4 Agosto 2025

Raddoppiano le richieste di aiuto: l’indagine di Caritas Italiana

Roma 2/4/2020Caritas mensa Colle Oppio, distribuzione pasti durante il Corona Virus.Ph: Cristian Gennari/Siciliani

Raddoppiate le persone che, in tutta Italia, si sono rivolte ai Centri di ascolto e ai servizi delle Caritas diocesane: l’incremento è del 105 %. Ma nello stesso tempo è cresciuto quello dei volontari disposti a prendersi cura di loro. Sono i dati evidenziati da Caritas Italiana che, dal 9 al 24 aprile, ha effettuato un monitoraggio su 101 Caritas diocesane, tra cui quella di Roma.

«Si conferma da nord a sud del Paese un incremento delle situazioni di povertà e di disagio economico, quindi un aumento di famiglie che sperimentano difficoltà materiali legate alla totale o parziale assenza di reddito – sottolinea all’Agenzia Sir della Conferenza episcopale Federica De Lauso, dell’Ufficio Studi della Caritas italiana –. Il dato non sorprende troppo, se si pensa che in Italia, secondo l’Istat, il 62% delle famiglie non riesce a risparmiare ed accantonare alcunché a fine mese e che il 36% dei nuclei non è in grado di far fronte ad una spesa imprevista di 800 euro circa. L’attuale emergenza sanitaria mette poi a dura prova, inevitabilmente, anche l’occupazione».

Ci sono quindi 38.580 “nuovi poveri” rispetto a prima dell’inizio della pandemia da Covid-19. Queste persone chiedono beni di prima necessità, viveri e pasti a domicilio, ma anche aiuto economico nel pagamento delle bollette o dell’affitto.

Ma davanti a questo dato drammatico ce n’è uno più confortante: cresce anche il numero dei volontari. Secondo i dati raccolti da Caritas Italiana, nel 59,4% delle Caritas sono aumentati i volontari giovani, under 34, impegnati nelle attività e nei servizi, che hanno consentito di far fronte al calo degli over 65 rimasti inattivi per motivi precauzionali. Tra gli interventi messi in campo, servizi di ascolto e accompagnamento telefonico o anche in presenza negli ospedali e nelle Rsa; fornitura di pasti da asporto e consegne a domicilio; la fornitura di dispositivi di protezione individuale e di igienizzanti; le attività di sostegno per nomadi, giostrai e circensi costretti alla stanzialità; l’acquisto di farmaci e prodotti sanitari; la rimodulazione dei servizi per i senza dimora; e molto altro ancora.

«In questo momento ognuno deve fare la sua parte – è l’appello che il direttore della Caritas diocesana, don Benoni Ambarus, ha lanciato ieri dalle colonne di Roma Sette –. Non deve calare il contagio della solidarietà, altrimenti diminuirà il numero di persone disposto a prendersi in carico un numero crescente di famiglie bisognose».

4 maggio 2020

Tablet e connessioni per ragazzi bisognosi, l’iniziativa di Caritas e Amazon

Cento bambini e adolescenti romani maggiormente a rischio di isolamento avranno a disposizione un tablet e una connessione a internet per seguire le videolezioni scolastiche. È l’iniziativa promossa dalla Caritas di Roma in collaborazione con Amazon Italia.

La prolungata chiusura delle scuole per l’emergenza sanitaria, infatti, ha portato alla diffusione dell’e-learning, con la necessità da parte degli studenti di utilizzare dispositivi elettronici che consentano loro di partecipare alle lezioni online. Dalle richieste giunte ai Centri di ascolto delle parrocchie romane – attualmente sono 127 quelli attivi per la distribuzione straordinaria di generi alimentari – è emersa la necessità per molte famiglie, in particolare di quelle con più figli adolescenti, spiegano dalla Caritas, oltre che di generi alimentari anche di dispositivi che consentano il collegamento. Altre famiglie, pur avendo a disposizione telefoni o computer, necessitano invece di una connessione a internet stabile e veloce.

«Si tratta di un primo intervento di emergenza che si affianca alla distribuzione di alimenti – ha detto don Benoni Ambarus, direttore della Caritas romana – a cui seguirà, nelle prossime settimane, un vasto programma di aiuti per quelle famiglie che sono escluse dalle misure messe in campo dalle istituzioni». Per il sacerdote «attraverso la rete dei Centri di ascolto delle parrocchie romane, stiamo intercettando situazioni di disagio estremo, di famiglie che finora vivevano in modo precario e sono precipitate nella povertà più assoluta. Quando, come nel caso dell’istruzione, questa emergenza riguarda bambini e ragazzi, dovremmo veramente scuoterci tutti quanti».

4 maggio 2020

E’ entrato nella luce della Resurrezione don Roberto Cavalli

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

annunciano che
è entrato nella luce della Resurrezione

il Rev.do Don Roberto Cavalli

di anni 82

per molti anni Vicario Parrocchiale della Parrocchia
Santa Maria Maggiore in San Vito e
Cappellano della Casa di Risposo “Roma 2”,

e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,
lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio
e alla preghiera di suffragio dei fedeli,
invocando la pace e la gioia del Signore.

I funerali si svolgeranno lunedì 4 maggio, alle ore 11.00,
nella Parrocchia di San Remigio
(Piazza Colleverde 9 – 00012 Guidonia Roma)

La salma di Don Roberto sarà tumulata
presso il Cimitero di Mentana (Roma)

2 maggio 2020

E’ tornata alla casa del Padre Michela, mamma di monsignor Michele Baudena

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,

il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,
sono vicini al dolore di Mons. Michele Baudena,

Vicario Cooperatore della Parrocchia di San Girolamo a Corviale,
già Parroco della Parrocchia di S. Maria Consolatrice e

della Parrocchia di S. Emerenziana,
per la perdita della sua cara mamma

Michela

assicurando preghiere di suffragio invocano il Signore Dio,
ricco di misericordia, perché le conceda il premio della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

 

1 maggio 2020

Videoconferenze per settori: prosegue il cammino della Pastorale giovanile

Il cammino della pastorale giovanile della diocesi di Roma riprende on line, tramite videoconferenze suddivise per settori. Si comincia lunedì 4 maggio con il settore Nord e si prosegue fino al 7 con gli altri settori diocesani. «Nella riunione “virtuale” – anticipa il direttore del Servizio per la pastorale giovanile diocesana don Antonio Magnotta – proveremo a raccontarci, con la possibilità che abbiamo, come stiamo vivendo la relazione con i ragazzi, quali passi fatti, quali attese, quali bisogni e quali domande e proveremo a condividere qualche proposta anche estiva maturata in équipe diocesana che vorremmo valutare e costruire con voi». Ad ogni appuntamento sarà presente uno dei quattro vescovi ausiliari: «Hanno sempre sostenuto il lavoro formativo nelle prefetture e la loro presenza è sicuramente segno di incoraggiamento e fiducia verso il vostro servizio».

“Pit stop” è il nome dell’iniziativa, a cui don Magnotta ha invitato tutti gli educatori a partecipare, con una lettera inviata nei giorni scorsi. «Nessuno di noi è leader solitario – scrive tra l’altro il sacerdote –, ma è dentro il grembo materno della Chiesa che diamo futuro al nostro stare con gli adolescenti. La situazione difficile e delicata che stiamo vivendo ha fatto emergere questa verità con chiara evidenza, pur nella distanza e nell’ assenza del nostro incontrarci. La comunità rimane sempre il soggetto della pastorale giovanile e su questo non ci stancheremo mai di insistere».

Le videoconferenze proseguono idealmente il percorso iniziato a febbraio nelle diverse prefetture; una settantina gli incontri che si sono già svolti e che hanno toccato temi come formazione, relazione, condivisione, ma anche i linguaggi dell’annuncio, l’animazione di un gruppo, il profilo dell’educatore, la programmazione di un itinerario. Adesso, riflette il direttore della pastorale giovanile, è il «momento di ascoltare ciò che stiamo vivendo. Non è, almeno a me pare, il tempo di interpretare, insegnare come vivere, quali risposte dare… ma metterci insieme con umiltà dietro il Signore e ascoltare lo Spirito Santo che ci suggerisce i passi da compiere. Siamo certi della tenerezza forte con cui il Signore Risorto attraversa con noi lo smarrimento davanti a tanti fratelli che hanno sperimentato, nella solitudine, la sofferenza e la morte».

28 aprile 2020

A Santa Maria in Portico il presidio solidale delle Acli

Il vescovo ausiliare Daniele Libanori

«Quali sono i gesti con i quali accompagnare una profezia che necessariamente si fa denuncia, si fa indicazione profetica del destino dell’uomo? Io credo che questi segni siano quelli della comunione, declinata in tutte le sue forme: nella solidarietà materiale, laddove ci sono delle esigenze alle quali rispondere senza indugio, ma anche soprattutto la carità di concorrere a un pensiero comune per maturare nuove e diverse convinzioni». Lo ha detto questa mattina (venerdì primo maggio) il vescovo ausiliare del settore Centro monsignor Daniele Libanori, che ha presieduto la Messa per i lavoratori nella chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, concelebrata dal parroco padre Davide Carbonaro e dall’incaricato dell’Ufficio per la pastorale sociale della diocesi di Roma, don Francesco Pesce. Al termine della celebrazione – organizzata dall’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e dalle Acli provinciali di Roma – è stato inaugurato presso la parrocchia un presidio solidale delle Acli, dove raccogliere aiuti alimentari per aiutare tante famiglie in difficoltà, in questo periodo di emergenza economica oltre che sanitaria.

«In occasione della Festa dei lavoratori, le Acli di Roma rivolgono un pensiero colmo di gratitudine a tutti quei lavoratori che con coraggio e abnegazione si stanno prendendo cura del nostro Paese – ha detto la presidente delle Acli di Roma Lidia Borzì –. Ma questo primo maggio non ha il sapere della festa. Sentiamo forte il grido di dolore di chi il lavoro l’ha perso a causa di questa emergenza, avendo sempre fatto i conti con il precariato e le basse tutele e ora si trova fuori dalle misure di sostegno previste; ma pensiamo anche ai lavoratori autonomi e agli artigiani che a causa del coronavirus rischiano di non poter più aprire la saracinesca delle proprie attività. Un grido a cui non possiamo essere sordi».

1 maggio 2020

La consegna del Credo ai catecumeni

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«Carissimi catecumeni eletti e catechisti, abbiamo deciso di dedicare due tempi di ascolto e preghiera alle Consegne prebattesimali: Credo e Padre Nostro. La celebrazione vera e propria della consegna, come già accennato, verrà fatta più avanti, in parrocchia, prima di ricevere il battesimo». Suor Pina Ester De Prisco, responsabile diocesana del catecumenato, e don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, scrivono ai catecumeni per invitarli a partecipare alla prossima tappa del cammino di iniziazione cristiana: la consegna del Credo, che avverrà in forma “virtuale” domenica 3 maggio.

Come accaduto nelle scorse settimane, infatti, catecumeni eletti e catechisti sono invitati a guardare un video caricato sul canale YouTube dell’Ufficio catechistico diocesano; quindi a sentirsi telefonicamente per condividere opinioni e impressioni. L’appuntamento successivo è per il 17 maggio con la consegna, sempre “virtuale”, del Padre Nostro.

1 maggio 2020

La nota sulla celebrazione delle esequie

Misurare la temperatura corporea ai partecipanti alle cerimonie funebri e bloccare l’accesso a chi ha più di 37,5° C. Evitare spostamenti durante la distribuzione dell’Eucarestia. E ancora mascherina obbligatoria per il sacerdote e sanificazione e igienizzazione dei luoghi di culto, anche se si specifica che è da prendere in considerazione la celebrazione all’aperto. Sono alcune delle disposizioni contenute in una nota diffusa dalla Conferenza episcopale italiana e firmata dal segretario generale monsignor Stefano Russo, a complemento delle decisioni del Ministero dell’Interno, che saranno in vigore da lunedì 4 maggio, data in cui si potrà riprendere a celebrare i funerali.

La diocesi di Roma le ha comunicate a tutti i sacerdoti. «Roma Capitale, in collaborazione con altri Enti e Istituzioni statali, d’intesa con il Vicariato di Roma – fa sapere il prelato segretario generale monsignor Pierangelo Pedretti – ha confermato la disponibilità a sanificare i luoghi cittadini di probabile aggregazione, nonché le aree antistanti i luoghi di culto. Per quanto riguarda la sanificazione degli spazi interni, il Comune ci ha assicurato che contatterà direttamente i parroci per un intervento una tantum». La diocesi ha inoltre prenotato un termometro digitale per ogni parrocchia, che sarà recapitato al più presto.

Prima dell’accesso in chiesa dei partecipanti alle esequie funebri – indica la Cei –, occorre che «sia garantita da un addetto alla sicurezza la misurazione della temperatura corporea, attraverso un termometro digitale o un termo-scanner». Una disposizione che è richiesta anche per le celebrazioni all’aperto. «Venga bloccato l’accesso a chi risulti avere una temperatura corporea superiore ai 37,5 °C». Vista la possibilità di celebrare le esequie anche con la Messa, la Cei indica che «nel momento della distribuzione della Comunione eucaristica si evitino spostamenti». «Sia il celebrante a recarsi ai posti, dove i fedeli – al massimo quindici – sono disposti nel rispetto della distanza sanitaria». Il sacerdote dovrà indossare la mascherina e mantenere la distanza di sicurezza. «La distribuzione dell’Eucarestia avvenga dopo che il celebrante abbia curato l’igiene delle proprie mani – altra indicazione –; lo stesso abbia cura di offrire l’ostia porgendola sulle mani dei fedeli, senza venire a contatto fisico con esse».

Quanto alla sanificazione, «la chiesa sia igienizzata regolarmente, mediante pulizia delle superfici e degli arredi con idonei detergenti ad azione antisettica». Al termine di ogni celebrazione sia inoltre favorito il ricambio dell’aria. Suggerita la celebrazione delle esequie all’aperto, con il rispetto delle distanze di sicurezza e delle altre indicazioni, nei casi in cui «siano presenti spazi idonei, contigui alla chiesa», o ancora all’aperto nelle aree cimiteriali, laddove gli spazi lo consentano.

Leggi la nota della Cei

Leggi la nota del Ministero dell’Interno

30 aprile 2020

Il primo maggio l’atto di affidamento dell’Italia a Maria

Raccogliendo la proposta e la sollecitazione di tanti fedeli, la Conferenza episcopale italiana affida l’intero Paese alla protezione della Madre di Dio come segno di salvezza e di speranza. Lo farà venerdì 1° Maggio, alle ore 21, con un momento di preghiera, nella basilica di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio (diocesi di Cremona, provincia di Bergamo). Sarà possibile partecipare al rito seguendolo in diretta su Tv2000 e su InBlu Radio.

«La scelta della data e del luogo è estremamente simbolica – si legge in una nota della Cei -. Maggio è, infatti, il mese tradizionalmente dedicato alla Madonna, tempo scandito dalla preghiera del Rosario, dai pellegrinaggi ai santuari, dal bisogno di rivolgersi con preghiere speciali all’intercessione della Vergine». Iniziare questo mese con l’Atto di Affidamento a Maria, nella situazione attuale, spiegano infatti i vescovi, acquista un significato molto particolare per tutta l’Italia.

Il luogo, Caravaggio, situato nella diocesi di Cremona e provincia di Bergamo, «racchiude in sé la sofferenza e il dolore vissuti in una terra duramente provata dall’emergenza sanitaria»; in Lombardia si è infatti registrato il maggior numero di contagiati e di vittime del Covid-19. Alla Madonna la Chiesa affida i malati, gli operatori sanitari e i medici, le famiglie, i defunti.

Ma la Chiesa italiana ha un pensiero anche per i lavoratori, nella festa di San Giuseppe lavoratore; verranno affidati tutti alla Vergine, con la consapevolezza «delle preoccupazioni e dei timori con cui tanti guardano al futuro».

30 aprile 2020

Santa Maria sopra Minerva e santa Caterina da Siena

«Ultima serva tra i servi di Cristo», così amava definirsi una delle più grandi donne che incisero per sempre la storia della Chiesa, santa Caterina da Siena.
Vissuta nel XIV secolo e oggi venerata come compatrona d’Italia e d’Europa, lei fu quel cuore umile, sfavillante d’amore, al quale Dio volle comunicare la Sua Sapienza. Donna umile e coraggiosa, nata nella senese contrada dell’Oca nel 1347, a soli sei anni ebbe la visione di Cristo Pontefice benedicente e, una volta quindicenne, divenne Terziaria Domenicana.

Nel 1378, papa Urbano VI, turbato a causa dello Scisma d’Occidente, la volle a Roma come consigliera. Così, questa donna straordinaria, con venti suoi discepoli prese casa a pochi passi dal Pantheon, dove sorge ancora oggi la Basilica di Santa Maria sopra Minerva. L’edificio costruito nei primi secoli del cristianesimo sopra i resti dei templi di età Domiziana dedicati a Minerva, Iside e Serapide, è considerato l’unico gioiello gotico incastonato nel cuore della Roma antica, nonostante le diverse influenze artistiche subite nel corso dei secoli.

Varchiamo ora la soglia della rinascimentale facciata della Basilica per lasciarci sorprendere dalla bellezza che questa chiesa, impreziosita dal tocco esperto di artisti come Michelangelo, Bernini e Filippino Lippi, porta con sé. Suddivisa in tre navate da dodici possenti pilastri, è scandita dalla presenza di sei cappelle barocche laterali che fanno da contorno al cammino verso lo splendido altare maggiore. Cammino questo che si svolge sotto il meraviglioso cielo notturno del soffitto, realizzato nel 1800, dove dalle volte a crociera rifulgono le luci dorate delle stelle e le figure degli Apostoli, degli Evangelisti e dei Dottori della Chiesa.

Il complesso della Minerva fu affidato ai frati Domenicani a partire dal 1275, ed è per questo che Caterina, spinta dal suo grande amore per l’Ordine, scelse di consumare qui gli ultimi attimi della sua vita così travagliata e segnata dalla sofferenza, fino a quando, il 29 aprile 1380, morì, come lei disse, «di nessun’altra malattia se non per amore alla Chiesa».

Lo sguardo del pellegrino allora, non può che posarsi sulla Cappella Capranica, posta sul lato orientale del transetto, che ospitò il corpo della santa dal 1430 al 1855. Venne qui realizzato un ricco monumento in suo onore, del quale oggi purtroppo non ne rimane che il sarcofago. Infatti, nel 1579, le volte della cappella vennero completamente ridecorate da Marcello Venusti con le scene dei Misteri del S. Rosario, lasciando solo agli affreschi di Giovanni de’ Vecchi del 1586, che narrano la vita di Santa Caterina. Fu così che, nel 1855, al termine dei grandi lavori di restauro della Basilica, il marmoreo sarcofago bianco attribuito a Isaia da Pisa e contenente il corpo della santa, venne trasportato presso il nuovo altare maggiore, dove ancora oggi, sotto il cielo stellato della Minerva, riposano i resti mortali di Santa Caterina da Siena la quale intercede per Roma, per l’Italia e per il mondo dall’alto del Regno dei Cieli.

(a cura delle Missionarie della Divina Rivelazione)

29 aprile 2020

Acli, Ac e Pastorale sociale: il primo maggio in preghiera per i lavoratori

Due momenti di preghiera per tutti i lavoratori e le lavoratrici in occasione della solennità di san Giuseppe Artigiano, il primo maggio: la prima, una Messa, si terrà alle ore 11 nella chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli e a organizzarla sono l’Ufficio diocesano per la pastorale sociale della diocesi di Roma e le Acli provinciali di Roma. La seconda è invece una veglia di preghiera, in programma alle 18, promossa dalla presidenza nazionale dell’Azione Cattolica con il patrocinio dell’Ufficio diocesano, e sarà presieduta dal vescovo ausiliare del settore Sud monsignor Gianrico Ruzza. La prima invece sarà presieduta dal vescovo ausiliare del settore Centro monsignor Daniele Libanori; concelebranti don Francesco Pesce, incaricato dell’Ufficio diocesano, e padre Davide Carbonaro, parroco a Campitelli. Naturalmente la Messa sarà celebrata senza la presenza fisica di fedeli ma sarà trasmessa in streaming sulla pagina Facebook delle Acli di Roma e sul canale YouTube della parrocchia di Santa Maria in Portico. La veglia di Ac verrà trasmessa sulla pagina Facebook Azione Cattolica Diocesi di Roma e sul canale Youtube degli Adulti Acroma.

«La ricorrenza di san Giuseppe Artigiano rappresenta una tappa fondamentale nella vita delle Acli – dice la presidente delle Acli provinciali di Roma Lidia Borzì –. Fu istituita nel 1955 da Papa Pio XII, in occasione del decennale delle Acli che coincideva con la festa dei lavoratori. A piazza San Pietro, davanti a una folla immensa che arrivava fino al Colosseo, il Santo Padre consegnava all’associazione la missione di “essere cellule dell’apostolato cristiano moderno”, esortandola a continuare a prendersi cura, senza interruzioni, della formazione religiosa e morale dei lavoratori». Al patrono verranno affidati «i tanti lavoratori in prima linea per la lotta al Covid-19 – continua Borzì – e i tanti lavoratori che hanno perso il lavoro o che rischiano di perderlo, a seguito di questa immane emergenza».

L’Azione Cattolica invece proseguirà il suo cammino di riflessione e condivisione sulla festività anche il 2 e il 3 maggio, con altri appuntamenti on line.

29 aprile 2020

Dalla diocesi di Roma 90 mila euro per gli ospedali

Roma 11/04/2020Reparto Covid-19 per il Corona Virus.ICC -Istituto Clinico Casalpalocco. Gruppo GvM.Medici e infermieri della terapia intensiva lavorano incessantemente.Vestizione anti Covid.Ph: Cristian Gennari

La raccolta fondi per l’emergenza coronavirus attivata lo scorso 11 marzo, in occasione della Giornata di digiuno e di preghiera indetta dalla diocesi di Roma per chiedere aiuto al Signore in questo tempo di prova, prosegue e sta dando frutti. Finora sono stati già devoluti 90mila euro a strutture sanitarie, distribuiti in questo modo: 40mila euro all’ospedale Madre Giuseppina Vannini delle Figlie di San Camillo, per l’acquisto di due ventilatori polmonari; 25mila euro all’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani per l’acquisto di due letti per il reparto Covid; 20mila euro all’ospedale San Pietro Fatebenefratelli, per l’acquisto di materiale sanitario monouso; 5mila euro all’Istituto delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza (Don Guanella) per ragazze disabili, per contribuire alle spese dell’assistenza medica quotidiana di alcune disabili e alcuni operatori risultati positivi.

«Ringraziamo il Signore per tanta generosità di parrocchie, comunità religiose, sacerdoti, laici e famiglie che hanno contribuito, da un minimo di 15 euro a un massimo di 10 mila euro», sottolinea il vescovo delegato per la Pastorale sanitaria, monsignor Paolo Ricciardi. «È segno – prosegue – di un’attenzione bella e concreta per le necessità di oggi, in questo tempo di prova. So no piccoli segni, ma grandi per l’aiuto di tanti malati e di chi si prende cura di loro».

28 aprile 2020

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