobbi –. Il tema del campo vedrà lavorare insieme bambini e ragazzi ucraini e italiani, ma parallelamente anche le mamme profughe insieme e ai loro figli e che noi abbiamo accolto attraverso Caritas e dando vita al progetto tra parrocchie “Adotta una famiglia”».

A fare da filo conduttore, la storia di Po e dei Cinque Cicloni raccontata nel cartone animato “Kung Fu Panda”. «Dobbiamo imparare a seguire l’esempio del panda Po – prosegue il sacerdote –, chiamato a credere nei propri sogni, a riconciliarsi con i suoi fallimenti e le sue fragilità, a lottare con le sue paure lasciandosi guidare da chi desidera accompagnarlo nella vita standogli accanto, a credere nei propri talenti e a costruire il suo futuro dando voce al bene da costruire e non ai desideri di vendetta, di odio che possono abitare nel cuore. Ascoltando la voce del maestro, Po si sentirà dire: “Il passato è storia, il futuro è mistero, l’oggi è un dono, per questo si chiama presente”. Queste parole saranno il tema del campo, sul quale si struttureranno tutte le giornate».

«Vita comunitaria, preghiera, collaborazione, gioco, contatto con il creato, sono gli ingredienti con i quali vorremmo condire questa esperienza a ormai 5 mesi dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Ci auguriamo – è l’auspicio di don Zenobbi – che lo stare insieme, il prendersi cura l’uno dell’altro, riusciranno come nel film, a sconfiggere il Guerriero Dragone, il nemico, l’esperienza di male, non con la violenza e l’odio, ma togliendo gelosia e invidia, costruendo quella pace che non conosce lingua o nazione, né età, ma che è frutto di quella ricetta segreta, che si chiama umiltà, perseveranza, bontà. Siano giorni in cui crescere nella vera amicizia e nel desiderio di riscoprirci famiglia accorgendosi che ogni istante è dono, e va vissuto al meglio delle nostre possibilità, da veri figli di Dio che ci ripete rasserenandoci che “sarà con noi sempre”, anche nei momenti più bui della storia».

7 luglio 2022

Il Piccolo Mondo diventa centro diurno

Foto di Cristian Gennari

Sono aperte le iscrizioni al Centro diurno ‘Il Piccolo Mondo’ della Caritas di Roma, all’interno dell’Istituto delle Suore della Provvidenza in zona Boccea, che inizierà le sue attività a settembre. Una struttura per promuovere l’integrazione e il sostegno alla genitorialità ascoltando e supportando le situazioni di maggiore difficoltà.

Il centro si rivolge a bambini dai 0 ai 5 anni nella fascia oraria 8-13, dal lunedì al venerdì, promuovendo attività ricreative ed esplorative con laboratori e un servizio biblioteca. Previste, per i genitori, anche attività di orientamento sul territorio, sostegno alla genitorialità, servizio di assistenza sociale e uno sportello legale

Per informazioni: telefono 06.88815341 – 3346541822; email piccolomondo@caritasroma.it.

6 luglio 2022

Le voci dei seminaristi dalla Terra Santa

Tra rocce e avvallamenti, bruciato dal sole, si apre il deserto di Giuda. Nessuna traccia di vegetazione, ombra o riparo. Ed ecco il Wadi Quelt, una sorta di canyon dalle pareti rossastre e scoscese. «Siamo giunti al cuore del nostro pellegrinaggio», dice il cardinale vicario Angelo De Donatis al gruppo di seminaristi partiti con lui da Roma venerdì scorso. Insieme stanno esplorando la Terra Santa, grazie al pellegrinaggio organizzato dall’Opera Romana Pellegrinaggi. «Il Vangelo delle tentazioni che abbiamo ascoltato ci mostra il modo in cui il maligno si avvicina al nostro cuore per sussurrare sibilando: “se sei figlio di Dio…” – spiega il porporato nell’omelia della Messa di lunedì sera –. La porta che tenta di aprire è sempre la stessa: egli insinua il dubbio che Dio non sia nostro padre, che non meritiamo la vita dei figli che siamo fatti per vivere da schiavi». Ma noi non dobbiamo «perderci d’animo» o «sottrarci al combattimento», è l’esortazione del cardinale De Donatis. «Dio desidera la nostra lotta, non tanto le nostre vittorie». Poi conclude: «Non dimenticate mai questo: la Parola di Dio è il vero terrore dei demoni, quando essa rimane al centro della nostra giornata la vittoria è assicurata».

Ad ascoltarlo ci sono i 35 seminaristi, una decina di superiori del Seminario Romano Maggiore, e poi monsignor Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, monsignor Pablo Castiglia, segretario particolare del cardinale De Donatis, e don Filippo Morlacchi, sacerdote fidei donum della diocesi di Roma che vive a Gerusalemme, e guida il pellegrinaggio di questi giorni insieme al vicario. Il viaggio, per gli studenti, era programmato alla fine del secondo anno di seminario, ma la pandemia ha costretto a rimandarlo, fino a questi giorni. Per tanti si tratta della prima volta nei luoghi in cui visse Gesù, e l’emozione è forte.

Come per Lorenzo Colombo, al quinto anno di formazione al Pontificio Seminario Romano Maggiore, accolito. «C’è tanta bellezza e tanta fatica qui – ammette –. Visitare questi luoghi santi è faticoso, ma vedo che la sera arrivo al letto con gioia, mi riempio il cuore. Quando fatichi per le cose belle è una grande consolazione». Giorni di cammino, da Nazareth a Cafarnao, dal Mar Morto a Betlemme, e poi a Gerusalemme. Di visite, incontri, ma soprattutto di riflessione, per il seminarista: «Tante volte ho riconosciuto Gesù come il Signore della mia vita, ma qui mi porto la consapevolezza più chiara, quasi fisica, che Gesù è uomo, che il Verbo davvero si è fatto carne». La tappa nel deserto lo ha particolarmente toccato: «È il deserto che è stato attraversato da Gesù – spiega –, dove Lui ha subito le tentazioni ma le ha vinte. Io tante volte mi sono trovato a fare esperienza dei miei deserti e della mia aridità, ma nonostante questo il Signore mi ha sempre messo a disposizione la sua presenza, i fratelli, i compagni. Mi ha colpito celebrare lì l’Eucaristia, la fonte da cui traiamo vita, nonostante l’aridità circostante».

Concorda Renato Pani, suo compagno di studi, anche lui accolito. «Don Filippo ci ha spiegato che il deserto è un luogo molto importante per la vita spirituale – racconta –. Questo Deserto di Giuda è un luogo molto aspro nel quale però si può sopravvivere, si può trovare da mangiare e da bere. Anche nel deserto si può stare con il Signore». Tra i ricordi indelebili di questo pellegrinaggio, quello dell’arrivo a Nazareth. «È stato sconvolgete e bellissimo vedere la Grotta dell’Annunciazione, il luogo dove il Signore ha preso la sua dimora in mezzo a noi», ricorda. «Se dovessi trovare un aggettivo per questa esperienza, la definirei sorprendente – dice convinto –. Questo è davvero un luogo speciale. Mi è capitato più volte di andare all’estero e visitare tanti posti nel mondo, ma mai nessuno mi ha stupito come la Terra Santa. Qui la liturgia rende presente nell’oggi la storia della salvezza; è sempre Natale, sempre Pasqua».

6 luglio 2022

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