14 Settembre 2025

Due corsi di musica con l’Ufficio liturgico

Due corsi incentrati sulla musica liturgica, promossi dall’Ufficio liturgico diocesano, prenderanno il via nei prossimi giorni. Il primo è un breve percorso in due lezioni, in programma il 12 e il 19 ottobre nella Sala Conferenze del Seminario Romano Maggiore dalle ore 18 alle ore 20.30. Entrambi gli incontri saranno a cura di fra Gennaro Becchimanzi; il primo verterà su “Le melodie del Messale romano. III Edizione e prospettive future”, mentre l’altro su “L’innario della liturgia delle ore. Storia recente e novità”.

“Date a Dio splendida lode” è invece l’itinerario formativo incentrato su prassi, teoria, canto e musica per la liturgia, che si snoderà nel corso dei mesi da ottobre 2021 fino a maggio 2022. Si tratta di un laboratorio pratico e teorico di canto e musica per la Sacra Scrittura, per laici religiosi e sacerdoti impegnati nell’animazione liturgica. Gli incontri, tenuti sempre da fra Becchimanzi, si svolgeranno nella Sala dell’Immacolata della basilica dei Santi XII Apostoli (piazza Santi Apostoli, 51) il sabato dalle 8.45 alle 12.30.

Per informazioni su entrambi i corsi: fragennaro@libero.it

29 settembre 2021

Due concorsi con l’Ufficio per la pastorale del tempo libero

Photo by Adrian Dascal on Unsplash

Parte in questi giorni la quinta edizione dei concorsi annuali organizzati dall’Ufficio diocesano per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport in collaborazione con l’emittente Radiopiù Roma. Il primo è un concorso fotografico, “Scattainparrocchia”, che «ha l’intento di far accrescere il senso di appartenenza alle parrocchie, in particolare quest’anno alla luce del cammino sinodale», spiega l’Ufficio. Si concluderà il 6 giugno ed è rivolto a quanti nella diocesi di Roma vogliano evidenziare momenti, persone e particolari delle attività delle parrocchie.

L’altro è un contest musicale, “Cantate inni con arte”, con l’inedita collaborazione del Servizio per la pastorale giovanile. L’obiettivo: «Contribuire all’ampliamento del repertorio di musica sacra e liturgica oltre che alla promozione delle realtà corali presenti nelle parrocchie della diocesi di Roma e di quelle suburbicarie». Terminerà come di consueto con un festival, che quest’anno si terrà il 5 novembre alle 20 nella parrocchia Santa Maria in Vallicella (Chiesa Nuova) e che vedrà la presenza di monsignor Marco Frisina, presidente di giuria. Anche a “Cantate inni con arte” potrà partecipare chiunque, dalle parrocchie e dalle altre realtà ecclesiali, con un coro di almeno 4 elementi.

«Con queste iniziative – afferma don Francesco Indelicato, direttore dell’Ufficio – vogliamo mettere in comunicazione le varie realtà del territorio diocesano per evidenziare la bellezza e la forza della comunione ecclesiale. E abbiamo riscontri entusiasmanti, se si pensa ad esempio che all’ultimo festival dei cori, svoltosi a novembre scorso nella basilica di San Giovanni Bosco, abbiamo registrato oltre un migliaio di presenze tra coristi e spettatori». Per entrambi i concorsi sono previsti diversi premi. I regolamenti su www.utsroma.diocesidiroma.it e suwww.radiopiu.eu.

19 aprile 2022

Due appuntamenti per con la pastorale giovanile

Due incontri di formazione, per sacerdoti e per animatori, organizzati dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile.

«All’inizio del Sinodo dei vescovi sui giovani – spiega il direttore del Servizio don Antonio Magnotta – desidero invitarti ad un incontro di riflessione e confronto sulla pastorale giovanile con il desiderio di far circolare un pensiero sempre più condiviso, far crescere verso i nostri ragazzi e giovani un’attenzione più corale nelle nostre comunità, presentare il nostro cammino di formazione e le iniziative dell’anno».

Il primo appuntamento vedrà protagonista Paola Bignardi, responsabile dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, che presenterà i risultati dell’indagine sugli adolescenti: “Generazione Z. Guardare il mondo con fiducia e speranza”. L’incontro è pensato per sacerdoti e vicari parrocchiali, e propone una “Lettura dell’inchiesta con il cuore di pastori”. Si terrà il 4 ottobre presso le Suore Missionarie della Scuola in via Appia Antica, 226 dalle ore 9.30 alle 13.00. Sarà presente anche il vescovo ausiliare per il clero monsignor Daniele Libanori.

La giornata di formazione per gli animatori ed educatori dei gruppi adolescenti e giovanili è invece in programma per sabato 6 ottobre, dalle ore 9.30 fino alle ore 17 con pranzo al sacco presso la parrocchia dei Santi Aquila e Priscilla, in via Pietro Blaserna, 113. Tra le tematiche che saranno affrontate: “Riconciliarsi con le proprie fragilità: l’arte di essere educatori generativi”; “Come usare e pensare un itinerario”; “Generazioni e relazioni digitali: come educare ed educarsi al tempo degli smartphone”.

Informazioni presso il Servizio per la pastorale giovanile: 06.69886447.

25 settembre 2018

Due anni di guerra nelle storie degli ucraini accolti a Roma

L’ultimo ricordo che Hanna ha dell’Ucraina è la partenza del treno sul quale è salita, dirigendosi verso la frontiera del Paese, mentre vedeva suo padre, con gli occhi lucidi, rimanere fuori dal vagone. Anche Zoia è arrivata a Roma da Kiev dopo aver affrontato un lungo viaggio in treno insieme alla mamma Tetiana e al fratello Luka. Sofia, a causa dell’offensiva russa a Bucha, ha perso un braccio. Operata al Bambino Gesù, ora può sognare un futuro migliore insieme a suo padre Valerij, ospitato con lei a Casa San Giacomo. Queste sono solo alcune delle storie dei profughi ucraini accolti dalla Caritas diocesana di Roma durante questi due anni di guerra in Ucraina, iniziata con l’invasione russa del 24 febbraio 2022.

A due anni dal conflitto, e da una pace ancora lontana, che ha costretto milioni di persone a lasciare le proprie case, scatenando un esodo di cittadini ucraini verso l’Europa, la Caritas di Roma ripercorre l’impegno per l’accoglienza e l’assistenza alla popolazione.

Il 24 febbraio 2022 è il giorno dell’invasione russa, segna anche l’inizio di un esodo di profughi che si è riversato in Europa. Anche in Italia, seppure con presenze inferiori rispetto a quelle che si sono avute in Germania e Polonia, notevole è stata la presenza di cittadini ucraini già dalle settimane precedenti l’inizio del conflitto. Persone, soprattutto giovani famiglie, arrivate grazie alle “catene familiari” presso familiari e amici già inseriti nel Paese.

Gli interventi della Caritas hanno coinvolto 2.000 profughi provenienti dall’Ucraina e hanno riguardato tre ambiti, coinvolgendo i diversi servizi diocesani e le parrocchie: 1.585 sono accompagnati attraverso i centri di ascolto diocesani; 188 con il programma di accoglienza diffusa nelle comunità parrocchiali, istituti religiosi e famiglie, realizzata in collaborazione con la Prefettura di Roma e la Protezione Civile; 227 attraverso l’assistenza sanitaria presso il Poliambulatorio di Via Marsala.

I centri di ascolto

Negli anni 2022 e 2023 sono stati 1.585 i cittadini ucraini incontrati nei centri di ascolto parrocchiali e diocesani (1.390 nel solo 2022); si tratta di un decimo di tutti coloro che si sono rivolti ai centri. Nella maggioranza dei casi sono donne (83,2% del totale), distribuite uniformemente nelle diverse classi di età, con una prevalenza delle fasce dai 18 ai 49 anni (52%). Da rilevare anche la presenza di minori, il 7,5%, arrivati in Italia senza genitori e affidati a parenti e amici.
Quella ucraina è ormai un’immigrazione radicata sia in Italia che a Roma, da sempre caratterizzata per la specifica presenza femminile e orientata all’inserimento lavorativo nei servizi alla persona (lavoro domestico, assistenza degli anziani e delle famiglie). Proprio questi legami sono stati alla base di un sistema di accoglienza che ha visto come protagoniste le parrocchie e i servizi Caritas.
Per il 70% delle persone si è trattato del primo incontro con la Caritas, un terzo del totale era invece già iscritto dagli anni precedenti, in molti casi anche da oltre un decennio. Ben 606 quelli che si sono rivolti ai centri di ascolto parrocchiali, il 40% del totale; di questi il 78% erano al primo contatto con la Caritas. 607 sono stati quelli incontrati dal Centro di ascolto stranieri di via delle Zoccolette (33%), in questo caso il 39% erano quelli già registrati e conosciuti.
Gli ucraini che hanno avuto il primo contatto con la Caritas attraverso le mense, senza prima passare da un centro di ascolto, sono stati 272: una procedura questa che viene autorizzata in casi eccezionali, e quello dei profughi ucraini lo era, in quanto l’accesso alle mense è preceduto dall’ascolto e dalla registrazione della persona.
Complessivamente, sono stati realizzati 3.500 “interventi”: si tratta di prestazioni “multiple” anche se accomunate tutte da richieste di aiuti alimentari. Il 55% riguarda infatti pacchi e buoni alimentari, accessi alle mense. Al 10% è stata rilasciata la tessera per gli empori e 209 sono stati interventi per beni di prima necessità, soprattutto vestiario e smartphone. L’ascolto (16%), l’orientamento lavorativo, pratiche per l’alloggio, legali e amministrative, inserimenti scolastico e accompagnamento i servizi sanitari sono stati gli altri interventi più effettuati.


L’accoglienza diffusa in parrocchie e istituti

Dal 30 marzo 2022 la Caritas di Roma ha attivato un programma di “accoglienza diffusa” rivolto ai profughi provenienti dall’Ucraina coinvolgendo le comunità parrocchiali e gli istituti religiosi della diocesi di Roma.
Sono stati 188 i profughi che hanno trovato ospitalità in 44 strutture: 15 le parrocchie, 26 gli istituti e gli ordini religiosi, 3 le case di accoglienza.
Gli ospiti provengono da due diversi programmi di accoglienza: quello della Prefettura di Roma, il primo ad essere avviato, e quello con la Protezione Civile, attivato nel settembre 2022.
Tra i cittadini accolti – 186 ucraini e 2 georgiani che vivevano in Ucraina stabilmente – 85 sono minorenni: 18 con età inferiore ai 5 anni (scuola materna); 33 che in patria frequentavano la scuola primaria; 36 nel ciclo secondario (media inferiore e scuole superiori); 12 gli studenti universitari.
Tutti i ragazzi sono stati inseriti nelle scuole italiane accompagnati dalle comunità di accoglienza e dai tutor previsti dal progetto. Il tipo di composizione familiare più diffusa è quella mono-genitoriale, nuclei mamma-bambini o nonna-bambini; 20 le accoglienze singole.
Alla fine del 2023 erano 80 le persone ancora accolte mentre 108 avevano lasciato l’accoglienza per tornare in patria.

L’assistenza sanitaria ai profughi ucraini

Per la posizione strategica del Poliambulatorio Caritas, vicino alla Stazione Termini e a poca distanza dall’Hub vaccinale e polo di orientamento sanitario per i profughi ucraini della Regione Lazio/Asl Roma 1, fin da subito è divenuto riferimento di questa popolazione in particolare per la gestione di malattie croniche o per problematiche mediche o aggiustamento di terapia, in attesa che si perfezionassero le pratiche burocratiche-amministrative per accedere al SSR. A partire dal 2022 sono stati effettuati 707 interventi sanitari in 227 cittadini ucraini di cui 189 arrivati nel 2022. Tra i profughi il 76,7% sono donne, circa l’12% sono minorenni, il 38% ha una età compresa tra i 30 e 50 anni, il 7% sopra i 70 anni.

Dos pasos en la historia del Encuentro Mundial de las Familias

«¡Queridos hermanos y hermanas, que vinieron de cien países diferentes para esta importante cita con motivo del Año de la Familia! ¡Gracia a vosotros y paz de Dios, Padre Nuestro! ». Era el sábado 8 de octubre de 1994 cuando el Papa Juan Pablo II saludó a los participantes del primer Encuentro Mundial de las Familias en la Plaza de San Pedro. Ese año había sido proclamado por la ONU como “Año Internacional de la Familia”, y el pontífice polaco quería que se celebrara simultáneamente un “Año de la Familia” en la Iglesia. Entre las iniciativas, estaba el Encuentro Mundial, que tuvo lugar en Roma los días 8 y 9 de octubre. Fue organizado, como ocurrió para los siguientes, por el Pontificio Consejo para la Familia (hoy Dicasterio para los Laicos, la Familia y la Vida). El tema fue “Familia: corazón de la civilización del amor”.

La tradición continuaría cada tres años y tocaría varias ciudades del mundo. De hecho, en 1997, precisamente el 4 y 5 de octubre, fue el turno de Río de Janeiro, que fue sede de la segunda reunión mundial sobre “La familia: don y compromiso, esperanza de la humanidad”.

Tres años más tarde, en el contexto del Gran Jubileo de 2000, la Ciudad Eterna vuelve a recibir a familias de todo el mundo: el 14 y 15 de octubre se celebra el tercer encuentro mundial de familias, dedicado a “Niños, primavera de familia y sociedad”.
Tres años después, en 2003, Juan Pablo II no pudo estar físicamente presente en la cuarta reunión, que tuvo lugar los días 25 y 26 de enero en Manila, y participó a través de una conexión de televisión. “Estoy con ustedes con pensamiento y oración, amo a las familias de Filipinas y de muchas regiones de la tierra”, dice a los participantes llamados a reflexionar sobre “La familia cristiana: buenas noticias para el tercer milenio”.

El quinto Encuentro Mundial de las Familias se celebra en Valencia los días 8 y 9 de julio de 2006, pero el primero en el que interviene el Papa Benedicto XVI; “Transmisión de la fe en la familia” es el tema. Los días 17 y 18 de enero de 2009, la reunión tuvo lugar en la Ciudad de México, sobre “La familia, un entrenador de valores humanos y cristianos”, pero el Santo Padre participa a través de la trasmisión televisiva. En cambio, estará presente en 2012 en Milán, los días 2 y 3 de junio, para “La familia – Trabajo y fiesta”.

En 2015, los días 26 y 27 de septiembre en Filadelfia, está programada la sexta Reunión Mundial de Familias, titulada “El amor es nuestra misión, la familia completamente viva”; es el primero en el que participa el papa Francisco.

El noveno Encuentro Mundial tendrá lugar en Dublín, del 22 al 26 de agosto de 2018, sobre el tema elegido por el Papa “El Evangelio de la familia: alegría para el mundo”, en el contexto de la exhortación apostólica post-sinodal “Amoris Laetitia”, coordinada por el nuevo Dicasterio para Laicos, Familia y Vida, presidida por el cardenal Kevin Farrell.

Doppio appuntamento per la Pastorale scolastica

Due appuntamenti in programma nei prossimi giorni promossi dall’Ufficio per la pastorale scolastica della diocesi di Roma. Il primo, in programma il 19 febbraio, dalle 16.45 alle 18.15 nella Sala al Terzo Piano del Palazzo del Vicariato, avrà per tema “La funzione materna e paterna nell’esercizio del ruolo di insegnante di religione”. Relatrice sarà la psicologa Annalisa Salvatore, che si soffermerà sulle caratteristiche della funzione materna come base sicura e contenitiva degli aspetti emozionali e cognitivi che ogni allievo richiede, in maniera implicita o esplicita all’insegnante di religione, si passerà poi ad analizzare la funzione paterna nei suoi aspetti di trasmissione della testimonianza in termini esistenziali e valoriali e di legame con il limite e con il rispetto della norma. Tali funzioni verranno analizzate nelle loro diverse sfaccettature: il nuovo senso e significato che tali variabili assumono nella nostra contemporaneità, le risorse che possono apportare nel rapporto con l’allievo ma anche i rischi e le possibili deviazioni.

La tavola rotonda “A 40 anni dalla revisione concordataria: prospettive dell’IRC in vista del nuovo concorso” è invece in programma venerdì 23 febbraio, dalle 16.30 alle 18.30 sempre nella Sala al Terzo Piano. Si confronteranno sul tema, moderati dal direttore dell’Ufficio diocesano Rosario Chiarazzo, i professori Cicatelli, Manzo e Prenna.

13 febbraio 2024

Doppio appuntamento a San Roberto Bellarmino

Sono due gli appuntamenti da segnare in agenda, per i fedeli della parrocchia di San Roberto Bellarmino, ma anche per tutti gli interessati, pur proveniendo da altri settori della diocesi.

A cinquant’anni dai fatti del 1968, si cerca di fare il punto su “Cosa rimane del 1968”, lunedì 8 ottobre alle 19.30 presso il Centro culturale di via Panama. Intervengono il gesuita padre Giancarlo Pani e Raoul Mordenti, politico e scrittore.

Due giorni dopo, il 10 ottobre, sempre alle 19.30, sarà invece protagonista padre Ibrahim Alsabagh, il parroco di Aleppo, per un incontro-testimonianza dal titolo “Una luce di speranza”.

3 ottobre 2018

Doppia festa di carnevale alla Casa di Cristian

Foto di Polina Kovaleva

Due appuntamenti per festeggiare il carnevale, il 16 e il 18 febbraio, promossi dal centro di accoglienza Casa di Cristian di Caritas Roma.

Torna il carnevale e il centro di pronta accoglienza Casa di Cristian promuove, insieme al Progetto Mam Habitat, che accompagna i nuclei “mamma-bambino” in difficoltà, due nuovi eventi in occasione di questa festa che ha per protagonisti i bambini.

Il primo appuntamento si terrà giovedì 16 febbraio dalle 17 alle 19 presso la struttura di Via Anicio Paolino 64 con il laboratorio creativo per la realizzazione di lavoretti a tema. Saranno allestite più postazioni e si utilizzeranno le diverse tecniche creative.

10 febbraio 2023

Doppia celebrazione al Seminario Maggiore

Sarà un fine settimana speciale quello del 18 e 19 novembre, al Pontificio Seminario Romano Maggiore: sabato alle 18, infatti, due giovani saranno ammessi agli ordini sacri mentre domenica alle 16.30, verranno istituiti lettori 13 seminaristi. Entrambe le celebrazioni saranno presiedute dal rettore, il vescovo Michele Di Tolve, e si terranno nella Capella del Seminario Maggiore.

I due ammittendi tra i candidati al diaconato e al presbiterato sono Francesco Pauletti e Valerio Tarselli. Ma cosa vuol dire diventare candidato al diaconato e al presbiterato? In pratica, al termine della tappa degli studi filosofici, il seminarista, può iniziare quel cammino che lo conduce verso il ministero ordinato. Dopo questa tappa sarà possibile l’ammissione del seminarista tra i candidati agli Ordini.

Gli istituendi lettori sono Andrea Alessi, Mattia Cirelli, Enrico De Leo, Francesco Melone, Pietro Nguyen, Giovanni Emanuele Nunziante Salazar, Federico Pelosio, Marco Petrolo, Jordan Camilo Ramos Medina, Cristian Sguazzino, Giuseppe Terranova, Enrico Maria Trusiani, Enrique Villanueva. «Secondo la maturazione di ogni singolo candidato e in base all’opportunità formativa, saranno conferiti ai seminaristi i ministeri del lettorato e dell’accolitato, affinché possano esercitarli per un conveniente periodo di tempo e disporsi meglio ai futuri servizi della Parola e dell’Altare. Il lettorato propone al seminarista la “sfida” di lasciarsi trasformare dalla Parola di Dio, oggetto della sua preghiera e del suo studio» (RFIS n. 72).

17 novembre 2023

Dopo il Sinodo, educare i giovani: incontro con il cardinale vicario

A pochi giorni dalla conclusione del Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani, il Servizio per la pastorale giovanile del Vicariato propone un incontro durante il quale il cardinale vicario Angelo De Donatis potrà raccontare questa esperienza di comunione ecclesiale che ha vissuto dall’interno. L’appuntamento è per sabato 10 novembre alle ore 10 nella Sala Tiberiade del Pontificio Seminario Romano Maggiore, su “Dopo il Sinodo, la sfida di educare i giovani”. Il porporato dialogherà con il vescovo ausiliare del settore Est monsignor Gianpiero Palmieri e con Paola Bignardi, coordinatrice dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo. Modererà il giornalista Fabio Zavattaro.

Durante l’incontro, Bignardi presenterà il lavoro della ricerca sull’educatore pubblicata nel libro “Il futuro della fede. Nell’educazione dei giovani la Chiesa di domani” (ed. Vita e Pensiero), curato insieme a Rita Bichi.

29 ottobre 2018

Don Santoro ci ricorda di «non abituarci a una ormai fiacca cristianità»

Si è concluso ieri, domenica 10 febbraio, il pellegrinaggio di un piccolo gruppo di fedeli della diocesi di Roma, guidati dal vescovo ausiliare per il settore Sud monsignor Paolo Lojudice, in Turchia. Sono stati a Trabzon, nella chiesa di Santa Maria (nella foto), proprio dove, tredici anni fa, fu assassinato don Andrea Santoro. Il sacerdote fidei donum, lo ricordiamo, fu ucciso da un fanatico mentre pregava, con la Bibbia tra le mani. Era il 5 febbraio del 2006.

«Essere a Trabzon in questi giorni significa, per me e per la diocesi di Roma – ha commentato il vescovo Lojudice – porre un segno di grande responsabilità. Significa essere vicini a quei fratelli che vivono in situazione di minoranza, nel continuo rischio di emarginazione ed esclusione sociale e nel pericolo per la propria incolumità che nasce dal professare una fede “minoritaria”; significa ripercorrere le orme del “martirio” non cercato ma mai escluso da don Andrea, che con la sua silenziosa testimonianza ci ricorda che seguire Cristo è un impegno serio e radicale; significa cercare di ravvivare nei cristiani che vivono a Roma una fede che deve lasciarci inquieti, che deve crescere e maturare sempre, senza mai fermarsi, addormentarsi o diventare insipida, rischio ormai ricorrente nel nostro occidente troppo abituato alla sua ormai fiacca cristianità».

11 febbraio 2019

Don Raffaele, 25 anni da fidei donum in Albania

Il vescovo Ricciardi e don Gagliardi

L’albero di ulivo piantato davanti alla parrocchia di “Zoja e Ngjitur në Qiell”, alla periferia di Tirana. Il giro in barca sul lago di Ocrida, nella Macedonia del nord, patrimonio dell’umanità. La visita alla Casa delle Foglie, il più recente dei musei albanesi, che fu sede del Sigurimi, il servizio segreto che operò negli anni della dittatura. La storia di Simone, detenuto per oltre trent’anni in un campo di concentramento. E le parole dell’arcivescovo Arjan Dodaj, di Sua Beatitudine Anastasios, dei sacerdoti e delle religiose impegnate con i bambini più poveri. Sono solo alcune delle visite e degli incontri significativi che hanno scandito il pellegrinaggio diocesano in Turchia, iniziato martedì e concluso ieri. Sono partiti in 32, con l’organizzazione dell’Opera Romana Pellegrinaggi, guidati dal cardinale vicario Angelo De Donatis; nel gruppo vescovi – Daniele Salera, Paolo Ricciardi, Dario Gervasi, Guerino di Tora, Valentino Di Cerbo –, sacerdoti e laici.

Nella giornata di venerdì, l’ultima prima di lasciare l’Albania, il gruppo romano è stato a Scutari. Qui ha festeggiato i 25 anni da fidei donum nel Paese di don Raffaele Gagliardi, che presta servizio dal 1997 nella parrocchia del Sacro Cuore di Scutari. «È un regalo che sia venuto questo gruppo da Roma, senza neanche che lo avessi chiesto io – racconta –, celebrare questa Messa con il cardinale e i vescovi nella parrocchia dove sono fidei donum da 25 anni. Le radici di Roma le sento molto forti, ho trovato qui una Chiesa cattolica molto legata a Roma I martiri, prima di morire, testimoniavano questa forte appartenenza, dicendo “Via Cristo Re, Viva il Papa, viva l’Albania!”. Questa zona del nord, dove celebro e svolgo il mio ministero, di Scutari è molto legata al Papa. Mi sento sempre molto sostenuto con le preghiere nel mio servizio qui. E ai fedeli romani voglio continuare a chiedere di pregare per quest’Albania, non avere pregiudizi».

«Il cammino di Pietro alla sequela di Gesù non si è rivelato facile – ha esordito il cardincale vicario nell’omelia della Messa celebrata a Scutari, tradotta come sempre in Albanese –, e nonostante tutto ha continuato a seguire il Signore, ma alla fine, di fronte al fallimento del suo maestro, si è nascosto, è fuggito, lo ha rinnegato. Questa è la fine della sequela di Pietro? Certo, con il suo rinnegamento Pietro mette fine a un modo di seguire Gesù, un modo in cui prevale la logica dell’uomo, le sue pretese, i suoi progetti. Questa conclusione sicuramente getta Pietro nello smarrimento e nello scoraggiamento. E forse con questi sentimenti nel cuore aveva ripreso con i compagni il mestiere di pescatore. Deluso, aveva gettato la rete nel lago, ma quella notte non presero nulla. Ma ciò che è fine per l’uomo è inizio per il Signore, perché il fallimento dell’uomo è il punto di partenza per un’opera nuovo di cui Dio solo può mettere la prima pietra. Ed è proprio quello che noi, visitando l’Albania, abbiamo potuto toccare con mano in questi giorni (…) Oggi, visitando il carcere dove sono stati rinchiusi tanti fratelli che hanno sofferto, pensando anche ai martiri di questa Chiesa, mi dicevo la stessa cosa: nel nome di Gesù Cristo hanno scoperto il proprio nome, la loro forza è stata quella di confidare nella pietra scartata che è diventata testata d’angolo. Cari fratelli e sorelle, possono esserci momenti della nostra vita in cui noi viviamo lo smarrimento, ma il Signore non ci abbandona, si ferma accanto a noi con la sua presenza discreta e ci dà fiducia, ci invita a gettare le reti e a non aver paura. A noi è chiesta una sola cosa: riconoscerlo con lo sguardo dell’amore. Allora lui si rivela a noi come il Signore, il Risorto, e la sua luce vince le nostre tenebre».

17 aprile 2023

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